Ciclocross

Obiettivo Fayetteville: i favoriti tra gli under 23

27.01.2022 19:37

A pochi giorni dai Mondiali di cross statunitensi analizziamo i pretendenti alla maglia iridata e a un posto sul podio. Tra gli U23 è grande incertezza, imponderabile capire chi potrà rompere l'equilibrio. L'Italia schiera Toneatti e Leone


Mees Hendrikx
Si parte da lui, il vincitore della Coppa del Mondo e bronzo a Dubendorf 2020, sempre con gli U23. Un crossista non appariscente e nemmeno famoso come altri, ma a cui va accordato tantissimo credito. È all'ultima stagione tra gli under e vuole salutare la categoria con la vittoria mondiale. Nel corso di questo 2021-2022, lui che è conosciuto per non essere un gran vincente (a Tabor, in novembre, l'unico successo degli ultimi quattro anni), è stato l'under più continuo e costante, come dimostrato appunto dalla generale della CDM. A Rucphen ha conquistato il titolo neerlandese battendo due mostri come Ryan Kamp e Pim Ronhaar e domenica, a Hoogerheide, è addirittura arrivato sesto con gli élite, davanti a gente come Hermans (colpito dal virus) e Sweeck, potenziali candidati all'oro nella massima categoria. Il percorso gli si addice, la condizione c'è, dovrà essere bravo a cambiare l'abitudine e non centrare "solo" un piazzamento.

Emiel Verstrynge
Campione belga al termine di un appassionante duello con Jente Michels e vincitore dell'ultima tappa di CDM a Flamanville. Sempre nei primi 5 nella propria categoria e quasi ogni volta nei 15 tra gli élite, è in ottima forma e adatto a qualsiasi tracciato. Ha una sparata finale che, come dimostrato a Middelkerke e in Francia, gli consente di aspettare gli ultimi giri prima di muoversi e nel frattempo seguire le mosse altrui. In caso di bisogno, è in grado di prendere in mano la gara e renderla durissima; insomma, ha tante frecce nella propria faretra.

Ryan Kamp
Altro grandissimo talento sfornato dall'annata 2000 del ciclismo (quella di Evenepoel, per intenderci). Tra tutti, il neerlandese è quello con il curriculum migliore, che recita: 2 campionati europei (Rosmalen 2020 e Vamberg 2021), 1 campionato del mondo (Dubendorf 2020) e 2 campionati nazionali (ottenuti quando ancora era primo e secondo anno), oltre alla medaglia d'argento ad Ostenda la passata stagione. Viene quindi difficile metterlo dietro a qualcuno nelle gerarchie, anche perché ha sempre avuto un istinto killer spaventoso nelle corse in cui partiva da favorito o tra i favoriti. Un tracciato veloce, contro questa concorrenza, lo favorisce sicuramente, anche perché il buon Ryan ha uno spunto niente male (all'Europeo ha battuto Nys, per dire, ma le circostanze erano totalmente diverse, a partire dalla pendenza del rettilineo finale), che in un cross molto equilibrato come si prospetta il Mondiale U23 è un'arma fondamentale. Tatticamente legge molto bene i vari movimenti durante la corsa ed in partenza è forse il migliore al mondo, tanto che a volte rovina le proprie gare con gli élite rimanendo a tirare i primi giri in favore dei compagni e restando senza energie nel finale. Sabato non avrà questo problema, ovviamente.

Pim Ronhaar
Il campione del mondo uscente, dominatore dodici mesi fa ad Ostenda, leader dell'X2O e secondo nella CDM. E allora perché non in cima a questa rosa di favoriti? Sostanzialmente per due motivi: il primo è che tutti i nomi che sono stati fatti e che verranno tirati fuori più avanti sono interscambiabili tra loro, la situazione tra gli under è molto fluida e i rapporti di forza cambiano di settimana in settimana, di gara in gara e a seconda del tracciato; e allora eccolo qui il secondo motivo, il percorso. Ronhaar è uno specialista della sabbia e del fango, ama i circuiti duri in primis e la corsa a piedi, inoltre è forse colui che ha più potenza di tutti (solo Thibau Nys lo supera, probabilmente). Come si è avuto modo di far notare più volte, assomiglia per molti aspetti al Van Aert crossista, seppur in piccolo. Pim si è preparato specificamente per questo obiettivo, lavorando a cavallo di Flamanville ed Hamme insieme a Brand e Van der Haar. I punti a suo favore nel percorso, che avrebbe apprezzato molto di più nelle condizioni di ottobre, quando nel fango finì quinto tra gli élite, sono la lunga salita ad inizio giro e la scalinata, i due tratti principali in cui si farà selezione.

