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Possiamo chiamarlo Alejandro De Marchi

05.09.2018 17:04

Terza vittoria in carriera alla Vuelta per il Rosso di Buja che spezza un digiuno di tre anni. Pellizotti è terzo, Aru perde altri 41"


Sempre in prima linea quando c'è da prendere il vento in faccia per aiutare i capitani della squadra e al tempo stesso una garanzia quando si tratta di entrare in quelle fughe che hanno buone probabilità di arrivare fino al traguardo, ma per tre lunghi anni Alessandro De Marchi ha visto sempre sfuggire una vittoria che con il passare del tempo si faceva sempre più meritata: l'ultima volta che il corridore friulano era riuscito ad esultare al traguardo era stata sempre il 5 settembre nel 2015 quando fece sua la 14a tappa della Vuelta a España e proprio la corsa spagnola, dove aveva colto un successo anche nel 2014, gli ha permesso oggi di interrompere l'astinenza.

Con Richie Porte finito subito fuori dai giochi per la classifica generale, Alessandro De Marchi aveva già avuto la libertà di provarci nella prima settimana e ci era anche andato vicino con un terzo posto a Roquetas del Mar: oggi invece il Rosso di Buja non ha trovato nessuno in grado di fermarlo lungo la strada, ha domato quello spirito battagliero che spesso lo porta a spendere troppe energie prima dei momenti chiave e poi si è scatenato nel finale sfruttando anche il supporto di due compagni di squadra di qualità come Roche e Teuns. E se gli ottimi trascorsi in nazionale e la bella prima settimana di Vuelta non era stati sufficienti a convincere tutti, oggi possiamo dirlo con sempre maggiore certezza: a De Marchi nessuno toglierà una maglia azzurra per il Campionato del Mondo di Innsbruck.

Nibali molto attivo in avvio di tappa
In chiave Italia, in quest'undicesima tappa della Vuelta a España sono arrivati altri piccoli segnali incoraggianti da parte di Vincenzo Nibali: il siciliano è stato il primo corridore ad attaccare e cercare la fuga in questa frazione lunga, la più lunga della corsa con i suoi 207.5 chilometri tra Mombuey e Luintra, e complicata. Sull'iniziativa di Nibali s'era formato anche un drappello di interessante a cui però il plotone non ha voluto dare spazio: e allora, dopo una prima ora percorsa a 49 km/h di media nonostante la presenza di una salita di 5.7 km al 5.3%, Vincenzo ci ha riprovato anche più avanti al chilometro 60, ma ancora una volta non c'è stato verso di ottenere il via libera da parte del gruppo.

Il motivo di questo ritmo così sostenuto per così tanti chilometri era da ricercare tra i nomi di coloro che si erano fatto sorprendere nelle retrovie sulla prima salita di giornata, il Puerto del Padornelo: sul gran premio della montagna di terza categoria il plotone s'è spezzato e dietro era rimasto anche il colombiano Miguel Ángel López che ad un certo punto di è ritrovato ad avere un minuto e mezzo di ritardo dal gruppo dei migliori. Il capitano dell'Astana è stato quindi atteso ed aiutato da tutti i compagni di squadra, ma davanti non hanno certo provato a rendergli la vita semplice ed anche il percorso con i continui cambi di pendenza non agevolava certo chi era costretto ad inseguire. Alla fine dopo un centinaio di chilometri di gara López è rientrato, il gruppo ha rallentato e ben 19 corridori ne hanno approfittato per prendere il largo sull'Alto do Covelo.

Fuga di 19 corridori, c'è anche Thibaut Pinot
La fuga buona era composta da Franco Pellizotti (Bahrain-Merida), Nans Peters (AG2R-La Mondiale), Omar Fraile (Astana), Alessandro De Marchi, Nicolas Roche, Dylan Teuns (BMC Racing Team), Rafal Majka (Bora-Hansgrohe), Thibaut Pinot, Léo Vincent (Groupama-FDJ), Tiesj Benoot (Lotto Soudal), Jack Haig (Mitchelton-Scott), Winner Anacona (Movistar), Ryan Gibbons (Dimension Data), Pierre Rolland (Education First-Drapac), Jhonatan Restrepo (Katusha Alpecin), Sergio Henao (Team Sky), Bauke Mollema (Trek-Segafredo), Sergio Pardilla (Caja Rural-Seguros-RGA) e Mikel Bizkarra (Euskadi-Murias): balza all'occhio la presenza del francese Pinot, tra l'altro accompagno da un compagno di squadra, che questa mattina in classifica era sedicesimo a 2'33" da Simon Yates, distacco accumulato prevalentemente con i ventagli di San Javier.

