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Caleb Ewan, il TDU ha un nuovo aficionado

17.01.2017 07:23

L'australiano vince in casa la volata d'apertura del Tour Down Under ed è leader. Quinto di tappa Niccolò Bonifazio


Una cosa che si dirà sempre di Caleb Ewan, fino alla fine della sua carriera, è che è piccolino. È un tratto distintivo troppo marcato per passare inosservato, e peraltro la sua non-statura (165 cm) lo rende immediatamente riconoscibile anche nelle mai troppo esecrate riprese frontali degli sprint di gruppo.

Poi qualcuno deve avergli rivelato un importante trucchetto, e cioè che se si vince si diventa ancor più riconoscibili. E allora Caleb, 23 anni a luglio, ci si è messo d'impegno e bisogna anche dargli atto di averci preso un certo gusto, tant'è vero che, dopo la kermesse del People's Choice (circuito che precede il Tour Down Under), ha ripetuto esattamente lo stesso ruolino di un anno fa, e cioè si è imposto nella prima tappa del TDU.

Ma un momento, abbiamo già inserito troppe informazioni senza catalogarle al meglio. Ad esempio, la prima e più importante è che è iniziato oggi (nella notte italiana, sotto un sole a quaranta gradi nella vicina Australia) il Tour Down Under, appunto; prima prova del rinnovato World Tour, la breve corsa a tappe conferma un percorso di crescita lenta ma costante negli ultimi anni. (Ma anche nei primi, per dirla tutta).

 

La fuga di De Vreese
È una fuga di Laurens De Vreese ad aprire - dopo due chilometri di tappa - il WT 2017. L'olandese dell'Astana si è involato fino ad avere un vantaggio che ha sfiorato i 5'; ma poi una squadra a caso (sì, proprio la Orica-Scott di Ewan) ha strattonato le redini e ha riportato l'ardito entro limiti più tranquilli.

De Vreese non era ancora stato ripreso (lo sarebbe stato al km 99) che è arrivata la notizia da tanti sospirata, e cioè che l'ultimo giro del circuito di Lyndoch (sede d'arrivo della tappa partita da Unley) sarebbe stato soppresso per il gran caldo. La corsa si è così ritrovata di colpo decurtata da 144 km di lunghezza a 118.

Intanto De Vreese veniva ripreso (a 19 km dalla fine) e il plotone aveva già occasione di esibire il fermento che lo animava: prima un allungo in discesa (dopo il Gpm di Humbug Scrub al km 38) da parte di Thomas De Gendt, Jonathan Restrepo e Jan Bakelants; poi gran lotta sui due sprint intermedi: Nathan Haas su Simon Gerrans al primo (in testa era transitato De Vreese), Jay McCarthy su Jose Gonçalves e ancora Gerrans al secondo.

 

L'affondo di Bakelants
Proprio dopo il secondo traguardo volante, a 17 km dalla nuova fine della corsa ha lanciato il contrattacco di Bakelants, e si è trattato di un gran bel contrattacco per essere al 16 di gennaio. Basti dire che Adam Hansen si è messo a inseguire il belga dell'AG2R ma è rimbalzato indietro, mentre il margine del battistrada arrivava quasi al minuto.

A 8 km dalla fine Jan aveva ancora 55" di vantaggio e pareva averla fatta in barba a tutti; ma non aveva fatto i conti con l'anima inseguitrice della Orica, che si è letteralmente scatenata da lì alla fine. In particolare una trenata infinita di Luke Durbridge ha sgretolato tante certezze in Bakelants, e soprattutto l'ha rimesso nel mirino. Il territorio di caccia di capitan Caleb andava difeso a ogni costo, blasone o meno (Gerrans è il pluridownunderista per eccellenza: 4 affermazioni nella generale, per non parlare delle conque tappe vinte).

Dall'inevitabile ricongiungimento (avvenuto con chirurgica precisione a 2 km dalla fine) in avanti abbiamo assistito alla miglior Orica, con Ewan portato dai suoi in posizione di sparo, incurante del fatto che il collega accanto a lui, Sam Bennett della Bora, potesse usufruire del lavoro di una personcina vestita d'iride. Sì, Peter Sagan all'esordio con la nuova maglia.

 

La volata e la classifica
Bennett, lanciato al centro della strada dal citato Sagan, s'è buttato a destra, mentre quella che sarebbe dovuta essere la sua posizione veniva occupata da un arrembante Danny Van Poppel. Ewan invece si produceva in una volata molto lunga ma che gli permetteva di spuntare sul lato destro come il missile che sa essere nei suoi giorni migliori.

Van Poppel in crescendo, Bennett in calando, hanno completato il podio di giornata, da cui restano esclusi nell'ordine Marko Kump della UAE (stavamo per scrivere "Lampre"...) e Niccolò Bonifazio (Bahrain), quest'ultimo già in un discreto momento psicofisico.

La classifica la fanno gli abbuoni dell'arrivo e quelli degli intermedi, e a festeggiare è comunque Ewan che guida con 4" su Van Poppel, 6" su Bennett, 7" su McCarthy, 8" su Haas, Gerrans e Gonçalves e 10" su tutti gli altri. Domani cambierà però tutto, perché a Paracombe, sulla collinetta dell'arrivo, un paio d'anni fa vedemmo bei numeri e soprattutto un gruppo sgranatissimo e tutto bucherellato; e ciò vuol dire che con ogni probabilità vedremo lo stesso spettacolo nella seconda tappa del Tour Down Under 2017.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!