Donne Élite

Fiandre di Lotte e di (mal)governo

03.04.2022 23:12

Una Kopecky impeccabile vince la Ronde femminile davanti ad Annemiek Van Vleuten che invece pecca eccome nel gestire una Movistar che avrebbe avuto altre carte da giocare. Chantal Blaak sul podio, Marta Bastianelli decima


Che stagione per Lotte Kopecky, quella di una maturità raggiunta da tempo e oggi certificata dalla vittoria più attesa, sospirata, importante per una belga: il Giro delle Fiandre. A 12 anni dall'unico successo casalingo nella classica fiamminga (fu Grace Verbeke a imporsi nel 2010) il folto pubblico presente a Oudenaarde e dintorni ha potuto gioire e consolarsi per la magra della prova maschile, orfana di sua maestà Wout. Una vittoria che segue quella già preziosa della Strade Bianche di un mese fa e che rimette Lotte (che peraltro da allora non è più uscita dalle top ten in tutte le prove disputate) sullo stesso livello di Elisa Balsamo, che nel frattempo ha fatto la voce grossa tra Cittiglio, De Panne e Wevelgem.

Una vittoria, ancora, che è frutto di una doppia coproduzione: quella con le compagne di una SD Worx oggi preponderante, in particolare con la solida Chantal Blaak (non per niente terza all'arrivo), una Marlen Reusser preziosissima in ogni piega della corsa e una Christine Majerus sempre pronta a sporcarsi le mani in fuga; e quella con le avversarie della Movistar, che in verità hanno fatto di tutto per buttarla via, la corsa, in particolare per mano di Annemiek La Sanguinaria, una Van Vleuten che non si è fatta il minimo scrupolo di mandare all'aria una promettente azione di Arlenis Sierra in un gruppetto in cui la cubana avrebbe potuto agevolmente vincere la volata ristretta; tanto quanto quella che le ha permesso più tardi di aggiudicarsi la quarta posizione, tanto per intenderci.

La voracità tatticamente cieca della plurititolata olandese non toglie però un grammo di merito all'affermazione di Kopecky, che da parte sua non ha mollato per un solo attimo la ruota di AVV, anche nei momenti di massimo sforzo dell'avversaria, tra Oude-Kwaremont e Paterberg nel finale ad alta intensità proposto dall'immarcescibile campionessa di Vleuten.

Per le ragazze italiane una giornata di transizione, non tanto per la condotta di gara, dato che ne abbiamo sempre avuta più d'una nel vivo (almeno fino al Paterberg), quanto per il risultato, che recita di un decimo posto di Marta Bastianelli (qui a segno nel 2019) davanti a Silvia Persico, con Sofia Bertizzolo pure lei nelle 20, mentre Elisa Balsamo è mancata un po' nel finale (27esima alla fine), ma la flessione della cuneese è ampiamente comprensibile (nonché emendabile nelle prossime uscite della Campionessa del Mondo, che siamo terribilmente curiosi di rivedere alla Roubaix fra quindici giorni, dopo la prova in chiaroscuro dell'ottobre scorso).

158.6 i chilometri da coprire per questo 19esimo Giro delle Fiandre femminile, partenza e arrivo a Oudenaarde e clima ancor più freddo rispetto alla prova maschile (le donne hanno corso un po' dopo). La gara è stata caratterizzata da una bella fuga di Clara Honsinger (EF Education-TIBCO), Sofie Van Rooijen (Parkhotel Valkenburg), Olivia Baril (Valcar-Travel & Service) e Maria Martins (Le Col-Wahoo), partite dopo una decina di chilometri e arrivate ad avere fino a quasi quattro minuti ai -100 rispetto al gruppo, ma in mezzo tra le battistrada e il plotone (controllato a lungo dalla SD Worx) non sono mai mancate delle contrattaccanti intercalate. Tra queste, molto presto ha fatto capolino Sofia Bertizzolo (UAE ADQ), mentre il drappello di testa si è via via selezionato, e delle quattro la sola Baril ha resistito in prima linea quando la corsa ha chiamato in causa le protagoniste più attese.

Dopo una serie di attacchi di Lucinda Brand (Trek-Segafredo), ai -56 Maike Van der Duin (Le Col), Marit Raijmakers (Human Powered Health) e Camilla Alessio (Ceratizit-WNT) sono rientrate davanti (c'era la Baril, come detto, e in quel frangente ancora pure la Honsinger); il Koppenberg ai -43 ha ampiamente rimescolato le carte, portando il gruppo a un passo dalle prime, e sul successivo Taaienberg ai -35 un'ispirata Arlenis Sierra (Movistar) ha dato vita a un importante rilancio portandosi appresso le già avanzate Alessio, Raijmakers, Van der Duin e Baril, e inoltre di nuovo Bertizzolo e poi Christine Majerus (SD Worx), Maria Giulia Confalonieri (Ceratizit), Anna Henderson (Jumbo-Visma), Katarzyna Niewiadoma (Canyon//SRAM Racing), Brodie Chapman (FDJ Nouvelle-Aquitaine). Un gruppetto di 11 pieno di interessante qualità, per una situazione potenzialmente molto promettente.

