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Daryl Impeydisce la sfida tutta italiana

25.03.2017 17:09

Volta a Catalunya, Cataldo e De Marchi ripresi dal gruppo a 50 metri dalla fine. Il sudafricano batte Valverde, Froome sprofonda


Sul traguardo di Reus sono stati solo 50 metri a far sfumare la seconda vittoria italiana in questa Volta a Catalunya: Alessandro De Marchi e Dario Cataldo hanno sognato fino all'ultimo in questa sesta tappa, ma alla fine la vittoria è andata al sudafricano Daryl Impey, capace di regolare allo sprint un gruppo abbastanza ristretto; per il corridore della Orica-Scott si tratta della seconda vittoria stagionale dopo il campionato nazionale a cronometro, restano invece a secco i due italiani ed in particolare Cataldo che sperava di dare all'Astana la prima vittoria del 2017. Ma questa giornata sarà ricordata anche per il clamoroso passaggio a vuoto di Chris Froome, che si è fatto sorprendere già nella prima discesa e non ha più riagguantato il treno buono: per lui addio al podio e non solo.

Il gruppo si spezza nella prima discesa
L'insidia maggiore di questa sesta tappa catalana sembra essere l'Alt de la Musara a 35 chilometri dall'arrivo, invece a fare danni in classifica è stato un colle di terza categoria, l'Alt de Bot, posto dopo una trentina di chilometri di gara: fino a quel momento, replicando la tendenza che si era già vista nei giorni precedenti in cui le fughe hanno fatto fatica a partire, il gruppo era rimasto compatto per poi frazionarsi in più tronconi nella successiva discesa. Alejandro Valverde e Alberto Contador erano molto attenti nelle prime posizioni, al contrario Chris Froome si è fatto sorprendere nel secondo gruppo e, senza pensarci un solo attimo, è partita l'offensiva di Movistar e Trek-Segafredo, con anche la Quick-Step Floors che non si è fatta pregare e anzi è ben presto diventata la formazione più attiva.

Il primo gruppo era composto da una cinquantina di corridori e dei primi 15 della classifica generale erano assenti in cinque: oltre a Chris Froome, infatti, era rimasto staccato il suo compagno di squadra Geraint Thomas che era settimo, attardato anche l'asturiano Samuel Sánchez (ottavo) e due uomini fondamentali di Contador, Bauke Mollema e Jarlinson Pantano che occupavano rispettivamente l'11° ed il 12° posto. L'inseguimento era praticamente tutto sulla spalle del Team Sky ed il percorso ondulato non li ha favoriti: davanti hanno continuato a spingere e dopo 50 chilometri il distacco è salito per la prima volta sopra al minuto.

Froome insegue, ma poi molla
In questa fase critica Froome e la Sky hanno perso anche il basco Mikel Landa, ritiratosi dopo aver destato particolare impressione in queste giornate catalane, e lo squadrone britannico ha provato una reazione decisa nel tratto in discesa verso il traguardo volante di Ascó: l'azione ha dato in parte i suoi frutti, perché il gap è sceso da 1'30" a 1'00", ma a quel punto anche la Orica-Scott ed il Team LottoNL-Jumbo si sono messe a collaborare e per il Team Sky è stata notte fonda. Nel giro di una ventina di chilometri il vantaggio del gruppo di Valverde e Contador è risalito fino a toccare i due minuti.

A quel punto Chris Froome si è praticamente ritrovato già fuori dalla top10 virtuale della classifica e, immaginando molto facilmente che la situazione non sarebbe migliorata da lì fino al traguardo, gli inseguitori si sono arresi: il ritmo è crollato, il distacco invece è decollato. Alla fine il gruppo di Chris Froome è arrivato al traguardo con un ritardo di 26'38" salvandosi dalla regola del tempo massimo per meno di un minuto: la stessa sorte non l'hanno avuta i 47 corridori che formavano l'ultimo gruppo in corsa (tra loro anche Talansky, Kennaugh e gli italiani Gasparotto e Antonio Nibali) e che sono costretti a lasciare la corsa che domani affronterà l'ultima tappa con un plotone di sole 114 unità.

