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Nizzolo! Ti stavamo aspettando tutti quanti

21.05.2021 17:39

Dopo anni di tentativi sfumati spesso per pochissimo e 11 secondi posti, a Verona Giacomo riesce a conquistare il primo sospirato successo al Giro. Battuti il finisseur Affini e Sagan. Domani i big si sfidano sullo Zoncolan


Quanto dev'essere difficile digerire 11 secondi posti? In qualsiasi gioco o competizione, 11 secondi posti viene il dubbio pure a citarli, se per caso non ci si stia sbagliando. Perché 11 secondi posti son tanti, eh. A metterli tutti in fila uno dopo l'altro si rischia seriamente una botta di depressione, se uno ci ripensa. E invece c'è qualcuno, al Giro d'Italia, che quest'esperienza se l'è vissuta tutta sulla propria pelle. Ma ora, oggi, stasera, potrà finalmente chiudere nel cubicolo dei ricordi quella serie che pareva infinita, e aprire il sorriso su una nuova storia: quella che raccontava di quando, un bel pomeriggio del maggio 2021, Giacomo Nizzolo riuscì infine a vincere la sua benedetta tappa al Giro.

Non serve neanche fare il resoconto mentale di quali volte si fosse avvicinato di più (una volta le braccia al traguardo le aveva pure alzate, salvo venir declassato poco dopo), 11 volte sulla piazza d'onore significa che l'ha sfiorata e risfiorata, negli anni. E nel frattempo è diventato un corridore maturo, sicuro di sé, anche sereno nonostante questa statistica maledetta; ha vinto il titolo italiano, poi l'ha rivinto, ha conquistato un titolo continentale l'anno scorso, e in mezzo si è pure portato a casa due maglie ciclamino. Insomma, chi più di lui meritava una vittoria nella corsa rosa?

Veniamo al come, è arrivata questa vittoria. Non si è dovuto aspettare nemmeno un secondo perché Simon Pellaud (Androni-Sidermec), Samuele Rivi (Eolo-Kometa) e Umberto Marengo (Bardiani-CSF) partissero in fuga nella Ravenna-Verona, 198 km totalmente piatti per la tappa numero 13 del Giro d'Italia 2021. I tre habitué degli attacchi a lunga gittata si sono messi le gambe in spalla anche oggi, hanno raggiunto un vantaggio massimo di 7'40" al trentesimo chilometro, e hanno proceduto insieme fino al traguardo volante di Ferrara (km 67), dove Pellaud si è avvantaggiato in contropiede sullo sprint vinto da Marengo su Rivi, per restare solo al comando fino ai -112, quando è stato ripreso (ma ha rallentato lui) dagli altri due; 19 km di avanscoperta che gli tornano utili nella classifica delle fughe.

Al traguardo volante il gruppo era stato regolato da Fernando Gaviria (UAE-Emirates) su Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation) e Juan Sebastián Molano (UAE), solo settima (e quinto del gruppo) la maglia ciclamino Peter Sagan (Bora-Hansgrohe).

Da qui e per 60 km non è successo praticamente niente, se escludiamo un piccolo sanguinamento dal naso di Gaviria a 80 km dalla fine, col colombiano che ha stazionato a lungo alla macchina del medico di corsa. Il vantaggio dei tre fuggitivi è via via scemato, da un certo momento in avanti il gruppo l'ha tenuto ancorato intorno ai 3', poi ai -56 Rivi ha fatto una sparata uscendo dal terzetto, un po' come aveva fatto in precedenza Pellaud. In realtà il 23enne trentino voleva solo assicurarsi il traguardo volante di Bagnolo San Vito, posto ai -54 km; superato quello, si è rialzato. Poco dopo, proprio allo stesso passaggio intermedio, Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Rémi Cavagna (Deceuninck-Quick Step) hanno accennato un proposito di ventaglio, accelerando all'improvviso. Qualche minuto di subbuglio, poi tutto è rientrato.

