Professionisti

Bauhaus sboccia tra i grandi

08.06.2017 16:25

Phil, altro prodotto della scuola tedesca, vince in volata la quinta tappa del Delfinato. Domani il Mont du Chat


La grande scuola di velocisti tedeschi vanta da oggi un nuovo elemento capace di vincere in una corsa facente parte del calendario World Tour: si tratta di Phil Bauhaus, 23 anni tra un mese esatto, che sul traguardo di Mâcon ha conquistato la quinta tappa del Criterium del Delfinato, l'ultima adatta alle ruote veloci prima del gran finale in montagna da domani fino a domenica. Quella del giovane del Team Sunweb è una vittoria sì a sorpresa, ma fino ad un certo punto: nelle scorse due stagioni con Bora era cresciuto molto ed era stato quarto al Mondiale di Doha tra gli Under23, con il cambio di maglia invece si era fatto notare soprattutto al Giro d'Italia dove era stato quinto a Messina e quarto a Reggio Emilia.

Insomma, una vittoria importante da parte di Phil Bauhaus era probabilmente nell'aria e si era presentato in buona forma al Delfinato, probabilmente approfittando del fatto che si era ritirato dal Giro d'Italia durante la tappa di Canazei e che quindi ha avuto qualche giorno in più per smaltire le grandi fatiche della corsa rosa: Bauhaus era stato quinto ad Arlanc nel giorno della vittoria di Démare, oggi invece tutto per lui ha girato nel verso giusto ed è riuscito a centrare non solo la prima vittoria nel World Tour ma anche la prima di tutta la stagione 2017.

Terza fuga per Koen Bouwman
La tappa odierna era partita in maniera oggettivamente abbastanza insolita, con la maglia gialla Thomas De Gendt all'attacco subito al chilometro 0: l'obiettivo del belga della Lotto Soudal, però, non era di provare a guadagnare tempo sui suoi rivali in classifica, che verosimilmente poi lo scavalcheranno sulle salite, bensì il gran premio dela montagna di terza categoria posto appena 1500 metri dopo il via. De Gendt infatti era in testa anche a questa speciale classifica che potrebbe essere un obiettivo per il weekend se domani dovesse perdere minuti in salita.

Thomas De Gendt è riuscito a passare per primo al gpm davanti a Koen Bouwman, ma a fine tappa è stato proprio l'olandesino del Team LottoNL-Jumbo ad impadronirsi in maniera finalmente ufficiale della maglia rossa a pois bianchi che contraddistingue la classifica degli scalatori: al chilometro 13, dopo un paio di tentativi iniziali, il francese Julien El Farés (Delko Marseille) ha portato via la fuga del giorno che comprendeva anche Marco Minaard (Wanty-Group Gobert), Dylan Van Baarle (Cannondale) e appunto Koen Bouwman che si è andato poi tutti i punti in palio ai successivi gran premi della montagna, quattro di quarta categoria ma soprattutto uno di seconda che gli ha permesso di superare De Gendt.

Van Baarle ci prova da solo
I quattro fuggitivi hanno toccato un vantaggio massimo sul gruppo principale di 5'20" dopo circa 70 chilometri dei 175 previsti in questa tappa: fino a quel momento era stata solo la FDJ a tenere sotto controllo la situazione con un uomo, vedendo aumentare il gap invece è intervenuta anche la Katusha-Alpecin e più avanti si è messa all'opera anche la Dimension Data. Il margine di Bouwman, El Farés, Minnaard e Van Baarle ha quindi iniziato a scendere e a 53 chilometri dal traguardo il gap era già crollato ad un ben più controllabile 3'40".

Per evitare brutte sorprese, come già avvenuto ad esempio nella terza tappa, anche la Direct Energie ed il Team Sunweb si sono messe a lavorare in testa al plotone assieme a tutte le altre: nessun velocista, infatti, voleva rischiare di essere beffato anche in quest'ultima tappa facile del Critérium du Dauphiné e quindi per tutti l'obiettivo primario era di ricompattare il gruppo, allo sprint vero e proprio ci si sarebbe pensato poi in un secondo momento. A 32 chilometri dall'arrivo il ritardo del gruppo è sceso sotto ai due minuti, ai meno 21 invece è stato abbattuto il muro del minuto: nel frattempo davanti si era rialzato Koen Bouwman, ai meno 18 ha poi ceduto anche Julein El Fares e dai meno 16 è rimasto da solo in testa alla corsa Dylan Van Baarle.

Kristoff non c'è, spunta Bauhaus
L'olandese della Cannondale-Drapac è partito quando aveva solo 35" sul plotone ed il gap è rimasto invariato fino ai meno 10 quando la spinta degli inseguitori si è fatta insostenibile per un corridore da solo con il vento contrario: Dylan Van Baarle è stato ripreso a sei chilometri dall'arrivo con i vari treni dei velocisti già pronti a sgomitare per tenere le posizioni buone in un finale abbastanza tortuoso. La Bahrain-Merida ha provato a prendere la testa ma si è mossa decisamente con troppo anticipo, nel finale è stata quindi la Katusha-Alpecin a mettersi davanti in massa per dare una nuova chance ad Alexander Kristoff: il velocista norvegese, ancora non al meglio per qualche problema di saluta, non ha saputo approfittare del lavoro dei compagni ed al momento di lanciarsi è letteralmente rimbalzato all'indietro finendo poi solo sesto.

La mancanza di organizzazione tra le altre squadre ha portato quindi ad una volata poco lineare in cui è stato Phil Bauhaus a trovare lo spunto giusto: il tedesco del Team Sunweb si è mosso con i tempi giusti, ha sfruttato al meglio una tattica molto confusionaria della Direct Energie ed è andato a tagliare il traguardo per primo con un buon margine su tutti gli altri. Alle spalle di Bauhaus è arrivata una nutrita schiera di francese: secondo è arrivato Arnaud Démare che nella seconda e terza tappa era stato indiscutibilmente il più forte in volata, ma che oggi si è un po' perso nei chilometri di avvicinamento (c'è stato un salto di catena di Guarnieri) e poi non ha avuto la brillantezza necessaria per andare ad insidiare Bauhaus per il primo posto.

De Gendt sempre leader, domani il Mont du Chat
Sul podio di giornata è salito Bryan Coquard con il compagno di squadra Adrien Petit quarto: i meccanismi della Direct Energie oggi non hanno funzionato anche perché è stato proprio Petit a tirare involontariamente la volata a Bauhaus scegliendo di fare la volata per sé. Da quando Coquard ha annunciato l'addio alla Direct Energie a fine stagione l'armonia in squadra si è rotta ed è normale che qualcuno cerchi gloria personale invece che lavorare per chi poi se ne andrà da un'altra parte: il rischio per Coquard è quello di essere costretto a saltare il Tour de France.

Davanti a Kristoff si è piazzato anche Nacer Bouhanni mentre gli italiani li troviamo in nona (Enrico Battaglin) ed undicesima (Sonny Colbrelli) posizione. La classifica generale è rimasta invariata dopo la cronometro di ieri e Thomas De Gendt si godrà ancora un giorno in maglia gialla: forse l'ultimo perché domani arrivano le salite, ed in particolare l'attesissimo Mont du Chat, che sarà poi affrontato anche al Tour de France, una salita di 8.7 chilometri al 10.3% di pendenza media che terminerà a soli 15 chilometri dall'arrivo di La Motte-Servolex.
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