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Silenzio, prego: risuona l'acuto di Meersman

21.08.2016 18:25

Vuelta a España, a Baiona s'impone allo sprint il belga della Etixx. Sbaragli e Bonifazio nei dieci, Kwiatkowski nuovo leader


Mentre a un oceano di distanza si consumano le ultime gare e le ultime emozioni dei Giochi Olimpici, da questa parte dell'Atlantico c'è una Vuelta a España che oggi ci ha proposto una seconda tappa da freno a mano - sportivo ed emotivo - tirato. Una delle pochissime frazioni destinate ai velocisti, praticamente in assenza di velocisti, si è conclusa come da pronostico con una volata di seconde e terze linee (nessuno si offenderà, ma i top di gamma oggettivamente non ci sono, in Spagna - incidentalmente, oggi erano tutti alla contemporanea Classica di Amburgo).

E alla fine ha vinto Gianni Meersman, 30enne delle Fiandre Occidentali (nato a Tielt, la stessa cittadina di Brik Schotte) per il quale un po' tutti avevano immaginato una carriera più variegata e ricca di soddisfazioni, e invece essa è rimasta fin qui ancorata a qualche vittoria nel World Tour (due tappe al Catalogna, due al Romandia, sempre nel 2013, il suo anno d'oro) e poco altro. Oggi il successo ottenuto a Bayona è il primo per lui in un grande giro. Non è detto che sia l'ultimo in questa stessa Vuelta, nella quale le doti di velocista di tenuta (ovvero: che tiene gli strappetti, che sa sprintare pure in leggera salita) di Gianni, e la scarsa concorrenza, potrebbero valere al corridore della Etixx-Quick Step qualche altro squillo felice.

 

Cesare Benedetti, altra giornata passata in fuga
La prima tappa in linea della corsa, la presenza in gara di Cesare Benedetti: mettere insieme i due concetti porta direttamente a una conclusione logica, e cioè che il trentino della Bora avrebbe fatto di tutto per essere il primo fuggitivo della Vuelta 2016. Per non mancare l'appuntamento, "Cece" si è mosso sin dal km 0, a Ourense (sede della partenza della tappa lunga 160.8 km), e si è trovato al fianco due francesi, Laurent Pichon della FDJ e - rientrato in seconda battuta - Bryan Nauleau della Direct Énergie.

L'azione del terzetto non ha raggiunto un gran vantaggio, il limite massimo è stato toccato al km 43 (4'25"), poi la fuga è stata tenuta sempre sotto controllo. Pichon ha conquistato il traguardo Gpm dell'Alto de Fontefria, poi il gruppo si è fisiologicamente riavvicinato molto, e quando ai battistrada era rimasto un mezzo minutino di margine da dietro è sopraggiunto Philippe Gilbert (BMC), scattato su uno strappetto ai -39 e interessato al traguardo volante di Vigo (ai -19) e ai 3" di abbuono che gli avrebbero permesso di riavvicinare la testa della classifica.

Espletato quanto di prammatica allo sprint intermedio (vinto appunto dal vallone), l'azione a quattro è sfumata rapidamente, e a poco meno di 16 km dalla fine il gruppo era nuovamente compatto.

 

Alla fine la spunta Gianni Meersman
Un velleitario tentativo di Tiago Machado (Katusha), scattato su un dentello ai -13 e rimasto al comando fino ai -9, dopodiché tutto era apparecchiato per lo sprint finale. Lavoro di treni, Lotto Soudal (per Tosh Van der Sande) contro Dimension Data (per Kristian Sbaragli), ma sul rettilineo finale è stata la Etixx-Quick Step a salire in cattedra (ottimo lavoro di Yves Lampaert) e a lanciare lo spunto vincente di Gianni Meersman nei 100 metri conclusivi.

Un paio di cadute (Sergey Lagutin della Katusha ai -2, Ryan Anderson della Direct Énergie ai 200 metri) e null'altro da segnalare se non la top ten di tappa, pullulante di corridori che molti lettori conosceranno sì e no. Al secondo posto si è piazzato il tedesco Michael Schwarzmann (Bora), al terzo il danese Magnus Cort Nielsen (Orica), al quarto il polacco Michal Kwiatkowski (Sky), al quinto il belga Jonas Van Genechten (IAM), al sesto e al settimo gli italiani Kristian Sbaragli (Dimension Data) e Niccolò Bonifazio (Trek), all'ottavo il colombiano Jhonatan Restrepo (Katusha), al nono il lussemburghese Jempy Drucker (BMC), al decimo il francese Lorrenzo Manzin (FDJ).

 

Kwiatkowski nuovo leader della classifica
Molto più interessante la rimescolata data alla classifica dal gioco dei piazzamenti. Si partiva con Peter Kennaugh in maglia rossa e altri nove corridori col suo stesso tempo (in top ten cinque Sky e cinque Movistar: lascito della cronosquadre di ieri). Ci si ritrova con quegli stessi 10 uomini ma con posizioni frullate e riassestate appunto dall'ordine d'arrivo odierno: chi è arrivato più avanti, si ritrova più avanti pure nella generale.

E allora, in rosso oggi c'è Michal Kwiatkowski davanti a due Movistar (José Joaquín Rojas e Alejandro Valverde), poi altro tris Sky con Chris Froome quarto, Salvatore Puccio quinto (era secondo) e l'ex leader Kennaugh sesto; Nairo Quintana (Movistar) è settimo davanti a Leopold König (Sky), Rubén Fernández e Jonathan Castroviejo (entrambi Movistar). Dani Moreno (Movistar) è sempre undicesimo a 1", grazie ad abbuoni vari salgono al 12esimo posto Cort Nielsen (a 2") e al 13esimo Gilbert (a 4"); gli Orica - tra cui Esteban Chaves - sono sempre a 6" di distanza dai primi, e poi la classifica segue l'andamento della cronosquadre e non ci dilunghiamo nel dare tutti i distacchi.

Tanto verranno tutti rivoluzionati domani, nella terza tappa che porterà il gruppo da Marín alla rampa assurda del Mirador de Ézaro, estremo occidente della Galizia (e quindi della Spagna tutta); 176.4 km totali che culmineranno in quei tre chilometri conclusivi con pendenze in doppia cifra (e punte del 20 e passa) su cui nel 2012 s'impose Joaquim Rodríguez. Qualche salitella c'è pure prima (soprattutto l'Alto das Paxareiras che svetta ai -21), ma c'è da scommettere che tutte le ostilità verranno rinviate al muro finale. Il quale basterà e avanzerà - per essere al terzo giorno di gara - per avere un quorum decente di spettacolo a conclusione della frazione.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!