Ciclismo Giovanile

Con Romano il Giro torna italiano

14.06.2017 20:42

Giro d'Italia under 23, il siciliano precede Rosa e Zaccanti a Casalincontrada dopo la fuga. Sivakov resiste ancora


La bellezza e l’imprevedibilità di questo Giro d’Italia Under 23 continuano a caratterizzarne il canovaccio anche al penultimo atto. Anche ora che sulle strade abruzzesi ci si gioca tutto. Anche quando oramai il rischio che l’Italia concludesse a quota zero alla voce “vittorie di tappa” si stava facendo sempre più concreto. Invece proprio in quella che appariva come l’ideale tappa di transizione, collocata tra la semitappa a cronometro del pomeriggio precedente e l’ultimo anno previsto per domani a Campo Imperatore, è arrivata la prova d’orgoglio dei giovani talenti nostrani, capaci di occupare ben sette delle prime otto posizioni dell’ordine d’arrivo odierno, dopo giornate e tappe intere passate a veder vincere gli altri, faticando oltremodo anche a competere per piazzamenti da podio.

Naturalmente non è una rondine a poter far primavera in queste giornate che, col caldo ormai imperversante, paiono già tipicamente estive ma almeno per oggi un po’ di sani sorrisi e di godimento ce li concediamo, in attesa di assistere ad uno scontro finale che si preannuncia indubbiamente pirotecnico e appassionante. Ha esultato Francesco Romano, atleta classe 1997 a cui è spettato l’onore di spezzare il maleficio che voleva i nostri portacolori ormai destinati unicamente a piazzamenti di rincalzo, lì dove anche il Rwanda festeggiava la sua prima storica vittoria in ambito europeo. Del resto il portacolori della Palazzago si era distinto fin da juniores quale atleta interessante e particolarmente competitivo su percorsi accidentati ma non caratterizzati da salite troppo lunghe, in virtù anche di uno spunto veloce non disprezzabile e di un’esplosività notevole.

Poco ha potuto contro l’allungo del siciliano un ugualmente bravissimo Massimo Rosa, che proprio come il fratello maggiore Diego nelle giornate di libertà dimostra di saper fare cose egregie, come pure Filippo Zaccanti, uno che tanto avrebbe potuto dare in questo Giro ma che ha avuto la sventura di arrivarci minato nel fisico e nel morale da vari problemi fisici. In tutto questo, chi si aspettava un clima da totale no contest ha potuto senza dubbio rallegrarsi del fatto che le punzecchiature tra i big della generale non sono mancate, con un Padun volitivo e deciso a risalire la china e un Nicola Conci apparso molto brillante nel finale, in attesa del decisivo esame di domani a Campo Imperatore, che se dovesse essere superato egregiamente gli regalerebbe una top ten di grande valore in una contesa simile. Da par suo comunque Sivakov appare ancora solido e padrone della corsa con la sua BMC e starà soprattutto al duo australiano Hamilton-Hindley provare a far saltare il banco domani.

Dopo la partenza subito in 15 in avanscoperta
La corsa rosa è ripartita così da Francavilla al Mare per dirigersi alla volta di Casalincontrada attraverso 133,2 chilometri caratterizzati da ben poca pianura e dall’insidia data dallo strappo posto negli ultimi 2 chilometri con pendenze prossime al 15%, da ripetere per ben tre volte ad indurire le gambe dei partecipanti. Come ampiamente preconizzato nelle scorse giornate un disegno di tappa simile avrebbe potuto favorire lo sviluppo di un’azione da lontano ben assortita, che se avesse avuto buon gioco sarebbe potuta risultare vincente, cosicché sono bastati una decina di chilometri dalla partenza (a cui non si è presentato Simone Perna e col gruppo che, strada facendo, ha perso anche Matteo Sobrero, Alessio Brugna, Leonardo Fedrigo, il britannico Gabriel Cullaigh ed il russo Stepan Kurianov) per dare vita all’azione che avrebbe caratterizzato l’intera giornata.



In testa si sono ritrovati ben 15 atleti: la maglia verde Nicolas Dlamini (Dimension Data) e la maglia blu Alvaro Hodeg (Nazionale colombiana), a caccia di punti per consolidare le rispettive classifiche, l’australiano Michael Rice (Axeon) e poi una larghissima rappresentanza nostrana, assicurata da Filippo Zaccanti e Marco Negrente (Colpack), Simone Bevilacqua e Filippo Rocchetti (Zalf), Francesco Romano (Palazzago), Yuri Colonna (Altopack), Mario Meris (Delio Gallina), Marco Molteni (Unieuro), Michel Piccot (Gavardo), Alessandro Pessot (Cycling Team Friuli), Massimo Rosa (Hopplà) e Matteo Moschetti (Viris). Il vantaggio, su un percorso già entrato decisamente in modalità “mangia e bevi”, ha iniziato a crescere sensibilmente, fino a sfiorare i 3 minuti nei confronti di un gruppo in cui figuravano già in bella evidenza le maglie della BMC Develoment del leader Pavel Sivakov mentre nel drappello erano proprio Dlamini e Hodeg a mettersi in evidenza, il primo facendo propri i GPM di Fellonice e La Forca, il secondo precedendo il rivale diretto Bevilacqua all’Intergiro di Roccamontepiano.

