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Nibali rende abbuon per focaccia a Valverde

20.05.2016 20:22

L'Astana in controllo, la Movistar dovrà adottare una linea. E gli altri non staranno sempre a guardare


Sul traguardo di Cividale del Friuli Bob Jungels ha perso 50" dal gruppetto dei big e s'è visto sfilare la maglia rosa dal costaricano Andrey Amador, ma la prima vera tappa di montagna del Giro d'Italia non ha prodotto scossoni in classifica generale come molti si attendevano o quantomeno speravano nonostante la presenza di due gran premi della montagna di prima categoria ed altri due di seconda. In una corsa talmente equilibrata come quella a cui stiamo assistendo, però, a fare notizia può essere anche un piccolo abbuono da 4" come quello conquistato all'arrivo da Vincenzo Nibali: dopo un po' di secondi lasciati qua e là lungo il percorso, il siciliano dell'Astana si è preso il lusso di battere Alejandro Valverde nella volata per il terzo posto e di scavalcarlo in classifica.

Una differenza di appena due secondi tra i principali favoriti per la vittoria finale di questo Giro d'Italia è praticamente nulla considerate tutte le montagne che restano ancora da scalare ma, proprio grazie a questa grande incertezza, ogni giorno che passa si fa sempre più interessante la situazione tattica nei gruppo dei migliori, con protagoniste da una parte l'Astana e dall'altra la Movistar, due formazioni che finora hanno dimostrato di essere le più attrezzate per supportare i loro capitani nelle tappe impegnative seppur con strategie abbastanza differenti. Se nessuno dimostrerà una netta superiorità dal punto di vista fisico, allora anche la battaglia nervosa potrebbe diventare decisiva per le sorti del Giro.

Nibali, abbuono e sorpasso in classifica
Ed in questa partita a scacchi ad oggi gli uomini guidati da Giuseppe Martinelli sono quelli che si trovano nella posizione migliore: è vero che fin qui ci sono stati degli errori, uno su tutti lo scatto di Nibali verso Roccaraso, e che si è ritirato un gregario prezioso come Valerio Agnoli, ma l'Astana non ha ancora avuto bisogno di spremersi più di tanto e c'è un capitano unico come Vincenzo Nibali che si trova davanti a tutti gli altri big nella classifica generale. Proprio in quella volata sul traguardo di Cividale del Friuli si può leggerela voglia di Nibali di provare ad intaccare un po' la fiducia di Alejandro Valverde che di certo non si sarebbe aspettato di essere battuto oggi.

Il vantaggio dell'Astana è anche quello che la responsabilità di tenere in mano la corsa è passata sulle spalle di quelli che sono i rivali diretti più pericolosi, i Movistar che hanno preso la maglia rosa con Andrey Amador: in queste prime 13 tappe nessuno ha provato ad affondare seriamente il colpo, ma la se la squadra kazaka deciderà di farlo potrà mettere a disposizione del proprio capitano tutti gli uomini in gara, sia che si tratti di andare in fuga come punto d'appoggio (come Malacarne e Zeits oggi) o di far esplodere il gruppo con un forcing. L'unica incognita può essere il danese Jakob Fuglsang che si trova ancora nei primi 10 in classifica generale (è 10° a 3'15" da Amador) ma non si capisce mai se stia spingendo a tutta: quando in salita tutti gli altri capitani restano da soli è lui che può dare a Vincenzo Nibali un'importante superiorità numerica, ma spesso è poco lucido dal punto di vista tattico.

Movistar: Valverde, Amador o tutti e due?
Dall'altra parte invece c'è la Movistar che non ha ancora fatto capire realmente a che gioco stia giocando e se sia venuta in Italia con l'obiettivo di vincere il Giro con Alejandro Valverde o di fare classifica con due uomini contemporaneamente come accaduto l'anno scorso al Tour de France. Nella prima metà di giro la squadra di Eusebio Unzué aveva diverse buone occasioni per provare a vincere una tappa e a guadagnare secondi in classifica con Valverde, con il murciano che così avrebbe potuto correre più di rimessa come piace a lui sulle grandi montagne: più di una volta il terreno era anche stato preparato bene con la presenza di uno o più uomini nella fuga ma l'impressione è che sia mancato il coraggio per provarci fino in fondo, forse non sacrificare Andrey Amador fin dalla prima settimana o forse per chissà quale altro motivo.

Amador ha saputo sfruttare al meglio la situazione, ha approfittato della stretta marcatura su Valverde e oggi si è addirittura vestito di rosa: anche qui, però, non si è ben capito se questo fosse l'obiettivo reale perché in caso non si spiegherebbe perché l'uomo in fuga senza più possibilità di vincere la tappa (Giovanni Visconti, per due volte) non sia stato fermato prima nella tappa di Roccaraso e non sia stato fermato affatto oggi quando invece avrebbe dato una mano a distanziare Junges e non avrebbe tolto abbuoni a Valverde. I compagni di squadra di Amador e Valverde, quindi, sono andati più volte all'attacco in questo Giro senza ottenere un risultato: considerando il ritiro di Javier Moreno, il dispendio di energie è stato senza dubbio maggiore rispetto agli uomini dell'Astana e nell'ultima settimana questo fattore potrebbe fare la differenza.

Poche garanzie dalla maglia rosa, e occhio a tutti gli altri
L'altro problema per la Movistar è che in quelle poche volte che il ritmo si è alzato in salita, Amador ha sempre perso contatto da un gruppetto di almeno sette o otto corridori e quindi, nonostante il quarto posto finale dell'anno scorso, le garanzie che potrà offrire da qui in avanti non sono molte anche perché il vantaggio accumulato in classifica non è tale da impensierire Vincenzo Nibali. Al momento l'obbligo di attaccare ce l'ha sempre lo Squalo dello Stretto, ma la squadra spagnola non può permettersi il minimo passaggio a vuoto perché il primo posto fa in fretta a scappare via.

Ma già a partire da domani, Nibali e Valverde dovranno stare attenti a non marcarsi troppo a vicenda perché sono tanti i corridori che potrebbero approfittare di questo scenario tattico: tutti ovviamente guardano a loro due e alle loro squadre che si guardano, si studiano, si marcano e fanno di tutto per provare a non favorire l'altra, ma con tanti uomini in forma e vicini in classifica può bastare uno scatto sottovalutato per far prendere alla maglia rosa la direzione dell'Olanda, della Colombia, della Polonia o della Russia.
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