Ciclismo Giovanile

Giovanni Lonardi: «La maglia azzurra, che onore!»

02.12.2017 15:49

Intervista al veronese nel 2017 alla General Store, autore della sua miglior stagione tra gli under 23


È nato il 9 novembre 1996 a Verona, pesa 69 chili ed è alto un metro e ottanta. Stiamo parlando di Giovanni Lonardi, corridore della General Store Bottoli prossimo al passaggio alla Zalf Euromobil Désirée Fior. In questo 2017 il veronese è stato uno dei grandi protagonisti tra gli tra under 23 e non a caso è riuscito a centrare il bersaglio grosso in ben sei occasioni, tra le quali figurano il Memorial Pavese, il Trofeo Lampre ed il Gran Premio Calvatone. In tutti i suoi successi stagionali è riuscito a sbaragliare la concorrenza grazie alle sue doti da velocista che si difende bene anche sulle salite brevi e ai campionati europei di Herning ha fatto parte della spedizione azzurra diretta da Marino Amadori. Prima di iniziare il ritiro con la compagine veneta, in questi ultimi giorni, insieme ai suoi nuovi compagni di squadra, è stato a Livigno sia per fare gruppo che per riprendere l’attività fisica. Appena tornato a casa si è gentilmente concesso per un’intervista nella quale racconta la sua annata tra vittorie e convocazioni in maglia azzurra

Giovanni, come ti sei avvicinato al ciclismo?
«Ho iniziato a correre da allievo e se sono diventato ciclista è merito di mio zio, che da giovane aveva corso soprattutto su pista. Una decina di anni fa mi aveva portato a vedere delle corse su strada riservate agli juniores e da lì è nato il mio amore per il ciclismo»

La tua stagione era iniziata alla grande con il successo alla tua prima corsa
«Quest’anno sono partito davvero bene, perché al Memorial Pavese sono riuscito subito ad alzare le mani al cielo alla prima gara a cui ho preso parte. Essendo un circuito in pianura è stata una corsa tirata ed infatti siamo andati molto forte. Nel finale i miei compagni di squadra sono stati molto abili ad organizzare un treno per me ed io sono riuscito a concretizzare il lavoro che hanno fatto per tutta la gara. Inoltre questo successo per me è stato molto importante perché mi ha permesso di sbloccarmi subito. E poi infatti è andata bene tutta la mia stagione»

A marzo hai partecipato al raduno azzurro con Alessandro Petacchi
«Dopo le mie prime due corse nelle quali ho raccolto un primo ed un secondo posto, ho ricevuto la chiamata da parte del Commissario Tecnico degli under 23 Marino Amadori per partecipare al raduno azzurro riservato ai velocisti in Emilia Romagna. Nell’occasione Alessandro Petacchi è salito in cattedra tenendo a noi dilettanti alcune lezioni nelle quali, oltre che ad averci trasmesso consigli fondamentali, ci ha spiegato i meccanismi su come disputare le volate. E sicuramente è stato veramente bello poter conoscere uno dei più grandi sprinter nostrani»

Cosa hai portato a casa da questa tre giorni a Riccione?
«Per me è stata una bellissima esperienza anche perché era la prima volta che vestivo la maglia azzurra e certamente non me la scorderò mai. Inoltre Petacchi mi ha dato tanta grinta ed in questa maniera sono riuscito ad indossarla in altre occasioni»

Infatti qualche settimana più tardi hai corso la Gand-Wevelgem, il giro delle Fiandre e lo ZLM Tour in maglia azzurra
«Esattamente. Tra fine del mese di marzo e la metà di aprile ho partecipato alle tre corse che hai citato e che erano tutte valide per la Coppa delle Nazioni. La Gand-Wevelgem è stata la mia prima corsa disputata contro atleti internazionali di grande livello visto che alcuni di essi erano già professionisti. Come corsa è stata un po’ dura anche se mi è piaciuta molto, perché non avevo mai corso su una distanza superiore ai 130 chilometri contro corridori di un certo spessore e sicuramente devo ringraziare Marino Amadori e tutto lo staff azzurro per avermi dato questa opportunità. E tutte quelle successive»

Cosa vuol dire per te vestire la maglia della nazionale italiana?
«Per me indossare la maglia azzurra è un onore, come penso lo è per qualunque atleta italiano perché vestendola si rappresenta la nostra nazione. Infatti la prima volta che Amadori mi aveva chiamato al telefono per comunicarmi che l’avrei vestita sono stato veramente onorato. Poi vincere con questa maglia sarebbe il massimo»

