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Il vecchio e il bambino

10.08.2020 16:44

Passiamo in rassegna gli attesi protagonisti per la generale del Giro: Carapaz per la conferma, Nibali per la storia, spauracchio Evenepoel. Yates sornione, attenzione all'Astana con Fuglsang e Vlasov


Dopo aver parlato a fine luglio in maniera approfondita del primo grande giro della stagione, ora l'attenzione si sposta sul secondo appuntamento sulle tre settimane. E, diversamente dal solito, la prova in questione risponde al nome di Giro d'Italia; stretto tra Tour e Vuelta e con un percorso non ancora noto nella sua interezza - bisognerà verosimilmente attendere l'inizio di settembre per conoscerlo - la Corsa Rosa si appresta a rappresentare un passaggio di mezzo e a suo modo isolato nel calendario.

Tuttavia, in questa pazza stagione, i punti deboli attuali potrebbero trasformarsi in punti di forza nell'immediata vigilia. Prendiamo l'aspetto dell'estrema vicinanza tra Tour e Giro: dalla passerella conclusiva sugli Champs Élysées alla probabile crono di apertura palermitana trascorrono meno di due settimane, rendendo impossibile agli uomini di classifica ipotizzare la partecipazione ad ambedue gli eventi. D'altro canto, però, chi tra i big della Grande Boucle si troverà fuori classifica a metà gara - e visto il percorso 2020, con un avvio complicato e i Pirenei subito dopo, il rischio è concreto - può decidere di cambiare obiettivo e tentare la rivincita proprio alla Corsa Rosa, godendo di quel traino abitualmente sfruttato dalla Vuelta. Sperare non costa nulla, e questo appare ben più concreto di un semplice sogno di una notte di mezza estate.

Gli uomini di classifica, parte 1: Carapaz per la conferma, Nibali per i libri di storia, Yates per liberarsi da un peso
Non nascondiamoci, quest'anno la lista di quanti nutrono speranze di salire sul podio meneghino con la maglia rosa è più corta del solito, stando ovviamente sui propositi attuali. Oltre alla già citata vicinanza con il Tour, il Giro d'Italia 2020 deve fare i conti con una doppia concomitanza, che priverà la gara di diversi possibili protagonisti: la prima settimana di corsa si sormonterà con le classiche delle Ardenne, l'ultima invece con la Vuelta a España.

Chi ci sarà è il detentore del titolo, quel Richard Carapaz che non può più essere sottovalutato dalla concorrenza. Rientrato in Europa grazie a un volo organizzato dalle autorità nazionali, l'ecuadoriano sarà il capitano unico del Team Ineos - sempre eccettuando eventuali debacle francesi del trio Bernal, Froome e Thomas. Il ventisettenne avrà attorno a sé una squadra buona ma inferiore ad altre, soprattutto in termini di esperienza: gli indiziati per il ruolo di spalle sono Edward Dunbar e Iván Ramiro Sosa, coppia di talento ma che non ha mai dovuto lottare per simili traguardi. Discorso diverso se dovesse aggiungersi Andrey Amador, al momento non ancora certo di essere al Tour.

Battuto un anno fa proprio dal sudamericano, Vincenzo Nibali ha messo nel mirino quella vittoria che alla Corsa Rosa manca da quattro anni; nel caso vi riuscisse, il messinese raggiungerebbe Brunero, Bartali, Magni, Gimondi e Hinault nel ristretto club con tre affermazioni generali. Ma la statistica ancor più prestigiosa riguarda l'età; Fiorenzo Magni è il meno giovane ad aver conquistato il Giro a quota 34 anni e 6 mesi. In caso di esito positivo, Nibali lo scavalcherebbe di slancio dall'alto dei suoi 35 anni, 11 mesi e 20 giorni. La Trek-Segafredo sarà costruita in toto per supportarlo, con Giulio Ciccone come punta di diamante e il duo composto da Gianluca Brambilla e Kenny Elissonde che sanno il fatto loro in salita.

Ma, sulla carta, la squadra più attrezzata tra le ventidue al via per gestire la corsa in montagna sembra essere la Mitchelton-Scott: altrove Jack Haig sarebbe capitano unico, qui invece fungerà da gregario di lusso di Simon Yates. Per il terzo anno di fila il britannico giunge in Italia con l'obiettivo di salire sul gradino più alto del podio: nel 2018 ci arrivò vicino, prima del fragoroso crollo nel weekend conclusivo. Nel 2019 una preparazione non ottimale lo vide col fiato corto nelle fasi calde, costringendolo ad un insufficiente ottavo posto. Il vincitore della Vuelta 2018, che può contare anche sui giovani ma già solidi Lucas Hamilton e Nick Schultz, pare pronto a spiccare il volo, prima di un mercato che potrebbe vederlo accasarsi altrove.

