Professionisti

Valverde, Liegemonia è finita

22.04.2018 18:40

Le pagelle della Liegi-Bastogne-Liegi 2018: Jungels perfetto, Alaphilippe in grande spolvero. E tanti deludono, a partire da re Alejandro


Bob Jungels - 10 e lode
La lode è per aver rotto finalmente la monotonia di troppi arrivi di gruppo/gruppetto sullo strappo di Ans. Il 10 per tutto il resto: essersi presentato con una gamba di lusso, aver navigato sapientemente sotto coperta fino al momento in cui, conscio della marcatura che sarebbe stata riservata al suo compagno Alaphilippe, non ha deciso di dar fuoco alle polveri. Lui ha tentato di portar via un gruppetto sulla Roche-aux-Faucons dopo il breve tentativo di Gilbert; lui, una volta annullata l'azione, è ripartito in contropiede sul falsopiano dopo la vetta della côte. Da lì un volo straordinario: ha messo insieme un margine di oltre 50" prima del Saint-Nicolas, si è gestito su questa dura rampa, è tornato a dispiegare le ali subito dopo, per arrivare al traguardo in splendida solitudine. Il giorno di gloria di un predestinato.

Vincenzo Nibali - 5
Molto atteso, ha steccato malamente, perdendo le ruote dei migliori non appena s'è accesa la battaglia sulla Roche. Non era proprio giornata, forse il troppo caldo l'ha fiaccato, dice qualcuno. Sia come sia, la bocciatura oggi è inevitabile.

Alejandro Valverde - 5.5
Non era il don Alejandro tante volte ammirato, anche se non si può dire che non abbia provato a indirizzare la corsa verso la propria casabase. Ma intanto è rimasto del tutto senza squadra nel finale (eppure, da Landa in giù, non è che mancassero luogotenenti di spessore), e poi non è stato il più reattivo sui vari scatti della Roche-aux-Faucons. A un certo punto, con Jungels ormai andato, ha tentato un'azione in prima persona (che gli vale quel mezzo voto), ai -15, ma non gli hanno lasciato spazio. E nel finale ha probabilmente tirato i remi in barca, ad Ans, chiudendo appena 13esimo, quarto piazzamento fuori dal podio su 11 partecipazioni alla Doyenne. Il segnale tanto temuto: la sua Liegemonia è finita?

Philippe Gilbert - 6
Il suo scatto sulla Roche ha acceso di fatto i riflettori sulla gara, dopo il lungo nulla precedente. Ed era un'azione certo funzionale al gioco tattico della Quick-Step Floors, ancora una volta debordante. Il punto è che però il buon Phil è durato pochissimo, una volta raggiunto è stato pure staccato, e di fatto la sua corsa è finita lì. Un po' pochino.

Jelle Vanendert - 7
Bruciante scatto sul Saint-Nicolas, azione grazie alla quale ha dimezzato in poche centinaia di metri il distacco da Jungels, mettendosi in testa di poter continuare a recuperare sul lussemburghese anche dopo la côte. Ma così non è stato, sul passo Bob l'ha messo di nuovo in croce, e lui è andato totalmente fuorigiri, venendo risucchiato ad Ans e finendo addirittura un passo fuori dalla top ten (piazzamento bugiardo, se vogliamo). Ora si adagerà per altri tre-quattro anni prima di regalarsi un'altra settimana ardennese da protagonista?

Romain Bardet - 7.5
Dopo l'ottima Strade Bianche, un altro podio di una stagione delle classiche che, per quanto lo riguarda, è stata abbastanza simpatica (anche se non ne ha corse tantissime). Bravo a essere conseguente con le attese innescate dal nono posto alla Freccia, è stato ben piazzato nel gruppetto buono sulle ultime côte, poi ha atteso gli ultimi 2500 metri per partire all'attacco. Jungels era a quel punto irraggiungibile, ma il podio no: e anche un gradino basso alla Liegi fa curriculum.

Michael Woods - 8
Mezzo voto in più del francesino perché gli è arrivato davanti nella volata dei battuti, e perché sulle côte era parso un po' più attivo dell'altro. Al netto di tutto il resto, non era certo tra i più gettonati della vigilia, e la piazza d'onore portata a casa gli vale certo il miglior piazzamento in carriera. Arrivato tardino al top, ma nel ciclismo degli ultratrentenni può ancora sparare cartucce per qualche stagione.

Tim Wellens - 5.5
Probabilmente più di altri ha l'attenuante del caldo, ma la verità è che è stato spesso nel vivo della corsa, ha anche provato più volte a muoversi e già sulla Roche-aux-Faucons era nel cuore dell'azione. Ma sarebbe forse toccato a lui lo scatto che ha piazzato il suo compagno Vanendert sul Saint-Nicolas. Finale anonimo, 16esimo all'arrivo.

