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Skujins scuce la vittoria ai favoriti

09.10.2018 16:45

Sorpresa alla Tre Valli Varesine, vince il lettone della Trek-Segafredo su Pinot e Kennaugh. La EF, in superiorità numerica, manca il podio


Tra tanti campioni affermati, alla 98esima edizione della Tre Valli Varesine la spunta il corridore che non ti aspetti: a trionfare sul traguardo di Varese è stato infatti il 27enne lettone Toms Skujins, non certo uno dei principali favoriti. Quest'anno il portacolori della Trek-Segafredo aveva vinto una prova della Challenge Mallorca, una bella tappa al Tour of California ed il Campionato Nazionale a cronometro, ma si era messo in luce anche con fughe, piazzamenti interessanti e soprattutto con tanto lavoro di qualità per i compagni di squadra: domenica scorsa Skujins era stato un elemento fondamentale per il successo di Bauke Mollema al GP Beghelli, segno di un'ottima condizione fisica e oggi è stato lui a trarre massimo profitto da una corsa d'attacco.

Quattro italiani in fuga
La prima parte di gara era identica a quella dell'anno scorso con la partenza da Saronno ed un tratto in linea che portava i corridori fino al circuito di Varese attraverso le salite di Orino e Motta Rossa. Per 30 chilometri c'è stata una grande battaglia per cercare di andare in fuga, ma nessun tentativo è riuscito a prendere: lo scenario di corsa è cambiato quando dal plotone sono usciti Matteo Bono (UAE Team Emirates), Michael Storer (Sunweb), Edoardo Zardini (Wilier-Selle Italia), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF) e Paolo Totò (Sangemini-MG.KVis) e dietro hanno praticamente tirato il freno a meno permettendo loro di guadagnare quasi nove minuti di vantaggio nello spazio di poco meno di 30 chilometri.

Al chilometro 78 la corsa è entrata nel circuito di Varese con la salita di Via Montello, 12.8 chilometri da ripetere sei volte: qui l'Astana è stata una delle formazioni più attive nel tenere alta l'andatura e ridurre il ritardo dai cinque battistrada, ma anche la Movistar del neo-iridato Alejandro Valverde ha fatto la sua parte. La corsa è rimasta sostanzialmente bloccata fino al penultimo dei sei giri corti, circa 65 chilometri all'arrivo: a quel punto i fuggitivi erano ormai a tiro del gruppo principale e quindi da dietro sono partiti i contrattacchi per cercare di rientrare sulla testa della corsa e dare vita ad una nuova azione.

La EF Education First neutralizza tutti gli attacchi
Ad attaccare dal gruppo è stato un drappello abbastanza numeroso con Antonio Pedrero (Movistar), Leo Vincent (Groupama-FDJ), Andrea Bagioli (UAE), Pierre Latour (AG2R), Emmanuel Buchmann e Rafal Majka (Bora), Floris De Tier (LottoNL), Michael Gogl (Trek), Giulio Ciccone (Bardiani) e Giovanni Visconti (Bahrain) a cui si sono accodati anche Storer, Tonelli, Totò e Zardini che già si trovavano nella prima fuga di giornata. Nell'ultimo giro corto la situazione in testa alla corsa è cambiata ancora, qualcuno ha perso contatto e altri invece sono rientrati da dietro: a 44 chilometri dalla conclusione sono arrivati davanti anche Sébastian Reichenbach (Groupama), Luis León Sánchez (Astana) e Merhawi Kudus (Dimension Data) mentre della fuga originaria resisteva il solo Edoardo Zardini.

Al passaggio sotto al traguardo a 42 chilometri dall'arrivo il distacco del gruppo tirano da Movistar ed EF Education First-Drapac era di 47". Quest'anno per il finale della Tre Valli Varesine l'organizzazione della SC Alfredo Binda aveva studiato due giri lunghi da 21.2 chilometri ciascuno dove, oltre allo strappo di Via Montello, bisognava affrontare l'inedita salita di Morosolo, più lunga ed impegnativa rispetto alla prima. È stata soprattutto la EF Education First, forte della bella prestazione all'Emilia, a fare l'andatura in gruppo, prima con Dombrowski, poi con Clarke: nella prima parte della salita di Morosolo il lavoro della squadra di Jonathan Vaughters ha dato i suoi frutti ed il plotone è tornato compatto.

