Professionisti

Una lezione di tempismo da Jasper Stuyven

20.03.2021 17:06

La Milano-Sanremo scrive un'ulteriore paragrafo sulla sua imprevedibilità: il belga della Trek-Segafredo sorprende fuoriclasse e velocisti. Un super Ewan 2° si mangia le mani, Van Aert si accontenta del podio


Ci si chiedeva: ma perché alla Milano-Sanremo non c'è Mads Pedersen? Beh, una delle risposte ora la sappiamo. Jasper Styuven ha giocato l'unica carta possibile, quella dell'anticipo, per vincere la corsa finora più importante della sua carriera, una meritatissima Milano-Sanremo arrivata grazie a un colpo da finissieur concepito a 3 km dal traguardo e finalizzato in un finale convulso e concitato nel quale nessuno dei "tre tenori" se l'è sentita di prendere davvero in mano il finale ed un gruppo ridotto, ma abbastanza largo rispetto a quanto eravamo abituati di recente, è arrivato a giocarsela per il successo.

Fuga di giornata subito sotto controllo
La fuga-vetrina della Milano-Sanremo mette in mostra, come promesso, gli atleti delle professional e delle WT meno ambiziose presenti: Charles Planet, Andrea Peron (Novo Nordisk), Filippo Tagliani, Andrea Viel (Androni Giocattoli), Alessandro Tonelli (Bardiani), Taco Van Der Hoorn (Intermarché), Mathias Norsgaard (Movistar) e Nicola Conci (Trek-Segafredo). All'inizio sembra instaurarsi il canovaccio solito, con i fuggitivi che hanno 7'30" dopo 20 km, ma poi subito si mettono in testa a tirare le squadre dei 3 principali favoriti: Alpecin-Fenix, Deceuninck-Quick Step, Jumbo-Visma. La motivazione sta nelle condizioni ambientali: vento persistente da nord-est, previsto sopratutto in Riviera, costringe tali squadre a impegnarsi subito nell'inseguimento, per scongiurare in partenza l'ipotesi di una fuga-bidone. E un po' c'è anche la volontà di questi campioni di rendere la corsa tirata da subito, al fine di ridurre al minimo le possibilità dei velocisti. Una Sanremo nella quale i principali favoriti sono degli scattisti: fino a 10 anni fa sembrava fantascienza. Di fatto, con poco più di 45 km/h di media, sarà la terza edizione più veloce della storia, Dopo quella del 1990 vinta da Bugno dopo una tempesta di ventagli e l'edizione 2006 di Pozzato.

Ineos ad alzare il ritmo in preparazione al Poggio
Arrivati in Riviera, la fuga ormai ad una distanza di sicurezza perde poco terreno ma perde i pezzi: si arrendono per primi gli Androni e i Novo Nordisk tra Capo Mele e Capo Cervo,  mentre su Capo Berta Tonelli rompe il ghiaccio e prova ad andarsene per conto suo, ma è più per la gloria: ai piedi della Cipressa, con altre squadre di favoriti che. hanno cominciato a organizzarsi, la fuga è pressoché ripresa.
Cipressa che viene fatta a velocità tale da non permettere gli attacchi che si sperava: i Jumbo-Visma nella prima parte, e gli Ineos nella seconda e nella discesa, hanno guidato ad un'andatura impossibile da superare. Cipressa fatale per la UAE Team Emirates, che si ritrova già senza i suoi velocisti: Fernando Gaviria e Alexander Kristoff (vincitore 2014) vengono staccati in salita. L'andatura in discesa della Ineos è particolarmente selettiva, e si ritorna sull'Aurelia con un gruppo spezzato rispetto allo scollinamento, con solo una quarantina di uomini davanti; tuttavia, la seconda metà del gruppo riesce a rientrare prima che si imbocchi il Poggio, anche se per gran parte di loro la gara è praticamente segnata.

Poggio: Caleb Ewan spaventa tutti
È ancora la Ineos a comandare, per tutta la prima parte del Poggio. Il gruppo si assottiglia finché non arriva il momento del primo scatto importante, il tratto duro ai meno 6,5 nel quale Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step) apre le danze: Wout Van Aert si fionda alla sua ruota, Mathieu Van Der Poel, che si era fatto un po' intruppare all'inizio della salita, è tardivo ma c'è, così come Maximilian Schachmann, fresco vincitore della Parigi-Nizza. Ma chi sorprende davvero è Caleb Ewan (Lotto-Soudal), che ha rinvigorito i fasti di quando era dilettante e restava coi primi anche in salita: risponde agli attacchi con relativa facilita e per un breve tratto si mette anche in testa, un segnale perentorio che paralizza le intenzioni di potenziali attaccanti.

L'attacco di Stuyven nel caos finale
Si arriva in fondo alla discesa del Poggio con una dozzina di corridori, e mentre i principali favoriti si guardano e decidono cosa fare, ai -3 Jasper Stuyven prende l'iniziativa e scatta secco, molto bene, prendendo almeno un centinaio di metri. È l'unica possibilità che ha, nei tempi e nei modi: la non-reazione è tale che si muove anche Søren Kragh Andersen (Team DSM), riuscendo ad agganciare Stuyven. Al terzo tentativo dal gruppo Van Aert decide finalmente di muoversi generando una parvenza di inseguimento alla quale partecipano un po' tutti, anche perché il gruppo si è infoltito con alcuni rientri. Si vedono anche Sagan, Colbrelli, Trentin che decide di mandare al macero la sua gara lanciando la volata: poi all'ultimo chilometro finalmente si affaccia Van Der Poel. Ma è tardivo, perché Stuyen ne ha ancora tante e complice il vento a favore, riesce a restar davanti e a vincere la Milano-Sanremo, mentre Kragh Andersen perde terreno negli ultimi metri.

Sonny Colbrelli unico italiano in top ten
La tiratissima volata per il secondo posto la vince Caleb Ewan,il quale non potrà non avere l'amaro in bocca dopo una corsa da applausi. Il campione uscente Wout Van Aert è relegato al terzo posto, davanti a un ritrovato Peter Sagan e a Mathieu Van Der Poel.  Poi Michael Matthews (Bike-Exchange), Alex Aranburu (Astana) e Sonny Colbrelli (Bahrain Victorius), ottavo e migliore degli italiani, nonostante le poche corse nelle gambe. Il coraggioso Kragh Andersen ed Anthony Turgis (Total Direct Energie) chiudono la. top ten, con Matteo Trentin dodicesimo a pari tempo Giacomo Nizzolo 18esimo a 6".
Notizia di esempio
Ogni tanto anche Van Aert e Van der Poel sono umani