L'avventura dei fuggitivi è andata avanti fino a 7 km dalla fine, c'è da dire che i tre ce l'hanno messa proprio tutta per posporre il più possibile l'inevitabile momento, ma oggi non c'era proprio modo di sfuggire alla legge del gruppone. Si è andati dritti alla volata, sugli stradoni veronesi. Il treno UAE con Maxi Richeze davanti a Fernando Gaviria, con Juan Sebastián Molano pronto a intervenire, ha preso il comando delle operazioni ai 2 km; ma di lì a poco sono emersi anche i vagoncini Bora-Hansgrohe per lanciare Sagan, e ai 1500 metri hanno fatto la loro comparsa i gialloneri della Jumbo-Visma per Dylan Groenewegen.

Solo all'ultimo km si son fatti avanti i Cofidis, Solutions Crédits per l'uomo di casa Elia Viviani, ma non sono riusciti a scalzare via Gli Jumbo. Edoardo Affini (proprio un giallonero) ha preso in testa l'uscita dall'ultima rotonda ai 500 metri, si è trovato al comando con un bel buco alle spalle, e allora ci ha provato sul serio: Fernando Gaviria ha pensato giustamente di stringere i tempi per andare a chiudere sul mantovano, ed è partito lungo, ma alla sua ruota era appostato Giacomo Nizzolo (Qhubeka-Assos). Il campione europeo (nonché italiano) in carica ha calcolato tutto al millesimo: facendosi di fatto lanciare dal colombiano (il quale, nel frattempo, perdeva la sella!), è volato sulla ruota di Affini trovando un altro pezzo di scia utilissima per lanciarsi verso il primo successo al Giro. Grandissima la sua gioia, incrementata anche dall'aver trovato al traguardo un pezzo del suo fan club a festeggiare l'attesissima affermazione.

Affini si accontenta di un comunque imprevedibile secondo posto, e per il terzo il Gaviria desellato è stato rimontato nel finale da Sagan e Cimolai, finiti nell'ordine davanti a lui. Top ten completata da Stefano Oldani (Lotto), Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty), Max Kanter (DSM), Elia Viviani e Dylan Groenewegen.

La classifica generale è immutata, Egan Bernal (Ineos Grenadiers) si gode il quinto giorno in maglia rosa con 45" su Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech), 1'12" su Damiano Caruso (Bahrain-Victorious), 1'17" su Hugh Carthy (EF Education-Nippo), 1'22" su Simon Yates (BikeExchange), 1'50" su Emanuel Buchmann (Bora), 2'22" su Remco Evenepoel (Deceuninck), 2'24" su Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 2'49" su Tobias Foss (Jumbo-Visma) e 3'15" su Daniel Martínez (Ineos); Vincenzo Nibali (Trek) è 13esimo a 4'04", Gianni Moscon (Ineos) 14esimo a 4'25", Davide Formolo (UAE) 18esimo a 7'16". La classifica a punti, molto mossa dal risultato odierno, vede sempre Peter Sagan al comando: 135 punti per lui, 126 per Nizzolo in forte avvicinamento, 113 per Cimolai, 110 per Gaviria, 86 per Viviani.

Domani un altro degli snodi  più attesi del Giro 2021: la Cittadella-Monte Zoncolan, 205 km, prevede nel finale uno dei totem del ciclismo contemporaneo, sebbene dal versante di Sutrio, più morbido di quello di Ovaro. Sono pur sempre 14 km all'8.5% di pendenza media, e con punte (specie nel finale) superiori al 20%. Chiamatelo versante morbido... Nell'avvicinamento al Mostro si affronteranno pure i Gpm di Castello di Caneva (4a categoria al km 77) e di Forcella Monte Rest (2a categoria al km 147), ma a nessuno dei big salterà in mente di fare la corsa prima della salita finale. Sulla quale, comunque, le forze in campo dovranno a tutti i costi essere schierati: da domani nessuno potrà più nascondersi.
Notizia di esempio
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!