Professionisti

Mohoric conclude i 3 anni di apprendistato

25.08.2017 18:16

Primo successo di prestigio a Cuenca per l'ex campione del mondo juniores e under 23 dopo una tappa interlocutoria. Gruppo a 8'38", Froome sempre in rosso


Quella rampa dell'Alto del Castillo, col suo lastricato e il suo aspetto caratteristico, forse gli avrà ricordato i muri di Valkenburg dove si era espresso come campione del mondo juniores. O forse, l'aria di storia di Cuenca, città patrimonio dell'UNESCO, gli avrà ricordato quella di Firenze, dove oltre ogni più roseo pronostico schiantò la concorrenza e rivali già oggi molto titolati nella medesima competizione per under 23, un anno dopo. Fatto sta che Matej Mohoric, passato professionista tanto (forse troppo?) presto, che nel 2018 cambierà già la sua terza squadra da professionista in quattro anni (ha firmato per la Bahrain-Merida) senza aver dato finora grandi dimostrazioni di talento, se non a sprazzi, centra finalmente un successo importante, quello della settima tappa della Vuelta a España (la più lunga, e anche questo è un dato importante) da Liría a Cuenca per 207 chilometri. Una frazione interlocutoria, nella quale la fuga è stata lasciata vivere e giocarsi le sue carte, per la terza giornata di fila, ma oggi si può dire che il gruppo si sia preso una giornata relativamente tranquilla nella sua interezza.

Betancur non parte, fuga di 14 con De Marchi
La caduta della tappa precedente ha lasciato strascichi, con lo sfortunato Carlos Betancur che non è potuto ripartire a causa della frattura al malleolo patita: una tegola per la Movistar che nel colombiano aveva trovato una volta tanto un corridore in condizione; anche Jonas Van Genechten (Cofidis), vincitore a Puebla de Sanabria l'anno scorso, è costretto a ritirarsi dopo pochi chilometri.
La fuga prende il largo dopo 11 chilometri e dopo la consueta bagarre iniziale, non incontra grande resistenza. È un'azione corposa, il meglio messo in classifica è di nuovo Jetse Bol (Manzana Postobon), come nella tappa di due giorni fa dell'Ermita Santa Lucia, adesso distante 8'55" da Chris Froome, e accompagnato dal talentino Aldemar Reyes. Tra gli altri fuggitivi c'è un solo italiano, Alessandro De Marchi, e poi due Movistar, Richard Carapaz e José Rojas Gil, due Cofidis, Luis Angel Maté ed Anthony Perez, Matej Mohoric (UAE) e Alexis Gougeard (Ag2r), anche loro protagonisti a Ermita Santa Lucia, Pawel Poljanski (Bora), Arnaud Courteille (FDJ), Floris De Tier (Lotto NL - Jumbo), Rafael Reis (Caja Rural), e l'immancabile Thomas De Gendt (Lotto Soudal), che scollina per primo sia sul Puerto La Montalbana che sull'Alto de Santa Cruz de Moya, lasciando intendere che nella sua agenda c'è anche l'idea di insidiare la leadership di Villella che per ora dorme sonni tranquilli, a 38 punti nella classifica GPM.

Una caduta mette KO Kudus e Warbasse
Non c'è nessuna reazione da parte del gruppo, con la Sky che viene lasciata sola a cuocersi (ma non troppo) in testa: nessuna squadra non impegnata nella fuga è evidentemente interessata a cercare il successo di tappa, o ha uomini da impegnare per tale fine. Il vantaggio cresce così, lentamente ma costantemente, fino a raggiungere quel muro dei 9' per permette a Jetse Bol di sognare, per la seconda volta, di poter vestire la maglia rossa.
Solo due eventi scuotono la pace nel gruppo nelle fasi centrali: una rovinosa caduta a 90 km dall'arrivo, che costringe purtroppo al ritiro Mehrawi Kudus (Dimension Data), secondo classificato sull'Ermita Santa Lucia, e Larry Warbasse (Aqua Blue Sport), il quale subisce una lesione a una mano; poi, una fase di vento laterale a 50 km dall'arrivo, sul brullo e ventoso altipiano castigliano, nella quale il gruppo si spezza quasi naturalmente, con una cinquantina di atleti che finiscono staccati. Tuttavia, non è nella volontà di nessuna squadra, Sky compresa, il ventaglio nella giornata odierna, e così l'andatura rallenta e gli staccati vengono fatti ordinatamente rientrare.

