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La rubrica pensieRosa #12 - Canti gregariani

23.05.2019 23:36

Pillole di Giro 2019 in libertà: puntata dedicata ai luogotenenti, alle Cuneo-Pinerolo, alle doppiette sbagliate, ai mantra da ripetere


I promossi della Cuneo-Pinerolo
Mikel Landa, we love you! Il quasi omonimo Miguel (Ángel López) merita la promozione tanto quanto il vizcaíno della Movistar: entrambi oggi hanno interpretato in maniera spettacolare la salita del Montoso e ciò che c'è stato dopo. Il terzo promosso del giorno è l'ammiraglia UAE Emirates: un colpo di genio come l'invio di Polanc in fuga, e la concomitante copertura del resto del team (maglia rosa compresa) in gruppo, sono da primo premio al concorso Direttore Sportivo dell'Anno.

I primi rimandati giù dalla montagna
Il discorso relativo a Bob Jungels è abbastanza complesso: non si è ancora capito dove arrivi la sua fiducia in se stesso, e dove la spericolatezza dei suoi tecnici, nel promuovere anno dopo anno le ambizioni del lussemburghese nei grandi giri. In ogni GT il ragazzo ha più o meno un giorno di magra: se quello del Giro 2019 per lui è stato oggi, gli va anche bene, non ha perso tantissimo e può ancora puntare a un piazzamento di pregio; ma se tale magra non fosse quella di oggi? Lo scopriremo nei prossimi giorni, così come scopriremo se la Jumbo-Visma è effettivamente una squadra di cartone (con tutto il rispetto) per un obiettivo grande come la vittoria della corsa rosa; e così come scopriremo se Ilnur Zakarin saprà fare a meno della coperta di Linus rappresentata dai consueti intoppi: una foratura qua, un attimo di distrazione là... eccetera, eccetera.

G sta per Gregario
Ah, il buon vecchio Compagno G! Quello che si sacrifica per la causa comune, quello che spende tutto se stesso per un ideale, quello che per nutrirsi si accontenta di acqua piovana e gallette stantie. No, va bene, l'ultima cosa è un'iperbole (e neanche delle più acute). G sta per Gregario, come si intuisce facilmente. Non è nemmeno questione d'esser "usi obbedir tacendo" [cit.], per stare dalle parti di Dario Cataldo, che si ferma a un passo dal finale per dare un aiutino (giusto ino ino) al suo capitano López. È questione di consacrare la propria carriera all'altruismo. Poi, quando si vince, si può festeggiare con un'esplosione di gioia incontenibile. Con un liberatorio sberleffo ai tanti detrattori (ehm ehm, cfr. S.P., Vittorio Veneto 2014). Con la consapevolezza di poter mettere un punto e ripartire verso nuovi orizzonti (che sia il caso di Jan Polanc, da oggi in maglia rosa al Giro?). Oppure senza batter ciglio, praticamente. Come se la vittoria, la prima in carriera, in uno scenario tanto importante, fosse un elemento accessorio, nulla più. "Non mi cambia certo la vita o la carriera, a 32 anni"; parole e musica di un grande interprete: Cesare Benedetti.

Il Giro degli altri
L'atteso rimescolamento è giunto, ed eccoci qui a rendervene edotti. Cambiano leader due delle classifiche più importanti: staffetta targata Trek-Segafredo per i Gpm, con Gianluca Brambilla che vince il primo 1a categoria del Giro e vola a 40, mentre il suo compagno Ciccone resta a 32 (terzo è Roglic a 22); e viene totalmente stravolta la graduatoria dei giovani, ora è Hugh Carthy a guidare con 35" su Miguel Ángel López e 45" su Pavel Sivakov (l'ex leader Nans Peters è rotolato a 7'46"); clamoroso poi il ribaltone nella classifica SuperTeam, nella quale è ora l'Androni-Sidermec a guidare, avendo scalzato la Movistar, scesa in seconda posizione a 2'30"; terza la Deceuninck a 9'30". Restano invariate invece le classifiche più "veloci": a punti è sempre Démare-Ackermann (194 a 183), nei traguardi volanti è primo Cima, nelle fughe domina Frapporti, nella combattività ritroviamo Démare. Menzione d'onore, infine, per la maglia nera del Giro: non l'avevamo ancora "incoronato", ma è Sho Hatsuyama a guidare con onore la classifica al contrario.

Che vuol dire la Cuneo-Pinerolo nel 2019
Tra le tante voci critiche levatesi intorno al disegno della Cuneo-Pinerolo, non mancano ovviamente coloro che - in maniera legittima - avrebbero voluto un tracciato identico a quello del 1949, quello dell'impresa di Coppi. Il fatto è che, anche a ripetere grossomodo planimetria (qualche senso unico da allora sarà cambiato...) e altimetria, resta la questione sostanziale che non sarebbe mai comunque uguale a quello percorso 70 anni fa, per il semplice motivo che la condizione delle strade è totalmente diversa rispetto alla fine dei '40. E allora perché accalorarsi tanto? Quella tappa, con le salite dislocate in quel modo, oggi come oggi non rappresenterebbe chissacché. Chiediamo aiuto al Nanni: l'omaggio al Campionissimo si nota di più se rifaccio il percorso originario ma poi non succede granché ("voi umiliate il ricordo di Fausto, corridori d'oggi!"), o se faccio un percorso diverso che favorisca la battaglia in corsa? Noi votiamo l'opzione 2, questa tappa era disegnata non bene: benissimo.

Froome e la doppietta nell'anno sbagliato
Oggi son finalmente arrivate le salite al Giro d'Italia e la mente ci torna a Chris Froome 2018, o a Tom Dumoulin 2019 fino a Frascati. Nel senso che ci risulta chiaro, effettivamente, come fosse non troppo adeguato il percorso dello scorso anno per mettere in cantiere un tentativo di doppietta Giro-Tour, come fece il britannico della Sky; e come invece sia bello preciso il tracciato rosa di quest'anno per coltivare simili grilli per la testa. Un gran peccato davvero la caduta con susseguente ritiro di Dumo: quando si tornerà a vincere nello stesso anno i due GT più importanti, quello sarà un grande spot per la corsa italiana. Restiamo in trepidante attesa.

Mantra per il weekend
Ripetete con noi: "Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa Il Gavia si fa". Uniti ce la possiamo fare!
Notizia di esempio
Matthias Brändle e Anna Kiesenhofer sono i campioni austriaci a cronometro
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!