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Valverde supera tutti, anche la noia

07.04.2017 17:42

Vuelta al País Vasco, ad Arrate altra tappa sonnacchiosa. Il murciano si prende la maglia, lieve ritardo per Contador. Domani la crono conclusiva


Vien da dire che finalmente manca solo una tappa, perché questa Vuelta al País Vasco non rimarrà minimamente nella mente come una corsa appassionante. Il comun denominatore di questi cinque giorni è stata, spiace dirlo, la noia. E spiace dirlo per due motivi principali. Perché il territorio per cercare di disegnare qualcosa di interessante, vale a dire come gli anni passati, ce n'è in abbondanza. E perché il pubblico basco, che assiepa sempre le strade in gran quantità, meritava di assistere a sfide fra Contador, Valverde e gli altri grossi calibri. Tutto ciò non è avvenuto, neppure oggi.

Alaphilippe non parte, Contador fora subito
In una Vuelta al País Vasco dalle emozioni pressoché nulle, la frazione odierna è l'unica possibilità di cambiare la classifica prima della lunga cronometro conclusiva. Da Bilbao all'abituale arrivo di Arrate sono solo 139.8 km ma con tre salite, di cui la metà di prima categoria. Dei 149 arrivati ieri, uno ha preferito non partire quest'oggi.

Si tratta di Julian Alaphilippe (Quick Step Floors), particolarmente sfortunato in questi giorni. E, in tema di malasorte, la mente corre subito ad Alberto Contador. Il madrileno prosegue sulla medesima falsariga anche oggi, con una foratura addirittura nel tratto di trasferimento. Tantissimi gli attacchi una volta partiti, ma l'azione buona nasce attorno al km 13; protagonisti ben diciotto elementi.

In diciotto all'attacco; Montaguti unico azzurro
Vanno all'attacco Omar Fraile, Benjamin King e Adrien Niyonshuti (Team Dimension Data), Amaël Moinard e Danilo Wyss (BMC Racing Team), Kristijan Durasek e Matej Mohoric (UAE Team Emirates), Yoann Bagot e Mathias Le Turnier (Cofidis, Solutions Crédits), Alexey Lutsenko (Astana Pro Team), Tiago Machado (Team Katusha-Alpecin), Juan José Lobato (Team LottoNL-Jumbo), Laurens Ten Dam (Team Sunweb), Maxime Monfort (Lotto Soudal), Alex Howes e Toms Skujins (Cannondale-Drapac), Matteo Montaguti (AG2R La Mondiale) e Lluís Más (Caja Rural-Seguros RGA).

Il gruppo lascia fare, ma non troppo, data la folta composizione dell'azione. Movistar Team e Quick Step Floors trainano il gruppo che al km 30 passa dopo 1'27". Nel corso del primo gpm, a Pagatza (km 44.7), destino opposto per due dei Dimension Data in fuga. Prima Fraile prova un attacco, venendo presto ripreso. Poi Niyonshuti, dopo aver lavorato, perde il contatto venendo riassorbito dal plotone prima dello scollinamento. Dove passa per primo l'unico azzurro all'attacco, ossia il romagnolo Montaguti, che ha la meglio su Howes e Bagot.

Fraile prova l'allungo, Ten Dam all'inseguimento
Questi tre sono coloro che sono in lotta per la graduatoria dei gpm, con Howes che veste la maglia dedicata. Una volta, attorno al km 55, che la corsa è tornata in pianura, il gruppo riaccelera e si porta sotto il 1'. A fronte di questa situazione dalla fuga Machado decide di rialzarsi, mentre giunge la notizia del ritiro di Sean De Bie (Lotto Soudal). Al traguardo volante di Arrate (km 65.1) Más precede Montaguti e King.

