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Ciclisti di...versi - François Faber

30.06.2020 10:48

Decimo appuntamento con la rubrica che abbina poesia e ciclismo eroico. Dopo le due puntate iniziali con i transalpini Lucien Petit-Breton e Louis Trousselier, l'arrivo in Italia con Giovanni Cuniolo e Carlo Galetti, il ritorno in Francia con Octave Lapize, il passaggio in Belgio con Philippe Thys, il nuovo sbarco Oltralpe con Gustave Garrigou e altri due protagonisti italiani come Giuseppe Azzini e Giovanni Gerbi, oggi è il momento di uno dei più grandi ciclisti dell'anteguerra, ovvero sia il lussemburghese François Faber.

FRANÇOIS FABER

Negl'occhi altrui eterno gigante,
per gli avversari terrore costante.
Di già il francese rimase scioccato
quando scegliesti tu il Granducato.
Poi della Boucle facesti un reame,
neppure a tavola placasti la fame.
Anche in Italia tracciasti la via,
prendendo di forza il Lombardia.
E pur del pavé volli essere re
nel giorno che pronunciasti: “Rubé!”
Poi a quella Francia, apparsa tradita
tu infin donasti la tua eroica vita.
Caro Faber, a crepare di maggio
ci volle sì tanto, troppo coraggio!

François Faber (Aulnay-sur-Iton 26 gennaio 1887-Carency 9 maggio 1915) fu il primo grande fuoriclasse lussemburghese della storia del ciclismo. In verità egli nacque in Francia e sua madre era francese ma scelse la nazionalità del padre, nonostante si considerasse più affine ai transalpini. Soprannominato il Gigante di Colombes, su di lui circolarono varie leggende metropolitane legate alla sua altezza: per molti sfiorava i due metri mentre il suo libretto di leva militare indicò la sua statura in "appena" 178 centimetri. Ragguardevole era comunque il suo peso, che si aggirava sui 90 chilogrammi. Prima d’intraprendere la professione di ciclista si occupò di traslochi e lavorò anche come scaricatore di porto.

Dopo inizi incoraggianti, cominciò a dare enormi saggi delle proprie potenzialità al Tour de France del 1908, in cui si aggiudicò ben quattro tappe e concluse al secondo posto in classifica generale, alle spalle di Petit Breton. Dotato di grande potenza, che gli permetteva di allungare con grande vigore in pianura e di resistere anche sulle salite più arcigne, nel finale dello stesso anno si aggiudicò con un grande assolo anche il Giro di Lombardia. Letteralmente devastante fu poi nel 1909, in cui vinse Paris-Bruxelles, Paris-Tours e regalando un autentico spettacolo al Tour de France: dopo che il belga Van Hauwert si aggiudicò la prima frazione, Faber infatti si produsse in assoli incredibili, sfruttando anche le durissime condizioni atmosferiche, con la pioggia ed anche la neve che costrinsero vari avversari ad alzare bandiera bianca. Riuscì così ad aggiudicarsi tutte le tappe dalla seconda alla sesta, diventando così il primo (ed ancora unico) corridore della storia a vincere ben cinque tappe consecutive alla Grande Boucle. Vinse poi anche una sesta tappa a Bordeaux e con una condotta estremamente regolare, conservò il primato fino a Parigi, divenendo così anche il primo corridore non francese ad aggiudicarsi il Tour.

Leggendari sono anche i racconti legati alle abbuffate di Faber a tavola: dotato di appetito insaziabile, si dice consumasse porzioni di carne in grandissime quantità e frittate realizzate con un numero spropositato di uova. Nel 1910 rivinse la Paris-Tours mentre al Tour de France trovò sulla sua strada Octave Lapize, che seppe approfittare anche di un serio incidente che lo coinvolse sui Pirenei, quando cadde pesantemente dopo aver centrato in pieno un cane. In quella edizione vinse comunque tre tappe. Nelle edizioni successive non riuscì più ad esprimersi a livelli eccezionali ma riuscì comunque a vincere due tappe nel 1911, nel 1913 e nel 1914. Nel 1913 inoltre riuscì a conquistare, con una media ragguardevole, anche la Paris-Roubaix, che lo proiettò ulteriormente nell'Olimpo dei grandi fuoriclasse dell’epoca. Conclusa la carriera da ciclista al termine del 1914, François Faber decise di arruolarsi come volontario nella Legione Straniera per prendere parte alla Prima Guerra Mondiale. Trovò la morte il 9 maggio del 1915, all'età di 28 anni, mentre partecipava alla Battaglia dell’Artois.

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