Professionisti

Dumoulin spacca il secondo, Froome lo distanzia

15.07.2016 23:45

La prima crono del Tour incorona l'olandese. La maglia gialla guadagna su tutti i rivali: sorprende Mollema, male Aru e Quintana


Parlare di ciclismo dopo quanto avvenuto la notte scorsa a meno di 300 km di distanza dalle strade affrontate oggi può sembrare inopportuno a qualcuno. ASO ha deciso, giustamente, di non lasciarsi vincere dal clima di terrore, così come a metà marzo fecero gli omologhi di Flanders Classics dopo gli attentati di Bruxelles. Il Tour de France s'ha da fare, pur nel rispettoso clima di lutto e decidendo di annullare tutte le manifestazioni accessorie come carovana e i festeggiamenti del podio. Perché la vita, nonostante tutto, continua.

Dennis in testa, male Cancellara, Kiryienka e Martin
Ad aprire stamani le danze nella Bourg Saint Andéol-La Caverne du Pont d'Arc, impegnativa prima cronometro della Grande Boucle con i suoi 37.5 km, è stato Sam Bennett; l'irlandese, sceso dalla pedana alle 10.05, termina dopo lo sforzo dopo 59'32". Il primo parziale di un certo rilievo è quello di Maciej Bodnar: il polacco della Tinkoff conclude con 52'47". Per oltre mezz'ora l'ex Liquigas non ha dovuto far fronte ad alcun timore con i vari Bookwalter e Vermote sfilati via senza colpo ferire; non altrettanto vale quando è il turno di Rohan Dennis, vincitore un anno fa del prologo di apertura a Utrecht. L'australiano del BMC Racing Team sopravanza il leader provvisorio di 51", abbattendo dunque la barriera dei 52" (51'56" per lui).

Per una lunga fase non ci sono inserimenti di rilievo: il primo ad inframezzarsi tra Dennis e Bodnar è Stephen Cummings (Dimension Data), che continua nel suo Tour di livello stampando un parziale di 52'39". Non è mai in lizza il campione del mondo in carica: Vasil Kiryienka (Team Sky) vive una giornata di riposo attivo, pronto a lavorare in testa al gruppo già da domani: alla fine sarà addirittura 120° a 7'33" dal vincitore. A proposito di iridati, stavolta del passato: prestazioni sotto la sufficienza sia per Fabian Cancellara (Trek-Segafredo) che per Tony Martin (Etixx-Quick Step), capaci di terminare rispettivamente ventitreesimo a 53'30" e nono a 52'20".

Oliveira in testa, ma Dumoulin scalza tutti. Theuns ko
La giornata ha visto anche, oltre alle due non partenze di Simon Gerrans e Thibaut Pinot, il ritiro dopo il primo intertempo di Edward Theuns: il velocista belga della Trek-Segafredo è scivolato in discesa ed è stato costretto a salire in ambulanza. Gli esami diagnostici hanno riscontrato la frattura della vertebra T12, che quindi lo costringerà a box per diverse settimane. Un importante cambiamento in classifica si registra attorno alle 13: il tempo di Dennis viene migliorato di 10" da Nelson Oliveira (Movistar Team) che si rende protagonista di una crono molto efficace con il suo 51'46". Prestazioni in linea con le attese per il ceco Jan Barta (Bora-Argon 18), poi undicesimo con 52'46", e il norvegese Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) tredicesimo con 52'49".

Oliveira trema quando è il turno di Jérôme Coppel: l'ex campione di Francia si presenta al penultimo intertempo con 2" di margine sul lusitano. Ma il tratto finale è fatale per l'atleta dell'IAM Cycling che deve soccombere al rivale per 4". Ion Izagirre è più che discreto, con un tempo di 52'17" che permette allo spagnolo del Movistar Team di essere provvisoriamente quarto. La classifica momentanea viene però spazzata via da Tom Dumoulin: l'olandese del Team Giant-Alpecin era il grande favorito della vigilia e puntualmente non ha tradito le attese, riuscendo ad essere il più veloce in tutti gli intermedi e terminando con uno strabiliante 50'15". Si capisce sin da subito che per battere un simile tempo serve qualche miracolo o un repentino cambiamento del vento, che anche oggi è spirato violentemente sul percorso.

Porte parte bene ma cala, Aru non convince
Non è qui un uomo di classifica e probabilmente non l'ha fatta a tutta, ma Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) ha un andamento costante mantenendosi a galla: alla fine sarà venticinquesimo con 53'44", tempo che comunque gli permette di essere il miglior italiano. I migliori diciassette della classifica vengono fatti partire ogni 3': il primo di loro è Pierre Rolland (Cannondale-Drapac) ma la sua gara è decisamente orribile, dato che conclude 68° a 5'56" da Dumoulin. Decisamente meglio, ma c'era da aspettarselo, fa Geraint Thomas (Team Sky) con 52'15", parziale che gli garantisce la momentanea quinta piazza. Male anche Warren Barguil (Team Giant-Alpecin) che lascia 4'58" al compagno di squadra mentre Roman Kreuziger (Tinkoff) limita i danni con il tempo di 53'28". Non bene neppure Sergio Henao (Team Sky) con 55'07" e Louis Meintjes (Lampre-Merida) con 54'37", ma il sudafricano comunque non va alla deriva.