A questo punto è salita in cattedra (si fa per dire) la Movistar, che pur avendo la Sierra lì davanti non ha disdegnato di lavorare dietro per inseguire le attaccanti che arrivavano a lambire il minuto di vantaggio. Il risultato è stato che la fuga è stata tenuta a bada e sul Kruisberg-Hotond ai -28 Annemiek Van Vleuten (Movistar) ha fatto una prima mossa insieme a Grace Brown (FDJ) e Lotte Kopecky (SD Worx) in ferrea marcatura; AVV ha poi rilanciato una seconda volta ai -27, Kopecky ha chiuso di nuovo.

La fuga intanto si sfilacciava, perdeva elementi e nonostante l'emozionante impegno della giovane Alessio (20 anni) in favore di Confa era destinata a sfiorire definitivamente. Marlen Reusser (SD Worx) si è prodotta in un assolo che le ha permesso di chiudere la ventina scarsa di secondi di gap rispetto alle prime, su cui si è portata ai -23 per poi provare subito a ripartire tutta sola.

La riuscita del tentativo della campionessa elvetica era solo rinviata al passaggio sull'Oude-Kwaremont ai -18: qui la rossocrociata si è involata con la Chapman, intanto Van Vleuten e Kopecky, coppia inossidabile, si avvantaggiavano insieme a Chantal Blaak (SD Worx) sui resti del gruppo, raggiungevano - tra le superstiti della fuga - proprio in cima al muro Henderson, Bertizzolo e Confalonieri, e subito dopo anche Sierra e Niewiadoma.

Il drappello così formato si è presentato ai piedi del Paterberg ai -13 con 8" di ritardo rispetto a Reusser-Chapman, e sul più breve e letale dei muri fiamminghi Annemiek ha riaperto il gas, sbarazzandosi di tutte quelle del gruppetto tranne che della solita Kopecky, ancora reattivissima; intanto Reusser staccava Chapman e si vedeva rimessa nel mirino dalla coppia di favorite. Non era però ancora finita, perché ai -12 la stessa Chapman è rientrata sulle prime con le sopraggiungenti Niewiadoma e Blaak: in pratica si determinava una superiorità totale delle SD Worx, tre su sei con Reusser e Blaak accanto alla capitana Kopecky, che per inciso era la più veloce della compagnia. Per perdere ci sarebbe voluto un vero miracolo.

Ai -11 è iniziato il lavoro di tenaglia delle compagne di Lotte, Blaak è partita e Van Vleuten ha dovuto chiudere; dietro di lei sempre Kopecky, invece Chapman, Niewiadoma e Reusser alzavano bandiera bianca. Il terzetto era fatto: Chantal e Lotte contro Annemiek, strategia a perdere per l'olandese e Arlenis che dietro scalpitava nel secondo gruppetto, proponendo velleitari allunghi per non sapere come incanalare diversamente la rabbia agonistica (e forse non solo agonistica).

Nulla è più cambiato fino alla fine, Van Vleuten ha evitato di collaborare con le due SD Worx ma in volata non aveva grosse chance contro la Kopecky, che infatti ha regolarmente vinto con nettezza e notevole soddisfazione, mentre Chantal dietro esultava per la vittoria di squadra più che per il personale terzo posto. Sfumato il tris per AVV (vincente qui nel 2011 e nel 2021) ma ci riproverà senz'altro l'anno prossimo ad onta degli "anta" in arrivo.

Ordine d'arrivo: due secondi tra Kopecky-Van Vleuten e Blaak, poi a 40" il gruppetto in cui digrignando i denti Arlenis ha battuto per il quarto posto Reusser, Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ), rientrata nel finale, Brown e Niewiadoma; a 42" è stata cronometrata Chapman, quindi a 1'10" un drappello più corposto con Marta Bastianelli (UAE) a vincere la volatina del decimo posto davanti a Silvia Persico (Valcar), con Bertizzolo 16esima e Confalonieri 22esima. Le classiche non finiscono certo qui e già mercoledì ci sarà la velocissima Scheldeprijs per permettere (almeno ad alcune) di tenere in caldo la gamba in vista dell'Amstel di domenica prossima.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!