Professionisti

Sonny, è quasi magia

08.07.2018 17:25

Peter Sagan vince a La-Roche-sur-Yon e ritrova la maglia gialla, ma deve sudare contro Colbrelli. Gaviria tagliato fuori da una maxicaduta


Sonny fa rima con sogni, che alle volte son desideri: pensare di battere Peter Sagan in una volata per molti è solamente un sogno, ma possiamo dire che il bresciano Sonny Colbrelli sia andato vicinissimo a concretizzarlo. La seconda tappa del Tour de France, da Mouilleron Saint Germain a La Roche sur Yon, ha visto un altro finale convulso e condizionato dalle cadute, sebbene stavolta non ci siano ripercussioni per la generale: cadute che hanno rovinato la giornata della maglia gialla Fernando Gaviria, escluso dallo sprint e costretto a dire già addio alla leadership più ambita nel mondo del ciclismo, ma che al contempo han dato l'opportunità a Colbrelli di provare a cogliere un'occasione. Bisogna dire che Sonny è stato perfetto nei tempi e nella scelta delle ruote da battezzare, e non può rimproverarsi nulla, ma Sagan è Sagan e le 9 vittorie di tappa complessive al Tour sono ancora troppo poche per un campione della sua caratura. 

Chavanel festeggia la 350esima tappa in fuga
Un'assolata Vandea accoglie ancora la carovana del Tour de France: nonostante le cadute di ieri ci sono tutti, ma proprio tutti, anche lo sfortunato Lawson Craddock (Team EF Education First-Drapac) ripartito con una scapola rotta e piantato costantemente nelle retrovie del gruppo per evitare di stressarsi ulteriormente. Partenza più combattuta rispetto a ieri da Mouilleron Saint Germain, con più corridori che cercano di andare via, ma alla fine si raggiunge l'equilibrio abbastanza presto: dopo 3 km si avvantaggiano l'austriaco Michael Gogl (Trek-Segafredo), il neozelandese Dion Smith (Wanty-Groupe Gobert) e l'eterno Sylvain Chavanel (Direct Énergie), deciso a onorare al meglio sia il suo record di partecipazioni consecutive al Tour de France, 18, sia la Vandea stessa, bacino di utenza della squadra di Jean-René Bernaudeau alla quale è collegata tramite una delle più importanti e storiche formazioni dilettantistiche francesi, la Vendée U. La maglia a pois Kévin Ledanois è invece stoppata nel tentativo di inserirsi, costringendo il giovane vandeano ad abdicare già dopo una tappa.

ChaCha balla da solo, Grmay primo ritiro
La fuga prosegue con una certa regolarità fino all'unico GPM di giornata, la Côte de Pouzauges, dove vince Smith ed il gruppo passa con 3' di ritardo. Un colpo di scena inatteso stravolge le logiche di tappa: Michael Gogl è costretto a rialzarsi al km 35 a causa di un fastidio al ginocchio. Giornataccia per la Trek, che vede anche l'abbandono al rifornimento di Tsgabu Grmay, primo ritiro della corsa: l'etiope accusa un forte dolore addominale. Dopo poco, si rialza anche Smith, che si fa due conti e capisce che arrivare in fondo alla tappa in gruppo gli garantirebbe di indossare la maglia a pois ( a parità di punti con Ledanois risulta decisiva la classifica generale). Insomma, Chavanel a 140 km dall'arrivo resta col cerino in mano, ma preferisce tirare dritto, prendendola come una passerella gloriosa per la sua 350esima tappa al Tour. La Quick Step controlla senza problemi il suo ex corridore, lasciandogli un vantaggio massimo di 4'30" a 60 km dall'arrivo. 


Ancora cadute: il Tour perde Sanchez Gil
Il sonnacchioso incamminamento verso La-Roche-sur-Yon è turbato nella parte centrale solo da una dolorosa caduta di Rudy Molard (Groupama-FDJ) dopo il rifornimento a metà gara, col francese che riparte scorticato da entrambi i lati. Al traguardo volante di Beaulieu sous la Roche sono in palio molti punti e stavolta Peter Sagan s'impegna, mettendosi davanti un Gaviria a velocità controllata e Kristoff tra gli altri; mancano 50 km all'arrivo ed il vantaggio di Chavanel è sceso a 3'. 

Purtroppo si cade ancora ai -42, con Luis León Sánchez Gil ad avere la peggio in un contatto con un uomo della Cofidis: l'esperto spagnolo, vincitore di 4 tappe al Tour, si rompe il gomito sinistro su un cartello stradale di un'isola spartitraffico e non è più in grado di salire sulla bicicletta: il suo Tour de France finisce direttamente in ambulanza ( si sospettano anche infrazioni alle costole) e Jakub Fuglsang perde uno dei suoi alfieri più preziosi. Ai -32 si cade ancora nell'attraversamento di Nieul-le-Dolent: finisce a terra Adam Yates (Mitchelton-Scott) in un contatto con Jesús Herrada (Cofidis), niente di rotto ma tanto tempo perso per via della bicicletta, recuperato grazie al supporto immediato di Jack Bauer; si fa male anche Silvan Dillier (AG2R La Mondiale), il secondo classificato della Parigi-Roubaix, ma riparte.

