Ciclismo Giovanile

Lonardi, un colpo "alla Freire"

08.06.2018 17:40

Giro d'Italia under 23, a Forlì il veronese della Zalf supera il belga Thijssen, che getta al vento il successo per un'esultanza anticipata. Terzo Philipsen che diventa leader, domani si sale a Sestola


L'esempio più noto è quello di Erik Zabel. Nel 2004 Herr Sanremo pensava di aver colto, in Via Roma, il quinto successo della sua gloriosa carriera alla Classicissima. Ma così non fu perché, in un combinato disposto fra prematura esultanza e abilità del rivale, a salire sul gradino più alto del podio fu quel satanasso di Óscar Freire. Oggi, al Giro d'Italia Under 23, si è assistito ad una riedizione del fattaccio: a credere di aver vinto un belga, a sorridere un italiano.

Si parte da Riccione, Colman e Landi all'attacco
Dopo il prologo del tardo pomeriggio di ieri tra le strade di Forlì, il Giro d'Italia Under 23 affronta la prima tappa in linea dell'edizione 2018 sempre in Romagna, culla della rinata Corsa Rosa riservata ai giovani. Da Riccione si torna a Forlì, per una tappa di 137.7 km totalmente pianeggiante ad eccezione di due strappetti, posti entrambi nella seconda parte del tracciato: il primo, di Bertinoro, poco più di un zampellotto. Leggermente più lungo (6.5 km) ma dalla pendenza media non certo improba (4.5%) il secondo, ossia la Rocca delle Caminate, con la vetta a 20.6 km dal traguardo.

Partenza pochi minuti dopo le 12.30 dalla località marittima stranamente battuta dalla pioggia, che non impedisce però ai 176 girini di andare subito a tutta. Si susseguono scatti e controscatti, che portano, per un momento, il gruppo a spezzarsi in due tronconi. La fuga buona nasce in prossimità del km 25, sfruttando un lieve dentello. Presenti il belga Alex Colman (Lotto Soudal), secondo anno, e il bolognese Marco Landi (Petroli Firenze Hopplà Maserati), quarto anno.

Li raggiungono Faresin, Maitre e Zoccarato
Per quest'ultimo, che corre tra le sue terre, il Giro rappresenta una sorta di riscatto. L'anno scorso, infatti, proprio nel debutto stagionale alla Coppa San Bernardino (anche questa gara affrontata sulle strade di casa), era rovinosamente caduto nei primi km, fratturandosi due costole e rischiando l'asportazione di un rene, eventualità fortunatamente scongiurata. Lunga riabilitazione e ritorno alle corse dopo quasi cinque mesi, giungendo quarto al Gran Premio Città di Vinci.

Dopo un paio di km, alla coppia Colman-Landi si sono sommati altri tre elementi. Si tratta del vicentino Edoardo Francesco Faresin (Zalf Euromobil Désirée Fior), secondo anno, del francese Florian Maitre (Vendée U), quarto anno, e del padovano Samuele Zoccarato (General Store Bottoli Zardini), secondo anno. Per il figlio d'arte Faresin, guidato in ammiraglia proprio da papà Gianni, ancora niente successi nella categoria mentre Zoccarato ha saputo esultare nel cremonese alla Coppa 1° maggio: entrambi talentuosi e che saranno sicuri protagonisti nelle prossime stagioni tra gli under 23

Caduta e ritiro per il talento Arensman
Il gruppo lascia fare, permettendo loro di guadagnare un discreto margine: allo scoccare della prima ora, nella quale sono stati affrontati 42.2 km, il gap è di 2'50", che sale a 4'15" dopo 50 km. Ma tale incremento si arresta poco più tardi: il plotone si è infatti spezzato in due tronconi attorno al km 55, con venti unità rimaste davanti rispetto alle altre centocinquanta. Questo movimento dura per una dozzina di km prima del ricongiungimento: la conseguenza diretta è il crollo del vantaggio del quintetto, che in un battibaleno è sceso sino a 1'55".

Una volta tornata l'armonia e la tranquillità nel gruppo maglia rosa il vantaggio di Colman, Faresin, Landi, Maitre e Zoccarato torna a salire. Anche più di prima, tanto che al km 85, giusto allo scoccare della seconda ora di gara, viene toccato il margine massimo di giornata in 4'50". Anche perché nel gruppo si registra una caduta che coinvolge diversi elementi: chi paga le conseguenze maggiori è Thymen Arensman, baby prodigio del SEG Racing Academy. Il primo anno neerlandese, terzo alla Paris Roubaix di categoria, è costretto ad abbandonare la carovana con una probabile frattura della clavicola.

Gli italiani staccano gli avversari sulla Rocca delle Caminate
La prima difficoltà altimetrica, se così si può definire in questo caso, dell'intera Corsa Rosa è l'ascesa di Bertinoro, tutt'altro che impegnativa. Tuttavia tra i battistrada si registra una momentanea perdita di terreno per Colman, con il belga che incappa in un intoppo meccanico a circa 1 km dalla vetta, riuscendo a rientrare senza problemi sui quattro colleghi. Allo scollinamento (km 98.4) è Faresin che transita per primo davanti a Landi e Maitre, mentre il plotone paga 3'03".

