Professionisti

Ackerati i sistemi di tutti i velocisti al Giro

15.05.2019 17:35

A Terracina il più veloce è di nuovo Pascal Ackermann: battuto Fernando Gaviria, Elia Viviani neanche riesce a sprintare


In tanti avevano un po' storto il naso quando la Bora-Hansgrohe aveva annunciato che il velocista irlandese Sam Bennett non avrebbe preso parte né al Giro d'Italia, né al Tour de France: al suo posto alla corsa rosa ci sarebbe stato il 25enne tedesco Pascal Ackermann, campione nazionale in carica ma al debutto assoluto in una corsa a tappe di tre settimane. In questo inizio di stagione Ackermann si era messo in evidenza con tre vittorie e qualche piazzamento interessante, ma lo score di Bennett era ancora superiore essendo riuscito ad andare a segno ben sei volte: adesso invece in molti devono ricredersi perché la formazione di Ralph Denk era ben consapevole del talento che aveva tra le mani e adesso dopo appena cinque giorni di Giro d'Italia, ci ritroviamo Ackermann con un bottino di due vittorie, un terzo ed un quarto posto con si traducono anche in un vantaggio notevole sui rivali nella classifica della maglia ciclamino.

Pascal Ackermann sta sfruttando appieno la grande occasione che la squadra gli ha dato e adesso la patata bollente passerà alla dirigenza: è praticamente impossibile far convivere in rosa tre tra i migliori velocisti sulla scena internazionale, Peter Sagan è per ovvie ragioni intoccabile ed a questo punto il sacrificato potrebbe essere proprio Sam Bennett che potrebbe divenire un uomo mercato, sebbene al momento sembra essere ancora leggermente superiore ad Ackermann. Chi invece in questo Giro d'Italia vede girargli tutto storto è Elia Viviani, che pure nei primi due sprint aveva dimostrato un gran gamba al netto degli errori: oggi il veronese sembrava ben messo, ma non è proprio riuscito a sprintare, ed una persona scaramantica potrebbe suggerire che cambiare la maglia tricolore da orizzontale a verticale non gli abbia portato così bene.

Dumoulin ci prova ma si arrende subito
La prima notizia di rilievo di questa tappa da Frascati a Terracina è arrivata quando i corridori erano ancora nel breve tratto di trasferimento iniziale verso il chilometro 0: dopo la durissima caduta di ieri con relativi quattro minuti persi in classifica, Tom Dumoulin aveva comunque fatto uno stoico tentativo a rimettersi in sella per schierarsi al via sfidando il ginocchio gonfio e dolorante, ma al capitano del Team Sunweb sono bastate pochissime pedalate per rendersi conto che il suo sarebbe stato un calvario assolutamente inutile e che, anzi, proseguire per qualche chilometro il suo Giro d'Italia avrebbe potuto creare problemi ancora maggiori per il resta della stagione. Dumoulin si è quindi ritirato e adesso potrà fare con tranquillità tutte le valutazioni del caso per poi provare a concentrarsi sull'arrivare al 100% della condizione al prossimo Tour de France dove si troverà a sfidare l'armata del Team Ineos.

Niente battaglia per la fuga, vanno via in 5
La pioggia battente fin dall'inizio, la temperatura abbastanza rigida e le salite di Rocca Priora e Rocca di Papa nei chilometri immediatamente successivi alla partenza da Frascati potevano rendere dura la vita ai velocisti e alle loro squadre che avevano nel mirino questa tappa: se ci fosse stata battaglia per andare in fuga avremmo potuto avere una tappa molto scoppiettante e forse anche con qualche sorpresa, ma alla fine anche oggi il primo scatto è stato quello buono ed in tanto hanno quindi tirato un sospiro di sollievo. Il primo ad allungare proprio nel primo chilometro di gara è stato Enrico Barbin (Bardiani-CSF) con a ruota il compagno di squadra Umberto Orsini, mentre nel giro di un attimo si sono accodati anche gli italiani Ivan Santaromita (Nippo-Vini Fantini-Faizanè) e Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), il colombiano Miguel Florez (Androni-Sidermec) ed il belga Louis Vervaeke che era il simbolo della reazione della Sunweb dopo la grande sfortuna.

La presenza più sorprendente tra i battistrada era quella di Giulio Ciccone, leader della classifica dei gran premi della montagna: le prime due salite di giornata, infatti, non assegnavano punti ed il totale in tutta la tappa ce n'erano solo tre in corrispondenda del passaggio da Sezze al chilometro 87; dopo qualche minuto in testa alla corsa, il corridore abruzzese ha giustamente capito che quelle di oggi sarebbero state energie sprecate a vuoto se il suo obiettivo è tenere la maglia azzurra fino a Verona e quindi s'è rialzato tornando nel gruppo principale. In testa alla corsa sono così rimasti Barbin, Florez, Orsini, Santaromita e Vervaeke che, non riscontrando alcuna resistenza alle loro spalle, hanno subito regolato fin da subito la loro andatura a quella relativamente tranquilla del gruppo, il vantaggio massimo è stato infatti di appena 2'15" al chilometro 25.

