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Simon Yates torna sul luogo del delitto

10.03.2017 17:05

Paris-Nice, il giovane britannico vince a Fayence con un gran numero. Alaphilippe sempre leader, Henao si avvicina


L'anno scorso Simon Yates era giunto settimo al termine della Paris-Nice, dimostrando di non essere solo il fratello, pardon, il gemello, di Adam. Un mese dopo la conclusione della Corsa verso il Sole per il suddito di Sua Maestà arrivò una notizia ferale: la positività alla terbutalina durante l'ultima tappa della gara nizzarda causata dalla errata presentazione dell'esenzione terapeutica del prodotto (curativo dell'asma, patologia di cui soffre Yates), Riconosciuta la particolarità del caso gli vennero comminati retroattivamente quattro mesi di sospensione, cosicché il portacolori dell'Orica-BikeExchange poté tornare in gara a metà luglio, vincendo la Prueba Villafranca a Ordiza e conquistando una tappa e la sesta piazza finale alla Vuelta a España.

Se il gemello Adam è impegnato alla Tirreno-Adriatico (dopo aver conquistato domenica il Gp di Larciano), Simon è tornato ad affrontare la prova francese, riuscendo a ben districarsi fra ventagli e cronometro. Oggi, in un percorso movimentato, ha avuto il coraggio di attaccare nella penultima salita di giornata e, andatosene in discesa, ha saputo resistere agevolmente andando a conquistare un successo prezioso per il palmares e per il morale.

In quattro provano la fuga ma non scappano
Con la sesta tappa lo scenario alla Paris-Nice cambia: dalla classica pianura francese si passa alle brevi ma infide asperità provenzali. La Aubagne-Fayence di 193.5 km è ufficialmente iniziata alle 11.55 per i 163 elementi ancora in gara; rispetto a quanti hanno tagliato il traguardo di ieri non è partito lo slovacco Erik Baska (Bora-Hansgrohe). Sin dalle battute iniziali la strada sale perché c'è da affrontare il primo dei sei gpm di giornata, ossia il Col de l’Espigoulier (km 13) lungo 8.9 km e con pendenza media del 5.6%.

I primi a scattare al km 3 sono lo statunitense Benjamin King (Team Dimension Data) e il francese Cyril Lemoine (Cofidis, Solutions Crédits), ripresi 1000 metri più tardi dal colombiano Winner Anacona (Movistar Team) e dallo spagnolo Delio Fernández (Delko Marseille Provence KTM), i quali vantano al km 6 una cinquantina di secondi sul gruppo. Al loro inseguimento si è lanciato il colombiano Jarlinson Pantano (Trek-Segafredo), ma el Pais è stato riassorbito dal plotone, così come gli altri quattro, al km 9.

GPM a Jeannesson, sprint intermedio a Bennett
Anche un tentativo del francese Cyril Gautier (AG2R La Mondiale) non ha buon esito e così prima dello scollinamento alcuni atleti accelerano al fine di conquistare i punti in palio: ad aver la meglio è Arnold Jeannesson (Fortuneo-Vital Concept) che supera Liliam Calmejane (Direct Énergie). Al termine della breve discesa, dove avevano perso momentaneamente qualche metro Alberto Contador (Trek-Segafredo) e Simon Yates (Orica-Scott), e nel falsopiano seguente rientrano i velocisti e quanti avevano perso contatto nelle prime concitate fasi.

Al traguardo volante di Plan-d’Aups-Sainte-Baume (km 24) Sam Bennett (Bora-Hansgrohe) è più rapido di Michael Matthews (Team Sunweb) e di Philippe Gilbert (Quick Step Floors). Al km 40 nasce un tentativo a sei: protagonisti lo svizzero Michael Albasini (Orica-Scott), lo spagnolo Jesús Herrada (Movistar Team), il kazako Alexey Lutsenko (Astana Pro Team) e i già citati Calmejane, Gautier e King.

