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EPowers Factory Team, l'UCI fa chiarezza: licenza negata già il 1° novembre

27.11.2019 17:55

Una brutta storia e più si prova ad approfondire, più il quadro che emerge sembra essere sconcertante: così si potrebbe riassumere la vicenza della fantomatica EPowers Factory Team, la squadra italo-ungherese che avrebbe dovuto essere in gruppo nel 2020 e che invece non vedrà mai la luce. Venerdì 22 novembre, quando sulle testate specializzate era stata pubblicata per la prima volta la notizia del fallimento del progetto, qui su Cicloweb.it avevamo dato voce ad alcuni corridori (l'articolo integrale è disponibile qui) che avevano firmato un contratto con questa squadra e che hanno provato a fare chiarezza sulla vicenda, almeno da quello che è stato il loro punto di vista: dall'assenza di una società di gestione, al divieto di farsi assistere da avvocati o procuratori, il tutto sembrava più una truffa che un vero progetto sportivo.

Ma a quel punto non tutti gli interrogativi erano ancora stati chiariti, due in particolare: la EPowers aveva effettivamente presentato una richiesta formale per ottenere una licenza come squadra UCI Professional per la stagione 2020? E come è possibile che la situazione fosse rimasta in bilico fino ad oltre la seconda metà di novembre con corridori e staff bloccati in una sorta di limbo che di fatto complicava l'eventuale prosieguo della carriera, a qualsiasi livello? Ancora una volta, le risposte che abbiamo ottenuto, evidenziano grosse lacune da parte della dirigenza della squadra ed un comportamento profondamente scorretto, almeno per quanto riguarda le ultime settimane.

Dopo aver ascoltato le storie dei ciclisti, qui su Cicloweb.it potete trovare oggi il punto di vista di chi finora era sempre rimasta in silenzio, ossia l'Unione Ciclistica Internazionale tramite la quale dovevano obbligatoriamente transitare tutte le richieste e tutti i documenti per ottenere una licenza con team di seconda divisione per il prossimo anno, e che quindi era sicuramente a conoscenza della reale situazione del progetto EPowers. Qui di seguito di proponiamo il comunicato integrale (in lingua originale in inglese, e poi tradotto in italiano) rilasciato a Cicloweb.it da un portavoce dell'UCI.

The team informed the UCI of its intention to register as a UCI ProTeam for 2020 and provided initial information as required by the UCI Regulations on 1 August 2019. The team then failed to submit documentation qualified as essential for the registration process and due on 1 October. The team was therefore not included in the publication of teams on 5 October. This also triggered a right for riders to terminate their contracts according to the UCI Regulations. As the team did not provide any further information, the team was informed on 1 November that it could not be considered for registration in 2020.

Il team ha informato l'UCI delle proprie intenzioni di registrarsi come un UCI ProTeam per il 2020 e ha fornito le informazioni iniziali il 1 agosto 2019 come richiesto dai regolamenti UCI. La squadra ha poi mancato di sottoporre la documentazione considerata essenziale per il processo di registrazione e da consegnare il 1 ottobre. La formazione non è stata dunque inclusa nella lista dei team pubblicata il 5 ottobre. Questo ha inoltre innescato il diritto per i corridori di interrompere i rispettivi contratti in base ai regolamenti UCI. Siccome il team non ha offerto alcuna informazione ulteriore, la squadra è stata informata il 1 novembre che non avrebbe potuto essere considerata per la registrazione per la stagione 2020.

Da regolamento, quindi, i corridori avrebbero potuto svincolarsi dal contratto con la EPowers già in data 1° ottobre, ma a loro la prima comunicazione interna sulle difficoltà della squadra è arrivata solamente in data 28 ottobre: ciclisti più esperti e scafati o assistiti da procuratori competenti lo avrebbero potuto e dovuto sapere ma, come abbiamo già detto in precedenza, non ce la sentiamo gettare la croce addosso a ragazzi giovani, in arrivo dal mondo dei dilettanti e che si trovavano di fronte all'unica possibilità di raggiungere il sogno di una vita, diventare un ciclista professionista.

Ma ancora più grave è l'ultima dichiarazione dell'UCI che avrebbe informato la squadra dall'impossibilità di registrarsi come UCI ProTeam, quindi come squadra Professional, già lo scorso 1° novembre e quindi 20 giorni prima delle prime notizie pubbliche: in questo arco di tempo, nessuno dei corridori è mai stato informato di ciò e questo avrebbe potuto fare la differenza nel trovare sistemazioni adeguate, anche solo per continuare un altro anno tra i dilettanti o con un team Continental. Ma né dall'Ungheria, né dall'Italia è arrivato nulla, come è possibile? Noi non sappiamo di chi sia la colpa la livello dirigenziale, ma speriamo che quanto abbiamo ricostruito su queste pagine possa impedire il ripetersi di casi simili.

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