Nelle primissime rampe del secondo gpm, quello di Izua (km 71.1). Fraile cerca un nuovo attacco. E stavolta il padrone di casa riesce a guadagnare del margine; al suo inseguimento si lanciano Skujins e Ten Dam mentre il resto dei fuggitivi è stato ripreso dal gruppo a metà salita. In vetta Fraile transita con una ventina di secondi su Ten Dam (Skujins non è riuscito a tenere il ritmo ed è stato riassorbito) e una quarantina sul gruppo, con Bagot che ha la meglio su Howes.

Fuga ripresa, lavora la Orica
Il basco, raggiunto in discesa da Ten Dam, riesce a prendere punteggio pieno anche al traguardo volante di Markina (km 82.6). La coppia viene però definitivamente ripresa dal plotone giusto poco dopo lo sprint intermedio, vale a dire a circa 55 km dalla conclusione. Il secondo abbandono di giornata è quello del colombiano Jonathan Restrepo (Team Katusha-Alpecin). A prendere le redini del gruppo ci pensa la Orica-Scott, che si mette tutta in testa. Scelta quantomeno bizzarra, perché il capitano Simon Yates ha perso terreno nella terza tappa e si trova a 1'28" dal leader De la Cruz.

Il primo ad entrare in azione è Rubén Plaza, che detta il ritmo sull'ascesa di Trabauka (km 91.8); allo scollinamento l'esperto spagnolo passa per secondo perché lo precede Howes, che conquista punti preziosissimi. Non succede nulla di nulla, se si eccettua un problema meccanico per Simon Spilak (Team Katusha-Alpecin) che rientra con l'aiuto di Ángel Vicioso, neppure nella seconda scalata ad Izua (km 106.2). Michael Albasini tira nella prima parte, per poi lasciar spazio ai giovani Jack Haig e Robert Power, che transitano in quest'ordine.

La corsa prosegue senza alcun sussulto
La noia continua a caratterizzare il pomeriggio, con gli unici "spunti" dettati da una foratura di Michal Kwiatkowski (Team Sky) e da un problema meccanico di George Bennett (Team Lotto NL-Jumbo). A vivacizzare, per così dire, l'andamento lento vi è uno sconclusionato attacco di Tosh Van der Sande: l'uomo veloce della Lotto Soudal prova l'allungo ai meno 21 km, quando si sta già affrontando la penultima difficoltà di giornata. Il suo tentativo, nel quale non prende più di 40 metri sul gruppo, dura lo spazio di un paio di km.

In cima al gpm di Urkaregi (km 120.9) Verona passa per primo, con a ruota Haig e Kreuziger. Il monologo Orica-Scott continua anche in discesa; termina però in pianura, perché in testa al gruppo torna a far capolino il Movistar Team. Gli spagnoli prendono in testa anche la salita finale, con Víctor De la Parte che imposta un ritmo non agevole. Inizia sin da subito la selezione da dietro, con il gruppo che perde pezzi in continuazione: ai meno 5.5 km si distanzia Diego Ulissi (UAE Team Emirates) mentre durano mezzo km in più Ondrej Cink (Bahrain-Merida) e gli Sky Michal Kwiatkowski e Mikel Nieve.

Yates attacca, Woods va in contropiede. Su di lui rientra Meintjes
Proprio a questa distanza c'è il primo attacco; lo produce Simon Yates, che prova a mettere a frutto il lavoro dei propri gregari durante la giornata. Il britannico non fa molta strada; non appena viene ripreso tenta la fortuna Michael Woods. Il canadese della Cannondale-Drapac viene presto raggiunto da Alberto Contador, Sergio Luis Henao, Valverde e da Yates, quest'ultimo con qualche patema in più. Ai meno 4.5 km cerca di saggiare la resistenza altrui Valverde; con il murciano rimangono senza problemi Contador e Henao mentre Woods resiste stringendo i denti. Non così per Yates, che perde terreno.

Un nuovo rallentamento fa sì che Yates, Romain Bardet, Louis Meintjes e Rigoberto Urán possano rientrare; tutto questo ai meno 4.2 km quando, in un nuovo tratto impervio, Woods ci riprova. Stavolta l'ex runner non trova nessuna risposta e può andarsene; dopo qualche decina di metri si lancia in caccia Meintjes, bellamente ignorato dagli altri. Il ricongiungimento fra il canadese e il sudafricano si registra ai meno 3.6 km, quando i due iniziano a collaborare.

