Donne Élite

È ufficiale, l'Italia ha una grangirista: Marta Cavalli

09.07.2022 23:17

La cremonese mette in cassaforte il secondo posto al Giro alle spalle di Annemiek Van Vleuten. Sulle ultime montagne impresa di Kristen Faulkner e spettacolare (ma vano) assalto di Elisa Longo Borghini al podio di Mavi García


Quello che finirà domani è il 33esimo Giro d'Italia femminile. Sette delle prime nove edizioni vennero vinte da atlete di casa; dopodiché, sono un'altra affermazione italiana, con Fabiana Luperini (che già ne aveva vinti 4 negli anni '90) nel 2008. Quindi domani avremo la 14esima edizione di fila in cui il nostro movimento resta a secco nella corsa a tappe più importante del calendario (almeno per qualche settimana ancora...). E in tutto questo tempo anche come podi c'è da piangere miseria: due secondi posti (Tatiana Guderzo ed Elisa Longo Borghini) e due terzi (sempre loro due).

Ebbene, questo malcostume sta per finire, perché - oggi lo possiamo ufficialmente dire - l'Italia (con tutto il rispetto per la grande Elisa Longo Borghini, che ha tenuto il punto in questi ultimi anni) ha di nuovo una ciclista esplicitamente fatta per le grandi gare a tappe. Marta Cavalli ha dimostrato in questi 10 giorni di poter avere tutte le carte in regola per vestirsi di rosa nei prossimi anni: fortissima sul passo, eccellente sulle salite di media caratura, bravissima anche su quelle più dure (oggi sul Passo Daone ha fatto i numeri), ottima in discesa. Le manca una punta di sprint che però non è granché utile per vincere le classifiche generali; tutto il resto c'è. C'è la forza in gara, c'è la lucidità tattica, c'è la serenità mentale, c'è il fondo, c'è il recupero. E a unire il tutto c'è la fiducia in un futuro sempre più da protagonista.

L'ultima tappa di montagna ha emesso le sue sentenze. Quella più lusinghiera dal nostro punto di vista l'abbiamo descritta sopra. Un'altra è che Mavi García ha salvato il podio nonostante le furenti e spettacolari trenate con cui Longo Borghini ha in tutti i modi provato a scavalcarla in classifica: l'ossolana si è fermata a 49" dall'impresa. Un'altra bella conferma per il ciclismo italiano è arrivata in questi giorni da Gaia Realini, che chiuderà un po' più indietro in classifica rispetto a 12 mesi fa (13esima contro 11esima), ma che si è fatta vedere in maniera convincente in alcune delle tappe più dure, compresa quella di oggi.

Non ha vinto lei, non ha vinto Cavalli (seconda come ieri dopo aver trovato ancora la forza di staccare Van Vleuten sull'ultima rampa!), non ha vinto la superba Annemiek (arrivata con Elisa). Ha vinto Kristen Faulkner, seconda affermazione in questo Giro dopo la crono d'apertura che le portò in dote pure la maglia rosa. Una maglia l'ha conquistata comunque, quella verde dei Gpm, premio aggiuntivo per una corsa in cui la statunitense è stata una delle migliori interpreti.

Nona tappa del Giro d'Italia Femminile 2022, la San Michele all'Adige-San Lorenzo Dorsino di 112.8 km era forse la frazione regina di questa edizione della corsa rosa, con tre Gpm molto impegnativi e altre salitelle (un paio proprio nel finale) a caratterizzare un percorso particolarmente esigente. In partenza vi sono stati svariati tentativi di fuga ma giacché dopo 11 km si approcciava il Fai della Paganella, prima salita di giornata, a quella è stato demandato il compito di selezionare le fuggitive. E così è stato: a 4.5 km dalla vetta (94 dalla fine) si sono mosse Kristen Faulkner (BikeExchange-Jayco) e Gaia Realini (Isolmant-Premac), avvantaggiandosi nettamente su un gruppo maglia rosa che si era già parecchio assottigliato (una quindicina sarebbero transitate al Gpm, poi in discesa ci sarebbero stati diversi rientri).

Intorno al km 30 sono uscite, in discesa, quattro contrattaccanti: Erica Magnaldi (UAE ADQ), Brodie Chapman (FDJ Nouvelle-Aquitaine), Anouska Koster (Jumbo-Visma) e Lucinda Brand (Trek-Segafredo); al primo passaggio dal traguardo di San Lorenzo Dorsino, ai -71, Realini e Faulkner avevano 2'40" sul quartetto e 3'20" sul gruppo. Sulla seconda salita di giornata, il Passo Duron dai -60 ai -50, la situazione non è cambiata granché, con le prime bravissime a gestire l'ampio margine, le seconde rimaste a fare i conti con un infinito bagnomaria e le terze - il gruppo - a spostare ancora in avanti il momento della resa dei conti. Fatto sta che Gaia e Kristen hanno scollinato con 2' sulle quattro e 3' sulle big.