Ai meno 41 attacca Contador
A questo punto la corsa era tutta nel gruppo di testa che però ha preferito continuare a tenere un ritmo alto e regolare fino alla salita di prima categoria dell'Alt de la Musara: un grosso lavoro lo ha svolto l'olandese Robert Gesink per favorire i compagni di squadra Steven Kruijswijk e George Bennett che vedevano alla loro portata una salda posizione tra i primi dieci della generale.

Nessuno ha provato a fare nulla fino ai meno 41 chilometri quando, manco a dirlo, è stato Alberto Contador a provare a dare un minimo di spettacolo in una frazione che, dopo la grande bagarre iniziale, si stava facendo alquanto noiosa e scontata: lo spagnolo della Trek-Segafredo aveva un ritardo di 47" in classifica da Alejandro Valverde, alla Parigi-Nizza era andato ad un soffio dal ribaltone quando doveva recuperare 31" e quindi ha pensato che un tentativo fosse il caso di farlo. Ma Valverde aveva ancora con sé Marc Soler, Rubén Fernández, Imanol Erviti e José Joaquín Rojas, un trenino che non ha lasciato spazio ad Alberto Contador e nessun altro che volesse provare ad andarsene in salita come in discesa.

Nel finale azione spettacolare di Cataldo e De Marchi
Nel frattempo il plotone di testa di è ridotto ad una trentina abbondante di uomini ed ai meno 15 è nato il tentativo italiano che è arrivato ad un soffio dal successo: Alessandro De Marchi e Dario Cataldo hanno allungato in coppia partendo dalle retrovie del gruppo ed hanno velocemente messo una decina di secondi tra loro ed i primi inseguitori. I due forti passisti azzurri, ottimi per azioni di questo genere, non hanno perso nulla e secondo dopo secondo sono anche riusciti a guadagnare qualcosa nonostante il lavoro di Movistar e Orica manifestasse chiaramente l'interesse delle due squadre a giocarsi il successo in volata.

Il vantaggio di Cataldo e De Marchi è arrivato anche a toccare i 15" a meno di 5 chilometri dal traguardo di Reus: gli inseguitori hanno probabilmente beneficiato un po' dalla presenza troppo ravvicinata di un moto per le riprese televisive, ma nonostante quello il gap non mai sceso di un secondo fino agli ultimi 2000 metri. Inevitabilmente i due italiani hanno iniziato a risparmiare qualche energia per energia, mentre da dietro Movistar e Orica hanno dato tutto per chiudere il buco: a riaprire definitivamente i giochi è stata una tirata del campione spagnolo José Joaquín Rojas quando la corsa era ormai già all'interno dell'ultimo chilometro.

La volata premia Impey, domani gran finale sul Montjuïc
In volata Alejandro Valverde ha provato a partire lungo per conquistare la sua terza vittoria di tappa e negli ultimi 100 metri ha affiancato De Marchi e Cataldo alla loro destra, con il friulano della BMC in leggero vantaggio: alla sinistra dei due italiani è invece uscito fuori il sudafricano Daryl Impey che negli ultimi 30 metri è andato a superare anche Valverde conquistando il successo di giornata. Vichot ha chiuso terzo, Vakoc quarto mentre Alessandro De Marchi ha fatto ancora in tempo a piazzarsi quinto (e Cataldo ottavo) a testimonianza di quanto poco gli sia mancato per farcela.

La tappa di oggi ha rivoluzionato la classifica generale: la leader di Alejandro Valverde sembrava già salda ieri dopo la vittoria nella tappa regina di Lo Port, lo è ancora di più oggi perché il murciano affronterà la tappa finale di Barcellona con 53" di vantaggio su Alberto Contador e 1'06" sul compagno di squadra Marc Soler che completa un podio virtuale tutto spagnolo. La nuova top10 vede nell'ordine Adam Yates, Tejay Van Garderen, Daniel Martin, Steven Kruijswijk, Carlos Verona, George Bennett e Romain Bardet, ha guadagnato invece molte posizione anche Davide Formolo che continua ad essere il miglior italiano ed ora è 13° ma staccato di 5'04" da Valverde. Domani ci sarà ancora la possibilità di provare ad inventarsi qualcosa, anche se non sarà per nulla semplice: la tappa di Barcellona prevede infatti il classico circuito con la salita della collinetta del Montjuïc da ripetere otto volte.
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