Ciclocross

Verso Dübendorf: Olanda pronta a sbancare

31.01.2020 14:32

Percorso svizzero dei Mondiali di ciclocross piatto e con pochi ostacoli, Van der Poel imbattibile su questo terreno. Più aperta la gara femminile, ma le favorite sono tutte orange


Pare alle volte che l'UCI provi un gusto malsano e masochistico nel proporre percorsi per eventi di massima importanza, coi Mondiali, in questo caso di ciclocross, che sembrano fatti apposta per non esaltare lo sport in questione. Proviamo a elencare le cose che rendono il ciclocross uno sport godibile: fango, sicuramente, ma anche ostacoli naturali, saliscendi, fossi, terreni differenti, discese scivolose e passaggi tecnici. Tutti aspetti che sicuramente non puoi trovare in un aeroporto militare come quello di Dübendorf, nei sobborghi di Zurigo. È un aeroporto, che per definizione non deve avere dislivelli (il bello è che tutto questo viene pure sottolineato, nella presentazione del percorso), dunque bisogna inventarseli, con sollevamenti di masse di terreno, ponti e altri ostacoli artificiali, insomma il minimo sindacale per poter proporre un ciclocross, ma niente che possa caratterizzare la difficoltà che dovrebbe avere un percorso per un Mondiale. Il tutto, con l'aggravante di non essere un tracciato tradizionale (come ad esempio, i nostri tradizionali piattoni veneti di Silvelle e Faé di Oderzo, che però hanno altre peculiarità a renderli percorsi comunque validi), quindi qualcuno l'ha scelto apposta e qualcun altro lo ha anche confermato.

Insomma, facciamocene una ragione, non aspettiamoci niente di tecnicamente esaltante dal Mondiale 2020 di ciclocross in Svizzera: aggiungiamoci che l'inverno mite non sta portando neve e tantomeno ghiaccio, che avrebbero potuto essere varianti interessanti. Rimarrà, per fortuna, la concreta possibilità che il weekend di gare risulti discretamente piovoso, ed il terreno abbastanza pesante da avere comunque delle gare piacevoli, o quantomeno sporche il giusto.

Tra gli uomini, Mathieu contro tutti
Van Der Poel è forte su tutti i terreni, ma come sappiamo bene, sui percorsi veloci da essere il più forte diventa semplicemente imbattibile: sono anni che, cadute a parte, su questo tipo di terreno non perde una gara. Le uniche speranze di batterlo, per i rivali, devono puntare nella sua malasorte, e correre coalizzati contro di lui, che d'altronde non ha una grande squadra per sé: l'unico vero alleato è il fratello David, mentre con Lars van der Haar non corre buon sangue e non è detto che possa arrivare un grande aiuto da Corné van KesselJoris Nieuwenhuis.

Di contro, il Belgio ha la solita armata in lotta per occupare almeno due posti del podio: in prima fila, i tre assi del suo mazzo. Eli Iserbyt è imprevedibile, potrebbe fare una gran gara come cadere nell'anonimato; Toon Aerts, l'unico ad aver battuto Van der Poel nella stagione, potrebbe essere il più combattivo in caso di fango pesante; Wout Van Aert è in crescita, ci tiene a far bene e non è il tipo di atleta che combatte per un secondo posto. Al loro fianco, convocati il campione nazionale Laurens SweeckMichael Vanthourenhout, compagni di Iserbyt alla Pauwels Sauzen, col secondo che su questo tipo di percorsi ha più familiarità, e attenzione al campione belga su strada Tim Merlier, potenziale mina vagante grazie al suo spunto veloce. Quinten Hermans sulla carta è il più limitato del lotto e probabilmente avrà il compito di faticare in testa al gruppo nei primi giri.

Fuori da Belgio e Paesi Bassi, l'unico che potrebbe lottare per il podio è Tom Pidcock: il talento britannico dovrà stare attento a non sbagliare la partenza. Troppo distanti i vari Marcel Meisen (Germania), Felipe Orts (Spagna) e Michael Boros (Repubblica Ceca), per non parlar dei nostri: non si presenterà Bertolini, con la testa rivolta alla MTB, sarà già tanto se Nicolas Samparisi e Cristian Cominelli si avvicineranno alla top 20.

Donne: vincerà una neerlandese... ma quale?
La stagione 2020 al femminile è stata più che mai nel segno delle neerlandesi, che hanno praticamente tutti gli appuntamenti stagionali di prestigio, con l'eccezione delle prove americane di Coppa del Mondo e del Superprestige di Boom vinto da Alice Maria Arzuffi (che ci sarà, ma non nelle migliori condizioni causa bronchite). Lecito aspettarsi che sarà dunque un neerlandese a strappare l'iride a Sanne Cant, che lo detiene da tre anni consecutivi ma quest'anno sembra destinata a cedere il passo alle rivali.