In discesa Brand e Magnaldi hanno staccato Chapman e Koster, le quali sono però rientrate ai -40. Nel falsopiano che precedeva il Passo Daone il gruppo s'è fatto definitivamente scappare i buoi tenendo un ritmo insufficiente, e infatti le battistrada ne hanno approfittato per portare il proprio margine a 4' all'imbocco del Daone (ai -32), mentre il gruppetto di Magnaldi restava sempre a 2'.

Sul Passo Daone si son tirate le somme del tutto. Un primo forcing l'ha fatto la terza della classifica, Mavi García (UAE), uscita malconcia dalla mezza débâcle di ieri. L'azione della spagnola è bastata per selezionare in meno di un chilometro appena nove (con lei) atlete: in ordine di classifica, Annemiek Van Vleuten (Movistar), Marta Cavalli (FDJ), Elisa Longo Borghini (Trek), Niamh Fisher-Black (SD Worx), Cecilie Ludwig (FDJ), Silvia Persico (Valcar-Travel & Service), Juliette Labous (DSM) e Neve Bradbury (Canyon//SRAM Racing); staccata la decima della generale, Elise Chabbey (Canyon).

Ma molto più ficcante è stata la progressione di Cavalli ai -30.5: la cremonese ha fatto subito saltare Bradbury, Ludwig, Persico e Labous, ma poi ha insistito e insistito e allora anche Fisher-Black, e poi Longo Borghini hanno mollato la presa. Ai 30 è stata raggiunta e saltata Koster, e un attimo dopo anche García ha dovuto fare i conti con la realtà: le sue gambe non erano sufficienti a reggere quel ritmo. La spagnola si è per un attimo giovata del ritrovare la compagna Magnaldi, ripresa con Brand (invece utile per Longo Borghini) ai -29.5, ma appena dopo è stata raggiunta anche Chapman che ha fatto una trenatona per Marta permettendo così alla coppia rosa-ciclamino (Cavalli vestiva per procura la maglia della classifica a punti) di prendere definitivamente il largo rispetto a tutte le altre.

In testa c'erano sempre Faulkner e Realini, con oltre 2' di vantaggio sulle big. A un chilometro e mezzo dalla vetta (e 27.4 dalla fine) la statunitense ha assestato una rasoiata che ha mandato al tappeto Gaia, staccatasi irrimediabilmente: al Gpm avrebbe pagato 40". Alle spalle di Cavalli-Van Vleuten c'erano invece García e Longo Borghini, rimaste insieme fin quasi in cima, dopodiché l'ossolana ha staccato la rivale per il podio e si è subito buttata in una discesa clamorosa, grazie alla quale ha recuperato il minutino che pagava rispetto a Marta e Annemiek.

La discesa ha visto anche Cavalli allungare, troppo timorosa Van Vleuten (più che altro resa saggia dalle esperienze passate), zero rischi per lei e il ricongiungimento c'è stato comunque ai -17, quando contemporaneamente Elisa le è arrivata alla ruota e Marta si è più o meno rialzata. Poco dopo, ai -16, questo terzetto ha raggiunto Realini, a questo punto una Faulkner clamorosa vantava ancora 1'40" di vantaggio. A oltre un minuto dal gruppetto maglia rosa si dipanavano le fatiche di García, che aveva sempre Magnaldi con sé e che era stata raggiunta da Fisher-Black, Labous e Chapman e - ai -15 - anche da Persico e Brand.

Longo Borghini, che covava sempre l'idea di staccare García di quel tanto che sarebbe bastato per scavalcarla in classifica, ha forzato ossessivamente e in effetti ha guadagnato sulla rivale, ma il buco di bilancio da coprire ammontava a 3'21": difficilino mettere così tanto spazio tra sé e la spagnola. Ai -4, su un tratto in discesa, Elisa ha ulteriormente allungato insieme a Marta, poi la strada s'è rimessa all'insù e, proprio mentre Van Vleuten e Realini si rifacevano sotto, Cavalli è ripartita da sola, prendendo il volo verso il secondo posto di tappa. Invece ELB e AVV staccavano Realini ai 2 km. Sempre sulla salitella conclusiva, dal gruppetto García perdevano contatto Magnaldi, Brand e Chapman.

Al traguardo Faulkner ha preceduto di 59" Cavalli, di 1'14" Longo Borghini e Van Vleuten, di 1'44" Realini, di 3'35" Fisher-Black e Persico, di 3'38" Labous, di 3'42" García (staccatasi dalle altre negli ultimi metri), di 4'06" Magnaldi, di 4'09" Ludwig, di 4'12" Chapman e di 4'37" Bradbury. La classifica assume una forma piuttosto definitiva con Van Vleuten irraggiungibile con 1'52" su Cavalli, 6'10" su García, 6'59" su Longo Borghini, 11'26" su Fisher-Black, 12'28" su Ludwig, 13'22" su Persico, 15'27" su Magnaldi, 15'49" su Labous, 17'43" su Bradbury. Faulkner sale in 11esima posizione a 18'25", Realini in 13esima a 23'38". Domani la decima e ultima tappa del Giro Donne richiamerà in scena le sprinter: la Abano Terme-Padova di 90.5 km presenta una salitella nella prima parte ma poi si sviluppa su un terreno quasi completamente piatto. Una conclusione ad alta velocità per un Giro corso ad alta intensità.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!