Thomas guadagna 1", Kittel fora e saluta la volata
L'azione di Sylvain Chavanel volge lentamente alla fine; il campione francese fa appena in tempo a passare dal point bonus di Saint Florent des Blois davanti per poi essere ripreso a 13 km dall'arrivo. Anche oggi non c'è enorme bagarre per il traguardo volante, con Philippe Gilbert (Quick Step Floors) che allunga per il secondo posto e Geraint Thomas (Team Sky) in testa al gruppo che va a prendere l'abbuono di 1", in base a sibilline logiche di squadra.

Devono ancora prendere il controllo delle azioni le squadre dei velocisti (la Sky si vedrà in testa ancora a lungo) che la volata perde subito uno dei principali protagonisti: uno sfortunato Marcel Kittel, oggi vicario della maglia verde, si ritrova a forare ai -7: impossibile rientrare per lui. Vento contrario e posizioni da prendere, il nervosismo è tanto e se la vede brutta Luke Durbridge (Mitchelton-Scott), che cade ai meno 5.5 senza coinvolgere altri per la fortuna di tutti.

La maxicaduta e la bella volata di Colbrelli
La Quick Step decide di prendere il comando delle operazioni con un certo anticipo rispetto al giorno prima, cominciando a controllare il gruppo già ai -4 dall'arrivo con Lampaert. Il finale non è altimetricamente continuo: si sale, si scende e poi si sale leggermente ancora nell'ultimo chilometro e mezzo. Il tratto di discesa prevede anche una curva a destra che si rivela fatale per molti: a 2 km esatti all'arrivo il primo a cadere è Heinrich Haussler (Bahrain Merida), trascinandosi dietro Daryl Impey (Mitchelton-Scott), Michael Matthews (Team Sunweb), Christophe Laporte (Cofidis) e diversi altri. La caduta, avvenuta nelle prime posizioni, spezza il gruppo garantendo la volata ad una dozzina di corridori rimasti davanti, tra i quali Sagan, con Oss e Burghardt che gli preparano la volata, Démare, Degenkolb con Stuyven, Kristoff e anche Colbrelli, il quale fiuta la grande occasione di risultato, nonché i residui spaesati del treno Quick Step Gilbert e Alaphilippe, i due velocisti della Wanty (Dupont e Pasqualon), e Alejandro Valverde (Movistar Team), che quando c'è da stare davanti senza farsi sorprendere è spesso il migliore degli uomini di classifica.

Si sposta Alaphilippe e Démare parte ai -200, ma Peter Sagan ce l'ha già nel mirino: lo slovacco esce facile ai 100 metri, ma deve a sua volta guadarsi da un Sonny Colbrelli davvero impressionante e preciso coi tempi. Gli manca poco a Colbrelli, pochissimo: una ventina di centimetri circa, ma deve accontentarsi del secondo posto e Arnaud Démare (Groupama-FDJ) del terzo. Seguono André Greipel (Lotto Soudal), Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), Timothy Dupont (Wanty-Groupe Gobert), Valverde, il buon Andrea Pasqualon alla fine ottavo. Solo nono John Degenkolb (Trek-Segafredo), il quale si lamenta di esser stato chiuso da Sagan, a precedere Gilbert e Alaphilippe.  Poi arrivano in tutta tranquillità i pezzi del gruppo: nessuno sembra essersi fatto male, almeno nell'immediato.

Sagan in giallo, domani sarà Thomas?
In virtù degli abbuoni Peter Sagan torna a indossare la maglia gialla dopo la prima esperienza del 2016. Adesso, Gaviria ha 6" di ritardo, Sonny Colbrelli è terzo a 10", Marcel Kittel risulta quarto a 12" (stranamente la giuria lo ha considerato in gruppo, sebbene ai -3 fosse evidentemente staccato), Sylvain Chavanel quinto a 13", Philippe Gilbert sesto a 14", Geraint Thomas ed Oliver Naesen sono a 15", il resto del gruppone salvo i caduti di ieri a 16". Il principale candidato ad indossare la maglia gialla domani è proprio Geraint Thomas, a questo punto, se nella cronosquadre di Cholet la Sky dovesse imporsi in maniera larga come da pronostico. Unica rivale quotata la BMC, capace effettivamente di prestazioni quasi alla pari, che invece  porterebbe in giallo Greg Van Avermaet. Questi sono però dettagli; sarà più interessante capire come la prova riporterà in equilibrio la bilancia dopo i danni della prima tappa.
Notizia di esempio
Il Giro del Medio Brenta è russo grazie a Evtushenko: sul podio Ravanelli e Zahiri