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Sponsor, e se Tinkov avesse ragione?

13.06.2016 20:27

Il patron della Tinkoff ha annunciato il suo addio al ciclismo a fine stagione, lamentandosi del sistema dell'UCI e dei problemi per gli sponsor. Eppure le soluzioni sono diverse


Oleg Tinkov lascerà il ciclismo a fine stagione. Il leader della banca Tinkoff ha annunciato che questa sarà la sua ultima annata al comando della formazione di Alberto Contador (guarda il video), dichiarandosi deluso dal mancato appoggio degli altri team principal per cambiare il modello di affari. Gli sponsor hanno vita breve nel ciclismo, e nessuno di loro si è impegnato per cambiare la situazione.

Il russo ha sottolineato che nelle ultime due stagioni, in cui la Tinkoff è stato sponsor unico della squadra di Contador, ha dovuto sborsare di tasca propria 60 milioni di euro. Una cifra impressionante, anche per chi come lui è appassionato di questo sport. Con un costo così notevole è evidente che gli sponsor unici non possono resistere a lungo nel ciclismo. Lo stesso Tinkov ha sottolineato la totale assenza di una programmazione su più annate: si costruisce una squadra per 12 mesi e poi chissà. Colpa anche dell'UCI, che concede licenze di soli tre anni (e non cinque, come chiederebbe Oleg), aiutando gli sponsor a impegnarsi per poco tempo.

Quali soluzioni si possono trovare allora per rilanciare il ciclismo? Oltre all'aumento della licenza UCI, Tinkov lancia una provocazione: per quale motivo il mercato non deve essere su modello di quello calcistico? La compravendita di ciclisti è in questo momento vietata dal regolamento UCI, secondo cui solo al termine del proprio contratto un corridore può decidere di cambiare maglia. Un controsenso per Tinkov, che vorrebbe guadagnare dalla cessione di atleti. Di sicuro la soluzione aumenterebbe l'interesse dei corridori tutelati da un lungo contratto ad andare al massimo in ogni corsa, nella speranza di diventare subito capitani e di essere notati da formazioni importanti. La riforma però non arriva, e nessuno ha appoggiato realmente le idee del russo.

Tempi duri comunque per gli sponsor unici, con anche la iAm Cycling destinata a chiudere i battenti. Insieme agli svizzeri rischiano di lasciare il World Tour anche Katusha e BMC, colossi non supportati da altri sponsor. Non è un caso se spesso squadre storiche sono costrette a fondersi (Cannondale-Garmin, Lotto Soudal, Lotto NL-Jumbo e così via) per rimanere nel circuito importante o aspettare l'arrivo di qualche facoltoso magnate. Strano, perché Paolo Balocchi giura che è meglio essere sponsor di una squadra di ciclismo che di calcio, per l'odio attirato in quest'ultimo sport dai tifosi avversari.

In ogni caso la soluzione migliore per il ciclismo, in attesa di una riforma ben strutturata, sembra quella di trovare nuovi colossi in grado di garantire un mercato mondiale. Un'idea potrebbe essere chiedere l'intervento del mondo del gioco d'azzardo, che nel settore ciclismo ha ancora molti passi da compiere. Sui migliori siti è possibile effettuare scommesse live, ma sono poche le aziende davvero promotrici dello sport nel settore, almeno in Italia. Peccato, perché la FDJ con la squadra francese ha incrementato la clientela costruendo un roster di tutto rispetto, con Pinot per i grandi giri e Dèmare per le volate. Un aiuto potrebbe anche arrivare da siti come il casinò 32Red, leader nel settore del gioco online già impegnato nel calcio con sponsorship di Bologna e Swansea in passato e Glasgow Rangers nel presente. Prima però bisogna rendere il prodotto davvero appetibile, e non sarà semplice. Soprattutto senza più l'appoggio di Tinkov.
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