Chi, dopo il primo intermedio, pare poter dar filo da torcere a Dumoulin è Richie Porte: l'alfiere del BMC Racing Team è il più vicino a Dumoulin, lasciando per strada soli 10". Il resto della prova del tasmaniano è però deficitaria per uno dalle sue caratteristiche, dato che progressivamente perderà per concludere con un mediocre 53'23". Patisce l'esercizio che tanti grattacapi gli ha dato in carriera anche Joaquim Rodríguez (Team Katusha) che deve accontentarsi di un tempo di 55'01"; qualcosa meglio fa Daniel Martin (Etixx-Quick Step) con 54'25". Chi, pur non essendo uno specialista, non convince è Fabio Aru: il sardo comincia in sordina, quindi pare leggermente riprendersi ma poi perde progressivamente. Sarà solo trentasettesimo con il tempo di 54'40": non ci si aspettava chissà che dal capitano dell'Astana Pro Team, ma la sua è una prova deludente.

Mollema sorpresa di giornata, Quintana la delusione
È dunque la vota di Tejay van Garderen (BMC Racing Team) che alla fine sarà comunque tra i migliori uomini di classifica: ma lo yankee, considerata la sua attitudine alle cronometro, avrebbe potuto realizzare un esercizio migliore di quello che lo farà terminare sedicesimo con il tempo di 53'05". Due secondi dietro a Alejandro Valverde che, pur avendo spesso ben figurato, non è certamente dotato in questo particolare come il più giovane rivale. L'esperto murciano del Movistar Team è, fra i big, uno di quelli che più hanno convinto. Non bene invece l'ultima speranza francese rimasta: Romain Bardet (AG2R La Mondiale) appare spesso in balia del vento e deve accontentarsi di un tempo di 54'07" che gli fa perdere tempo prezioso, comunque recuperabilissimo in salita.

La sorpresa del giorno risponde però al nome di Bauke Mollema: l'olandese è sempre stato un discreto cronoman ma non lo si era mai visto su questi livelli. La sua è una prova che migliora sempre più, passando infatti dall'undicesimo posto del primo intertempo, al nono del secondo e del terzo fino al sesto posto finale, per un tempo di 52'09" che lo fa uscire come la rivelazione di questo Tour. Chi, invece, era atteso ma ha steccato risponde al nome di Nairo Quintana: il colombiano del Movistar Team è sin da subito opaco e non pare vivere una giornata memorabile, rischiando anche la caduta in una svolta a destra. Il responso lo colloca al ventesimo posto con il tempo di 53'23", decisamente troppo poco.

Bene Yates, benissimo Froome. In classifica Quintana a quasi 3'
Gli ultimi due della classifica, entrambi britannici, partono con diverse attese e aspettative. Adam Yates è chiamato a difendersi per provare a restare nelle zone alte di classifica; e il giovincello della Orica-BikeExchange regala al proprio team un sorriso con un 53'16" decisamente buono per lui. È quindi la volta di Chris Froome: tutti si chiedono come stia la maglia gialla dopo l'incidente di ieri. La risposta è subito delle migliori, visto che il keniano bianco scava un bel margine sui rivali già nel primo tratto, per poi costantemente aumentare nei settori centrali. Rimane lontanissimo da Dumoulin, ma poco conta: lo scopo del vincitore uscente era quello di incrementare la propria leadership sui rivali, e così è stato grazie al 51'18" che lo posiziona secondo assoluto.

Vince dunque Dumoulin, che torna a far sventolare la bandiera olandese in una cronometro del Tour dopo 26 anni con il doppio successo di Erik Breukink; la "farfalla di Maastricht", che allora era ancora nel pancione materno, si candida prepotentemente per l'alloro olimpico contro il tempo. Visto il suo stato di forma, quello altrui e il percorso carioca, pare difficile ipotizzare un nome diverso in festa a Copacabana. Alle spalle dell'olandese, capace di far doppietta dopo Andorra Arcalis, sono giunti nell'ordine Chris Froome (Team Sky) a 1'03", Nelson Oliveira (Movistar Team) a 1’31”, Jérôme Coppel (IAM Cycling) a 1’35”, Rohan Dennis (BMC Racing Team) a 1’41”, Bauke Mollema (Trek-Segafredo) a 1’54”, Geraint Thomas (Team Sky) a 2′, Ion Izagirre (Movistar Team) a 2’02”, Tony Martin (Etixx-Quick Step) a 2’05” e Stephen Cummings (Dimension Data) a 2’24”.

Con questo risultato Froome incrementa decisamente il proprio margine in classifica generale sul primo dei rivali: il britannico guida con 1’47” su Mollema, 2’45” su Yates, 2’59” su Quintana, 3’17” su Valverde, 3’19” su van Garderen, 4’04” su Bardet, 4’27” su Porte, 5’03” su Martin e 5’16” su Aru. Domani giornata per velocisti con la Montélimar-Villars les Dombes di 208 km; per provare a mettere in difficoltà il capoclassifica la prima giornata buona è quella domenicale, adatta per la sua conformazione a trabocchetti. Se Quintana vuole provare a ribaltare una classifica attualmente deficitaria la possibilità c'è; ma bisogna muoversi, perché i Campi Elisi si avvicinano e un altro podio non verrebbe accolto festosamente come i precedenti due.
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