Gli uomini di classifica, parte 2: dagli esperti ai giovani, non mancano nomi interessanti
Come la Mitchelton, anche altre formazioni hanno preferito puntare soprattutto sul Giro e trascurare il più congestionato Tour. È il caso del Team Sunweb, che ambisce ad una buona classifica con Wilco Kelderman e Sam Oomen; entrambi spesso frenati da malanni ed entrambi in uscita dalla squadra, i neerlandesi difficilmente saranno in lizza per il podio, ma possono essere presenza fissa nella top ten.

In cuor suo spera di conquistare la generale, ma conoscendo il suo storico sulle tre settimane ciò pare francamente difficile. Jakob Fuglsang è all'ultima chiamata per coronare il sogno di vittoria in un grande giro, lui che è entrato solo una volta nei 10 in 14 tentativi (settimo al Tour 2013). Per giunta il danese potrebbe non essere affiancato dalla miglior Astana possibile, con gli scalatori più in vista diretti in Francia; dovrebbe esserci con lui il russo Aleksandr Vlasov che, se avesse carta bianca, potrebbe lottare per la maglia di tal colore. E non solo, visto il rendimento mostrato in questo riavvio di stagione.

Al via ci saranno poi nomi validi, come la solida coppia della Bora Hansgrohe formata dall'austriaco Patrick Konrad e dal polacco Rafal Majka, affidabili piazzati ma lontani dalle zone podio. Presenti inoltre quattro nomi che suscitano interesse per diversi motivi: dopo il sorprendente ottavo posto all'ultima Vuelta, il norvegese Carl Fredrik Hagen vuole riportare la Lotto Soudal in top ten al Giro a distanza di dodici anni dall'ultima e unica volta. È giovanissimo e ancora vergine di grandi giri, Brandon McNulty, ma lo statunitense sembra avere i numeri giusti per diventare nei prossimi anni un protagonista per le posizioni che contano con la maglia della UAE Team Emirates.

È pronto a cambiare squadra (probabile destinazione la Ineos), ma Laurens De Plus non vede l'ora di poter mettere in mostra le proprie qualità sulle tre settimane, in un Team Jumbo-Visma che gli lascerà lo spazio necessario. Prima occasione della carriera di testarsi come leader sulle tre settimane per Marc Soler: lo spagnolo, capitano unico della Movistar, è reduce dalla nona piazza della Vuelta 2019, corsa a supporto, non senza polemiche, di ben due capitani. E se fosse lui la sorpresa dell'edizione 103?

L'uomo di classifica, parte 3? Evenepoel, il debuttante più atteso che ci sia
Questo escludendo uno dei nomi più attesi - il più atteso in assoluto assieme ad un altro futuro deb, seppur ben più stagionato e di cui parleremo domani assieme agli altri velocisti e ai cacciatori di tappa. Nessuno, probabilmente neppure lui, sa quel che Remco Evenepoel potrà fare al suo primo grande giro di una carriera brevissima ma già scintillante. Autore di ben nove successi nel primo scorcio di 2020 e ancora imbattuto nelle corse a tappe, il belga si presenta al Giro per curare la classifica, ma senza proclami alla vigilia in merito a che tipo di posizioni occupare.

Se per le cronometro è già una garanzia, il ventenne della Deceuninck-Quick Step ha nelle grandi montagne il principale punto di domanda: non avendo mai scalato in gara cime come Stelvio e Agnello, come si comporterà il suo fisico, così diverso dai rivali? Saprà gestire la fatica nell'affrontare salite elevate in successione? Come reagirà il corpo in tema di recupero sulle tre settimane? Questioni non da poco e di non semplice lettura neppure per lo staff dello squadrone fiammingo. Nel caso Evenepoel mostrasse qualche difficoltà, la squadra ha un'altra opzione da sfruttare; probabilmente non diventerà mai un campione, ma James Knox è uno scalatorino con i fiocchi e ad un posto a ridosso dei 10 potrebbe farci più che un pensiero. Ma se Evenepoel sarà quello visto da gennaio in poi, il discorso proprio non si pone.
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