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Dani Martínez ribalta Pinot e il Delfinato

16.08.2020 16:45

Nella giornata in cui Sepp Kuss coglie un bel successo di tappa, il colombiano della EF la spunta in classifica dopo 155 km di fiera e spettacolare battaglia sulle montagne. Piazza d'onore per Thibaut, a podio anche Guillaume Martin


A quanto era quotato, alla vigilia del Criterium del Delfinato 2020, il successo finale di Daniel Martínez? Eppure al termine di 5 giorni in cui è successa qualsiasi cosa, e in cui le defezioni sono state strada facendo numerosissime tra i big della startlist, a trionfare alla fine è stato proprio il 24enne colombiano della EF, sfuggito al controllo di Thibaut Pinot a 26 km dal traguardo e bravo a gestire il difficile finale in compagnia di altri fuoriusciti da un gruppetto già ultra-selezionato dalle salite precedenti. La tappa l'ha conquistata Sepp Kuss, uno dei luogotenenti più in forma del periodo (ancora un uomo Jumbo-Visma, per la precisione), mentre Pinot, che in un modo o nell'altro si era ritrovato leader alla partenza, ha dovuto ingoiare un rospo piuttosto amaro al traguardo di Megève. Giornata positiva tra gli altri per Tadej Pogacar, e molto negativa per Mikel Landa, Nairo Quintana (addirittura ritirato per dolori al ginocchio colpito in Colombia nell'incidente di poche settimane fa) e Richie Porte: da questo Dauphiné, vera e propria balconata sul Tour de France, usciamo forse con più dubbi che certezze, ripensando ad esempio ai rivolgimenti in casa Ineos (con il ritiro inatteso di Egan Bernal ieri) e a quelli nelle fila Jumbo (tra le botte prese da Primoz Roglic e la prepotente ascesa esibita da Tom Dumoulin).

Un avvio da giornata campale
I fatti di ieri non hanno smesso di lasciare tracce sulla corsa, prova ne sia la protesta del gruppo (e del CPA, sindacato europeo dei corridori) che ha ritardato di qualche minuto la partenza della Megève-Megève, 155 km infarciti con 8 Gpm compreso quello dell'arrivo; una partenza priva di Primoz Roglic, che ammaccato dopo il ruzzolone di 24 ore fa ha deciso di non riprendere il via. Il dominatore della scena ha lasciato in testa alla classifica un vuoto temporaneamente occupato da Thibaut Pinot, che era secondo e che avrebbe avuto, come vedremo, una sorta di ansia di confermare di essere lì per merito e non per altrui lascito.

Il francese della Groupama-FDJ è stato tra i primi a rispondere al rabbioso start della Jumbo-Visma, che già sulla hinaultiana Côte de Domancy ha spaccato il gruppo, lanciando in avanscoperta 15 uomini: il tris Jumbo Tom Dumoulin-Sepp Kuss-Wout Van Aert, poi Alexey Lutsenko (Astana), Jonathan Castroviejo e Pavel Sivakov (Ineos), Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), Romain Bardet (AG2R La Mondiale), Tadej Pogacar (UAE Emirates), Adam Yates (Mitchelton-Scott), Marc Hirschi (Sunweb), Mikel Landa (Bahrain-McLaren), Krists Neilands (Israel Start-Up Nation), Will Barta (CCC) e, per l'appunto, Thibaut Pinot. Neanche 20 km coperti, quasi 140 all'arrivo della Megève-Megève (155 totali), c'erano tutti i presupposti per uno spettacolo di rilievo.

Le squadre dei big di classifica esclusi dall'azione hanno ovviamente lavorato per annullare un gap che lambiva il minuto: la Cofidis, Solutions Crédits (per Guillaume Martin), l'Arkéa-Samsic (per Nairo Quintana) e la EF (per Daniel Martínez) hanno spinto forte per una ventina di chilometri e finché hanno rimesso a tiro i battistrada si era già sul Col de Romme, seconda scalata di giornata. Su questa salita è stato Tom Dumoulin a rilanciare l'azione mentre da dietro rientravano sul drappello diversi contrattaccanti, in pratica tutti gli altri uomini di classifica a eccezione di uno scarico Quintana: tra il Romme e il subito successivo Col de la Colombière rientravano Miguel Ángel López (Astana), Hugh Carthy e Daniel Martínez (EF), Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe), Sébastien Reichenbach (Groupama), David De La Cruz (UAE), Alejandro Valverde ed Enric Mas (Movistar), Warren Barguil (Arkéa) e Guillaume Martin (Cofidis), mentre perdevano contatto Van Aert e Barta.

Un gruppo di 23 uomini di tal peso specifico era difficile da condurre intatto per troppi chilometri, sicché a un certo punto della Colombière (km 57) Sivakov e Alaphilippe hanno allungato andando ad avvantaggiarsi di oltre un minuto sul drappellone da cui si perdeva, per crampi, Landa, da lì in avanti sprofondato in una crisi tanto nera quanto improvvisa. Out anche Carthy e Neilands, mentre Van Aert teneva duro non lontano dal plotoncino, e riusciva poi a rientrare in discesa per rimettersi al servizio di Dumoulin.