I big si marcano, attaccano le seconde linee
Il circuito varesino, però, era complesso sia dal punto di vista altimetrico che planimetrico con molte curve e strade strette che non rendevano certo più agevole il compito di chi puntare a tenere chiuso il gruppo, e infatti abbiamo avuto subito altri scatti. La Trek-Segafredo ha provato a farsi vedere con Nicola Conci, poi ai meno 27 chilometri si sono avvantaggiati Robert Power (Mitchelton-Scott), Matthias Frank (AG2R) e Toms Skujins (Trek): alle spalle di questo terzetto, tanti corridori hanno provato ad evadere da un gruppo sempre meno organizzato e all'inizio dell'ultimo c'erano Giovanni Visconti (Bahrain), Antwan Tolhoek (LottoNL), Wilco Kelderman (Sunweb), Emmanuel Buchmann (Bora) e Ivan Santaromita (Nippo) a soli 5", poi a 16" la prima parte sfilacciatissima degli altri inseguitori.

Sullo strappo di Via Montello la testa della corsa si è ricompattata e si è formato un gruppetto di nove uomini con l'arrivo anche di un brillante Peter Kennaugh (Bora) mentre, come in precedenza, nel plotone si faticava ad allestire un inseguimento efficace. Nell'ultimo tratto di Via Montello ha attaccato David Gaudu con Vincenzo Nibali che gli è subito saltato a ruota, in discesa invece ci ha provato Rigoberto Urán che è stato stoppato in prima persona dal campione del mondo Alejandro Valverde. Niente fortuna anche per Luisle Sánchez e Guillaume Boivin che sono arrivati ad una dozzina di secondi dai battistrada, senza però riuscire a tornare sotto.

Woods non concretizza, sorride Skujins
Alla fine per gli uomini del gruppo non è restato che giocarsi tutto sulla salita finale di Morosolo, mentre davanti Robert Power con un rapporto lungo faceva selezione tra i fuggitivi. A circa 6 chilometri dall'arrivo la EF Education First-Drapac ha provato ad attaccare con Michael Woods ma si è verificata una situazione praticamente identica a quello del Giro dell'Emilia di domenica scorsa: stoppato il canadese, infatti, è partito Rigoberto Urán che ha subito preso vantaggio. Stavolta davanti al colombiano non c'era un De Marchi irraggiungibile, ma è rapidamente tornato sui fuggitivi e poi ha ripreso a staccato anche Peter Kennaugh che nel frattempo aveva allungato da solo. Quella di Urán, però, non è stata ancora la mossa vincente perché da dietro è partito forte Thibaut Pinot che Michael Woods, i corridori intercalati sono riusciti ad accodarsi e così ai meno quattro chilometri si è formato in testa un drappello di sette unità con Urán, Woods, Pinot, Kennaugh, Skujins, Kelderman e Frank.

Nel finale la EF Education First-Drapac ha tentato un insolito allungo a due a 1700 metri dalla conclusione, ma Pinot non si è fatto sorprendere e ha riportato sotto anche gli altri quattri: a quel punto, come avvenuto anche al Mondiale di Innsbruck, Michael Woods ha scelto di provare a giocarsela in volata sfruttando il lavoro del compagno di squadra che ha tenuto alto il ritmo. Ma ancora una volta il canadese ha chiuso la gara da sconfitto: in Austria era arrivata almeno la medaglia di bronzo, qui la volata lo ha relegato in quarta posizione con il lettone Toms Skujins nettamente vincitore davanti a Thibaut Pinot, secondo proprio come l'anno scorso, e Peter Kennaugh. Frank e Keldermann sono arrivati quinto e sesto, con Urán settimo poco staccato. I primi inseguitori sono arrivati a 13" regolati in volata da Julien Simon davanti a Giovanni Visconti e Gianluca Brambilla: in questo plotoncino di 16 unità c'erano anche Nibali e Valverde che si sono marcati a vicenda per buona parte della corsa, oltre a Bardet e Roglic, tutti corridori che ritroveremo protagonisti alla Milano-Torino.
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