Il drappello si sfalda, nel gruppo si muove Sivakov
Mentre Nicholas Dlamini rendeva ormai incolmabile il proprio divario tra sé e gli altri eventuali pretendenti alla maglia verde, il vantaggio della fuga ha iniziato a risalire superando i 3 minuti (punta massima di 3’35” attorno al centesimo chilometro). Proprio in quel frangente, appurato che ormai l’azione godesse del beneplacito del plotone per la buona riuscita, hanno iniziato a verificarsi le prime manovre di studio e di anticipo tra i battistrada (dai quali aveva ormai perso contatto Hodeg, appagato dall’obiettivo raggiunto).

Il primo a provarci è stato Filippo Rocchetti della Zalf, a cui però non sono stati concessi più di una decina di secondi; poi, quando la corsa ha affrontato per la seconda volta il duro strappo finale, il drappello dei fuggitivi si è decisamente sfaldato: sull’onda della nuova accelerazione di Dlamini per conquistare i punti del GPM in testa si sono ritrovati assieme al sudafricano Romano, Zaccanti, Rosa e Colonna, anche se l’atleta toscano ha faticato non poco a restare agganciato al gruppetto, perdendo inizialmente contatto e rientrando successivamente assieme a Rocchetti, Bevilacqua e Molteni, con gli altri che si avviavano ad essere man mano riassorbiti dal plotone. Gruppo che però non è rimasto passivamente a guardare in questa fase ma si è acceso quando proprio sullo strappo secco di Casalincontrada ha accelerato Pavel Sivakov, a cui ha risposto prontamente Mark Padun (chissà che l’ucraino non debba eccessivamente recriminare per i guai meccanici patiti nella cronometro, che l’hanno scaraventato fuori dalla zona podio).

Romano fa la differenza e va a vincere, Conci in bella evidenza nel gruppo

Il quintetto di testa, nel mentre, ha mantenuto il proprio vantaggio costante e così, superata la salita che da Brecciarola risaliva e anticipava la successiva discesa nel fondovalle prima del gran finale, è apparso chiaro che i giochi per il successo sarebbero stati un affare a 5. Giudice definitivo quindi l’impervio strappo conclusivo, su cui sono stati Francesco Romano e Massimo Rosa a mostrare la gamba e le energie residue migliori rispetto a tutti gli altri fuggitivi. Si è così superato il triangolo rosso con il duo siculo-piemontese pronto a giocarsi il successo ma la miglior freschezza di Romano ha finito col prevalere, con il portacolori della Palazzago che ha accelerato, distanziando Rosa di quel tanto che basta per precederlo sul traguardo e ottenere così la seconda affermazione stagionale.



Buona prestazione comunque per il fratello d’arte in casacca Hopplà, così come per il redivivo Filippo Zaccanti, che a 17" ha completato un podio finalmente tutto italiano. Quarta posizione a 27" per un bravissimo Dlamini, che si è di fatto assicurato il successo nella classifica dei GPM mentre poco più indietro ha concluso un esausto Colonna a 30”. Molteni (sesto a 1’47") e Rocchetti (settimo a 1’53") sono stati gli ultimi superstiti della fuga, prima che il gruppo piombasse sul traguardo dopo le ultime schermaglie sullo strappo. Qui ha fatto decisamente piacere vedere la sagoma di Nicola Conci stagliarsi davanti a tutti a precedere il resto dei contendenti a 1’55", col trentino classificatosi ottavo davanti a Padun, Hamilton e la maglia rosa Sivakov. Hanno ceduto 5” Davies e Powless (giunti a 2’), 13 invece sono stati i secondi di distacco accusati da Fortunato (a 2’08") mentre a pagare un prevedibile prezzo elevato, uscendo dalla top ten, sono stati sia Philipsen (giunto a 4’21") che Muller (5’07" il ritardo dello svizzero), spesisi però per l’intera giornata per la causa di Sivakov.

Sivakov resiste in rosa, Conci e Fortunato in top ten. Domani la tappa regina
In virtù della frazione odierna nulla è cambiato nelle primissime posizioni, con Pavel Sivakov sempre in rosa con 14" su Lucas Hamilton mentre Jay Hindley è salito in terza posizione a 26", approfittando dei secondi persi da Davies, ora quarto a 29". Padun è sempre quinto a 45" davanti al britannico Powless mentre Nicola Conci ha conservato la settima posizione a 2’23". Sono invece saliti in top ten il danese della Lotto Mikkel Honoré (nono a 3’07") e soprattutto Lorenzo Fortunato, che affronterà l’ultima tappa partendo dalla decima posizione a 3’19". L’Italia comunque può vantare anche altri tre atleti in top 15 con Luca Raggio 12° a 3’32", Giacomo Zilio 14° a 3’41" e Giacomo Garavaglia 15° a 4’09".

Immutate tutte le altre classifiche (Sivakov guida anche tra i giovani, Philipsen veste ancora la maglia rossa della classifica a punti mentre la maglia nera è ancora sulle spalle del bresciano Marco Ranieri), ci si prepara per il gran finale di questo Giro Under 23: domani la Francavilla al Mare-Campo Imperatore di 148,9 chilometri ci dirà finalmente se la maglia rosa prenderà la via della Russia o se invece potrebbe dirottarsi in Australia. La Strada delle Svolte, ascesa di circa 10 km con pendenze che giungono fino al 10% e soprattutto la lunghissima ascesa finale (31 chilometri in gran parte pedalabili ma con gli ultimi 5 chilometri senza respiro per arrivare ai 2130 metri del traguardo, con pendenze costantemente attorno al 10%) ci daranno le ultime e definitive risposte. Con un’Italia, rinfrancata dalla grande prestazione odierna, che affronterà l’ultima fatica sicuramente con una ritrovata fiducia.
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