Professionisti

Massiccio Van Avermaet, il giorno perfetto

06.07.2016 19:30

Tour de France, Greg in fuga, vince in solitaria e si prende la maglia gialla. I big si marcano, Contador si stacca; Nibali già fuori classifica


Prima di oggi era stato protagonista di due fughe in carriera al Tour de France: entrambe le volte il nome del vincitore era uscito dai coraggiosi di giornata, ma non era stato il suo. A differenza di oggi, nel quale Greg Van Avermaet ha messo in mostra doti finora nascoste: la resistenza la si conosceva, ma limitatamente ai percorsi complessi ma non durissimi come era quello odierno. L'ex portiere del Beveren ha probabilmente scritto la pagina più bella della sua carriera, nella quale vi sono impressi risultati di livello assoluto; ma una tappa al Tour conquistata in tale maniera e con il suggello della maglia gialla non sono eventi che capitano tutti i giorni.

Stenta a partire, ma la fuga si forma: in nove a comporla
Finalmente un po' di salita dopo le prime quattro frazioni decisamente avare di spettacolo: la Limoges-Le Lioran di 216 km presenta sei gpm, cinque dei quali negli ultimi 70 km di giornata. Si pedala sul Massiccio Centrale, territorio troppo spesso snobbato negli ultimi anni dal Tour. Dopo il trasferimento dal centro cittadino nella capitale della ceramica, la tappa prende il via ufficiale alle 11.36. Sin dall'inizio grande ritmo e diversi tentativi di attacco, ma per il formarsi del primo tentativo bisogna ancora attendere. Nel frattempo il primo gpm, la Côte de Saint-Léonard-de-Noblat (km 16.5), vede passare per prima la maglia a pois Jasper Stuyven (Trek-Segafredo).

L'azione buona che caratterizza l'intera giornata nasce attorno al km 25. Ben nove gli elementi che compongono il tentativo, ossia Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Cyril Gautier (AG2R La Mondiale), Andriy Grivko (Astana Pro Team), Bartosz Huzarski (Bora-Argon 18), Rafal Majka (Tinkoff), Serge Pauwels (Dimension Data), Romain Sicard (Direct Énergie), Florian Vachon (Fortuneo Vital Concept) e Greg Van Avermaet (BMC Racing Team). Il gruppo lascia immediatamente fare, visto che al km 35 hanno già 5', vantaggio che diventa di 7' una ventina di km più tardi. Buona, come detto, l'andatura iniziale: 44 i km percorsi nei sessanta minuti iniziali dai nove attaccanti.

Se ne vanno in tre, il gruppo va a spasso
Ma, come talvolta capita, una azione così numerosa presenta scaramucce tra i componenti: e questo è uno dei casi. A scompaginare la poca armonia è un tentativo attorno al km 95 di De Gendt, Grivko e Van Avermaet che non vengono marcati dagli altri sei, riuscendo quindi ad involarsi. Contemporaneamente il plotone, che era tirato dal Team Sky con Ian Stannard, quasi si arresta, facendo in modo che il tentativo costruisca un margine di primissimo rilievo. Al km 125 il gap rispetto al plotone è di 11'45" che sale dopo il gpm della Côte du Puy Saint-Mary (km 142.5, dove De Gendt anticipa Grivko e Van Avermaet) ad oltre 15'. Nel frattempo nella coda del gruppo una caduta, fortunatamente senza conseguenze, che coinvolge anche Louis Meintjes (Lampre-Merida).

Il terzo gpm, il Col de Neronne (km 173.5), vede scollinare per primo De Gendt davanti a Van Avermaet e Grivko, mentre i sei a bagnomaria sono distanziati di circa 3'. Nel frattempo il plotone conosce un cambiamento: si mette a tirare il Movistar Team con Imanol Erviti. Il primo risultato, oltre ad una diminuzione del vantaggio dei fuggitivi, è la perdita di contatto dei velocisti che si erano dati battaglia al traguardo volante di Mauriac: decimo posto e sei punti per Bryan Coquard, stavolta capace di superare Marcel Kittel (e a seguire Mark Cavendish e Peter Sagan). Ma, siamo certi, il francesino avrebbe voluto fare a cambio con il risultato del giorno precedente.

Davanti restano i belgi, dietro ci si stacca: da Gallopin a Sagan, c'è anche Nibali
Erviti conferma di essere un gregario valido per tutte le stagioni e per tutti i terreni: tira sul Col de Neronne, tira in discesa e tira sull'insidioso Pas de Peyrol, la valico carrozzabile più elevata del Massiccio Centrale. Sul tale salita, complice l'elevato ritmo e il caldo improvviso, ci sono già le prime vittime: a sorpresa prende contatto immediatamente uno degli outsider per il successo, il beniamino di casa Tony Gallopin. L'alfiere della Lotto Soudal terminerà a 25'14" dal vincitore, nel gruppetto dei velocisti. Perdono contatto anche Tom Dumoulin (Team Giant-Alpecin) e Peter Sagan (Tinkoff) che, com'era prevedibile, termina così la sua prima esperienza in giallo.

Anche davanti si assiste ad un cambiamento: sulle pendenze del 10% cede Grivko, lui che su tali pendenze è chiaramente svantaggiato. Anche tra i corridori intercalati c'è un frazionamento, con Sicard e Vachon che tirano i remi in barca. Ammaina la bandiera, come era prevedibile da un certo punto di vista, anche un vincitore passato: è Vincenzo Nibali, che (verosimilmente) decide di non tener duro volutamente al ritmo ora impostato da un altro elemento del Movistar Team, vale a dire Jesús Herrada. Il messinese concluderà senza mostrarsi affaticato in volto a 13'45" dal vincitore in un drappello fra gli altri con Rui Costa, Daniel Navarro e Ilnur Zakarin.