Si forma l'azione ad otto, c'è anche De Marchi. Ritiro per Formolo, Guardini e Minali
Anche costoro, tuttavia, non riescono a guadagnare abbastanza e vengono ripresi presto. Più fortuna ha l'attacco che nasce poco prima del km 50 con otto protagonisti: i già citati Anacona e Herrada, i francesi Sylvain Chavanel (Direct Énergie) e Axel Domont (AG2R La Mondiale), l'italiano Alessandro De Marchi (BMC Racing Team), l'argentino Eduardo Sepúlveda (Fortuneo-Vital Concept), il britannico Ben Swift (UAE Team Emirates) e il danese Michael Valgren (Astana Pro Team).


Il gruppo lascia finalmente andare gli otto, che toccano il minuto di margine al km 55, i 3' al km 66 e i 5' al km 80. Il lavoro del Team Sky fa in modo che al rifornimento al km 97 il gap sia sceso a 4'. Nel frattempo giunge la notizia di un doppio ritiro in casa Cannondale-Drapac: la squadra statunitense, che già non ruba l'occhio di suo, deve fare a meno dello statunitense Lawson Craddock e soprattutto dell'azzurro Davide Formolo.

Il veronese è alle prese con la brutta caduta di ieri e deve abbandonare una classifica più interessante, visto che si trovava sedicesimo a meno di 90" dal podio. In precedenza da registrare altri quattro ritiri: prima il belga Dimitri Claeys (Cofidis, Solutions Crédits), poi il febbricitante Riccardo Minali (Astana Pro Team), quindi l'altro veronese Andrea Guardini (Team UAE Emirates) e il francese Christophe Laporte (Cofidis, Solutions Crédits).

Contador prova un attacco ma desiste, davanti se ne vanno De Marchi e Sepúlveda
La seconda salita, la Côte des Tuilières (km 116), sorride a Domont su Sepúlveda e Chavanel mentre il gruppo si riavvicina scollinando a 3'30". Il distacco tocca i 2'30" al terzo gpm, la Côte du Mont Méaulx (km 131,5), dove Domont supera ancora Sepúlveda e Swift. L'incedere del gruppo si fa sempre più prepotente tanto che i battistrada iniziano la prima delle due scalate alla Côte de Bourigalle (anche se in questo caso più corta rispetto alla successiva) con meno di 1' di margine.

Sin da subito c'è del movimento nel plotone e le micce vengono accese da uno che di attaccare da lontano non ha paura: Alberto Contador (Trek-Segafredo) si muove, marcato stretto dai soli Sergio Luis Henao (Team Sky) e Daniel Martin (Quick Step Floors). Il terzetto non riesce però a scavare margine e vengono ripresi dal drappello degli altri migliori mentre davanti la fuga si sbriciola: scollinano assieme Sepúlveda e De Marchi con qualche secondo sugli altri, Domont in testa.

Lavora il Team Sky e la fuga viene ripresa
Il nuovo rilassamento del gruppo permette alla coppia di testa di riguadagnare, transitando al cartello dei meno 40 km con 45" sugli ex compagni di fuga e con 1'10" sul plotone tirato da Philip Deignan (Team Sky). L'irlandese lavora a pieno regime e, dopo aver riassorbito i sei fuggitivi staccatisi, porta il plotone di una quarantina di elementi a 1' di ritardo ai meno 30 km. La coppia di testa continua a collaborare anche all'inizio della ascesa completa alla Côte de Bourigalle, dove il gruppo, sempre trainato dai britannici, inizia a conoscere una consistente selezione da dietro.

L'andatura tenuta da Sebastián Henao comporta la perdita di contatto fra gli altri di Rudy Molard (FDJ), decimo in graduatoria, permettendo di pagare al traguardo volante di Fayence (dove Henao sr prende 1" di abbuono) solo una ventina di secondi al gruppetto ora ridotto solamente a venticinque corridori. Henao jr finisce di lavorare ai meno 22.5 km ed entra in azione Mikel Nieve, il quale va ad annullare la fuga di De Marchi (che si rialza qualche decina di metri prima e rapidamente si stacca) e Sepúlveda ai meno 21.2 km.

