Ciclismo Giovanile

Philipsen a Gabicce si toglie da ogni impiccio

12.06.2017 16:31

Giro d'Italia under 23, il talento belga s'impone su Jakobsen e Riabushenko. Fabbro cade e si frattura la clavicola


Essere velocista di mestiere e prendere parte al Giro d’Italia Under 23 era già di per sé una scelta d’applaudire convintamente. Riuscire poi a lasciare anche il segno in una gara che, giorno dopo giorno, non sta regalando veramente nulla dà ancora più valore alla vittoria o anche ad un semplice piazzamento. Considerando che in questa quarantesima edizione nulla pare essere dovuto, la vittoria va cercata con ostinazione e guadagnata ed anche chi sul podio finale ha fatto un bel circoletto rosso non può pensare di abbassare la tensione neppure per un istante, onde ritrovarsi ad essere coinvolto in situazioni spiacevoli che possono costare care.

Si può dire che Davide Cassani abbia fatto un lavoro davvero eccellente nel suggerire il disegno di questo Giro Under 23, poiché la suspence non è mancata di certo finora, anche se forse in futuro sarà opportuno riservare almeno una frazione ai velocisti puri (ma ci sarà tutto il tempo per pensarci, per questa edizione l’importante era ripartire). Capita poi che frazioni come quella odierna rivelino il talento di ragazzi di cui inevitabilmente ci si ritroverà a parlare tra non molto tempo, nella massima categoria. Così, sul traguardo di Gabicce Mare, ci si ritrova ad applaudire in maniera convinta il belga Jasper Philipsen, 19 anni compiuti soltanto nello scorso mese di marzo e un avvenire in cui tante porte sembrano potersi spalancare.

Fortissimo sul passo, tanto da risultare spesso campione nazionale contro il tempo e arrivare nei primi dieci ad un campionato del mondo di specialità (sesto a Richmond tra gli juniores), velocissimo allo sprint ed amante del pavé, dove pure già al primo anno nella categoria ha sfiorato il colpaccio nel Fiandre Espoirs (secondo, preceduto solo dal gran numero dell’irlandese Dunbar). Dopo aver tenuto abbastanza bene in una tappa ostica come quella di ieri, conclusa regolando il primo gruppo inseguitore, oggi è arrivato il suo giorno andato a precedere una ruota veloce temibilissima come l’olandese Fabio Jakobsen su un arrivo che tirava leggermente all’insù ed ottenere quindi la terza affermazione in stagione.

Non sembra quindi destinato a spezzarsi il prevedibile monologo straniero in questa edizione e in una situazione già difficile per i colori italiani si aggiunge l’ulteriore tegola che costringe il miglior classificato dei nostri ad abbandonare anzitempo la gara. Solo ventiquattrore prima infatti eravamo a celebrare la bella prestazione di Matteo Fabbro, unico ad entrare nell’azione decisiva verso Forlì che gli aveva consentito di risalire in sesta posizione nella generale. Oggi ritroviamo l’atleta del Cycling Team Friuli nuovamente affranto per una caduta occorsagli proprio negli ultimissimi chilometri e costatagli una nuova frattura della clavicola sinistra, da cui aveva dimostrato di essersi ripreso molto bene in questi giorni. Corsa finita per lui come per l’australiano Lucas Hamilton, uno dei più seri candidati a contrastare un Pavel Sivakov molto vigile e che a questo punto può vedere sempre più in discesa la strada verso il successo finale, anche se la parte più impegnativa dovrà ancora arrivare.

Ci provano in diversi ma solo in tre prendono il largo

La Forlì-Gabicce Mare di 155,5 chilometri, quarta e più lunga frazione di questo Giro Under 23, si presentava come l’unica reale occasione per vedere all’opera le ruote veloci presenti in gara, tuttavia il canovaccio della tappa, con l’ascesa a Gabicce Monte a precedere il finale, non escludeva a priori soluzioni alternative, dalla fuga all’anticipo.

Partenza molto rapida quindi in cui in diversi hanno cercato l’allungo per portare via l’azione buona (tra i primi a provarci il colombiano Rodríguez, Melloni, Tagliani e l’albanese Nika) ma solamente attorno al trentesimo chilometro il gruppo ha finalmente concesso il semaforo verde alla fuga: gli artefici sono stati Mattia Cristofaletti della General Store, il britannico Gabriel Cullaigh del SEG Racing Team e il belga Thomas Vereecken della Lotto Soudal, tutti e tre ottimi passisti.

Trovato l’accordo, il vantaggio del trio è cresciuto sensibilmente fino a raggiungere una punta massima di 4’30” dopo una settantina di chilometri, con Cristofaletti in buona evidenza e transitato per primo al traguardo Intergiro di Sant’Ermete. Il gruppo, pilotato soprattutto dalle frazioni interessate a raggiungere un epilogo in volata, ha cominciato a limare pian piano lo svantaggio, anche se la tenuta del trio si è mantenuta ottima (nel mentre nel plotone si è registrata anche una caduta, fortunatamente senza conseguenze, dell’australiano Hindley).

