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Liegi-Bastogne-Liegi 2017

22.04.2017 19:40

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[restab title="Presentazione"]La Doyenne, come viene chiamata per la sua età che ne fa la più antica di tutte le classiche monumento, chiude idealmente la stagione delle grandi classiche, con l'interesse del grande pubblico che da lunedì mattina si sposterà tutto sul Giro d'Italia e sui Grandi Giri in generale. La Liège-Bastogne-Liège vive un periodo di crisi d'identità, causa l'assenza di spettacolo e i finali folti di contendenti degli ultimi anni, che un po' sbugiardano la tradizione di una classica ritenuta durissima. E di fatto le côtes delle Ardenne certo non si sono smussate, ma l'approccio dei corridori è diventato sempre più attendista, anche a causa delle batoste di alcuni (Nibali, do you remember 2012?). L'edizione 2016 è stata emblematica: nonostante il maltempo e il freddo terribile, c'è stata poca selezione ed in molti sono giunti a giocarsi il successo.

L'edizione 2017 vivrà qualche ritocco, non sostanziale ma significativo. Innanzitutto, la Côte de la Haute-Levée, l'anno scorso prevista a 74 km dal traguardo, non potrà essere affrontata, così come la durissima Côte de Stockeu, causa lavori in corso. Dunque la carovana opterà per un percorso alternativo, che esclude anche la Côte de Wanne,ma con una salita in più: si va prima sulla Côte de Pont, 1 km al 10,5%, poi sulla più morbida Côte de Bellevaux e infine sulla Côte de la Femme Libert, la più dura delle tre, 1,2 km al 12,1%; il tutto nel giro di 13 km, tra i -90 e i -77 all'arrivo. Insomma, spazio per qualche manovra ce ne sarebbe.

Per il resto, il percorso segue la tradizione recente della corsa: si affrontano Rosier, Maquisard e la celebre Redoute, con scollinamento a 35,5 km dal traguardo, un tempo trampolino di lancio per gli attaccanti. Ruolo che adesso spetterebbe alla Côte de La Roche-aux-Faucons, spuntone da 1,3 km all'11% al quale segue non la discesa ma un lungo falso piano: qui Andy Schleck ha costruito il suo capolavoro nel 2009. Si scende verso Liegi, ma le asperità non sono finite: si sale sulla Côte de Saint-Nicolas, detta la "salita degli italiani" per la presenza di tante famiglie di minatori immigrati, ma anche perché alcune delle più belle vittorie tricolori si sono formalizzate qui (e l'Italia, con 12 successi, è il paese straniero che detiene il maggior numero di affermazioni).

Si scollina a 5.5 km dall'arrivo, e qui abbiamo la seconda modifica dell'edizione: abolita Rue Naniot, lo strappo in pavé inserito l'anno scorso, si arriva ad Ans dove si affronta l'ultimo km e mezzo al 5,5% di pendenza media, non una vera e propria côte ma comunque un'enorme difficoltà, considerando i 258 km sul groppone e le conseguenti tossine con le quali arriveranno i corridori.

Ed ora passiamo ai favoriti. Inevitabilmente tutti gli occhi saranno puntati su Alejandro Valverde, che nonostante i quasi 37 anni sul groppone (li compirà martedì) dimostra una condizione invidiabile ed una superiorità netta. Anche attaccarlo risulterà difficile, giacché sarebbe capace di rispondere in prima persona: con l'assenza di Philippe Gilbert (mancherà anche il vincitore uscente Wout Poels, per problemi al ginocchio) poco sembra separare Valverde dalla quarta Liegi, che renderebbe Merckx meno inavvicinabile. In assenza (colpevole) dei grandi uomini da GT, la contraerea più efficace va cercata tra gli uomini da classiche più vincenti in questa stagione, ossia Greg Van Avermaet, il quale può ritenersi oltremodo soddisfatto della sua stagione e dunque sarà molto leggero a livello mentale, e Michal Kwiatkowski, che tra Strade Bianche, Sanremo e Amstel ha dimostrato di aver ritrovato grandi gambe al servizio del suo acume tattico.

In caso di confronto diretto allo sprint, Valverde dovrà tenere d'occhio principalmente Daniel Martin, benedetto dal Panda nell'annata 2013, Michael Albasini e Rui Costa, secondo e terzo classificato dell'ultima edizione, o addirittura, se la corsa dovesse risultare particolarmente morbida, Michael Matthews, diventato un po' il Freire della situazione in questo tipo di gare. Tanti i possibili outsider: da Romain Bardet ai gemelli Yates, passando per Tim Wellens, Tom Dumoulin e Rigoberto Urán, è auspicabile che qualcuno di questi trovi il coraggio di un attacco sulla Roche-aux-Faucons, visto che i mezzi tecnici e le motivazioni non mancano.

Per l'Italia poche speranze di successo, ma molti dei nostri presenti potrebbero effettuare una buona gara: Diego Ulissi Fabio Felline potrebbero trovarsi nelle condizioni di sprintare, ad esempio. Ancor più probabile che qualche italiano si muova nelle fasi caldi: Domenico Pozzovivo ha fatto vedere una grande gamba al Tour of the Alps, chissà che non voglia ripetere la grande azione che lo vide protagonista nel 2014 con Giampaolo Caruso. In tal senso, potrebbe trovare sostegno in Diego RosaGianni Moscon, gli uomini d'appoggio più effervescenti del Team Sky assieme a Sergio Henao, o da Davide Formolo: anche il veronese in Trentino-Alto Adige ha dimostrato di essere in forma. Il miglior classificato della precedente edizione, Enrico Gasparotto, non sembra purtroppo aver recuperato dalla caduta all'Amstel Gold Race.[/restab]

[restab title="La corsa"]Liegi - Ans (258 km)



Partenza: Liegi ore 10.25
Arrivo: Ans ore 16.30-17.15 circa

Côtes
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[restab title="Albo d'oro"][table id=653 responsive=scroll /][/restab]
[restab title="La corsa in tv"]La corsa verrà trasmessa in diretta da Rai Sport (a partire dalle 13.30), da Eurosport 1 (a partire dalle 14.15) e da Rai 3 (a partire dalle 15.05).[/restab]
[restab title="News e articoli"][lptw_recentposts layout="thumbnail" post_type="post" link_target="new" tags_id="2689" space_hor="5" space_ver="10" columns="2" order="DESC" orderby="date" posts_per_page="4" post_offset="0" reverse_post_order="false" exclude_current_post="false" override_colors="false" background_color="#4CAF50" text_color="#ffffff" show_date_before_title="true" show_date="true" show_time="false" show_time_before="true" show_subtitle="true" date_format="d.m.Y" time_format="H:i" no_thumbnails="show"][/restab][/restabs]

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