L’emozione più grande della stagione è stata quella di partecipare ai campionati europei in Danimarca?
«Senza alcun dubbio è stata la mia gara dell’anno. Tra l’altro è andata anche abbastanza bene perché quello che dovevo fare l’ho fatto nel migliore modi. Il mio compito era quello di tirare la volata a Imerio Cima ma sono arrivati quattro corridori in fuga e purtroppo siamo riusciti ad ottenere solamente un settimo posto al termine dello sprint del gruppo. Questa corsa la ricorderò per sempre anche perché sono riuscito a concludere la mia prova in sedicesima posizione e per essere stato il primo evento così importante a cui ho preso parte è stato un buon risultato»

Ma ai mondiali di Bergen hai fatto la riserva, c’è rammarico per non essere stato della partita?
«Se l’europeo è stato il mio momento più soddisfacente del 2017, si può dire che la mancata partecipazione al mondiale è stato il mio più grande dispiacere di questa stagione. Personalmente sono stato molto deluso per non aver preso parte alla prova iridata. Comunque mi sono sentito subito con Marino Amadori e le sue sono state semplicemente delle scelte che ha preso dopo aver studiato attentamente il percorso di Bergen. In ogni modo, dopo aver appreso la sua decisione, non ho avuto nessun problema con il commissario tecnico. Ero disponibile a correre il mondiale ma purtroppo è andata così»

Tra l’altro cinque giorni prima del campionato del mondo ti eri imposto al Trofeo Lampre a Bernareggio
«La domenica antecedente la prova mondiale ho ottenuto il mio quarto sigillo stagionale proprio in Brianza. A settembre stavo veramente bene perché da quando avevo appreso che Marino Amadori mi aveva inserito nella lista dei corridori che sarebbero potuti volare in Norvegia, stavo preparando con il massimo impegno l’appuntamento mondiale. Però in quella lista eravamo in sette ed io purtroppo sono stato tagliato fuori anche se avevo appena vinto una corsa. Alzare le braccia al Trofeo Lampre non è servito per essere della partita e si vede che doveva andare così. E così è andata»

Quanti chilometri hai percorso complessivamente in questa stagione?
«In tutto ho pedalato per 25000 chilometri circa»

Come sono stati questi tre anni alla General Store?
«Nella squadra veronese ho vissuto delle annate bellissime e per questo devo ringraziare il mio direttore sportivo Simone Bertoletti ed il presidente perché mi hanno permesso di crescere aiutandomi in ogni momento senza farmi mancare nulla. Inoltre mi sono trovato molto bene anche con tutti i compagni di squadra che in questi tre anni ho avuto il piacere di conoscere»

Con quali dei tuoi compagni di squadra sei maggiormente legato?
«I due con i quali ho instaurato un rapporto di amicizia più forte sono Gregorio Ferri e Mattia Cristofaletti. L’anno prossimo tutti e tre passeremo alla Zalf Euromobil Désirée Fior e quindi il nostro cammino di amicizia proseguirà anche in questa nuova avventura ciclista oltre che nella vita di tutti i giorni»

Raccontaci qualcosa di loro
«Prima di tutto nella mia vita sia Gregorio che Mattia sono due ottimi amici e poi in corsa mi danno sempre una grande mano per tirarmi le volate. Inoltre tra di noi c’è grande fiducia e meglio di così penso non ci si possa trovare»

L’obiettivo per la prossima annata sarà quello di passare professionista?
«Sì, esatto. L’anno prossimo sarà il mio ultimo anno da under 23 ed il mio sogno sarà proprio quello di approdare tra i professionisti»

Hai già avuto qualche contatto?
«Sì, nel corso della stagione appena conclusa ho ricevuto qualche chiamata, in particolar modo da parte di una squadra professional italiana. Ma non si è concretizzato nulla, anche perché se no non sarei ancora qui tra i dilettanti»

In questi ultimi giorni sei stato a Livigno
«Ho trascorso otto giorni in montagna e sono appena ritornato a casa. A Livigno sono andato insieme al nuovo gruppo sia per conoscersi e sia per svolgere un po’ di attività alternativa al ciclismo. Adesso che sono tornato, appena arriverà la bicicletta nuova, si inizierà a fare sul serio ed andrò in ritiro con tutta la squadra al completo»

In montagna com’era la tua giornata-tipo?
«Sveglia alla otto, colazione tutti assieme e poi alla mattina si andava in palestra. Dopo pranzo, ed in alcuni giorni anche prima, invece ci dedicavamo allo sci di fondo essendo Livigno una delle migliori località sciistiche italiane. Al rientro cenavamo e poi andavamo a letto»

Quale sarebbe la tua vacanza da sogno?
«Mi piacerebbe molto andare al mare, magari in inverno, in qualche località che si affaccia sull’oceano con un clima caldo»

Con chi vorresti andare?
«Il mio sogno sarebbe quello di andare con la fidanzata. Ma non avendola partirei con i miei compagni di squadra»
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