A Domancy scappano tutti da Pinot
Superati di slancio Col des Aravis e Côte de la Frassette, il duo di testa provava a difendere un minuto e mezzo di margine, ma dai -50 in avanti gli intercalati riprendevano nettamente vigore riavvicinando Sivakov e Alaphilippe. Intanto nel gruppone si segnalavano le crescenti difficoltà - oltre che di Landa - anche di Quintana (giornata nera) e Richie Porte (Trek-Segafredo), che restavano nettamente staccati. Di fatto la gara restava riservata alla ventina d'uomini in avanscoperta. Tra loro, Pinot difendeva 10" su Martin, 12" su Martínez, 18" su López, 1'03" su Pogacar, 1'10" su Bardet, 1'49" su Dumoulin.

A poco più di 30 km dalla fine il duo di testa è diventato un... soliloquio: una caduta in discesa di Sivakov lasciava infatti da solo Alaphilippe, inoltre il russo si intrippava anche con la catena, per cui il suo progetto di rientrare rapidamente sul francese si complicava. Ad ogni modo il drappellone (sempre tirato da un inesauribile Van Aert, con collaborazione occasionale di Reichenbach) non riusciva a chiudere su Pavel, che riagguantava Julian sulle prime rampe della Côte de Domancy, affrontata per la seconda volta ai -27.

A questo punto però il vantaggio sul gruppo Pinot era ridotto a meno di mezzo minuto, e dietro ripartivano le danze, con Tadej Pogacar ad aprire le ostilità. Sullo scatto dello sloveno c'era la pronta risposta di López, poi partivano anche Kuss e Martínez, quindi anche Bardet (con Valverde a ruota) e a quel punto Thibaut perdeva le staffe: gli avversari gli partivano da tutte le parti, e forse l'azione di Romain è stata troppo per i suoi nervi in quel momento, sicché il capitano Groupama ha scagliato una borraccia per terra dando il segnale - con ciò - che il suo Delfinato non sarebbe finito in gloria.

Un Pogacar scatenato si è riportato per primo su Alaphilippe e Sivakov, poi in discesa sono rientrati anche López, Martínez e quindi Kuss, e in sestetto è stata approcciata la Côte de Cordon ai -20. Il gruppetto Pinot pagava a quel punto già oltre un minuto, e gli sforzi di Thibaut di rilanciare l'andatura sull'ascesa finale risultavano tardivi nonché vani.

Ai -18.5 Kuss ha piazzato una sparatona e si è avvantaggiato, e López ha iniziato seriamente a balbettare (idem Alaphilippe, particolarmente sfinito); il più reattivo è stato Pogacar con a ruota Sivakov e Martínez (che accarezzava la maglia gialla virtuale: MAL, che in classifica lo seguiva a 6", non pareva nelle condizioni di metterne in discussione la sempre più vicina vittoria finale); al capitano EF restava comunque il non banale compito di tenere a bada le sfuriate di Tadej. E quello, il giovin Pogacar, non dava mostra di voler rinunciare alla contesa: raggiungeva per primo Kuss ai 17.5, Sivakov e Martínez rientravano subito dopo.

A Megève vincono Kuss e Martínez
Un po' a sorpresa Miguel Ángel López si rifaceva sotto ai -15, e confidando in un tratto di discesa scattava immediatamente in contropiede. Tutto rimesso in discussione per la generale, ma con Superman di mezzo è sempre difficile fare calcoli e avere certezze... Neutralizzato il tentativo del capitano Astana, davanti si procedeva troppo di traccheggio, e ciò ha favorito il riavvicinamento del gruppo Pinot, aiutato anche dal beau geste di Alaphilippe, che una volta ripreso si è messo a tirare dando una mano al connazionale.

Ai -9 Sepp Kuss si è prodotto in un nuovo scatto, stavolta più serio delle punzecchiature viste nei chilometri precedenti, e López ha ripagato dazio; di lì a poco Pinot ha staccato tutti quelli del suo gruppetto e l'ha messa sul piano del testa a testa con Martínez, che restava ancora leader virtuale della corsa ma sentiva risalire prepotente Thibaut alle sue spalle. La spinta del francese era però a durata limitata, e ancora una volta prevedeva un rinculo sul più bello, sicché Dumoulin, Bardet, Barguil, Martin e poi Kämna rientravato su Pinot; ripreso López ai -5, restava sempre quel mezzo minuto di troppo per chiudere su Martínez. Intanto Kuss, senza più freni, allungava di netto su tutti involandosi verso il successo di tappa.

I contropiede di Kämna prima e Dumoulin poi bagnavano definitivamente le polveri di Pinot, rassegnato a questo punto a vedersi sfuggire la vittoria del Delfinato. Sepp Kuss ha chiuso in gloria (terza vittoria Jumbo-Visma in cinque giorni) con 27" su Daniel Martínez e 30" su Tadej Pogacar; a 45" è transitato Pavel Sivakov, a 51" hanno chiuso Tom Dumoulin e Lennard Kämna, e a 1'02" ha tagliato il traguardo Thibaut Pinot su Guillaume Martin (1'04"), Romain Bardet e Warren Barguil (1'06"). Miguel Ángel López ha chiuso a 1'53" (a ruota di Adam Yates), il gruppo è arrivato a 10'20".

Per effetto di tali distacchi (e di qualche abbuono), la classifica generale va in cassazione con Daniel Martínez primo con 29" su Pinot, 41" su Martin, 56" su Pogacar, 1'38" su López, 1'43" su Bardet, 2'07" su Dumoulin, 2'14" su Kämna, 2'49" su Barguil e 2'55" su Kuss. I dati sono questi: le conclusioni, se volete, traetele voi liberamente.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!