Professionisti

La Deceuninck fa la bizona, Pidcock respinto dai muri

26.03.2021 20:09

Le pagelle della E3 di Harelbeke: WolfPack insuperabile, Milan cresce bene, Trentin iellato. E Van Avermaet si ripropone


Kasper Asgreen - 10 e lode
O 110, o 1110, quello che volete: quando un corridore parte a 67 km dal traguardo, resta da solo per 55 km mentre alle sue spalle infuria la battaglia, poi lo riprendono ma lui ha ancora la forza e la capacità di inventarsi il colpo del ko, il dispensatore di voti non può far altro che dargli il massimo del massimo. Perché tutta questa storia indica alcuni aspetti, e uno in particolare: e cioè che il ragazzo non è dotato solo di gambe mostruose, ma di una testa fuori dal comune, che gli permette di gestirsi come se avesse un bilancino incorporato, dosando sapientemente ogni stilla di energia fino a centrare il bersaglio grosso. Approfittando del fatto di essere il meno controllato del gruppetto, e aggiungendo pure lo sfizio di partire di là dallo spartitraffico, sberleffo ulteriore come a sottolineare il fatto di andarsene alla chetichella. Una giornata fantasmagorica!

Mathieu Van der Poel - 8.5
Che cosa possiamo imputargli, davvero, stavolta? Di essersi fatto trovare un po' indietro quando la Deceuninck ha fatto partire il giradischi sul Taaienberg, ok, ma poi? Ci ha dato dentro come un dannato, dapprima attaccando, poi - dopo il rivolgimento tattico dettato dalla foratura di Van Aert - inseguendo per decine di chilometri, accollandosi la gran parte del lavoro con la consapevolezza che molto facilmente avrebbe trovato uno pronto a uccellarlo sul più bello. E pazienza, non ha mancato un cambio, una pedalata, un'accelerazione. E quando Kasper gli è partito ai 5 km non solo gli son mancate un po' di forze, com'era logico che fosse. Ma forse pure un po' di gusto. Si rifarà, presto o tardi.

Wout Van Aert - 7.5
Ha ribattuto colpo su colpo alle provocazioni targate Deceuninck, ma sul più bello ha forato, e quello che pareva un gruppo destinato a volare fino al traguardo si è sfaldato, inseguito dai suoi Jumbo-Visma una volta che Wout è stato raggiunto dal plotone. Dopodiché il grosso del lavoro è stato svolto da lui e Mathieu, per chiudere su Asgreen. Però su un altro più bello, a metà del Tiegemberg, all'ennesima accelerazione di MVDP, gli si è spenta per un attimo la luce. E lui ci ha provato poi a riaccendersi, certo; ma la corsa era ormai andata.

Deceuninck-Quick Step - 10 e lode
Anche alla squadra, sì. L'attacco del Taaienberg è stato pianificato nel dettaglio e da lì è partita la vittoria di Asgreen: non è casuale. Ma quell'azione di gruppo sottolineava la volontà di inventare una corsa diversa per togliere il terreno da sotto i piedi ai due favoriti. E poi uno spettacolo d'ammiraglia e di gruppo, in ogni drappello anche sparuto ce n'era sempre uno dei loro, o due, o tre, una supremazia che già altre volte abbiamo visto ma che in questa E3 è stata davvero sfrontata. Parevano in 10 anziché in sette, parevano la bizona di Oronzo Canà. Una presenza che a un certo punto è diventata terrorizzante per Van der Poel: nel momento in cui pare che nessuno possa più rientrare sul gruppetto e invece si rifanno sotto in due, e uno è un altro del WolfPack... l'avete vista la faccia di Mathieu quando si è voltato e l'ha visto arrivare, Lampaert?

Marco Haller - 8
In fuga da non si sa quando, non si sa come è riuscito a portarsi a casa una top ten, arricchita da un animus pugnandi espresso per tutta la durata della gara. Da incorniciare.

Jonathan Milan - 7
No, in realtà il "non si sa come" di qui sopra ha una spiegazione: e cioè che il giovane Jonathan ha lavorato benissimo nella fuga, per aiutare Haller il quale si è potuto un po' risparmiare strada facendo, ritrovandosi nel finale le energie utili per il decimo posto. Il giovane Jonathan crescerà tanto, anche se è già altissimo. Lo aspettiamo con chilometri di fiducia.

Florian Sénéchal - 8.5
Se cercavate un nuovo Devolder, eccovelo. Vince pochissimo, ma da ingranaggio prezioso del WolfPack un Fiandre se lo mette in bacheca, presto o tardi. A parte che è veloce (citofonare Van der Poel per sondaggio d'opinione sul tema), a parte che cresce di anno in anno, a parte il secondo posto di oggi accolto come se fosse una vittoria (e lo era, per certi versi) a testimonianza di un prezioso senso d'appartenenza al team, a parte tutto il resto... l'abbiamo già detto che questo vince un Fiandre prima o poi?

Jasper Stuyven - 6
Presentissimo nel momento dell'assalto frontale Deceuninck, l'ultimo iscritto al Circolo dei Sanremisti non ha poi tenuto dietro alle più forsennate intemerate dei crossisti, ma è poi riemerso nel finale, con Benoot, ma con un tempismo che tradisce il malfunzionamento della sveglia.

Mads Pedersen - 5
Respinto senza appello sin dal Taaienberg, quando ci son troppi muri o troppo duri mostra un po' la corda.

Matteo Trentin - 6.5
Finché c'è stata aria nelle sue ruote è stato nel vivo dell'azione, addirittura il primo a rispondere ai Deceuninck ai -80. Poi una foratura ha sgonfiato le sue ambizioni, ma solo per oggi.

Stefan Küng - 5.5
Il capomacchina dei treni persi: ha mancato spesso di un soffio l'aggancio a un gruppetto buono, promuovendo al contrario azioni destinate a sfumare. A volte è anche questione di fortuna, un po'.

Zdenek Stybar - 8
Un deus ex machina, un grande vecchio, un'eminenza grigia in corsa per la Deceuninck, l'abbiamo visto spesso incollato al mozzo di Van der Poel o Van Aert a frustrarne gli afflati, recitando un ruolo tattico di supremo valore. C'è molto di Zdenek nel successo di Kasper.

Tom Pidcock - 5.5
Mai in corsa, sempre respinto dall'ultimo utente agganciato con le unghie al bus, proprio tipo Fantozzi sulla sopraelevata. Giornata no o resa temporanea al cospetto dei muri, il tempo lo dirà. Non affondiamo il colpo perché ha pur sempre appena 21 anni, ma è apparso ancora lontano anche solo dalla solidità del suo compagno Dylan Van Baarle, tanto per fare il nome di uno che oggi ha fatto una gran bella corsa (coronata dal settimo posto finale).

Greg Van Avermaet - 7
Chiudiamo con Gregga, che oggi non ha succhiato le ruote ma anzi si è speso per quanto ha potuto, insieme al compagno Oliver Naesen, cavando come tutti gli avversari della Dec meno del classico ragnetto from his hole. Alla fine non ha potuto ottenere meglio di un sesto posto (quarto invece Naesen), ma il messaggio ai giovani avversari è comunque arrivato: "io sono ancora qua". Eh, già.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!