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Ciclisti di...versi - Giovanni Cuniolo

09.05.2020 10:49

Terzo appuntamento con la rubrica che abbina poesia e ciclismo eroico. Dopo le due puntate iniziali con i transalpini Lucien Petit-Breton e Louis Trousselier, si prosegue con uno dei pionieri del pedale italiano, vale a dire Giovanni Cuniolo.

GIOVANNI CUNIOLO
Per te fu gran festa
sprintar con man lesta.
Vibrar colpi frivoli,
piegar pure i diavoli.
Poi un dì, nella piena etate
tu ti prendesti una rosea Teate.
E un altro dì, immerso d’autunno
coi transalpin facesti l’unno.
Eri così, Cuniol tricolore.
Brivido intenso, pieno d’ardore.

Giovanni Cuniolo (Tortona 25 gennaio 1884 - 25 dicembre 1955) fu uno dei primi grandi velocisti italiani sulla storia. Abbandonate le velleità da podista, preferì correre in bicicletta, segnalandosi come atleta tanto possente quanto spericolato negli sprint, in cui era disposto quasi a tutto pur di primeggiare. Proprio per la sua “abilità” nel districarsi in volate al limite della correttezza, facendo anche uso delle grandi mani, si meritò l’appellativo di Manina. Memorabili, in questo senso, furono i duelli con uno degli idoli nostrani del tempo, vale a dire il “Diavolo rosso” Giovanni Gerbi, col quale fu protagonista di un velenoso finale al Giro di Lombardia del 1908, che vide perdere entrambi a vantaggio del lussemburghese Faber.

Iniziò la sua attività ad alti livelli nel 1903 e, in un crescendo di risultati, riuscì a laurearsi campione italiano per tre anni consecutivi dal 1906 al 1908. Il suo anno d’oro fu però il 1909: dapprima salì sul podio della Milano-Sanremo, giungendo terzo, quindi si aggiudicò la seconda tappa del neonato Giro d’Italia da Bologna a Chieti. Il 7 novembre invece realizzò il suo capolavoro, andando ad aggiudicarsi il Giro di Lombardia con una volata particolarmente convulsa, in cui riuscì a mettersi alle spalle i fortissimi francesi Beaugendre, Trousselier e Lapize, prendendosi così una meritata rivincita dall'anno precedente. Tra le altre vittorie significative da segnalare il Giro di Romagna e la Milano-Modena del 1908. Inoltre riuscì a stabilire, nel 1906, il primato italiano dell'ora percorrendo 39,650 km. Nonostante la precoce esplosione, il suo rendimento subì un forte declino, tanto che decise di ritirarsi dalle corse nel 1913 quando aveva 29 anni. In seguito si dedicò alla vendita di automobili, motociclette e biciclette in una concessionaria nella sua Tortona, dove si spense nel giorno di Natale del 1955 all’età di 71 anni.

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