Dopo la battaglia iniziale, quindi, il gruppo principale non ha potuto tirare il fiato come avrebbe sperato, ma ha rallentato solo per alcuni minuti prima di trovare la giusta organizzazione: nonostante la maglia rossa in pericolo, infatti, la Mitchelton-Scott si sentiva tranquilla con Jack Haig nel drappello di testa (era a 4'29" nella generale) e così è toccato alla Movistar lavorare per contenere il distacco. Per i 19 di testa il massimo vantaggio è stato di 4'25" ai piedi del terzo gran premio della montagna, l'Alto do Trives poi il gruppo si è riavvicinato oscillato tra i tre minuti ed i tre minuti e mezzo a seconda delle accelerazioni in testa alla corsa.

Tanti scatti, la BMC fa valere la superiorità numerica
Superato il gpm di seconda categoria, nel gruppo di testa è scoppiata l'anarchia con molti attacchi e la situazione che è cambiata in continuazione. I primi a provare a lasciare la compagnia sono stati Dylan Teuns e Thibaut Pinot, ma il francese è caduto nel tranello della BMC che lo ha fatto sfiancare tenendo passivo il belga dopo una prima fase di collaborazione tra i due: dopo una decina di chilometri la fuga di è ricompattata e appena transitati al traguardo volante di Castro Caldelas (-48 km) è stato l'olandese Bauke Mollema a provare la sortita solitaria ed a prendere una trentina di secondi di vantaggio.

Anche l'olandese della Trek-Segafredo non ha avuto molta fortuna perché a più riprese sono rientrati su di lui quasi tutti gli altri componenti della fuga: prima Pinot, Haig, Majka, Roche e Pellizotti, poi Henao e De Marchi, quindi Teuns, Benoot e Restrepo, infine anche Peters e Bizkarra. Il percorso prevedeva però ancora un gran premio della montagna, l'Alto del Mirador de Cabezoas, che è stato in parte decisivo: con tre uomini in fuga ed un vantaggio sempre attorno ai tre minuti, la BMC ha iniziato a far valere la propria superiorità numerica facendo attaccare per primo Nicolas Roche seguito da Jhonatan Restrepo, poi sui due è rientrato Alessandro De Marchi che a circa 22 chilometri dall'arrivo ha tirato dietro portandosi dietro proprio il colombiano della Katusha.

Assolo di forza di De Marchi nel finale
De Marchi e Restrepo hanno scollinato assieme con 40" di vantaggio sui primi inseguitori e a 5 chilometri dall'arrivo, sotto un improvviso nubifragio, si sono giocati la vittoria su uno strappetto molto secco, sebbene non assegnasse punti per la classifica degli scalatori: esattamente ai meno 4300 metri, Alessandro De Marchi ha piazzato la propria accelerazione vincente che gli ha permesso di tagliare il traguardo con 28" di vantaggio su Restrepo. Qualche rammarico per Franco Pellizotti che ha dimostrato di avere una buona condizione fisica: con Nans Peters si era lanciato all'inseguimento della coppia al comando, nel finale è riuscito anche a staccare il francese ma questa bella azione gli è valsa "solo" una terza posizione con 59" di ritardo.

Per quanto riguarda Thibaut Pinot, invece, tanta fatica per un risultato minimo: il capitano della Groupama-FDJ è stato costretto a lavorare quasi da solo nel finale e ha chiuso solo decimo a 1'50" da De Marchi ed il suo guadagno sul ristretto gruppo maglia rossa è stato di appena 12". Da dietro hanno recuperato parecchio soprattutto grazie ad un bel forcing della EF Education First sullo strappetto a 5 chilometri dall'arrivo e successivamente è stato Richard Carapaz (Movistar) a tenere alto il ritmo fino all'arrivo: 15 sono stati i corridori classificati con lo stesso tempo, il tedesco Emanuel Buchmann (Bora) ha lasciato per strada 8" e due posizioni in classifica, male invece Fabio Aru che ha perso altri 41" che non fanno ben sperare per il futuro. Il leader è sempre Simon Yates con 1" di vantaggio su Alejandro Valverde.
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