Ciclismo Giovanile

Val d'Aosta, Padun fa subito il padrun

14.07.2016 19:58

Tappa e maglia per l'ucraino della Colpack nel primo arrivo in salita. Alla BMC la cronosquadre inaugurale di ieri


Come ogni anno la metà del mese di luglio coincide con la disputa del Giro della Valle d’Aosta, una delle più spettacolari e più attese gare a tappe della stagione per gli atleti Under 23. In questo 2016 poi al “Petit Tour” (come viene anche simpaticamente ribattezzato) è toccato anche un primato che, se da un lato può inorgoglire gli organizzatori che, al netto delle fisiologiche difficoltà che occorre affrontare, riescono a garantire ancora una certa continuità, dall'altro un velo di tristezza guardando in linea generale al nostro movimento lo mette: il Giro della Valle d’Aosta numero 53 infatti è l’unica gara a tappe per Under 23 (aperta tanto ai dilettanti quanto ad atleti di formazioni Continental) presente in calendario sul territorio italiano per questa stagione, dopo le vicissitudini che hanno fatto saltare altre gare a tappe storiche (basti pensare al Giro del Friuli o al Giro delle Pesche Nettarine) e in attesa di poter finalmente ritrovare quel Giro d’Italia dilettanti di cui si sente tremendamente la mancanza (gli ultimi rumors danno per certo il suo ritorno nel 2017, nei prossimi mesi ne sapremo di più).

La corsa intanto ha già preso il via regalando le prime emozioni su un percorso che per questa edizione si presenta molto ma molto impegnativo, anche se a livello di partecipazione spicca l’assenza delle formazioni francesi (presente il solo Comité 74) in cui militano alcuni dei più interessanti talenti del panorama internazionale o qualche Continental italiana di ottimo livello come la Unieuro che avrebbe potuto schierare un quintetto molto interessante (basti pensare ad atleti come Tecchio e Carboni che si sono comportati già benissimo in stagione). Tuttavia non mancano alcune valide presenze, come ha già testimoniato questa due giorni inaugurale.

La BMC Development trionfa nella cronosquadre, Eisenhart primo leader
Ad aprire le danze è stata la cronosquadre di 19.9 chilometri che ieri pomeriggio ha condotto gli atleti da Pont Saint Martin a Montjovet attraverso un percorso piatto e particolarmente adatto a realizzare alte velocità. A conquistare il successo pertanto non poteva che essere una formazione dotata di eccellenti passisti e così a primeggiare è stata la BMC Development Team, che per non essere da meno della formazione World Tour campione del mondo in carica della specialità, ha fermato il cronometro sul tempo di 25’28”.

Alle spalle di Eisenhart, del figlio d’arte Sivakov e Frankiny (oltre a Müller e Dobbs, staccatisi nel corso della prova) ha concluso a sorpresa la formazione del Centre Mondial du Cyclisme dell’UCI, vale a dire la squadra che permette di gareggiare in giro per l’Europa ad atleti provenienti da paesi ciclisticamente in via di sviluppo nei vari contenenti. Il quintetto, composto dal brasiliano Godoy, dal cileno Rodriguez, dal panamense Jurado, dal marocchino Zahiri e dal macedone Petrovski ha accusato solamente 5” di ritardo per una prestazione di notevole spessore. Terzo posto per la Klein Constantia, una delle formazioni di riferimento con lo spagnolo Mas ed il ceco Schlegel oltre al forte passista Schachmann, che ha invece accusato 8” di ritardo.

A seguire buona prestazione della Palazzago (quarta a 11”), seguita dalla Zalf (giunta a 20”), Viris Maserati (sesta a 21”) mentre 25” è stato il ritardo accusato dalla Colpack di Edward Ravasi, uno dei grandi favoriti per il successo finale. A 40” è giunta la Hopplà-Petroli Fiorenze di Savini e Pacinotti, 45” sono stati i secondi accusati da Daniel Pearson con il Team Wiggins, 53” di distacco per la Manzana-Postobón a cui spetta l’onore di mantenere alti i colori colombiani mentre decisamente peggio è andata alla Lotto Soudal Under 23 degli attesi belgi Lambrecht e Cras, che ha chiuso solamente in diciannovesima posizione con ben 1’26” di ritardo. La prima maglia di leader è così finita sulle spalle dello statunitense Taylor Eisenhart, che in questo modo ha potuto rifarsi della beffa subita due anni fa dal colombiano Ochoa nel prologo conclusosi a Valgrisenche, quando venne sopravanzato per appena 1”.

Verso Saint Gervais ha buon gioco la fuga, Padun trionfa davanti a Bagioli
Quest’oggi invece era in programma la prima di quattro tappe in linea tutte con arrivo in quota, con la Morillon-Saint Gervais Mont Blanc di 138,4 chilometri snodatasi interamente in territorio francese. Dopo pochi chilometri, approfittando di uno dei primi tratti di discesa, sono stati Giacomo Zilio della Zalf ed il sudafricano Ryan Gibbons della Dimension Data for Qhubeka i primi a tentare l’allungo, guadagnando subito una decina di secondi.