De la Cruz galleggia, in sette in testa. Che sfortuna per Sánchez!
E la maglia gialla? David De la Cruz attua la tattica della formichina, andando su del suo passo e man mano raccogliendo quanti perdono contatto. Con lui riescono a riportarsi sul gruppo dei migliori Ion Izagirre, Patrick Konrad, Samuel Sánchez e Simon Spilak. Il loro ricongiungimento dura poco perché, ai meno 3.4 km, attacca Valverde; con lui rimangono i soli Bardet, Contador, Henao, Sánchez, Urán e Yates. Il colombiano del Team Sky e il britannico perdono però contatto mezzo km più tardi, giusto poco prima di una nuova sgasata di Valverde il quale riporta sé e gli altri su Meintjes e Woods.

Questo gruppo di sette unità scollina e inizia gli ultimi 2500 metri in declivio fino alla linea del traguardo. Bardet prova a sorprendere tutti ai meno 1300 metri dal termine, ma Valverde è sempre vigile e non lo lascia andare. Poco dopo lo striscione dell'ultimo km tenta la sortita Sánchez: l'asturiano riesce a prendere qualche metro. Fin quando, improvvisamente, cade. Come emerso nel dopotappa, l'oro olimpico di Pechino è entrato in collisione con una pietra che si trovava a centro strada, perdendo così il controllo del mezzo e finendo a terra.

Tutto semplice per Valverde, Contador perde 3"
Fortunatamente gli altri sei non incocciano su di lui o sulla sua bici e si involano verso il tortuoso finale. Chi, come quasi sempre, è il più lesto di tutti è Valverde; il murciano si mette saggiamente in prima posizione all'imbocco dell'ultima semicurva a sinistra e per lui è un gioco da ragazzi timbrare la seconda vittoria della carriera ad Arrate. Sono otto le affermazioni nel 2017 per il fuoriclasse spagnolo, che sta mostrando un colpo di pedale sensazionale.

In seconda posizione si classifica Romain Bardet (AG2R La Mondiale), che ha la meglio su Rigoberto Urán (Cannondale-Drapac) per pochi centimetri. Quarto e quinto le due sorprese di giornata, ossia Michael Woods e Louis Meintjes, anch'essi a paritempo. Non altrettanto vale per Alberto Contador: il capitano della Trek-Segafredo è rimasto leggermente attardato dalla caduta di Sánchez ed ha perso 3".

Il murciano è leader, domani Contador e Izagirre principali rivali nella crono
Completano la top ten Ion Izagirre (Bahrain Merida), Sergio Luis Henao (Team Sky) e Simon Yates (Orica-Scott) a 15″ e il capoclassifica David De la Cruz (Quick Step Floors), arrivato a 22″. Il malcapitato Sánchez ha concluso tredicesimo a 34" mentre, fra gli altri nomi degni di nota, ci sono Simon Spilak (Team Katusha-Alpecin) a 47", Warren Barguil (Team Sunweb) a 58", Primoz Roglic (Team Lotto NL-Jumbo) a 1'11 e Michal Kwiatkowski (Team Sky) a 2'.

In classifica Valverde veste la maglia di leader ed è appaiato da Urán, Bardet, Meintjes e Woods; Contador è a 3", Izagirre e Henao a 15", De la Cruz a 19", Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe) e Alexis Vuillermoz (AG2R La Mondiale) a 22" mentre più lontano Roglic a 1'08". Domani la conclusione di questa sei giorni con una cronometro individuale di 27.7 km ad Eibar; dopo la tradizionale salita nella prima parte vi è da affrontare un lungo tratto pianeggiante. La vittoria di un padrone di casa manca dal 2003, quando sul gradino più altro del podio salì Iban Mayo. Izagirre sarà capace di imitarlo?
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