Thibau Nys
Stagione molto strana la sua, con l'alternarsi continuo di alti (altissimi) e bassi (bassissimi). Buon inizio tra Koppenbergcross ed Europeo (terzo in entrambi), poi il crollo verticale, poche soddisfazioni e tante domande, fino al ritiro di Namur. Lì è scattato qualcosa nella sua mente, ha realizzato la natura del problema e dopo due soli cross era già tornato sul gradino più alto del podio. Azencross, Baal ed Herentals, un successo dopo l'altro, un dominio dopo l'altro. Proprio quando sembrava lanciatissimo verso la conquista di BK (campionato belga) e Mondiale un altro intoppo. A metà della prova di Middelkerke, che tra l'altro non stava andando granché bene per Thibau, una caduta violenta lo mette fuori gioco. Si prevede un lungo stop causa frattura della clavicola e quindi la fine della stagione crossistica. Dopo pochi giorni, invece, le notizie sono diametralmente cambiate e la sua presenza a Fayetteville è confermata. Rientra ad Hamme con un convincente quinto posto che gli dà fiducia in vista dell'appuntamento iridato. Rimane da capire quanto e come sia riuscito a recuperare dall'infortunio, certo è che se dovesse tornare sui livelli di Baal sarebbe da considerarsi il favorito numero uno. In caso contrario, il podio rimane possibile.

Jente Michels
È solo un 2003 eppure si è già preso la scena del cross (e in misura minore, anche della strada). La scorsa stagione non ha potuto correre il campionato del mondo con gli juniores e a distanza di un anno vuole vendicarsi prendendosi il titolo under 23. Partito bene a inizio 2021, ma senza quelle prestazioni eccezionali che ci si potevano attendere da un fuoriclasse in erba come Michels, nel periodo natalizio si è dato la scossa e a Middelkerke ha sfiorato il titolo nazionale e forse senza Wyseure oggi il driekleur l'indosserebbe lui. Molto abile tecnicamente, lui che è anche un amante della sabbia, non dovrebbe trovare il percorso di Fayetteville estremamente adatto alle proprie caratteristiche, ma da uno coi suoi numeri ci dobbiamo aspettare di tutto, anche la vittoria.

Niels Vandeputte
Insieme a Ronhaar quello che ha più esperienza ai piani alti della categoria élite (terzo lo scorso anno a Brussels, sesto quest'anno a Vermiglio e Besançon). Solo quattro corse con gli under nel 2021-2022: due secondi posti, a Namur e all'Europeo, e due tredicesimi, a Dendermonde e Tabor. Conferma che il livello dei big è molto simile e da un giorno all'altro si può vincere e poi uscire dalla top ten. Nell'ultimo periodo si è comportato mediamente bene, senza impressionare; ad Hoogerheide è sprofondato dopo un ottimo inizio e la tecnica, che è il suo punto forte, non lo aiuterà più di tanto in Arkansas. Un vantaggio sarà quello di partire in prima fila, a differenza di molti connazionali.

Cameron Mason
Dopo una sfilza di belgi e neerlandesi, l'ultimo che trova spazio nella lista è questo britannico della Trinity, secondo all'Europeo di Rosmalen nel 2020. Anche lui, proprio come Ronhaar, non a caso avversario nei suoi duelli, predilige il fango e preferirebbe un terreno simile a quello di ottobre. Con una superficie veloce, contro questi avversari non può far molto e dovrà sfruttare la rivalità interna tra le due squadre ed approfittarne se possibile; difficilmente, infatti, vedremo giochi di squadra. A Flamanville, ad esempio, i tre neerlandesi si sono fatti mettere nel sacco da Verstrynge, mentre all'Europeo un'intera truppa di belgi è stata sconfitta da Kamp. Punto a suo sfavore: solitamente in partenza non è un fulmine di guerra.

Nonostante si siano già fatti tanti nomi, ci sono altri validissimi crossisti che possono legittimamente puntare almeno ad una top five: gli svizzeri Dario Lillo e Loris Rouiller (caduto malamente ad Hoogerheide) e i belgi Gerben Kuypers e Joran Wyseure (altro che ama più il fango dell'erba), con la speranza che Samuele Leone e soprattutto Davide Toneatti tirino fuori il coniglio dal cilindro.
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