Yates attacca e se ne va, nel gruppo c'è anche Ulissi
Non riescono a tenere la coda del gruppo prima David De la Cruz (Quick Step Floors), poi nell'ordine Simon Geschke (Team Sunweb), Dylan Teuns (BMC Racing Team), Nicolas Edet (Cofidis, Solutions Crédits), Jan Polanc (Team UAE Emirates), Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe), Jarlinson Pantano (Trek-Segafredo), Marc Soler (Movistar Team), l'ex fuggitivo Sepúlveda e Jan Bárta (Bora-Hansgrohe). Il ritmo di Nieve non va a genio a Simon Yates il quale attacca ai meno 19.2 km dalla conclusione, scollinando con una dozzina di secondi sul gruppo - dal quale si è staccato il campione irlandese Nicolas Roche (BMC Racing Team) - e chiuso da Diego Ulissi e Sam Oomen.

Nel falsopiano successivo prova l'allungo Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) ma il danese viene immediatamente ripreso dal resto del gruppetto dove si mettono a lavorare il solito Nieve e Daniel Martin. Yates nel frattempo continua a guadagnare sul plotone (dove sono rientrati Konrad e Roche), passaggio ai meno 13 km con 25" di margine, ai meno 10 km con 27" e addirittura 37" ai meno 8 km.

Il britannico guadagna tanto, nel gruppo Henao fa la differenza
Il ventiquattrenne britannico continua la sua marcia nella discesa che riporta verso Fayence e si immette nel breve tratto pianeggiante ai meno 4.8 km con 32"; a dar manforte a Nieve e Martin arriva, forse un po' troppo tardi, anche Roche. I tre a lavoro non guadagnano, anzi, su una delle più fulgide promesse del ciclismo britannico, tanto è vero che ai meno 2 km possiede addirittura 47".

Medesimo è il vantaggio che può contare all'inizio della salita sul gruppo, dove attacca subito Richie Porte: il tasmaniano allunga il drappello ma non stacca nessuno, fatta eccezione per i "lavoratori" Nieve e Roche. Ci riprova Porte e ai meno 700 metri, con Gallopin che cerca di riportarsi; chi invece riesce a far danni è Henao, che riesce a superare Porte e ad andarsene in solitaria. Ma per la vittoria non c'è nulla da fare.

Vittoria per Yates, sul podio Henao e Porte. Alaphilippe quarto e sempre leader, domani il Col de la Couillole
Yates resiste e va a conquistare una meritata vittoria; Sergio Luis Henao (Team Sky) è ottimo secondo a 17", terzo Richie Porte (BMC Racing Team) a 26", quindi quarto a 29" un Julian Alaphilippe scortato alla perfezione da Daniel Martin (Quick Step Floors). Completano la top 10, tutti a 32", Ion Izagirre (Bahrain Merida), Jakob Fuglsang (Astana Pro Team), Alberto Contador (Trek-Segafredo), Ilnur Zakarin (Team Katusha-Alpecin) e Tony Gallopin (Lotto FixAll). Diego Ulissi (Team UAE Emirates) è buon undicesimo a 39", arrivando in compagnia di Gorka Izagirre (Movistar Team) e Warren Barguil (Team Sunweb).

Per quanto riguarda la classifica Alaphilippe continua a vestire la maglia gialla e incrementa il vantaggio su Gallopin, ora a 36". Henao risale al terzo posto a 46", quindi Gorka Izagirre a 57", Martin a 1'20", Zakarin a 1'31", Contador a 1'34", Yates a 1'37", Ion Izagirre a 2'04" e Barguil a 3'08". Domani la tappa più attesa: da Nizza al Col de la Couillole, 177 km con tre salite compresa quella conclusiva, particolarmente complicata e dove sarà possibile creare distacchi importanti.
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