Le fasi finali: Mohoric ha voglia di vincere
La corsa si accende in vista dell'Alto del Castillo a Cuenca, un bello strappo in lastricato lungo 2 km con pendenze regolarmente oltre il 7%, selettivo e suggestivo al tempo stesso. Dai -22 i vari De Gendt, Gougeard, Mohoric e De Marchi cominciano a saggiare le gare dei rivali, con degli scattini. La prima azione importante avviene a ridosso del traguardo volante, che a sua volta precede l'inizio della salita ai -15, con Mohoric e Gougeard che allungano sui restanti. Sulle prime rampe però Gougeard cede facilmente, e anche Mohoric sembra non avere la spinta necessaria per staccare il resto del gruppo; ma lo sloveno mantiene un passo costante e finisce per sgranare il gruppo fuggitivi, con un ottimo Rojas che intuisce l'azione buona e si aggrega a lui, scollinando insieme.

De Marchi cede in salita, è quinto al traguardo
Poco dopo lo scollinamento De Gendt e Poljanski riescono a riportarsi sui due, ma Mohoric non sembra proprio intenzionato a tentare la via dello sprint: allunga ancora sul falso piano che segue l'Alto del Castillo e poi sfrutta le sue doti da discesista per distanziare gli altri tre rivali. 10" guadagnati, che aumentano col passo sul finale pressoché rettilineo: nessuno ha la forza di chiudere sul talentuoso sloveno. Il quale va a ottenere a Cuenca il suo secondo successo da professionista, precedendo di 16" Poljanski, Rojas e De Gendt. Quinto posto per Alessandro De Marchi, a 27" assieme a De Tier e Bol: il friulano, quest'anno sempre lontano dai suoi giorni migliori, non ha avuto la forza di chiudere in salita, restando fuori dai giochi per la vittoria.
Molto più lontani gli altri fuggitivi, con Maté ottavo a 1'21" che precede di non molto il compagno di squadra Perez, ad 1'32" assieme a Courteille. Poco distanti, a 1'35", Reyes e Carapaz, poi lo sfiancato Gougeard a 2'20" e ultimo dei fuggitivi, Rafael Reis a 2'40", abbastanza sfortunato da toccarsi con una motocicletta mentre zigzagava in salita, finendo per terra.

La Sky controlla, gruppo a 8'38"
Anche sull'Alto del Castillo, nel gruppo, non è successo molto: un po' di selezione, certo (un poco reattivo Wilco Kelderman perderà 17" al traguardo), come una salita esigente così vicina al traguardo poteva garantire, e giusto una fiammata del colombiano Lopez Moreno (Astana), finora molto deludente a questa Vuelta. Niente che la Sky non possa comodamente controllare, arrivando a tagliare il traguardo a 8'38", largamente sufficiente per mantenere Chris Froome in maglia rossa.
La tappa odierna dunque non regala grossi cambiamenti di sorta al percorso di questa Vuelta, se non l'effimera risalita di Jetse Bol sino al settimo posto della generale a 46" da Chris Froome, appena davanti Fabio Aru. La tappa di domani, con l'arrivo a ridosso del famigerato Alto Xorret de Catí, un'ascesa di 5 km al 9%, regalerà decisamente più emozioni e qualche scossone in classifica generale: capiremo se Froome vuole assestare un importante attacco, o qualcun altro (Chaves, ad esempio, ha le capacità per fare di meglio).

 
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