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Una settimana muri&mari nel nome di Michele

12.01.2018 17:59

Presentato il percorso della Tirreno-Adriatico: tracciato equilibrato, fra tradizione e novità. A Filottrano il ricordo di Scarponi


Seguendo il ritardo avuto con la presentazione del Giro d'Italia, oggi, a meno di due mesi dal via della prova, è stata presentata l'edizione 2018 della Tirreno-Adriatico. Presso il Santuario di Loreto è stato svelato l'appuntamento numero cinquantatré con la Corsa dei Due Mari. RCS Sport ha costruito un tracciato all'insegna della continuità, per una formula ormai consolidata e tutto sommato vincente.

Due cronometro ad aprire e a chiudere, rispettivamente in esercizio a squadre e individuale, due volate, due tappe intermedie e una con arrivo in salita. Questo il menu preparato dagli organizzatori, che hanno proposto l'interessante salita di Sassotetto come spartiacque per l'assegnazione della maglia azzurra. Non poteva mancare un omaggio a Michele Scarponi, che della corsa è stato grande protagonista con una vittoria nel 2009, un secondo posto (a parimerito con il vincitore Garzelli) nel 2010 e un terzo posto nel 2011.

7 marzo, 1a tappa: Lido di Camaiore (cronometro a squadre, 21.5 km)
Per il quarto anno consecutivo (e altri due ne seguiranno) la Tirreno-Adriatico prenderà le mosse dalla località della Versilia. Il tracciato differisce leggermente rispetto al passato, con una distanza lievemente inferiore (grossomodo 1200 metri). Quello che non cambia è la totale assenza di difficoltà altimetriche e stradali (solo quattro curve, tutte in successione nel giro di boa di Forte dei Marmi), elemento che permetterà alle formazioni più attrezzate di spingere quasi esclusivamente il lungo rapporto e dando ai rispettivi capitani un margine interessante sugli avversari meno supportati.



8 marzo, 2a tappa: Camaiore-Follonica (167 km)
Decisamente più semplice rispetto al passato la seconda giornata. Se spesso e volentieri questa era l'occasione per avere qualche possibile sorpresa nei finali falsamente agevoli, così non sarà nella cittadina tirrenica. Un tracciato più pianeggiante di così è difficile da trovare nelle recenti edizioni della Tirreno, prove contro l'orologio escluse. Dopo il via di Camaiore c'è subito il dentello di Montemagno, primo gpm della corsa. E unico di giornata, perché presto si torna a vedere il mare costeggiando l'Aurelia. I velocisti avranno modo di familiarizzare con il traguardo di Follonica in quanto verranno affrontati tre giri in un circuito con poche curve e lungo 8300 metri a tornata.



9 marzo, 3a tappa: Follonica-Trevi (234 km)
Il taglio nella direttrice ovest-est inizia con la terza frazione, la più lunga dell'intera settimana. Più di 2700 metri di dislivello positivo disseminati su brevi ma arcigni strappetti, di cui quattro contabilizzati come gpm. Dopo l'iniziale ascesa di Roccastrada si entra in provincia di Siena per il Passo del Lume Spento, difficoltà dalla lunghezza vicina ai 14 km ma che non preoccupa nessuno. Un facile saliscendi occupa tutto il segmento centrale, compreso l'ingresso in Umbria. La situazione cambia una volta arrivati nella località d'arrivo: per entrare nella parte alta di Trevi si deve affrontare una salita di 3 km con carreggiata ristretta e pendenze che superano il 15%. Ok, finito tutto? No, perché si tratta del primo passaggio sulla linea bianca. Il giro conclusivo di 11.4 km inizia con ulteriori 300 metri di salita al 15% seguiti da un tratto in discesa per poi riprendere i 3 km di salita precedentemente scalati. Giornata in cui gli uomini da classiche e quelli di classifica lotteranno per il medesimo premio.



10 marzo, 4a tappa: Foligno-Sassotetto (219 km)
La giornata decisiva per l'assegnazione della vittoria finale è questa, con l'unico arrivo in salita. Partiti da Foligno e superato il Valico di Colfiorito ecco dipanarsi un quasi ininterrotto su e giù nell'Appennino maceratese, incontrando di fatto una manciata di km pianeggianti. Tre i gpm, anche se avrebbero potuto essere molti di più: San Ginesio, Gualdo e Penna San Giovanni portano negli ultimi 50 km di falsopiano in territorio fermano. Rientrati in provincia di Macerata a Sarnano ha qui avvio la salita finale, unico avamposto sopra i 1000 metri di altitudine in questa Tirreno. La salita di Sassotetto misura 14.2 km e presenta una pendenza media del 5.8%, con punte massime del 12%. Lunghi rettilinei saranno la costante per tutta la scalata, che si addolcisce una volta entrati nelle battute finali. Possibile la sparata di un uomo come quella realizzata sul Terminillo da Quintana nel 2017, così come non è da escludere che un gruppetto ristretto possa giocarsi il successo.



11 marzo, 5a tappa: Castelraimondo-Filottrano (178 km)
È indubbiamente la giornata più attesa. Più che per l'effettivo interesse della tappa, che comunque è tutt'altro che banale, quanto per il significato che caratterizza l'appuntamento. In questa frazione dei muri la mente va subito a Michele Scarponi, il cittadino più noto che Filottrano ha partorito. La prima metà abbondante di tappa è poco significativa, se si eccettua la scalata del terribile muro di Montelupone, in passato passaggio fondamentale nella Corsa dei Due Mari. Si transita per i centri storici in quota di Castelfidardo e Osimo (questo valido come gpm) prima di entrare nel circuito finale di 16.1 km da ripetere due volte. A caratterizzarlo è il muro di Filottrano, con pendenze che toccano il 15% e che viene percorso in toto solo nel terzo e ultimo passaggio. Da qui rimangono ancora 3.1 km di impegnativa discesa e successiva risalita di media pendenza fino al traguardo.



12 marzo, 6a tappa: Numana-Fano (153 km)
Fosse percorsa al contrario sarebbe uno snodo finanche decisivo per le sorti della graduatoria. Così, invece, non è. Subito il via da Numana un continuo saliscendi, culminato dalla dura ascesa verso Offagna. Seppur più dolce la fase ondulata prosegue per la parte centrale di giornata. Gli ultimi 35 km, invece, sono completamente pianeggianti. Due giri di 12.9 km fra la statale Adriatica e le stradine attorno a Fano fanno presagire nient'altro che un arrivo a ranghi compatti, con una curva a 350 metri dal termine come ultimo campanello d'allarme.



13 marzo, 7a tappa: San Benedetto del Tronto (cronometro, 10 km)
C'era il concreto timore che lo storico approdo nella cittadina marchigiana saltasse per motivi economici. Così non è stato per cui, come da tradizione, la Tirreno-Adriatico si conclude con una cronometro individuale di 10 km sulle larghe strade di San Benedetto del Tronto. Nessuna difficoltà altimetrica e neppure di percorso (magari meglio buttare un occhio su qualche distratto pedone, come accaduto nel 2017 quando una signora a passeggio con tanto di cagnolino attraversò all'improvviso la strada durante il passaggio di Peter Sagan). In caso di classifica ancora ravvicinata sarà possibile recuperare anche un discreto gruzzoletto. Altrimenti un utile esercizio per gli specialisti.

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