Professionisti

Kwiatkowski dipinge una Strade Bianche d'autore

04.03.2017 20:00

Gara magnifica: attacchi a ripetizione, il polacco allunga e si invola. Sul podio Van Avermaet e Wellens, ritiro per Sagan


La classica del Nord più a Sud d'Europa, questa è la definizione utilizzata a fini commerciali da RCS Sport per indicare la Strade Bianche. Da oggi si potrebbe quasi aggiungere (ma non lo facciamo, perché ci aspettiamo tanto tanto da Ronde e Roubaix) che la gara toscana sia "la più bella classica del Nord in Europa". Questo perché, se già le edizioni scorse non avevano lesinato alle voci spettacolo e imprevidibilità, l'appuntamento disputatosi oggi tra le Crete senesi porta la gara in una nuova dimensione, insidiandosi sin da ora in cima alla graduatoria delle corse imperdibili del 2017.

Merito dei protagonisti, in primis Michal Kwiatkowski: il ventiseienne ha fatto sua, al termine di una giornata difficile non solo dal punto di vista atmosferico (vento e pioggia), in quanto cadute, problemi fisici e meccanici sono stati all'ordine del giorno. Il polacco è uno di quei corridori che possono lasciarti a bocca aperta sia per lo stupore della bellezza delle cavalcate che, al contrario, per le débacle copiosamente e improvvisamente raccolte.

Il 2016 dell'iridiato di Ponferrada era stato oltremodo negativo, pur con una E3 Harelbeke vinta d'astuzia sull'avversario di sempre Sagan, a cui fecero da contorno prestazioni a iosa ben sotto la sufficienza e che ne determinarono l'esclusione dal Tour de France. L'approccio del 2017 è stato quello giusto, con il secondo posto alla Volta ao Algarve a far da preludio alla prestazione odierna e, si spera, a molte altre di simile tenore.

La fuga parte dopo 24 km: c'è anche Pinot
Sotto un cielo che non promette nulla di buono l'undicesima edizione della Strade Bianche parte con la passerella da Siena alle 11.45, per poi incontrare il km 0 a mezzogiorno in punto. 175 i km previsti, di cui 62 negli undici tratti di sterrato. Dopo un primo, fallito tentativo da parte di cinque elementi, il primo attacco che guadagna qualcosa nasce al km 6: protagonisti gli azzurri Raffaello Bonusi (Androni Giocattoli) e Mirco Maestri (Bardiani CSF), che riescono ad entrare sul primo tratto sterrato (km 11.4, lungo 2.1 km) con una dozzina di secondi sul gruppo.

Sui due rientrano il portoghese José Gonçalves (Team Katusha-Alpecin) e il rumeno Eduard Grosu (Nippo-Vini Fantini); il neo composto quartetto dura poco, tanto che viene ripreso dal gruppo prima che inizi il secondo tratto sterrato, quello di Ville di Corsano (km 17, lungo 4.7 km). È al termine di questo settore, in prossimità del km 24, che nasce l'azione che caratterizza la giornata: protagonisti i francesi Quentin Jaurégui (AG2R La Mondiale) e Thibaut Pinot (FDJ), il norvegese Truls Engen Korsaeth (Astana Pro Team) e il già citato José Gonçalves.

Rientrano Andreetta e Frapporti, il sestetto guadagna
Alle loro spalle vanno in caccia gli azzurri Simone Andreetta (Bardiani CSF) e Mattia Frapporti (Androni Sidermec), che riescono a rientrare prima del termine del settore. Sorprende la presenza di Thibaut Pinot ma la mossa del transalpino appare subito una win-win situation: in una gara in cui il leader della FDJ non parte come favorito e in cui, complice il terreno e il maltempo, le cadute possono essere all'ordine del giorno, la sua presenza all'attacco lo ripara da questo tipo di rischi e, perché no, gli può consentire di svolgere un ruolo diverso da quanto ipotizzabile.

