Professionisti

Le squadre 2020: Cofidis

07.01.2020 17:00

I francesi ritornano nel World Tour e hanno in Viviani la stella polare. Herrada, Laporte e Martin gli altri big, Consonni può fare il salto di qualità


A distanza di un decennio la Cofidis ha deciso di riprovare la strada del World Tour. Lo raggiunge dopo anni di in cui il budget più elevato tra le Professional non è stato tradotto sulla strada; qualche segnale positivo lo si è avuto con l'attuale gestione di Cédric Vasseur, al comando da ottobre 2017 e che ha aumentato e migliorato la qualità delle vittorie, mancando tuttavia sempre l'appuntamento al Tour de France. La sessione di mercato è stata produttiva, con dieci innesti a cominciare da Martin e soprattutto Viviani, che sostituisce e migliora il poco rimpianto Bouhanni, lasciato partire per la felicità di entrambe le parti. Probabilmente non è un roster ancora all'altezza del massimo circuito, tuttavia qualche elemento da seguire con attenzione non manca.

ROSA
Piet Allegaert (Bel, 1995), Fernando Barceló (Esp, 1996), Natnael Berhane (Eri, 1991), Dimitri Claeys (Bel, 1987), Simone Consonni (Ita, 1994), Nicolas Edet (Fra, 1987), Eddy Finé (Fra, 1997), Nathan Haas (Aus, 1989), Jesper Hansen (Dan, 1990), Jesús Herrada (Esp, 1990), José Herrada (Esp, 1985), Victor Lafay (Fra, 1996), Christophe Laporte (Fra, 1992), Mathias Le Turnier (Fra, 1995), Cyril Lemoine (Fra, 1983), Guillaume Martin (Fra, 1993), Luis Ángel Maté (Esp, 1984), Marco Mathis (Ger, 1994), Emmanuel Morin (Fra, 1995), Anthony Perez (Fra, 1991), Pierre-Luc Périchon (Fra, 1987), Stéphane Rossetto (Fra, 1987), Fabio Sabatini (Ita, 1985), Damien Touzé (Fra, 1996), Kenneth Vanbilsen (Bel, 1990), Julien Vermote (Bel, 1989), Attilio Viviani (Ita, 1996), Elia Viviani (Ita, 1989)

L’ANALISI


Guillaume Martin

CORSE A TAPPE: Il settore storicamente scoperto nella compagine nordista è quello delle corse a tappe. Per rimpolpare questo aspetto la dirigenza ha puntato ad occhi chiusi su uno dei migliori elementi delle Professional, vale a dire Guillaume Martin: lo scalatore filosofo giunge dopo un 2019 regolare, con dieci corse a tappe finite mai peggio di 18°. Il suo obiettivo sarà di entrare nei 10 al Tour de France, lui che poi debutterà anche alla Vuelta a España. Gara d'elezione di un Jesús Herrada valido principalmente nelle gare di una settimana extra World Tour, dove spesso e volentieri si mette in luce. Al di là del settimo posto al Tour of California, ha deluso il danese Jesper Hansen, che può riciclarsi come spalla per Martin nelle gare principali e impegnarsi da battitore libero altrove. È invece stato convincente negli ultimi mesi Nicolas Edet, giunto alla giusta maturità e capace di indossare per un giorno la maglia rossa alla Vuelta: nelle gare minori può essere nome da seguire. Allungano il settore Natnael Berhane, i giovani Victor Lafay e Mathias Le Turnier e l'esperto Luis Ángel Maté, elemento soprattutto da fughe.

Elia Viviani


VOLATE: Qui si ragiona decisamente di più. Merito, soprattutto, della ciliegina sulla torta del mercato, che risponde al nome di Elia Viviani: l'ultima annata del veronese è stata stratosferica, con la vittoria del titolo europeo a suggellare il suo incredibile cammino. Nella nuova avventura sarà il punto di riferimento dell'intero team e avrà maggiori responsabilità rispetto a quelle avute nell'armata Deceuninck; la stagione inizierà già al Tour Down Under e avrà nella Milano-Sanremo, nel Tour de France e, ovviamente, nell'omnium olimpico i suoi grandi obiettivi. Con il fidato Fabio Sabatini, il pacchetto prevede anche l'inserimento del fratellino Attilio Viviani, già vincente in volata da stagista. Talvolta aiuterà il maggiore dei Viviani ma in diverse occasioni Simone Consonni avrà la possibilità di mostrare le proprie doti negli arrivi di gruppo compatto. L'altra opzione a disposizione è un nome niente male, dato che si tratta di Christophe Laporte, uno da quattro sprint vittoriosi negli ultimi mesi.


Christophe Laporte

PAVÉ: Ed è lo stesso Christophe Laporte a simboleggiare il leader per le pietre, lui che sta crescendo anno dopo anno nel settore: vederlo concludere tra i migliori 10 più di una prova del pavé nel World Tour è tutt'altro che una ipotesi azzardata. Non è affatto da disprezzare il cast di supporto costruito, a cominciare dal neoarrivato Julien Vermote che deve riscattarsi dopo una esperienza alla Dimension Data da dimenticare. Altro volto nuovo è quello di Piet Allegaert, che qualche sprazzo l'ha mostrato. In questo tipo di gare è un gregario di assoluta qualità Dimitri Claeys, uno che al debutto alla Ronde van Vlaanderen è giunto nono. Sanno sicuramente la loro anche Kenneth Vanbilsen, il giovane Damien Touzé ed il veterano Cyril Lemoine. Senza dimenticare che anche Elia Viviani si cimenterà in più occasioni tra le pietre, lui che in prove come la Gent-Wevelgem ha anche sfiorato il bersaglio grosso.


Jesús Herrada

CLASSICHE: La piena maturità raggiunta ha permesso a Jesús Herrada di entrare nel novero dei potenziali outsider per le prove in linea più esigenti dal punto di vista altimetrico - valga per tutti l'affermazione nell'inedita Mont Ventoux Dénivelé Challenge. Assistito dal fratello maggiore José Herrada, che talvolta può fare la propria corsa, lo spagnolo rappresenta in compagnia di Guillaume Martin un discreto duo. Altro iberico è il giovane e promettente Fernando Barceló, che ha ampi margini di miglioramento anche nel breve periodo. Un corridore enigmatico come pochi è Nathan Haas che deve darsi una mossa dopo un 2019 gravemente insufficiente: gli anni passano anche per lui e servono risultati per proseguire nella militanza World Tour. Sono stakanovisti della fuga e saranno presenti soprattutto nelle prove della Coupe de France tre cagnacci come Anthony Perez, Pierre-Luc Périchon e Stéphane Rossetto, che ogni tanto riescono ad alzare le braccia al cielo.
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