Professionisti

A Bettiol sfugge il fuggitivo, è la prima di Leknessund

13.06.2022 17:54

Il norvegese della DSM vince in solitaria la seconda tappa del Tour de Suisse, Alberto festeggia la piazza d'onore convinto che davanti non ci fosse nessuno. Stephen Williams ancora leader


Una fuga che sin da subito meritava più attenzione, sia per il numero (10) di componenti che per le loro caratteristiche. Il gruppo ha invece scelto di non forzare, proseguendo a strappi e confidando nel crollo sull'ultima salita dovuto alla stanchezza. Ed infatti i conti non sono stati neppure sbagliati di molto, ma nessuno aveva fatto i conti con Andreas Leknessund. Il passista-scalatore norvegese, ottimo prospetto per il futuro, è stato autore di una cavalcata solitaria di 18 km dopo essersi staccato di ruota tutti gli ex compagni di avventura, resistendo egregiamente all'inseguimento frenetico di un gruppo che si è attivato troppo tardi. Dopo il bell'undicesimo posto alla Parigi-Nizza arriva dunque la prima vittoria professionistica per il classe 1999 di Tromsø, mentre nel gruppo dei battuti è una volata con gli italiani grandi protagonisti. Bettiol è il più veloce e conclude secondo, ma esulta con gioia credendo di aver vinto, mentre Pasqualon, Trentin, Zambanini, Oss ed Oldani colorano di azzurro la top10.

Si corre oggi la seconda tappa del Tour de Suisse, da Künsnacht ad Aesch per un totale di 198 chilometri. Come la frazione inaugurale anche quella odierna è tappa mossa, con salite non proibitive ma concentrate nel finale. In particolare occorre citare i 3 GPM di giornata, quello di Gempen (5.6 km al 6%), la salita dell’Eichenberg (3 km al 7.4%) e l’ultima e più impegnativa asperità dello Challpass (6.3 km al 6.3%). Quest’ultima termina a 14 km dal traguardo e potrebbe fungere da trampolino di lancio in un finale che si presenta comunque sulla carta incerto ed aperto a più possibili soluzioni.

Venendo alla cronaca, la tappa si presenta subito combattuta già nella lotta per formare la fuga di giornata. Lotta che si protrae per quasi un’ora di corsa, quando finalmente 8 uomini riescono a prendere il largo: si tratta di Michael Schär (AG2R Citroën), Matteo Badilatti (Groupama-FDJ), Leonardo Basso (Astana Qazaqstan), Matthew Holmes (Lotto-Soudal), Jonas Rutsch (EF-EasyPost), Joel Suter (UAE), Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) ed Andreas Leknessund (DSM). Da dietro si lanciano al loro inseguimento Claudio Imhof e Simon Vitzthum (Svizzera) che riescono a raggiungere i battistrada, aumentando il gruppo al comando ad un totale di 10 unità. Il gruppo in un primo tempo lascia fare ma poi, guidato dalla Bahrain-Victorious del leader Stephen Williams, non concede troppo margine mantenendo il distacco sui 3’30”.

La situazione in gara subisce un primo scossone quando i fuggitivi arrivano ai piedi del GPM di Gempen, con una netta accelerazione apportata da Rutsch e Suter, con Imhof che perde contatto dal gruppetto di testa. L’accelerazione della coppia comporta però un sensibile aumento del vantaggio sul gruppo, che procede sempre ad andatura moderata ma paga più di 6’ di ritardo terminata la conseguente discesa. Successivamente anche Leonardo Basso e Simon Vitzthum si staccano dalla testa della corsa, dove resistono ora solo in 7. In corrispondenza del passaggio sotto il traguardo, con 45 km ancora da percorrere, arriva però anche una prima reazione del gruppo che comincia a recuperare terreno grazie all’impulso di Ineos Grenadiers e Bora-Hansgrohe, con il gap che scende presto attorno ai 4’.

Il braccio di ferro tra fuggitivi e gruppo prosegue anche nei successivi chilometri, mentre anche Suter viene riassorbito da un plotone che insegue finalmente con convinzione e deve recuperare 2’ ai piedi dell’ultima salita di Challpass. Proprio sulle prime rampe dell’ascesa la Quick-Step AlphaVynil si porta in testa scandendo il ritmo per Remco Evenepoel, con l’aiuto della Alpecin-Fenix, mentre tra gli attaccanti Leknessund se ne va in solitaria tentando l’impresa. Resta dunque il solo giovane norvegese all’avanscoperta, autore di una scalata di tutto rispetto, che gli permette di scollinare con un promettente margine di 1’30” su un gruppo ancora abbastanza folto. La successiva discesa è ulteriore terreno favorevole per Leknessund, con il margine che rimane pressoché invariato, lasciando dunque aperto anche il discorso maglia gialla, virtualmente sulle spalle del battistrada.

La discesa termina, ma l’uomo della DSM continua la sua azione con grande efficacia anche nel tratto in pianura che porta al traguardo, mentre alle sue spalle ci si accorge di aver agito troppo tardi. Leknessund vince in solitaria coronando una splendida cavalcata solitaria, mentre il gruppo che giunge con 38" di ritardo. Dietro è volata vera, e la seconda posizione va ad Alberto Bettiol (EF-EasyPost), che esulta credendo di aver vinto. Nonostante la curiosa incomprensione il toscano regola ruote veloci di tutto rispetto come Michael Matthews (BikeExchange-Jayco) terzo, Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty-Gobert) quarto e Matteo Trentin (UAE) quinto. Sesta posizione poi per Nikias Arndt (DSM), settimo Stefan Küng (Groupama-FDJ) e completano la top10 altri tre italiani: Edoardo Zambanini (Bahrain-Victorious) è ottavo, Daniel Oss (TotalEnergies) nono ed infine Stefano Oldani (Alpecin-Fenix) decimo.

Non riesce il colpo doppio a Leknessund, con la classifica generale che vede sempre la leadership di Stephen Williams (Bahrain-Victorious) con 4" di vantaggio su Maximilian Schachmann (Bora-Hangrohe) e 6" su Andreas Kron (Lotto-Soudal). Subentra al quarto posto Leknessund a 7", con Stefan Küng quinto a 10" ed Alexey Lutsenko sesto allo stesso tempo. Stesso ritardo anche per gli altri in top10, con Sepp Kuss (Jumbo-Visma) settimo, Marc Hirschi (UAE) ottavo,   Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert) nono ed Aleksandr Vlasov (Bora-Hansgrohe) decimo.

Domani in programma la terza frazione di questo Tour de Suisse, che porterà la corsa da Aesch a Grenchen, e si tratta forse della più semplice tra le 8. Sono comunque presenti nel disegno di gara diverse salite non banali, ma sono quasi interamente concentrate nella prima parte di gara, con un finale decisamente più facile anche se comunque non pianeggiante. Potrebbe trattarsi quindi di una giornata adatta alle fughe da lontano o ad un arrivo allo sprint a ranghi ristretti, ma come spesso accade al Tour de Suisse, fare previsioni appare molto difficile.
Notizia di esempio
Hayter, al Giro U23 un'impresa destinata a fare epoca!