Caratteristica del Giro Under 23 è l'Intergiro: al traguardo volante di Fratta Terme (km 104.6) passa in prima piazza Colman su Zoccarato e Maitre. Neppure il tempo di rifiatare e 5 km più tardi, a Medola, parte la salita di Rocca delle Caminate: davanti rimangono in tre, ossia gli italiani Faresin, Landi e Zoccarato, con il bolognese Landi che sprinta su Faresin (km 117.1). Dietro, con Colman e Maitre riassorbiti, il gruppo transita con 1' di distacco; nella parte finale del plotone vien segnalato in difficoltà Edoardo Affini. La maglia rosa perde le ruote in diverse occasioni, riuscendo tuttavia sempre a salvarsi e a rientrare.

Zoccarato viaggia in discesa, dietro Bennett e Stannard lo imitano
Se la salita non ha creato differenze, è la discesa a mischiare le carte. Zoccarato, ben più abile nei tanti tornanti rispetto a Faresin e Landa, se ne va ai meno 20 km. E anche nel gruppo principale i big si sono mossi: sfruttando la sua capacità ad impostare le curve, lo statunitense Sean Bennett (Hagens Berman Axeon) guadagna alcuni metri, seguito come un'ombra dall'australiano Robert Stannard (Mitchelton-BikeExchange).

La coppia va a riprendere Faresin e Landi ai meno 17 km, cercando di guadagnare sui rivali di classifica. L'azione di Zoccarato è sempre efficace, tanto che il padovano transita ai meno 10 km con 16" sul quartetto, con Stannard principale vagone, e 35" sul plotone, dove le formazioni dei principali velocisti sono all'opera per dare ai propri leader la possibilità di giocarsi il successo. Come normale che sia, il ventenne Zoccarato inizia ad accusare fatica e a perdere terreno sui rivali, venendo ripreso dal quartetto a 5.5 km dal termine.

Il gruppo rientra, è volata vinta da Lonardi
Dopo una fase di scarsa collaborazione, il gruppo torna a lavorare con efficacia: Team Wiggins e soprattutto Lotto Soudal si incaricano di tirare il gruppo, andando ad annullare il tentativo dei cinque a 2.2 km dal traguardo, permettendo così agli sprinter di darsi battaglia in volata. È la Zalf ad approcciare in testa l'ultimo km con Gregorio Ferri, seguito da Alberto Dainese e Giovanni Lonardi; in una sorta di sfida tutta nazionale è la Hopplà che dà filo da torcere con Alexander Konyshev.

A uscire vincitore è stato Giovanni Lonardi: per il veronese della Zalf Euromobil Désirée Fior si tratta della quinta vittoria stagionale, la terza in corse di categoria UCI dopo la Popolarissima e il Circuito del Porto. Al quarto e ultimo anno nella categoria, lo sprinter dimostra di meritare il passaggio al professionismo nel 2019, cosa per altro altamente probabile. Anche per le doti di perseveranza mostrate a Forlì.

Thijssen poco accorto, Philipsen terzo e in rosa. Domani c'è Sestola
Il ventunenne ha infatti avuto la meglio di stretta misura sul belga Gerben Thijssen (Lotto Soudal): per il talentuoso secondo anno una beffa mica male dato che, dopo una lunga volata di testa, pensava di aver vinto, alzando le braccia in anticipo. Troppo, dato che il veronese ci crede e lo infila per meno di mezza ruota. Terzo posto per il belga Jasper Philipsen (Hagens Berman Axeon), che non riesce a combattere con i primi due.

Dal quarto al settimo posto tutti atleti italiani, nell'ordine Alberto Dainese (Zalf Euromobil Désirée Fior), Samuele Zambelli (Iseo Serrature Rime), Matteo Moschetti (Polartec-Kometa) e Moreno Marchetti (Petroli Firenze Hopplà Maserati). Completano la top 10 il kazako Grigoriy Shtein (Astana City), l'azzurro Nicolas Della Valle (Team Colpack) e il belga Julian Mertens (Lotto Soudal). Tutti assieme gli uomini di classifica, con due eccezioni: hanno perso 7'51", uscendo già di classifica, l'austriaco Patrick Gamper (Polartec-Kometa) e il tedesco Georg Zimmermann (Tirol Cycling Team).

Grazie all'abbuono ottenuto, Jasper Philipsen balza in vetta alla graduatoria: stesso tempo con Lonardi ma a fare la differenza a favore del belga sono i decimi di differenza nel prologo. Terzo posto a 3" per Affini. Ma il promettente fiammingo, a meno di sorprese, dovrà cedere domani il simbolo del primato dato il primo arrivo in salita della corsa: da Nonantola la carovana arriva a Sestola, per una frazione di 138.2 km non certo durissima ma che potrà fare qualche differenza.
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