Nei settori di Radi (27.8 km, lungo 4.4 km) e Buonconvento (km 38.5, lungo 5.5 km) non accade nulla; diverso è invece il discorso relativo a quanto accade nella salita che porta a Montalcino, perché il vantaggio che il sestetto possiede sul gruppo aumenta di colpo, raddoppiando in un battibaleno da 2'30" a 5' al km 50. Con la pioggia che inizia a scendere e il vento aumenta di intensità i fuggitivi iniziano il lungo tratto di Lucignano d'Asso (km 66.8, lungo 11.9 km) e incrementano ancora il loro margine, portandolo nell'ordine dei 7'.

Quante cadute! Ritiri per Brambilla, Roelandts, Vanmarcke. Stop anche per Sagan
Diverso è quello che accade in gruppo nel medesimo settore e in quello immediatamente successivo, ossia Pieve a Salti (km 79.7, lungo 8 km). Il plotone si spezza in più tronconi a causa di alcune cadute che coinvolgono numerosi elementi: va giù la Quick Step Floors con Bob Jungels, con Maxi Richeze e con Gianluca Brambilla, dato alla vigilia in forma eccellente. Sia l'argentino che l'italiano sono stati costretti al ritiro, così come Jurgen Roelandts (Lotto Soudal), messo ko da una sinusite, e Peter Sagan.

Sì, il campione del mondo nonché grandissimo favorito per il successo, che era già partito non al top della forma causa i classici problemi di stagione. Lo slovacco della Bora-Hansgrohe è stato anche suo malgrado protagonista, con una ulteriore ventina di elementi, nella scivolata che ha quasi dimezzato la consistenza della Quick Step. Qualche centinaio di metri più tardi vanno a terra Edvald Boasson Hagen (Team Dimension Data) e Fabio Felline (Trek-Segafredo), i quali riescono a rimettersi in sella, con il piemontese che però viene tagliato fuori dai giochi causa rottura del cambio. Sfortuna a iosa anche per Sep Vanmarcke (Cannondale-Drapac) che, dopo aver cambiato per ben tre volte bicicletta, era riuscito a rientrare prima di venir coinvolto in una nuova caduta, facendolo propendere per lo stop definitivo.

Gruppo spezzato, tra i big bene GVA, Kwia e Wellens. Italiani desaparecidos (e sfortunati)
La situazione che si delinea dopo metà gara, quando viene oltrepassato anche il settore di San Martino in Grania (km 102.7, lungo 9.5 km) vede al comando cinque elementi, perché Frapporti si è staccato, e, al loro inseguimento, solamente una dozzina di elementi. Dei big della vigilia presenti i soli Tom Dumoulin (Team Sunweb), Michal Kwiatkowski (Team Sky), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Zdenek Stybar (Quick Step Floors), Greg Van Avermaet (BMC Racing Team) e i due Lotto Soudal Tiesj Benoot e Tim Wellens, accompagnati da Sean De Bie. Interessante la presenza dell'ex biker Ondrej Cink, alle prime positive esperienze su strada in maglia Bahrain Merida.

Il ceco è l'unico elemento della neonata compagine mediorientale ad essere presente; persi, se non dispersi, Vincenzo Nibali e Giovanni Visconti, al pari di quasi tutti gli italiani più attesi come Fabio Aru, Gianni Moscon e Diego Rosa, con quasi tutti colpiti da cadute e successivi problemi meccanici. Gli unici azzurri che spiccano in positivo, riuscendo a riportarsi sul drappello Van Avermaet assieme a Luis León Sánchez (Astana Pro Team), Vegard Stake Laengen (UAE Team Emirates) e la coppia Team Dimension Data formata da Edvald Boasson Hagen e Scott Thwaites, sono Moreno Moser (Astana Pro Team) e Matteo Trentin (Quick Step Floors).

Sul Sante Marie parte lo spettacolo
Come spesso capita un settore chiave è l'ottavo, quello di Monte Sante Marie (km 121, lungo 11.5 km), da ieri intitolato a Fabian Cancellara. Mentre davanti perde contatto Andreetta, il drappello dei migliori, orfano di Stuyven, appiedato da un inconveniente meccanico, vede l'accelerazione da parte della Lotto Soudal, con Benoot in versione gregario di lusso per Wellens. Il quale attacca, venendo marcato a stretto giro di posta da Van Avermaet, Kwiatkowski, Stybar e dall'australiano Luke Durbridge (Orica-Scott), corridore in continua crescita.

