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Kangert scala anche le gerarchie

22.10.2016 16:45

L'estone dell'Astana vince in salita all'Abu Dhabi Tour e mette al sicuro la generale. Quarto Ulissi, sesto Nibali


Come l'anno scorso è la Al Ain-Jebel Hafeet che stabilisce il nome del vincitore della generale dell'Abu Dhabi Tour. Rispetto al 2015 sono stati 10 i km in più nella giornata, passando da 140 a 150. La salita finale, di 10.8 km, prevede una pendenza media del 6.6 % con punte dell'11%, per un arrivo posto a 1025 metri slm. A vincere è stato un gregario di primissimo livello come Tanel Kangert, che finora in carriera si è tolto meno soddisfazioni di quello che si sarebbe meritato; ma non è detto che, con la contemporanea partenza dal team di Nibali e Rosa, non possano crearsi maggiori spazi per lui.

Greipel non parte, Van Avermaet va in fuga
Via ufficiale alle 13.11 ora locale, le 11.13 del Centro Europa. Non partito André Greipel (Lotto Soudal) che, febbricitante, chiude così una stagione che lo ha comunque visto prevalere in dieci occasioni. La fuga si forma attorno al km 10, per merito di un nome di peso come Greg Van Avermaet. Il campione olimpico del BMC Racing Team viene raggiunto da tre elementi, ossia il trevigiano Marco Coledan (Trek-Segafredo), l'irlandese Michael O'Loughlin (Team Wiggins) e il russo Evgeniy Shalunov (Gazprom-RusVelo).

Il gruppo, inizialmente, non lascia loro strada tanto che al km 20 possiedono solamente 45" di margine; nel tratto immediatamente seguente fino al km 25 la situazione cambia drasticamente, visto che il gap sale a 3'30" e al km 30 è di 4'45". 400 metri più tardi è situato il traguardo volante di fronte allo stadio Bin Zayed dove transita in testa Coledan, per un giorno libero da compiti di gregariato nei riguardi di Giacomo Nizzolo.

Nuova azione nel finale, e il campione olimpico sempre vigile
Continua a salire il vantaggio del quartetto, che al km 35 raggiunge i 5'10", mantenuti anche allo scoccare della prima ora di gara quando sono stati affrontati 45.8 km. Il gruppo inizia a recuperare, sempre in maniera docile, nella fase seguente, riducendo il gap in maniera progressiva di circa una trentina di secondi ogni 10 km. Al varcare dei due terzi di gara la situazione vede i quattro al comando condurre con 3' sul gruppo.

Il vento inizia a soffiare in maniera importante, favorendo un'accelerazione del plotone, con il Team Sky in testa e assai tentato nel formare un ventaglio. La fuga viene inesorabilmente ripresa ai meno 33 km e i britannici, con gli australiani della Orica-BikeExchange, restano vigili nelle posizioni di avanguardia. Attorno ai meno 20 km si forma però un insolito terzetto, perché a comporlo sono due velocisti (Juan José Lobato e Francisco Ventoso, entrambi del Movistar Team) e il solito Greg Van Avermaet.

I velocisti si staccano subito, Verona non vuol perdere tempo
Il trio, che rimane tale fino ai meno 16 km quando Lobato si rialza, guadagna una quindicina di secondi sul gruppo controllato dal Team Sky e dai soliti polacchi della CCC Sprandi Polkowice, attivi anche nelle due tappe precedenti ma rimasti con un pugno di mosche in mano. Al secondo traguardo volante nei pressi dello spettacolare parco di Green Mubazzarah (km 136.5) Ventoso passa in prima posizione davanti a Van Avermaet, mentre Nizzolo sprinta conquistando la terza piazza.

La coppia al comando si dimezza ai meno 11 km, prima ancora dell'imbocco della salita, dato che Ventoso si rialza. Non appena il gruppo imbocca i 10800 metri conclusivi i velocisti, come da previsioni, perdono contatto; fra loro c'è, senza alcuna sorpresa, anche Mark Cavendish (Dimension Data), costretto così a svestirsi del rosso proprio del leader. Anche Van Avermaet non fa strada e viene ripreso proprio davanti al cartello dei meno 10 km, quando ha appena attaccato Carlos Verona.

Ulissi accelera, Kangert e Roche partono al contrattacco
Lo spagnolo dell'Orica-BikeExchange si spreme a fondo, arrivando a possedere 30" di margine ai meno 8 km su un gruppo di ventiquattro unità tirato da Michael Schär (BMC Racing Team) e nel quale sono presenti anche nomi inattesi quali Jens Keukeleire e Michael Matthews. Non appena l'elvetico termina il proprio lavoro cerca di alzare il ritmo Jelle Wallays (Lotto Soudal), con il sorprendente Bling a giocare da stopper.

