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La Bora è un coro alpino e Higuita lo dirige

30.04.2022 17:13

 Tour de Romandie, nella quarta tappa è festa del team tedesco, primo il colombiano e secondo Vlasov; completa il podio parziale Ayuso. Dennis perde solo tre secondi e difende la leadership, domani la cronometro decisiva. Damiano Caruso sfortunato nel finale


Con la cessione di Peter Sagan e dei suoi "fedelissimi", in casa Bora-Hansgrohe si era liberato spazio e così quest'inverno la squadra teutonica ha rinforzato il reparto scalatori/Ardennisti, inserendo in rosa Sergio Higuita e Aleksandr Vlasov, fra gli altri. L'effetto della nuova compagine sui due nuovi acquisti non può che dirsi positivissimo. Higuita da inizio anno ha già messo insieme cinque vittorie (compresa quella odierna), tra cui la generale al Catalogna e appena una settimana fa è giunto ai piedi del podio nella Liegi-Bastogne-Liegi; Doyenne dove a mettersi in evidenza è stato anche colui che oggi la frazione l'ha persa per qualche centimetro, Vlasov. Il russo ex-Astana in questo primo scorcio di 2022 ha denotato un cambio di passo all'insegna della costanza ad alti livelli, e domani sfiderà Dennis per la conquista del Giro di Romandia 2022. Proprio Rohan è il terzo vincitore odierno, poiché, nel tanto atteso tappone, ha limitato più che discretamente i danni, lasciando per strada appena 3" più abbuono ai diretti rivali. In vista del Tour de France la Jumbo sa di poter contare su una vera e propria locomotiva ai servigi di Roglic e Vingegaard.

La tappa regina, Aigle-Zinal, conta di 6 GPM (cinque di prima categoria e uno di seconda) distribuiti su 180 km, di cui gli ultimi 120 molto impegnativi. Le danze si aprono con l'ascesa di Nax (10.2 km al 7.7%), seguita dal primo passaggio a Les Pontis (7.3 km al 7.5%). In tabella poi Saint-Luc (4.6 km al 7.8%), Les Ziettes d’en Bas (4.6 km al 5.9%, unico di 2^cat.), discesa e il finale con Les Pontis per la seconda volta, Grimentz (6.2 km al 7.1%) e gli ultimi 5 chilometri ancora all'insù, seppur senza le pendenze trovate in precedenza.

La giornata si apre con i primi ritiri: non prendono il via Brandon McNulty, potenziale contendente per la generale, Fernando Gaviria (entrambi UAE Team Emirates) e la coppia DSM Romain Combaud-Martijn Tusveld, preservati in ottica Giro d'Italia. La fuga di 12 elementi non ci mette molto a prendere il largo, presenti al suo interno Filippo Colombo, Yannis Voisard e Nils Brun (Svizzera), Quinten Hermans (Intermarché-Wanty-Gobert), Óscar Rodríguez (Movistar Team), Ivo Oliveira (UAE), Toms Skujins (Trek-Segafredo), Marco Brenner (DSM), James Knox (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal), Ion Izagirre (Cofidis) e Raúl García Pierna (Equipo Kern Pharma). Colombo ed Hermans i due più pericolosi per gli uomini di classifica, distanti dal leader Rohan Dennis (Jumbo-Visma) appena, rispettivamente, 33" e 37".

La squadra dell'australiano guida il plotone, mantenendo a tiro di schioppo i battistrada, i quali raggranellano un vantaggio massimo di 5' dopo poco più di 20 km. I neerlandesi aumentano l'andatura sino a sfiorare il minuto di svantaggio, ma per merito dell'attacco di Knox e Vanhoucke sul Saint-Luc ai -80 si forma un quintetto (presenti davanti anche Skujins, Izagirre e Rodríguez) di buoni scalatori che riporta il margine oltre i 3 primi, all'imbocco della salita finale di quasi 30km con qualche tratto in contropendenza.

