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La rubrica pensieRosa #2 - C'eravamo tanto odiati?

12.05.2019 21:07

Pillole di Giro 2019 in libertà: quei rapporti ravvicinati (Tinkov-Brailsford ma anche Frapporti-Maestri), quei protagonisti mancati (l'Appennino ma anche le tempeste)...


I promossi della Bologna-Fucecchio
Dire Pascal Ackermann è troppo facile, eppure la vittoria del tedesco è stata abbastanza sensazionale. La Germania ha trovato in fretta il nome per riempire la casella appena lasciata vacante da Marcel Kittel. Con il velocista promuoviamo anche l'intera sua squadra, la Bora-Hansgrohe che oggi ha lavorato tanto (ma è stata ripagata) e che si conferma in grande salute, al netto dei rovesci stagionali di Peter Sagan. E giacché parliamo di squadre, promuoviamo pure la Jumbo-Visma, che non ha sprecato un etto di energia, lasciando che fossero altri team a tirare: i compagni della maglia rosa Roglic sanno il fatto loro.

A ogni volata qualcuno è destinato a esser rimandato
Forse in casa Israel Cycling Academy potranno organizzare meglio le cose in vista delle prossime volate, perché non è mai il massimo quando trovi due compagni di squadra in top ten, ma entrambi fuori dalla top five. Come dire: Kristian Sbaragli e Davide Cimolai, mettetevi nelle condizioni di aiutarvi perché in certi casi chi fa da sé fa al massimo per uno. Rimandiamo anche Fernando Gaviria e Arnaud Démare, rimasti fuori dal podio di giornata: una posizione scomoda ma che, in presenza di cinque galletti per tre piazzamenti pregiati, toccherà a turno anche agli altri tre (Ackermann, Viviani, Ewan).

Il mestiere del fuggitivo
"Questo di tanta speme oggi mi resta", scriveva tempo fa U. F., direttore sportivo di una Professional italiana che preferiva l'anonimato, e si riferiva al poco spazio per sperare in vittorie di sorta per i team di seconda schiera. Fatto che spinge queste squadre a tentare la via della fuga, per esempio prendiamo un Marco Frapporti dell'Androni-Sidermec, vincitore della "Classifica Fuga" al Giro 2018 (con 640 km all'attacco contro i 502 del rivale di allora Enrico Barbin), e subito evaso anche quest'anno, alla ricerca della conferma. Pure stavolta pare se la debba vedere con qualcuno della Bardiani, oggi per esempio Reverberi gli ha messo alle calcagna Mirco Maestri. Talmente alle calcagna che i due sono arrivati insieme pure al traguardo (122esimo Mirco, 123esimo Marco). A questo punto siamo legittimamente curiosi di sapere come reagirà Frapporti quando stasera si troverà Maestri pure sotto al letto.

Il Giro degli altri: Ciccone allunga in maglia azzurra
Anche se Frapporti e Maestri sono protagonisti di questa singolar tenzone, la relativa classifica al momento vede al comando insieme (195 km, gli altri fuggitivi di giornata si sono staccati prima) Lukasz Owsian, François Bidard e Giulio Ciccone. Quest'ultimo è anche maglia azzurra, avendo vinto tutti i Gpm fin qui disputati, il San Luca ieri e i due di oggi: 21 punti per l'abruzzese della Trek-Segafredo, 6 per Bidard, 4 per Roglic; ai punti è Ackermann a svettare, 25 contro i 18 di Viviani e i 15 di Roglic; tra i giovani resta in bianco Miguel Ángel López con 7" su Tao Geoghegan Hart, saltato Laurens De Plus che era terzo con lo stesso ritardo di TGH; combattivo di giornata Damiano Cima, migliore squadra al momento la Jumbo-Visma con 15" sulla Bahrain-Merida e 28" sull'Astana.

Appennino dove sei?
Abbiamo valicato l'Appennino col Giro 2019 ma non è che ce ne siamo accorti più di tanto, dato che le salite affrontate non rappresentavano grossi spauracchi; del resto non si poteva pretendere che già al secondo giorno venissero inseriti massicci montuosi di un certo rilievo. Comunque per sicurezza Vegni non li ha inseriti nemmeno nelle tappe a venire.

Giro-Meteo 2-0
Una piaga imperversa nella nostra società. Il bullismo? No. La perdita dei valori? No. Il traffico? No. Parliamo della meteomania. Fomentati da siti catastrofisti, molti soggetti che un tempo si limitavano ad aprire l'ombrello quando pioveva, sono diventati dei veri terroristi delle isobare. E ci avevano convinti che avremmo vissuto due giornate da tragica tregenda, tra diluvi e fortunali. Fortunati, invece, i corridori lo sono stati: zero pioggia ieri, qualche spruzzatina oggi, ma niente di che. Per cui continuiamo a parlare di ciclismo e non di cicloni: per quelli, ripassare.

Quell'ammiraglia di troppo
La giuria oggi ha espresso uno strano monito, nel suo quotidiano bollettino post-tappa: "Si ricorda a tutti i direttori sportivi che nel seguito della corsa sono autorizzate solo due vetture per squadra". La domanda sorge spontanea: qualcuno ha fatto entrare di straforo una terza ammiraglia in carovana? Perché sennò non si spiega il richiamo; a meno che la giuria non si sia semplicemente confusa: quel veicolo a 200 cavalli che ieri imperversava per Bologna non era una macchina. Era Roglic...

Amici miei atto secondo
Visti a Fucecchio, nei dintorni del bus del Team Ineos, due pezzi grossi del ciclismo di questi ultimi anni. Uno era Dave Brailsford, ed era normalissimo che fosse lì, dato che è il Gran Visir del team britannico. L'altro era Oleg Tinkov, e nessuno dei nostri lettori ha bisogno che gli si spieghi di chi si tratta. Ma che ci faceva il russaccio da quelle parti? Spionaggio? Bucava le ruote del bus? Tendeva tranelli vari all'odiato team un tempo nemico? Macché: gigioneggiava con lo stesso Brailsford, in un abbraccio che anni fa avremmo definito impossibile, e che oggi ci riempie di curiosità (cosa conduce Tinkov a questo riavvicinamento?) e ci spinge addirittura a citare un noto pensatore del '900, Jerry Calà: ocio alla perestrojka!
Notizia di esempio
Elia Viviani: «Ero ben messo, ma Ackermann ha anticipato»
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!