Più incisiva invece l'accelerazione di Diego Ulissi: con il toscano della Lampre-Merida rimane il solo Tanel Kangert (Astana Pro Team), mentre una decina di avversari cerca di riavvicinarsi a loro. Una volta rientrati, ai meno 6.8 km l'estone parte subito in contropiede, con Nicolas Roche (Team Sky) alla sua ruota; la coppia va a raggiungere e staccare Verona ai meno 6.5 km mentre alle loro spalle si forma un drappello di nove unità.

Contador e Nibali nel gruppo dei migliori
Sono presenti il colombiano Winner Anacona (Movistar Team), il francese Julien Bernard (Trek-Segafredo), l'eritreo Mekseb Debesay (Dimension Data), il belga Ben Hermans (BMC Racing Team), il britannico Daniel Pearson (Team Wiggins), lo spagnolo Carlos Verona (Orica-BikeExchange), gli azzurri Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) e Diego Ulissi (Lampre-Merida) e la coppia Tinkoff formata dal danese Jesper Hansen che traina lo spagnolo Alberto Contador, il quale appare assai sofferente. Dopo aver riportato su il capitano lo scandinavo si lancia ai meno 6 km in caccia del duo di testa, che prosegue sempre di buona lena.

Ai meno 5 km Kangert e Roche viaggiano con 12" su Hansen e 25" sugli altri inseguitori, dove il ritmo viene fatto da Ulissi; il quale, con una nuova accelerazione, provoca la perdita di contatto attorno ai meno 4.5 km prima di Pearson e Verona e poi di Anacona e Hermans. Viene così ripreso anche Hansen, che si mette subito in testa al drappello per cercare di portar sotto Contador ai due davanti, che ai meno 4 km hanno comunque dalla loro ancora 20".

Super Debesay, scatta in faccia ai campioni. Kangert stacca Roche
Il buon Hansen, prossimo prezioso elemento dell'Astana, termina il lavoro ai meno 3.9 km; pochi istanti dopo decide di evadere dal gruppo Debesay. Il venticinquenne, che non correva con il proprio team dal lontanissimo 1 maggio a causa di problemi di visto (che purtroppo troppo spesso penalizzano i corridori africani), mostra subito di avere una buona gamba, venendo lasciato andare dai restanti componenti del gruppetto, rimasti ora in quattro con Bernard particolarmente vispo, mentre Contador fa più fatica rispetto a Nibali e Ulissi.

Il momento decisivo della tappa arriva ai meno 3.2 km quando Kangert accelera e Roche non riesce più a restare con lui; l'estone inizia così a crearsi un gruzzoletto di una decina di secondi sul figlio d'arte, che diventano una dozzina ai meno 2 km. Sempre in terza posizione il sorprendente Debesay a 25" mentre il quartetto alle sue spalle, a 40", alza bandiera bianca per il successo di giornata.

Vince Kangert, nei dieci Ulissi e Nibali. Domani volatona
La situazione rimane pressoché stabile anche nel km successivo, per cui sotto l'arco dell'ultimo km Kangert transita 15" prima di Roche, 25" prima di Debesay e 50" sul quartetto a grandi firme, dal quale attacca Ulissi, che finalmente si sbarazza della compagnia. Tutto facile per Kangert, che ha pure la possibilità di tirarsi su la cerniera prima di esultare per il terzo successo stagionale, dopo le due tappe al Giro del Trentino.

Alle spalle del ventinovenne arriva a 17" Nicolas Roche mentre Mekseb Debesay conserva il terzo posto dall'assalto di Diego Ulissi, che arriva assieme a lui a 33" dal vincitore. A 50" Alberto Contador e Vincenzo Nibali giungono appaiati, per quella che è stata l'ultima sfida in salita con le rispettive maglie. Settimo a 52" Julien Bernard, ottavo a 1'19" Ben Hermans mentre nono è il giovane olandese Martijn Tusveld (Team Giant-Alpecin), andato a riprendere Jesper Hansen.

La classifica vede Kangert guidare con 21" su Roche, 43" su Ulissi, 1' su Nibali e Contador, 1'02" su Bernard, 1'29" su Hermans e 1'38" su Tusveld, Anacona e Hansen. Domani passerella conclusiva di 143 km nel circuito automobilistico di Yas Marina, con ventisei tornate da affrontare. Ultimo giorno di scuola per quasi tutti, con i velocisti a darsi battaglia per cercare di alzare le braccia al cielo ancora una volta in questo 2016.
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