Sul quintetto si rifanno sotto Benoot e Dumoulin mentre davanti, dopo aver perso momentaneamente contatto, Korsaeth riprende i compagni di fuga ai meno 47.5 km, quando il loro margine sui primi inseguitori si è ridotto a soli 50". Mentre il vento continua a soffiare impetuoso, si rimpolpa anche il gruppetto Van Avermaet che riaccoglie Boasson Hagen, Sánchez, Thwaites. Trentin e l'elvetico Stefan Küng (BMC Racing Team), che inizia a lavorare per il proprio capitano.

Fuga ripresa, si susseguono gli scatti
Dopo l'uscita da Monte Sante Marie e il ritorno sull'asfalto, lo show continua: dal cartello dei meno 40 km, dove i quattro battistrada transitano con 25" di margine sugli inseguitori, sino ai meno 25 km non vi è praticamente un attimo di pausa. Il merito è di tutti i protagonisti che si scattano e controscattano vicendevolmente in faccia, infischiandosene una volta tanto dell'attendismo che altrimenti pervade la gran parte delle prove del calendario.

Prima ci prova Stybar con Boasson Hagen, Dumoulin e Kwiatkowski, con il risultato di andare a riprendere la fuga ai meno 37 km, con il resto della compagnia che non riesce a rientrare nonostante il lavoro di Benoot e Küng, il quale deve spostarsi causa noie meccaniche. Van Avermaet prende allora in mano la situazione buttandosi all'inseguimento con Wellens, e poi con tutti gli altri, ma il gap dagli uomini di testa sfiora pericolosamente i 30".

I due belgi allora decidono di ripartire a tutta, riuscendo a riavvicinarsi ai meno 32 km e a rientrare 3 km più tardi assieme a Durbridge. Questo dopo che davanti un subitaneo scatto di Stybar non ha avuto esito; un momentaneo momento di rilassamento fa in modo che gli altri componenti del gruppo precedente si riportino sotto ma costoro non si ricongiungono causa nuovi scatti a turno di Van Avermaet, Kwiatkowski, Stybar, Wellens e persino di Gonçalves, il quale inizia con pochi metri di vantaggio il settore di Montaperti (km 150.7, lungo 700 metri).

Wellens ci prova, con lui restano in tre
Alle sue spalle, pressoché uniti, ci sono in quest'ordine Stybar, Wellens, Durbridge, Boasson Hagen, Kwiatkowski, Dumoulin, il danese Chris Juul Jensen (Orica-Scott), Van Avermaet e Sánchez. Sulle pendenti rampe dello storico luogo dello scontro fra Firenze e Siena Stybar attacca, portandosi appresso Gonçalves e i rimontanti Kwiatkowski, Wellens, Dumoulin, Van Avermaet, Durbridge e Juul Jensen.

Nella successiva contropendenza sull'asfalto che segue il falsopiano attacca, secco, Wellens; i più lesti a chiudere sono Kwiatkowski e Stybar mentre soffre un po' di più Van Avermaet. Questo quartetto inizia a collaborare al fine di distanziare l'altro quartetto formatosi alle loro spalle (Dumoulin, Durbridge, Gonçalves e Juul Jensen i componenti), arrivando all'imbocco del settore di Colle Pinzuto (km 155.6, lungo 2.4 km) con meno di 10" di vantaggio.

Kwiatkowski azzecca tempi e modi: il polacco se ne va solitario
Sull'asperità Stybar forza l'andatura, non causando però problemi ai tre colleghi d'avventura; che, anzi, si vedono riprendere prima da uno scatenato Dumoulin e poi dai più giudiziosi ma parimenti meritevoli Durbridge e Juul Jensen, con quest'ultimo che prova addirittura un velleitario allungo poco prima dello scollinamento, venendo portato a più miti consigli dagli altri pretendenti alla vittoria.

In una corsa che si chiama Strade Bianche l'attacco decisivo giunge dove meno te lo aspetti, ossia sull'asfalto. È qui infatti che Michal Kwiatkowski sfodera, ai meno 15.5 km, l'attacco decisivo e, nonostante alle sue spalle si coalizzino, riesce ad imboccare l'ultimo settore sterrato, quello di Le Tolfe (km 161.7, lungo 1.1 km) con una dozzina di secondi di margine. Sullo strappo il polacco stantuffa ma continua a viaggiare, scollinando con 10" su Stybar, Van Avermaet e Wellens e 15" abbondanti su Dumoulin, Durbridge e Juul Jensen.