Alle loro spalle però si sono mossi altri sette atleti che sono stati in grado di colmare velocemente il gap, dando in questo modo origine ad un drappello di nove corridori: oltre a Zilio e Gibbons sono usciti infatti in avanscoperta Nicola Bagioli (anch’egli della Zalf, di cui è uno degli atleti di riferimento), Matteo Moschetti della Viris Maserati, l’ucraino Mark Padun della Colpack, l’israeliano Aviv Yechzel della Cycling Academy, il francese Antoine Bravard del Comité 74, Antonio Vigilante dell’Hopplà e l’austriaco Benjamin Brkic del Tyrol Cycling Team.

L’accordo è stato subito ottimale ed ha permesso al drappello di guadagnare fino a 3’40” scarsi nei confronti del plotone dopo una sessantina di chilometri e con un paio di squadre di riferimento (la Zalf e la Colpack) forti di un paio dei propri elementi migliori nel tentativo. Quando la corsa è giunta all'ascesa di Saxonnex (GPM di 2a categoria) la scena è ulteriormente cambiata nel gruppo di testa: Moschetti e Vigilante hanno perso contatto dal drappello che è andato via via sgretolandosi sotto i colpi dell’azione dell’ucraino Mark Padun, che ha progressivamente guadagnato terreno, transitando in vetta con ben 52” sulla coppia Zalf composta da Zilio e Bagioli e oltre un minuto sui superstiti del tentativo mentre il gruppo navigava a oltre 3 minuti (con il leader Eisenhart attardato da una foratura).

Superata la discesa e con un lungo tratto di falsopiano ancora da affrontare, Padun ha atteso il rientro di Bagioli e Zilio, con il francese Bravard prima e l’austriaco Brkic poi che hanno tentato di accodarsi loro senza successo mentre il vantaggio del terzetto nei confronti del gruppo è nel frattempo salito a oltre 4 minuti (a muovere le acque ci ha pensato il cileno Rodríguez, portacolori del Centre Mondial du Cyclisme, che ha tentato tutto solo la sortita, guadagnando un minuto sul plotone). È apparso chiaro quindi che i giochi per il successo fossero ormai una questione esclusiva dei fuggitivi, nella fattispecie Padun e Bagioli dal momento che Zilio, dopo aver speso le ultime energie per il proprio compagno, si è lasciato sfilare.

La coppia ha proseguito con ottima andatura e, quando al traguardo mancavano poco meno di 3 chilometri, Padun ha mostrato una volta di più di essere di gran lunga il più in forma in salita, forzando l’andatura e staccando definitivamente il generoso Bagioli. L’ucraino, uno dei grandi colpi messi a segno dalla Colpack in questa stagione prelevandolo dalla Palazzago, si è così involato indisturbato ed ha conquistato la vittoria (quarta stagionale per lui) in perfetta solitudine. A 1’07” ha concluso la sua fatica Bagioli mentre sono dovuti trascorrere oltre 3 minuti per attendere l’avanguardia del gruppo, andato sfilacciandosi negli ultimi chilometri sotto i vari tentativi d’allungo operati da alcuni dei protagonisti più attesi: la terza posizione è stata appannaggio dello spagnolo Enric Mas, che a 3’25” ha preceduto allo sprint il colombiano Reyes e Ravasi, a 3’27” ha tagliato il traguardo l’attesissimo Lambrecht, a 3’30” sono giunti Frankiny e Aguirre mentre a 3’33” i belgi Vereecken e Cras hanno regolato un altro drappello completando la top ten di giornata. Scorrendo l’ordine d’arrivo troviamo a 3’56” la coppia britannica Knox-Pearson, a 4’16” Orsini, a 4’33” il norvegese Skaarseth e il ceco Schlegel mentre a 4’40” ha concluso la maglia gialla Eisenhart. Più pesanti i ritardi di Vendrame (5’20”), Pacinotti (6’09”) e Savini (8’28”).

Padun conquista anche la leadership, domani si sale ai Piani di Tavagnasco
Grazie alla splendida impresa odierna Padun (che ha conquistato anche la maglia di miglior scalatore e quella della classifica a punti, mentre la maglia rossa degli sprint è vestita da Matteo Moschetti) ha conquistato la leadership nella classifica generale e ora guida con 1’02” su Bagioli, 3’05” su Frankiny, 3’08” su Mas e 3’25” sul compagno di squadra Ravasi. Domani ancora un arrivo in salita nella tappa tutta piemontese che da Quincinetto giungerà sui Piani di Tavagnasco, dove nel 2012 riuscì ad imporsi un certo Fabio Aru, suggellando così il suo secondo successo consecutivo al Petit Tour. La presenza del Gpm di Perloz nelle fase iniziali della tappa potrebbe favorire una nuova fuga a lunga gittata ma c’è da scommettere che sulla dura ascesa conclusiva se ne vedranno ancora delle belle.
Notizia di esempio
La parola alle aziende: BCycle, il volto giovane dell'ecommerce ciclistico - Intervista all'amministratore Giacomo Pirioni