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Forza Egan, noi ti stiamo aspettando!

09.02.2022 13:37

Una carriera costellata da intoppi più o meno gravi, ma con l'incidente del 24 gennaio Bernal ha rischiato seriamente di morire o di restare paralizzato. Ha però l'età per riprendersi, e la già evidenziata voglia di tornare presto


Egan Bernal continua ad avere un conto in sospeso con il ciclismo, che lo sta continuamente portando delle stelle alle stalle senza possibilità di stabilizzarsi e trovare il suo spazio. Fin da subito (già quando era alla corte di Gianni Savio) è stato ritenuto, giustamente, uno straordinario talento, ma altrettanto presto si è trovato a superare ostacoli più grandi di lui. Al primo anno in casa Sky, prende parte al suo primo Tour de France, secondo alcuni già con la possibilità di trovarsi in alta classifica; nella tappa del pavé è vittima di una caduta rocambolesca che gli procura fratture alle dita, nonché un ritardo di 16'. Alla fine di quel Tour sarà comunque uno dei gregari di riferimento per Thomas e Froome e arriverà 15esimo a 27'52", con le dita fratturate.

L'anno dopo avviene la consacrazione con la vittoria proprio del Tour de France, ma gli viene troncata l'impresa in vetta all'Iseran da una grandinata tremenda: così invece di portare a termine trionfalmente una presumibile fuga solitaria di 40 km, non si può nemmeno togliere la soddisfazione di alzare le braccia al cielo. Poi di nuovo sfortuna nel 2020, anno in cui si ripresenta un dolore cronico alla schiena provocato dalla scoliosi, facendo sì che l'appuntamento centrale del Tour de France venga toppato alla grande. Risolve pure questo e l'anno scorso porta a casa il suo primo Giro d'Italia, dimostrando che non era per niente finito e aveva tanto da dire. In compenso quando giunge il momento di vendicare la neutralizzazione di Tignes, sul passo Giau, la sua azione la vedono solo i pochi tifosi che si trovano lungo la strada, perché le condizioni meteo impediscono alle telecamere di trasmettere le immagini, quasi come se il destino non volesse dargli mai soddisfazione fino in fondo.

Nel 2022 Egan Bernal sarebbe dovuto tornare al Tour de France, invece lo scorso 24 gennaio è finito addosso ad un pullman mentre si allenava in Colombia con la bici da crono, proprio come al Tour del 2018 finì addosso ad un'ammiraglia mentre cercava di riagganciare il gruppo. Il problema è che Eganito stavolta non se l'è cavata con qualche dito fratturato: undici costole, un femore, una rotula, due vertebre toraciche, l'odontoide, un metacarpo e un pollice, nonché un dente e perforazioni ai due polmoni; come conseguenza di tutto ciò ha subìto la bellezza di 5 interventi chirurgici in 10 giorni. Insomma, una caduta tremenda, che interrompe nuovamente la sua crescita e gli impedisce di poter sfidare ad armi pari Pogacar e Roglic quest'anno. Continua, dunque, ad allungarsi il già infinito conto in sospeso con questo sport che gli è soltanto debitore, anche perché tanto umanamente quanto ciclisticamente ad Egan gli vogliamo tutti un po' bene, fosse anche solo perché è stato lanciato da una formazione Professional italiana.

La cosa certa è che non ha perso la grinta con cui ha superato tutte le altre difficoltà: "Ho rischiato di ammazzarmi, ma sapete una cosa? Sono grato a Dio per avermi fatto vivere questa prova che è la corsa più difficile della mia vita", così ha scritto sui social, siglando il post con un super ottimistico "I'M BACK!! And let's rock!". Al momento non si possono assolutamente fare previsioni; piuttosto è il momento di festeggiare il fatto che sia ancora vivo e con piena libertà di movimento (come detto da lui stesso, ha rischiato fortemente di restare paralizzato). Detto ciò, nulla vieta di rivederlo in corsa relativamente presto, ma non si può certo sapere che tipo di strascichi potrebbe lasciare a lungo termine un infortunio di questa portata. A vantaggio del colombiano c'è l'ancor giovanissima età (25 anni): se lo stesso incidente capitasse a un corridore che di anni ne ha 37, sarebbe sicuramente molto più difficile, sia perché potrebbero mancare stimoli da un punto di vista psicologico, sia perché il fisico è sicuramente meno in grado di rigenerarsi, nel senso letterale del termine.

La foto che il ragazzo ha pubblicato l'altro giorno (e che vedete in alto), lui con lo staff medico che letteralmente l'ha rimesso in piedi, ci ispira i più sinceri auguri di pronta guarigione: li estendiamo ad Egan Bernal, sperando che possa tornare presto e farci sognare, magari con un'impresa degna di questa parola che possa anche essere vista in televisione... Insomma gli auguriamo di lasciare presto un segno indelebile che possa restare per sempre nella mente di noi ciclofili.
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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.