Dietro collaborano ma non si avvicinano, anzi
Nonostante la breve distanza rispetto agli altri appuntamenti prestigiosi del calendario, la prova toscana si distingue per la fatica che instilla nelle gambe dei corridori; nessuno è immune, neppure Stybar, Van Avermaet, Wellens e compagnia cantante. Da questo punto di vista pare, se così si può dire, più fresco Kwiatkowski: il polacco allarga il gap, transitando ai meno 10 km con 21" sui primi inseguitori e 30" sul secondo terzetto.

Pian piano il gap si fa sempre più largo, e il capitano del Team Sky possiede mezzo minuto sui primi inseguitori ai meno 6 km, quando ormai il centro di Siena si fa sempre più vicino agli occhi e al cuore. Anche una volta entrato nell'immediata circonvallazione della città del Palio l'esteuropeo conserva il suo gruzzoletto, che gli permette di imboccare gli ultimi 2 km e la Via esterna di Fontebranda con 27" su chi lo insegue.

Kwiatkowski per il bis, Sky per la 250ª. Podio per Van Avermaet e Wellens, applausi per Dumoulin
L'ultimo km, con l'ingresso nella città murata, è una gioia da gustare, così come sono la durissima rampa di Via Santa Caterina (con tanto di pubblico, superiore in quantità rispetto al passato, a festeggiarlo) e le ultime curve affrontate con tutta sicurezza. L'ingresso in Campo è trionfale, per un corridore che più volte si è eclissato e che ci si augura di aver definitivamente ritrovato; per il polacco è il secondo successo nella classica (ormai possiamo dire così) toscana dopo l'affermazione del 2014 davanti a Sagan e Valverde. Grande gioia anche per il Team Sky, che conquista la vittoria numero 250 nei sette anni e poco più di attività.

La lotta per il secondo posto premia ancora una volta Greg Van Avermaet, che bissa il risultato del 2015; dopo il belga del BMC Racing Team, giunto a 15", arriva a 17" il connazionale Tim Wellens (Lotto Soudal), autore di una prova maiuscola. Discorso che vale anche per il ceco Zdenek Stybar (Quick Step Floors), quarto e stanchissimo a 23". Quinto posto per il completo Tom Dumoulin (Team Sunweb), olandese che fa un figurone alla prima esibizione; con lui a 1'26" arriva l'australiano Luke Durbridge mentre a 1'29" giunge l'altro elemento della Orica-Scott Chris Juul Jensen.

Chapeau a Pinot, nono. Felline primo italiano, ma che rammarico! Domani c'è Larciano
Completano la top 10 il giovane belga Tiesj Benoot (Lotto Soudal) a 2'20", il sorprendentissimo Thibaut Pinot (FDJ) a 2'23" e il pavearo britannico Scott Thwaites (Team Dimension Data) a 2'52", che fa meglio del capitano Boasson Hagen (sarà solo 19° a oltre 8'). Per la prima volta tra i primi dieci non vi è alcun atleta italiano. Undicesimo a 3'10" lo stremato portoghese José Gonçalves (Team Katusha-Alpecin) mentre bisogna scorrere fino al tredicesimo posto per trovare il primo azzurro, ossia Fabio Felline (Trek-Segafredo), arrivato a 4'05" alle spalle di Quentin Jaurégui (AG2R La Mondiale).

Un peccato che la prova del torinese sia stata compromessa dai guai meccanici (che invero hanno colpito molti nomi di rilievo) perché, con quanto mostrato nella rimonta finale, un piazzamento di spessore poteva essere alla sua portata. Domani alcuni (per la verità pochini) protagonisti odierni saranno in azione a pochi km di distanza al Gran Premio Industria & Artigianato di Larciano; decisamente più completo il plotone che disputerà, a partire da mercoledì, la Tirreno-Adriatico.
Notizia di esempio
La parola alle aziende: BCycle, il volto giovane dell'ecommerce ciclistico - Intervista all'amministratore Giacomo Pirioni