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RCS, un Giro da disegnare e un futuro da tracciare

06.09.2016 19:58

Ancora poche anticipazioni sulla corsa rosa 2017, mentre l'arrivo di Urbano Cairo rimescolerà molte carte in RCS Sport


Mentre la Vuelta può concedersi un giorno di riposo (oggi non si è gareggiato in Spagna), il Giro d'Italia non può certo permetterselo, in una fase in cui il disegno del percorso 2017 non è ancora prossimo ad essere definito in ogni suo dettaglio.

A dire il vero, lato utenza si brancola ancora nel buio. Nel senso che negli ultimi anni indiscrezioni e anticipazioni erano arrivate copiose nei mesi precedenti la presentazione ufficiale; stavolta invece non ci sono certezze a prova di smentita, addirittura non si conosce la sede di partenza (che in genere viene svelata abbastanza presto), né si sa dove la corsa rosa si concluderà, né si hanno soffiate sicure sulla sequenza delle grandi montagne.

Naturalmente il direttore del Giro Mauro Vegni e i suoi collaboratori avranno molto più chiara di noi la situazione, ciò non toglie che il mistero che circonda l'edizione numero 100 della gara italiana sia sintomo di qualche rallentamento che per quest'anno possiamo definire fisiologico.

 

Cairo e il Giro del Centenario
La prima ragione per cui possiamo ipotizzare qualche freno all'operato di RCS Sport negli ultimi mesi è l'acquisizione da parte di Urbano Cairo dell'intera RCS. È normale pensare che la riorganizzazione della società milanese, successiva al cambio di proprietà perfezionatosi in luglio, abbia in qualche modo interessato anche la "divisione sportiva" dell'azienda.

Su questo fronte fanno fin qui fede le dichiarazioni dello stesso Cairo, che ha ampiamente rassicurato appassionati e addetti ai lavori sulla sua intenzione di valorizzare il prodotto Giro d'Italia, un asset che - secondo il parere dell'editore piemontese - potrebbe e dovrebbe fruttare molto di più alle casse della società. Una mozione d'intenti che suggerisce la volontà di investire sulla corsa rosa (per la quale non è che ci sia chissacché da tagliare per aumentare i profitti).

L'altro ostacolo - se così lo vogliamo definire - al lavoro di Vegni viene dall'edizione particolare del prossimo Giro: sarà quella numero 100, e proprio per questo è stata più volte manifestata dagli organizzatori l'idea di coprire l'intera Penisola (tutte e 20 le regioni, in teoria) con il tracciato. Tra il dire e il fare c'è poi di mezzo il mare, e nel nostro caso non è solo un modo di dire, visto che il progetto presuppone di fare delle tappe in Sardegna e in Sicilia, con tutte le difficoltà logistiche che ciò può comportare.

Le ultime indiscrezioni parrebbero palesare una grande partenza sarda (due tappe? tre?), e il fatto che il disvelamento della sede d'avvio avverrà infine mercoledì prossimo (il 14 settembre, secondo quanto comunicato proprio oggi da RCS Sport) indica che finalmente tutte le tessere del mosaico (non ultima la posizione delle amministrazioni locali) sono andate a posto.

Buio completo sull'arrivo: l'ipotesi Roma (come nel Giro del Centenario nel 2009) è la più affascinante, ma non è detto che sia la più praticabile, visto che presupporrebbe un notevole trasferimento l'ultimo giorno di gara (a meno di non voler disegnare le tappe di montagna decisive sugli Appennini del centro Italia: ma ciò, a quanto si sa, è del tutto da escludere).

Spuntano altre candidature, allora: si fa il nome di Milano, si fa il nome di Venezia, ma la verità è che non c'è ancora nulla di definitivo.

Quanto al percorso - indipendentemente da dove partirà e dove si chiuderà il Giro 2017 - viene annunciato come mediamente duro, non esagerato come in alcune edizioni recenti, ma comunque comprendente molte delle vette significative della storia rosa. Ci sarà tempo, da qui a un mese e mezzo (la presentazione è fissata per il 25 ottobre al Palaghiaccio di Milano), per scoprire via via indiscrezioni e anticipazioni (per gli appassionati più impazienti, l'avvicinamento migliore è seguire quotidianamente le "investigazioni" del nostro forum).

 

Le altre corse e il futuro di RCS Sport
RCS Sport non è comunque solo Giro d'Italia. Nelle prossime settimane Milano-Torino e Gran Piemonte (28 e 29 settembre), di cui non si conosce ancora il dettaglio dei percorsi, anticiperanno Il Lombardia, in programma il 1° ottobre, e del quale ieri abbiamo pubblicato in anteprima il nuovo tracciato, lungo 240 km e comprendente le salite di Ghisallo (vetta al km 65), Valcava (143), Berbenno (169), Sant'Antonio Abbandonato (182), Miragolo San Salvatore (200), Selvino (213) e Bergamo Alta (236); partenza da Como, arrivo a Bergamo attraverso oltre 4mila metri di dislivello, e scusate se è poco per una classica. Il fatto che l'ultima vera salita (a parte lo strappo di Bergamo Alta) disti dall'arrivo poco meno di 30 km permette molte soluzioni per un finale che si annuncia incertissimo.

Di Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo (cambierà qualcosa nel percorso della Classicissima? Ora ci pare più possibile rispetto a un anno fa) parleremo nei prossimi mesi, invece c'è già una novità certa per quanto riguarda la Strade Bianche: quella che è unanimemente riconosciuta come la più bella nuova corsa del ciclismo mondiale, compirà un importante passo in avanti, ovvero entrerà nel World Tour.

Il che significa che il chilometraggio potrà farsi più importante, che la partecipazione sarà molto probabilmente più qualificata (anche se non tutte le squadre WT saranno obbligate a partecipare alle corse di nuovo inserimento nella massima categoria) e che la vittoria sarà ancor più ambita di quanto non sia stato negli ultimi anni.

La Strade Bianche ha raggiunto nel tempo un equilibrio mirabile: una corsa molto bella e sempre spettacolare, subito amatissima dai corridori e dai tifosi, di fatto percepita come una classica sin dalla nascita, per di più disputata in scenari che probabilmente non hanno eguali, dal punto di vista paesaggistico, in tutte le altre gare in linea del globo.

C'è quasi il timore che un cambio di contesto (di categoria, in questo caso) per la SB possa addirittura deturparne qualche aspetto; ma se l'obiettivo è crescere e condurre il brand RCS Sport ad avere sempre più appeal anche nei nuovi "mercati" ciclistici (Golfo Persico, Estremo Oriente, magari Sudamerica), portare la gara senese al massimo livello del ciclismo internazionale è un passaggio obbligato.

Dal punto di vista ciclistico, e senza voler badare a questioni a noi lontane (come gli equilibri interni a una società complessa come RCS), in questo preciso momento storico c'è la percezione che l'arrivo di Cairo possa contribuire a rafforzare RCS Sport. Il che, a ricaduta nel nostro ambito, significherebbe avere un interlocutore di alto livello rispetto allo strapotere dei francesi di ASO. Mica male per un movimento come quello italiano che negli anni ha perso peso e rilevanza. Se poi quanto oggi prefigurabile si trasformerà in realtà, lo scopriremo - e commenteremo - già nei prossimi mesi.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!