Professionisti

Formolo 1 sul circuito del Montjuic

31.03.2019 14:11

Volta a Catalunya, il veronese conclude al meglio un attacco solitario di 44 km. Quintana e Yates provano a ribaltare la classifica, ma la generale è di López


«Ma allora, di sto Formolo che si dice? Diventa forte oppure no?». Queste domande circolano spesso fra tifosi e addetti ai lavori, databili più o meno dopo la strepitosa vittoria a La Spezia ad inizio Giro d'Italia 2015. Da allora il nativo di Marano di Valpolicella, tra i ragazzi più simpatici e disponibili del gruppo, non ha fatto quel salto di qualità atteso nelle grandi corse a tappe; tuttavia le buone prestazioni non sono mancate, sia nelle prove in linea che in qualche corsa di una settimana. Ma quella di oggi, nella frazione finale della Volta a Catalunya, le batte tutte.

Fuga importante, Formolo parte a 44 km dalla fine
L'ormai abituale settima e ultima tappa della Volta a Catalunya ha come baricentro la capitale della comunità Barcellona, con il circuito spezzagambe del Montjuic di 6.8 km da ripetere per otto volte, in una tappa di 143.1 km. Undici i componenti della fuga che parte subito dopo il via: presenti Carlos Verona (Movistar Team), James Knox (Deceuninck-Quick Step), Davide Formolo (Bora Hansgrohe), Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale), Alexandr Riabushenko (UAE Team Emirates), Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Danilo Wyss (Team Dimension Data), Patrick Bevin (CCC Team), Jesús Herrada (Cofidis), Fernando Barceló (Euskadi-Murias) e Nick van der Lijke (Roompot-Charles).

Il gruppo lascia al massimo 4' di vantaggio ma poi è soprattutto il Team Sky che inizia a lavorare; Chris Froome termina la sua settimana da gregario di lusso tirando il plotone nel corso della prima tornata del circuito finale, quando il gruppo paga rispetto alla fuga 1'50". La situazione cambia nella tornata successiva: a 44 km dalla fine Formolo decide di salutare la compagnia, cercando l'assolo mostrando una bella pedalata.

Maxi caduta, botte e ritiro per Bardet e Soler. Martin esce di classifica
Nel pericoloso tratto in discesa, che già l'anno scorso mise fuori gioco Bernal, si verifica una rovinosa caduta nella pancia del gruppo: finiscono a terra fra gli altri Sander Armée, Romain Bardet, Warren Barguil, Garikoitz Bravo, Eros Capecchi, Damiano CarusoTony Gallopin, Simon Geschke, Andrea Garosio, Merhawi Kudus, Lukasw Owsian, Marc Soler e Rory Sutherland. Molti di loro sono costretti al ritiro come Bardet, particolarmente dolorante a clavicola e costole, e Soler, entrambi ancora in classifica; per Geschke e Barguil si tratta di una disdetta, dato che erano al rientro da precedenti infortuni.

Tra chi viene danneggiato dalla caduta vi è Daniel Martin; l'irlandese della UAE Team Emirates non riesce più a rientrare e si rialza, perdendo oltre 12' e dovendo così dire addio ad una buona classifica (era quinto, alla fine sarà ventitreesimo). Nel gruppo, intanto, in un tratto di falsopiano si muove Daryl Impey (Mitchelton-Scott), marcato stretto da Iván Ramiro Sosa (Team Sky) che annulla l'azione.

Quintana cerca di ribaltare la generale ma non ce la fa, i gemelli Yates si muovono assieme
Sulla scia di questa azione, a 35 km dalla fine, si muove Nairo Quintana: assieme a lui si muovono Simon Yates, Michael Woods, Andrey Zeits e il già citato Sosa, tutti non interessati a tirare. Tocca così solo al colombiano, che riceve l'aiuto del compagno di squadra Verona opportunamente fatto fermare, cercare di ribaltare la situazione: a quattro giri dal termine Formolo comanda con 40" sugli ex compagni di fuga, 1'25" sul drappello Quintana e 1'45" sul gruppo principale tirato da Davide Villella, poi sostituito nel lavoro da Pello Bilbao.

Il tentativo del leader del Movistar Team viene annullato a 25 km dall'arrivo, poco prima che anche il gruppetto De Gendt venga riassorbito. A 23 km dalla fine, su una breve contropendenza, si muove Simon Yates sul quale si riporta nientemeno che Adam Yates: ottima mossa combinata dei gemelli della Mitchelton-Scott, a cui nessuno sa replicare. Chi viaggia senza sosta è Formolo, che inizia il terzultimo giro (21 km al termine) con 1'20" sul gruppetto Yates, che comprende anche i ripresi Bevin, Gougeard e Knox, e 1'35" sul gruppo principale.

Il britannico ci prova, ma il gruppo lo va a riprendere nel finale
Il forcing di Adam nella tornata seguente fa staccare tutti ad eccezione Knox, che gli dà una mano; ma il leader della formazione australiana saggiamente decide di rallentare momentaneamente, favorendo il rientro del fratello che subito mette sul piatto le ultime energie rimaste. E il margine sul gruppo sale, tanto che il leader virtuale diventa proprio il britannico; dietro Bilbao e Zeits spendono le ultime energie, ma il disavanzo a 14 km dalla fine ammonta a oltre 30".

Adam Yates stacca gemello e l'altro connazionale a 12 km dalla fine, provando a ribaltare la generale. Dietro tocca così a López sobbarcarsi tutto il lavoro, trovando ad inizio dell'ultimo giro il supporto della Sky. Chi non si spegne è Formolo che va su ancora alla grande, approcciando gli ultimi 3 km con ancora 45" di vantaggio. Nel gruppo prima Alejandro Valverde e poi Egan Bernal fanno il forcing, andando a riprendere ai meno 3 km il coraggioso Yates, che per la seconda gara a tappe di fila arriva a tanto così dal successo.

Formolo finalizza l'assolo, che vittoria! La generale va a López
La splendida azione di Davide Formolo si conclude nella maniera più giusta, ossia con la meritatissima vittoria, la seconda da professionista per il veronese della Bora Hansgrohe. E l'Italia non si imponeva nella manifestazione dal 2017, quando Davide Cimolai si prese la frazione inaugurale.

Seconda posizione a 51" per Enric Mas (Deceuninck-Quick Step), che nel finale ha guadagnato qualche metro, così come Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe), terzo a 53". Il gruppetto dei migliori è giunto a 55", con Dion Smith (Mitchelton-Scott), Alejandro Valverde (Movistar Team), Egan Bernal (Team Sky), Adam Yates (Mitchelton-Scott), Nairo Quintana (Movistar Team), Steven Kruijswijk (Team Jumbo-Visma) e Michael Woods (EF Education First) a completare al top 10.

Nonostante il movimento, la classifica generale non ha conosciuto mutazioni: la vittoria finale è andata a Miguel Ángel López con 14" su Adam Yates, 17" su Egan Bernal, 25" su Nairo Quintana e 56" su Steven Kruijswijk. Seguono Michael Woods a 1'42", Rafal Majka a 2'27", Guillaume Martin a 2'41", Enric Mas a 2'49" e Alejandro Valverde a 3'02".
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