L'atleta della stagione è stata finora Ceylin del Carmen Alvarado, probabilmente la miglior crossista in circolazione nonostante sia ancora in età da prova under 23: due spanne sopra tutte in potenza ed in tecnica. Ma su un percorso veloce, potrebbe trovare difficoltà a staccare Annemarie Worst, che l'ha beffata in volata più di una volta nel corso della stagione, e Lucinda Brand, più stradista delle rivali, vincente in gran parte delle gare in cui ha partecipato, e favorita dalla cabala ai Mondiali (quarta nel 2017, terza nel  2018, seconda nel 2019). Non dimentichiamo la campionessa europea Yara Kastelijn che ha guadagnato il titolo proprio su un percorso pianeggiante ma lento; non vince da novembre, ma è comunque nelle prime posizioni di gran parte delle gare, mentre Marianne Vos non ci sarà, dato che ha dovuto operarsi per l'ostruzione ad un'arteria.

Il panorama femminile è un tantino più internazionale di quello maschile, ma le outsider fuori dall'Olanda si contano sulle dita di una mano: in prima fila mettiamo la campionessa italiana Eva Lechner, che si esalta nelle corse di più alto livello ed è rimasta in buona condizione. La più pericolosa risulta però la biker britannica Evie Richards, apparsa in crescendo di condizione ad Hoogerheide, mentre non ci saranno altre specialiste delle ruote grasse come Pauline Ferrand-Prevot, ormai concentrata solo sulla MTB, e sopratutto Jolanda Neff, a malincuore costretta a rinunciare all'appuntamento casalingo a causa del brutto incidente patito negli Stati Uniti. Non sottovalutiamo, nonostante abbiano abbondantemente superato i 40 anni, la statunitense Katie Compton e la ceca Katerina Nash, e cercherà di far bene anche la vincitrice di Iowa City, la canadese Maghalie Rochette.

Under 23 e juniores maschili: gli svizzeri ci credono, Dorigoni anche
Passiamo in rassegna anche cosa ci aspettiamo dalle prove giovanili, che quest'anno diverranno quattro, con l'introduzione anche per le donne della prova juniores da affiancare a quella under 23. Nei maschietti abbiamo proprio per la categoria under 23 la prova più incerta, come tradizione vuole: quest'anno manca proprio un punto di riferimento, tant'è che anche l'Europeo si è risolto con un successo a sorpresa del francese Mickaël Crispin. Uno dei principali favoriti dovrebbe essere invece il connazionale Antoine Benoist, forse l'elemento più talentuoso della categoria al momento, ma dovrà fare i conti con gli atleti di casa: Kevin Kuhn che quest'anno ha vinto la Coppa del Mondo, e Louis Roullier, nell'orbita dell'Alpecin-Fenix come Benoist ed il belga Niels Vandeputte, principale rappresentante del paese dei maestri del ciclocross. In questo panorama così complesso, che vede anche i britannici (Thomas MeinBen Turner su tutti) da tenere in considerazione perché sempre al top in questo appuntamento, si colloca il portacolori azzurro più in odore di medaglia, il campione nazionale Jakob Dorigoni che in una gara veloce il giusto potrebbe trovare le condizioni ideali per giocarsela coi migliori.

Il verdetto sembra già scritto invece nella prova Juniores, dato che il predestinato Thibau Nys ha lasciato le briciole durante tutto l'anno ai rivali: l'unico che può avere qualche speranza di tenergli testa è l'elvetico Dario Lillo, l'unico riuscito a batterlo in una prova di Coppa del Mondo. Anche gli altri membri della squadra belga risultano particolarmente forti e non è da escludere una doppietta o addirittura una tripletta; le categorie giovanili sono però sempre meno prevedibili ed è lecito attendersi qualche exploit, anche dai nostri: Davide De Pretto è particolarmente tagliato per questo genere di percorsi. Fa piacere notare che gli altri quattro convocati (Agostinacchio, Loconsolo, Masciarelli e Olivo) siano atleti al primo anno, la cosa fa ben sperare per la prossima stagione.

Under 23 e juniores femminili: tanto orange anche qui
Passiamo alle donne: come nella categoria maggiore qua le favorite sono orange. Tutte e tre le convocate sono potenziali vincitrici, a partire dalla campionessa in carica Inge van der Heijden già capace di competere ai massimi livelli, ma possiamo non stupirci se vedremo Manon BakkerAnniek van Alphen indossare l'iride domenica. Le speranze di contrastarle sono affidate ad Anna Kay, l'esile ma coriacea britannica che ha conquistato l'argento a Silvelle dietro la Del Carmen Alvarado. Anche se al primo anno e su un percorso che non le si addice, l'ungherese Blanka Kata Vas promette di far bene contro le pari età così come la coetanea americana Katie Clouse; occhio ad un'atleta in crescita come Marion Norbert Riberolle, attualmente la miglior francese in circolazione. In questo panorama c'è speranza di inserirsi anche per le azzurre Francesca BaroniSara Casasola e forse anche per Gaia Realini, ma dovranno essere praticamente perfette.

Ancor più spinta la trazione neerlandese per la prova juniores, con Shirin van AnrooijPuck Pieterse campionesse di precocità e già in grado di lottare contro le grandi nelle prove di Coppa del Mondo, Superprestige e DVV. Per il terzo posto sul podio la lotta è aperta, chissà che non possa inserirsi una delle nostre: per quanto visto ai nazionali di Schio Lucia Bramati è quella più adatta a far bene, saranno del lotto anche Carlotta Borello e Nicole Pesse.
Notizia di esempio
Lavoro perfetto della UAE, Gaviria vince ancora alla Vuelta a San Juan