Cambio della guardia sulle prime pendici di Les Pontis, ai -27, la Groupama-FDJ di Thibaut Pinot si porta in testa per imporre un ritmo più elevato, ma la Jumbo rimane compatta e riprende la leadership dopo pochi metri. Izagirre e Knox non si accontentano dell'andatura regolare, il plotone si sta riavvicinando e il pericolo di essere ripresi è sempre maggiore. Vanhoucke e Skujins si staccano lasciando ai due e a Rodríguez il compito di far arrivare in porto la fuga della prima ora. In prossimità del GPM di Les Pontis Hermann Pernsteiner (Bahrain-Victorious) tenta di variare un po' sullo spartito avvicendandosi alla Jumbo. Neanche il tempo di iniziare a salire l'ultima asperità segnalata e Knox alza già bandiera bianca, con il gruppo dei migliori sempre più vicino ai due fuggitivi (meno di un minuto a separarli). Chris Froome (Israel-Premier Tech) perde contatto ai -12.5, facendo trasparire comunque un miglioramento rispetto al recente passato. Ben O'Connor cerca di indurire la tappa chiedendo a Geoffrey Bouchard (AG2R Citroën Team) di imporre il forcing. Sepp Kuss e Steven Kruiswijk (Jumbo) rimangono però compatti attorno al capitano e non appena termina il lavoro del francese si riportano davanti a gestire. Il plotoncino perde pezzi via via che si procede, senza però che si stacchino nomi di rilievo a parte Dylan Teuns (Bahrain) e Mauro Schmid (Quick-Step).

Ripresi Izagirre e Rodríguez ai -9 si muove qualcosa: attacca Einer Rubio (Movistar) e cede definitivamente uno dei favoriti annunciati, Geraint Thomas (Ineos-Grenadiers), il quale sta facendo una gran fatica a trovare il giusto colpo di pedale in questo per lui complicato 2022. Kuss non si scompone e continua a menare di ritmo, impedendo ai rivali di Dennis di tentare qualche azione. Ai -3.5  la strada ricomincia a salire e il vantaggio di Rubio si aggira intorno ai 15". Kruiswijk non rosicchia nulla al colombiano e nel falsopiano che porta alla flamme rouge Marc Hirschi tenta di riportare sotto Juan Ayuso (UAE), alla ricerca del primo timbro tra i professionisti. Lo svizzero non dà grande impulso all'inseguimento e Lucas Plapp (Ineos) cerca il colpo di mano ai -1.5, riportando il drappello dei big sulle ruote di Rubio. L'australiano riprova la botta ai -500, sempre marcato da Ayuso, mentre Damiano Caruso (Bahrain) è vittima di un problema meccanico che lo relega nelle retrovie.

Dennis concede qualche metro, Sergio Higuita (Bora-Hansgrohe) si lancia sulla sinistra seguito dallo stesso Ayuso e dal compagno di squadra Aleksandr Vlasov. Il russo ha un abbrivio migliore ma la semicurva ai-100 è decisiva per decretare la vittoria del campione colombiano; è comunque doppietta Bora! Terzo Ayuso, il quale sfiora ancora una volta il successo senza potersi gustare il gusto del primo posto. Quarto O'Connor, anch'egli danneggiato dalla traiettoria sfavorevole e quinto Pinot. In top ten figurano anche Michael Woods (Israel), Gino Mäder (Bahrain), Sebastien Reichenbach (Groupama), Simon Geschke (Cofidis) e Carlos Verona (Movistar), tutti con lo stesso tempo del vincitore. Il capoclassifica Rohan Dennis e il generosissimo Plapp perdono 3", chiudendo in undicesima e dodicesima piazza. In classifica, alla vigilia dell'ultima tappa, l'australiano della Jumbo-Visma può contare su un margine di 15" su Ayuso, 18" su Vlasov, 25" su O'Connor e 30" su Plapp. In lotta almeno per un piazzamento sul podio o una top five anche Mäder (a 32"), Reichenbach (a 37"), Neilson Powless (EF Education-EasyPost, a 39"), Geschke (a 42"), Steff Cras (Lotto Soudal a 45") e Woods (a 47"). Più difficilmente rientrerà in gioco Damiano Caruso, distante 1'05", il quale, però, con una buona cronometro può sicuramente riinserirsi almeno tra i migliori dieci.

Il profilo della prova contro il tempo di domani non è complicato; la crono si articola sostanzialmente in due parti, la prima in pianura e la seconda in salita. Dei 15.8 km complessivi l'ascesa verso Villars ne occupa una decina, con pendenze esigenti che la rendono adatta agli scalatori. Il resto, vale a dire i primi 5 chilometri, sono pianeggianti e sorridono agli specialisti. La sfida per la maglia "Fromage le Maréchal" sarà pertanto apertissima, ma vede in Dennis un chiaro favorito. Plapp, Ayuso e Vlasov sono tre buonissimi cronomen, mentre O'Connor soffre maggiormente in questo fondamentale, ma sa difendersi bene quando serve. Considerando inoltre che la differenza verrà scavata in salita e che Ben è sembrato brillante lungo le odierne rampe finali, i 4 inseguitori del portacolori Jumbo partono tutti più o meno alla pari. Più difficile che da dietro qualcuno riesca ad inserirsi per il successo nella generale.
Notizia di esempio
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