Professionisti

Arndt, una vittoria per iniziare a farsi un nome

29.01.2017 08:03

Il tedesco della Sunweb vince la Cadel Evans Great Ocean Road Race davanti a Simon Gerrans e a Cameron Meyer, ripreso in dirittura d'arrivo


Se qualche lettore non ricordasse che Nikias Arndt non è propriamente un perfetto sconosciuto, ma addirittura il vincitore dell'ultima tappa del Giro d'Italia 2016, sarebbe più o meno giustificato. Quel giorno a Torino non si parlò d'altro che del declassamento di Giacomo Nizzolo (che si era imposto "sul campo"), e del giovane tedesco non si accorse praticamente nessuno.

Dev'essere un ragazzo dotato di una certa pazienza, il buon Nikias. Intanto nove su dieci gli storpiano il nome in "Niklas", poi non ci sarà stato giornalista che, parlandoci, non gli abbia chiesto "ma tu sei per caso parente di Judith?". Prima o poi ci si farà una maglietta: "No, non sono parente di Judith".

Che dire poi del fatto che sia approdato al professionismo - lui velocista - in una squadra che schierava appena Marcel Kittel e John Degenkolb, con Luka Mezgec in terza battuta? Ma lui niente, tranquillo, s'è messo nel suo solito angolino, e via via ha visto sfilare lontani prima l'uno, poi l'altro, poi l'altro. Vuoi vedere che in questo 2017 tocca finalmente a lui vestire i panni del velocista titolare del team (che ora è Sunweb, e fu Giant e prima ancora Argos)?

Ben tre paragrafi per presentare questo 25enne della Bassa Sassonia, già pistard prima di entrare nel grande ciclismo. Saranno troppi? Abbondiamo, anche perché, per come è maturata la sua vittoria oggi nella Cadel Evans Great Ocean Road Race, si rischiava un'altra volta di parlare di tutt'altro.

 

Il tentativo quasi riuscito di Cameron Meyer
Ad esempio si rischiava di divagare su Cameron Meyer, sulla sua sparata da finisseur ai 600 metri, su come tale azione stesse per regalargli un successo inatteso, prima che due soli degli avversari veloci che avevano lanciato la volata (Arndt appunto, e Simon Gerrans, giunto secondo) lo superassero proprio in dirittura d'arrivo, lasciandolo terzo e urlante di disappunto.

Bel personaggio indecifrabile, Cameron: si è ritirato dal professionismo pochi mesi fa, a stagione in corso, abbandonando la Dimension Data. Se ne è stato un po' in disparte, poi ha ripreso timidamente a girare in pista, e ora eccolo qui protagonista con la maglia della selezione australiana già vista all'opera al recente Tour Down Under.

Proprio un uomo della nazionale aussie è stato tra i volontari che hanno acceso la fuga del giorno al km 1, Alexander Porter; con lui sono partiti Conor Dunne (Aquablue, bella maglia per questa nuova Professional), Ángel Vicioso (Katusha) e Kirill Sveshnikov (Gazprom). Vantaggio massimo di oltre 10', ma il gruppo ha fatto un po' come ha voluto, tirato da BMC, Orica, Dimension Data, Bora... ha contenuto i fuggitivi, poi ha dato un altro po' di spago, quindi ha aumentato il ritmo e il destino della fuga (essere annullata) si è compiuto a 33 km dalla fine (nel frattempo dal drappello si erano staccati prima Sveshnikov e poi Vicioso, ma in compenso era rientrato un altro Aquablue, Calvin Watson).

 

Anche Froome in evidenza in un finale scoppiettante
La salita di Westbury Terrace, anche nota come Challambra Hill, è stato il teatro di alcuni colpi di fioretto (le sciabole subentreranno più avanti nella stagione). Al secondo dei tre passaggi previsti, subito dopo l'annullamento della fuga, è partito Sebastián Henao, portando con sé Michael Woods (Cannondale), mentre JIM Gonçalves saltava subito dopo aver tentato di resistere coi due.

Ai -30 (l'azione di Henao aveva avuto luogo ai -33) sono rientrati due bei treni come Rohan Dennis (BMC) e Luke Durbridge (Orica), quindi ai -26 si è fatto sotto pure Jhonatan Restrepo (Katusha), ma il gruppo, tirato principalmente dalla Dimension Data in questa fase (il capitano Nathan Haas scalpitava) ha ripreso tutti prima della fine del giro.

L'ultima tornata ha visto tanti tentativi di evasione, citiamo quello di Mads Pedersen (Trek), poi la tenaglia Sky tra Challambra e oltre, con Kenny Elissonde ai -13 e poi addirittura Chris Froome (all'esordio stagionale) ai -5, a tentare una soluzione di forza; ma soprattutto dobbiamo dare conto di una bella azione ispirata da Esteban Chaves ai -9 e rintuzzata da Sergio Henao (Sky) e il citato Haas. Azione presto sfumata, ad onta dei grossi nomi coinvolti; Haas è subito saltato in un'altra avventura, stavolta ai -8 con Dries Devenyns (Quick Step) e Rafael Valls (Lotto Soudal). Anche in quest'occasione il gruppo non ha lasciato spazio.

 

Porte e Meyer ci provano, Arndt vince
Chi quello spazio se lo stava guadagnando con la forza è Richie Porte. Il vincitore del TDU è scattato con estrema violenza a 4 km dalla fine, subito dopo che la citata azione di Froome (con altri quattro) era sfumata. Cinque secondi, poi sette, ma soprattutto l'impressione - data a chi guardava - che quelle gambe non avrebbero smesso più di mulinare.

E invece anche per il buon Porte non era giornata di prebende: a 1300 metri dall'arrivo è stato raggiunto per mezzo del lavoro congiunto di diversi team. Ai 600 metri, quindi, l'azione di Cameron Meyer che abbiamo già più o meno illustrato e che solo per pochissimi metri non si è tramutata in un sonante successo.

Lo sprint di Arndt, lanciato lungo proprio per consentire di rimontare sull'australiano, ha chiamato la reazione di Gerrans, che con tempismo he preso la ruota dell'uomo Sunweb; ma uno era velocista, l'altro non proprio, sicché davanti al porto di Geelong è finita come abbiamo scritto più su: Arndt primo, Gerrans secondo, Meyer terzo.

Poi a seguire Restrepo quarto, e poi Luke Rowe (Sky), Petr Vakoc (Quick Step), Haas, Gianluca Brambilla (Quick Step), Jay McCarthy (Bora) e Paul Martens (LottoNL).

Diversi dei protagonisti visti oggi resteranno poi in zona per partecipare, da mercoledì a domenica, all'Herald Sun Tour. Tra di essi, Chris Froome, che della breve gara a tappe è il campione uscente.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!