Julian Alaphilippe - 8
Se doppiare Freccia e Liegi fosse così facile, tale risultato sarebbe avvenuto molto più spesso nella storia. Ma detta questa lapalissiana banalità, bisogna anche riconoscere che il ragazzo oggi ne aveva eccome. Naturalmente potendo aspettare la rampa finale non era certo lui il più indicato a muoversi con troppo anticipo. Ma ogni volta che c'era da chiudere su questo o quel rivale, era in assoluto il più pimpante. Dopodiché, ovviamente con Jungels fuori lui non poteva far altro che stoppare gli altri, lavoro svolto egregiamente. E nel finale - dopo che ha provato anche in prima persona a evadere dopo il Saint-Nicolas - gli sono giusto sfuggiti Bardet e Woods, e con essi la possibilità dell'accoppiata Quick-Step sul podio. Comunque quarto in coda a una prova di gran rilievo; e sfida con Valverde vinta di nuovo a quattro giorni di distanza da Huy.

Davide Formolo - 6.5
Come già l'anno scorso, è emerso prepotentemente nel finale, risultando tra i più motivati del gruppetto inseguitore negli ultimi chilometri. Si è mosso con Alaphilippe ai -4, ma non c'è stato spazio. Il settimo posto migliora di gran lunga il 23esimo del 2017, e lascia intravedere una verità sempre più sostenibile: la Liegi è probabilmente la sua classica. In prospettiva, certo.

Domenico Pozzovivo - 7
Il migliore degli italiani, eguaglia il proprio best (quinto come nel 2014) dopo aver gareggiato da capitano Bahrain in seguito all'afflosciamento di Nibali. Ben messo sulle côte, attento anche nei vari frangenti altri, pur non riuscendo a proporre un'azione di rottura. Piazzamento comunque pregevole.

Daniel Martin - 6
Non è sicuramente la sua versione migliore, quella che stiamo vedendo in questi giorni. Nonostante ciò non ha risparmiato la squadra, assumendosi le proprie responsabilità più di altri favoriti. E sulle ultime côte è stato molto propositivo, anche se non dotato di uno spunto killer. Infine, quando stava rinviando ad Ans i discorsi di podio, una foratura l'ha fatto fuori ai -9. Non proprio il più fortunato dei ciclisti in attività.

Michael Matthews - 5.5
Doveva sperare in una corsa ancora meno battagliata per potersi giocare le proprie chance sull'ultima rampa, e invece è rimbalzato sulla Roche. Decisamente un Bling meno scintillante di altre edizioni delle classiche.

Michal Kwiatkowski - 5
Può essere che in casa Sky il capitano oggi fosse considerato Sergio Henao (che in effetti è stato piuttosto in evidenza, fino a chiudere al nono posto), ma ugualmente non può passare inosservata la prova incolore del polacco. Fuori fase, l'ombra dello splendido corridore ammirato in altri frangenti.

Enrico Gasparotto - 7
Straordinaria la sua continuità - negli anni - nella settimana delle Ardenne. Anche oggi ha corso con grande padronanza, gestendo al meglio le sue forze sulle salite e trovando sempre la capacità di risalire la china. Sesto posto che la dice lunga sul tipo di garanzia che rappresenta il friulano da queste parti.

Jakob Fuglsang - 5.5
Più fumo che arrosto, nel senso che è sembrato parecchio centrato (più di Valgren, più di domenica scorsa), e invece al conquibus non è che abbia concluso granché. Una top ten che però lascia il tempo che trova, ma il neo di non aver tenuto le ruote di Vanendert sul Saint-Nicolas: fosse riuscito a stare col belga, magari staremmo parlando di tutt'altro finale.

Roman Kreuziger - 6
Non ci si aspettava che fosse lui a fare i fuochi d'artificio sulle côte, ma nel contesto di una prova solida ci si poteva quantomeno attendere che provasse a inserirsi in qualche interstizio della corsa. Forse non ne ha trovati, o forse non ne ha proprio cercati. Sufficienza sì, ma un po' stiracchiata. L'ottavo posto giustifica se non altro il fatto che il buon Jack Haig si sia sacrificato per lui.

Jérôme Baugnies - 7
Consueta menzione d'onore per i fuggitivi del giorno: oggi erano nove e diamo il voto a quello che ha resistito più di tutti, raggiunto ai -22, ai piedi della Roche-aux-Faucons.

Dylan Teuns - 5
Il migliore di uno squadrone come la BMC. Ma appena 20esimo, e ben distante dai primi, oltre che del tutto anonimo in gara. Sintesi di una stagione da dimenticare per il team rossonero, che in questi giorni piange anche la scomparsa del patron Andy Rihs.

Tom Dumoulin - 5.5
Non ci si attendeva che vincesse la Liegi, anche se un'azione come quella di Jungels sarebbe certamente nelle sue corde. Si è limitato a stare nel gruppetto buono, accennando forse anche un allungo, e restando in contatto col compagno Oomen, nel caso che il ragazzino (12esimo all'arrivo) avesse bisogno di qualcosa. Ad Ans ha smesso di sbuffare, rotolando fino al 15esimo posto; lo rivedremo al Giro e certo sarà più incisivo.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!