Van Avermaet si invola, dietro è Movistar contro Sky
Il forcing Movistar fa patire in tanti: si staccano anche Eduardo Sepúlveda e Haimar Zubeldia, fanno fatica Mathias Fränk e, a sorpresa, anche Thibaut Pinot che resta nelle posizioni finali. In vetta scollina per primo, ancora una volta, De Gendt davanti a Van Avermaet: Grivko paga 1'05", Majka, Huzarski, Gautier e Pauwels 2'40" mentre il gruppo è a 7'. Nibali paga già più di un paio di minuti, e non prova neppure a rientrare in discesa. In coda al plotone c'è Contador, che riesce a restare attaccato dopo una salita condotta senza problemi. Tira sempre il Movistar Team con Ion Izagirre e Daniel Moreno, marcati dal Team Sky: tre gli uomini dell'armata britannica al fianco di Chris Froome.

È l'ora del quinto gpm, il Col de Perthus, dove si decide la tappa: ai meno 17.5 km Van Avermaet saluta la compagnia di De Gendt e lo distanzia, proseguendo nella giornata da sogno. Anche tra gli inseguitori c'è un cambiamento: i polacchi Huzarski e Majka si sbarazzano di Gautier e Pauwels, i quali poi cadranno in discesa, fortunatamente senza alcuna conseguenza. Non cambia molto su questa ascesa nel gruppo dei migliori, senonché è il Team Sky a mettersi a fare il ritmo con Mikel Nieve. Al gpm Van Avermaet va ancora che è un piacere, dando già 55" a De Gendt e 5'50" al plotone: il vincitore della Tirreno-Adriatico incrementa in discesa e, all'imbocco dell'ultimo gpm, il Col de Font de Cère, ha portato a 1'30" il margine sul connazionale inseguitore.

Tappa e maglia per Van Avermaet, Contador non tiene il ritmo
Va che è un piacere Van Avermaet, che perde pochissimo anche nei confronti del plotone. Il gruppo dei migliori non conosce sussulti se non proprio negli ultimissimi metri di salita, con la motivazione di una discesa strettissima alle porte. Prova l'attacco Romain Bardet, prontamente marcato da Alejandro Valverde, Nairo Quintana e Thibaut Pinot, che tanto non era piaciuto sul Pas de Peyrol quanto è sembrato pimpante sul Col de la Font de Cère. Ma Froome in primis e quindi i vari Aru, Barguil, Mollema, Porte, van Garderen e compagnia si riaccodano senza patemi. Tanti ma non tutti, però, perché c'è una notabile assenza.

È Alberto Contador che manca all'appello: ancora menomato dalle cadute, lo spagnolo deve affrontare in solitaria gli ultimi km perdendo ulteriori 33" in salita. Vederlo pedalare ancor più scomposto del solito, nel tentativo di minimizzare il dolore, ha rattristato pensando come lo spagnolo si fosse minuziosamente preparato per il Tour. Chi invece è felice è Greg Van Avermaet, che vince comodamente a Le Lioran dopo 41 anni dal compatriota Michel Pollentier. A 2'34" uno stremato Thomas De Gendt, che si consola con la maglia a pois e con il numero rosso; alle spalle dei due belgi, per un evento che non capitava dal 2007 con la doppietta Steegmans-Boonen, terzo posto per un reduce della fuga Rafal Majka a 5'04".

Rodríguez anticipa il gruppo, Aru convince. Contador paga 1'21" in classifica
Il polacco si salva per una questione di pochi metri dal rientro di Joaquim Rodríguez (Team Katusha) che gli arriva alle calcagna. A 5'07" il resto dei migliori, con Daniel Martin (Etixx-Quick Step) capace di riprendere Bartosz Huzarski; seguono Julian Alaphilippe (Etixx-Quick Step), Adam Yates (Orica-BikeExchange), Chris Froome (Team Sky) e Tejay van Garderen (BMC Racing Team). Comodo diciottesimo posto per Fabio Aru, e altrettanto si può dire per Nairo Quintana, quindicesimo. Alberto Contador arriva, solo, trentesimo a 5'40". Anche oggi tutti i 198 corridori hanno terminato la fatica, con Michael Mørkøv (Team Katusha) stoico a 33'14" da Van Avermaet, a quasi 5' da chi l'ha preceduto.

Con la splendida cavalcata Van Avermaet diventa il nuovo leader della classifica, riportando il Belgio in alto dopo tre anni (ultimo jaune fu Jan Bakelants). Alle sue spalle, a 5'11", c'è Julian Alaphilippe, a 5'13" Alejandro Valverde, a 5'14" Joaquim Rodríguez e a 5'17" Chris Froome, Warren Barguil, Nario Quintana, Fabio Aru, Pierre Rolland, Daniel Martin, Wilco Kelderman, Tejay van Garderen, Adam Yates, Romain Bardet, Bauke Mollema e Sergio Luis Henao. A 5'28" c'è Thibaut Pinot, a 6'38" Alberto Contador: pagare 1'21" dai rivali per il successo finale non era certamente nelle attese per il capitano della Tinkoff. Domani giornata di calma, con la Arpajon sur Cère-Montauban di 190.5 km dedicata ai velocisti. Da venerdì i Pirenei, per vedere se i primi assaggi odierni saranno confermati.
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