Il sogno termina ai -2, allo sprint s’impone Philipsen. Fabbro e Hamilton ko
Si è così giunti agli ultimi 20 chilometri, con il gruppo in cui erano soprattutto le maglie della Mitchelton Scott e della Unieuro a mostrarsi nelle posizioni d’avanguardia, con i tre di testa che continuavano a conservare un buon margine anche al culmine dell’ascesa di Gabicce Monte, su cui è transitato per primo il belga Vereecken. Dopo un breve allungo di Michele Corradini della Mastromarco, il plotone ha continuato la sua rincorsa ma Cristofaletti, Cullaigh e Vereecken hanno continuato a tenere molto bene, riuscendo a resistere sotto il minuto fino agli ultimi cinque chilometri di gara.

Solamente a 2 chilometri dal traguardo l’inseguimento del gruppo si è finalmente concretizzato, neutralizzando un’azione durata circa 120 chilometri (bravissimi tutti e tre i protagonisti) ma prima che le formazioni riuscissero a concentrarsi sullo sprint ecco che, come nella prima giornata, una caduta ha scombinato completamente i piani di varie formazioni: sono finiti a terra in diversi, tra i quali il portoghese Oliveira, il britannico Knox, il colombiano Hodeg, il francese Ermenault, Mirco Sartori e Raul Colombo. Soprattutto però il capitombolo ha lasciato a terra Lucas Hamilton e Matteo Fabbro, ovvero il terzo ed il sesto della classifica generale, per i quali le conseguenze sono apparse subito importanti e costringono entrambi ad abbandonare qualsiasi sogno di gloria.

Col gruppo inevitabilmente sfilacciato si è giunti allo sprint, con gli ultimi 400 metri a tirare all’insù e chiamando così ad un’ottima scelta di tempo coloro che volessero primeggiare. Il bielorusso Riabushenko è uscito molto forte negli ultimi 200 metri ma sulla sua sinistra è partito ancora più forte il giovane Philipsen, che ha preso la testa ed è andato ad imporsi, firmando così anche il primo successo di tappa della BMC Development Team in questo Giro, dopo le due piazze d’onore consecutive di Sivakov. In seconda posizione ha concluso il campione olandese Fabio Jakobsen, probabilmente il grande favorito per il successo odierno, piegato da un avversario d’indubbio talento. Terza posizione invece per il campione europeo Aleksandr Riabushenko che dopo la difficile giornata di ieri ha ottenuto un altro bel podio di tappa.

A seguire, per una top five tutta straniera, l’argentino Tivani dell’Unieuro e il marocchino El Chokri (anche dall’Africa stanno arrivando interessanti segnali da questo Giro) della Dimension Data for Qhubeka, quindi i primi atleti italiani che hanno occupato tutte le posizioni dalla sesta alla decima, centrate rispettivamente da Federico Burchio (Hopplà), Raffaele Radice (Delio Gallina), Yuri Colonna (Altopack), Matteo Moschetti (Viris Maserati) e Filippo Tagliani (Delio Gallina), quest’ultimo giunto appena davanti all’ex maglia rosa Powless. Presenti nella prima parte del gruppo la maglia rosa Sivakov, l’ucraino Padun e l’australiano Hindley mentre qualche secondo di ritardo è stato lasciato per strada dagli altri protagonisti in lotta per la classifica generale: 13” hanno perso Conci e Zilio, 16” invece il ritardo di Covili, Raggio e lo svizzero Muller mentre 26” ha accusato Lorenzo Fortunato. Continua invece il momento negativo per la Colombia, con il meglio classificato Wilmar Paredes che con un ritardo di 4’34” abbandona ogni velleità.

Sivakov resta in rosa, domani le due semitappe marchigiane

Alla luce di quanto accaduto oggi Pavel Sivakov conserva la maglia rosa con 2” di vantaggio su Mark Padun ma molto cambia alle spalle del russo: l’australiano Hamilton, classificato con 16”, domani non dovrebbe riprendere il via e così in terza posizione si assesta il connazionale Hindley a 12”, a cui restano le concrete possibilità della Mitchelton Scott. Il forzato abbandono di Matteo Fabbro lascerà priva di corridori italiani la top ten, visto che anche Giacomo Zilio, con i secondi persi oggi, è sceso dall’ottava all’undicesima posizione davanti a Nicola Conci (con cui condivide il medesimo distacco di 2’01”). Lorenzo Fortunato è passato invece dalla nona alla diciassettesima posizione a 2’14”, in compagnia di Luca Raggio mentre Giacomo Garavaglia è 19esimo a 2’19”.

Invariate le classifiche riguardanti la maglia bianca (sempre sulle spalle di Sivakov), verde (comanda ancora Dlamini) e blu (appannaggio sempre di Turgis), l’unica variazione riguarda la maglia rossa della classifica a punti, di cui si è impossessato Riabushenko, che ora guida con 48 punti contro i 45 di Philipsen.

Domani la quinta giornata di gara sarà suddivisa in due semitappe entrambe in territorio marchigiano, che modificheranno ulteriormente la classifica generale: al mattino la frazione in linea di 87,2 chilometri da Senigallia a Osimo, con finale decisamente adatto agli scattisti in cui le pendenze, nello strappo che precederà il traguardo, arriveranno fino al 18%. Nel pomeriggio invece i 14 chilometri a cronometro con partenza e arrivo nella frazione osimana di Campocavallo costituiranno uno snodo cruciale in vista del gran finale sulle strade abruzzesi.
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