Vervaeke stacca i compagni d'avventura
Forse anche per una sorta di "accordo tra gentiluomini" dei corridori, le salite iniziali non hanno creato problemi neanche ai velocisti meno resistenti, ma qualche breve momento di tensione c'è stato nella discesa dopo Rocca di Papa dove la strada completamente bagnata, la visibilità scarsa ed un asfalto in non ottime condizioni hanno provocato qualche scivolata, ma fortunatamente senza conseguenze serie. Dopo appena 50 chilometri di gara, quindi 90 al traguardo, i cinque fuggitivi avevano appena un minuto e mezzo di vantaggio e avendo il destino segnato hanno preferito gestirsi in maniera tranquilla e regolare per poi provare a giocarsi il tutto per tutto nel finale con più energie a disposizione. Per svariati chilometri, quindi, di emozioni in corsa se ne sono vissute ben poche.

Anche oggi segnaliamo il passaggio al primo traguardo volante al chilometro 51 in località Cisterna di Latina che valeva per la classifica a punti: qui il primo del gruppo è stato il tedesco Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe) che si è preso i tre punti rimanenti che possono sempre fare comodo nella lotta per la maglia ciclamino. Come già accennato in precedenza, invece, l'unico gpm di giornata era quello di Sezze e qui è cambiato leggermente lo scenario di gara: Louis Vervaeke invece ha infatti allungato nei confronti degli altri quattro compagni di fuga, non per scollinare per primo e prendersi i punti ed i premi in palio, ma proprio per dare una scossa. Il belga del Team Sunweb non ha trovato opposizione da parte dei corridori delle Professional italiane e si è così involato tutto solo verso un traguardo che era distante ancora ben 53 chilometri.

Gruppo compatto e distacchi neutralizzati nel finale
Superata la salitella di Sezze, il gruppo ha finalmente cambiato marcia con Groupama-FDJ, Deceuninck-QuickStep, Bora-Hansgrohe e UAE Team Emirates che si sono date cambi regolari a tirare in testa al plotone: a 44 chilometri dall'arrivo sono stati ripresi Barbin, Florez, Orsini e Santaromita, poi ai meno 23 chilometri anche Vervaeke, che da solo aveva avuto un vantaggio massimo di 1'30", è stato costretto ad alzare bandiera bianca ed il plotone è tornato compatto. La ragione di questo anticipo sulle normali operazioni pre-volata, era dovuto anche al fatto che proprio in virtù delle difficile condizioni meteo i tempi della tappa sono stati neutralizzati al primo passaggio sotto al traguardo di Terracina a 9.2 chilometri dall'arrivo reale: il circuito finale presentava infatti alcune curve molto insidiose, specie con l'asfalto allagato, e la direzione di corsa ha accolto le richieste che i corridori hanno fatto pervenire durante la tappa.

I tempi sono stati quindi presi al passaggio dove il gruppo è transitato compatto, mentre abbuoni e punti per la maglia ciclamina continuavano ad essere regolarmente assegnati all'arrivo originale: in questo modo negli ultimi chilometri gli uomini di classifica hanno potuto rialzarsi e concludere la tappa senza correre rischi, davanti sono rimasti invece solamente i velocisti ed i loro gregari che hanno potuto correre con qualche preoccupazione in meno avendo meno gente tra le ruote. Primoz Roglic ha mantenuto così il primato in classifica ed è diventato così il primo corridore da 16 anni a questa parte e vestire la maglia rosa nei primi cinque giorni di gara del Giro d'Italia (Petacchi si fermò a sei nel 2003).

Ackermann supera Gaviria allo sprint
Nell'ultimo chilometro sono state la Groupama-FDJ da una parte e la Deceuninck-QuickStep dall'altra ad imbastire dei mini trenini per Arnaud Démare ed Elia Viviani rispettivamente, ma per entrambi i velocisti non è stata la giornata buona: il francese è planato in una pozzanghera riuscendo a restare in piedi ma perdendo l'attimo buono, il veronese invece ha un po' sofferto la giornata fredda e bagnata e probabilmente al momento di lanciare lo sprint non ha trovato la reazione che sperava dalle sue gambe e negli ultimi, dopo qualche piccola spallata, ha preferito rialzarsi anziché rischiare per portare a casa solo un piazzamento di rincalzo.

Chi invece sembra non soffrire per niente le condizioni atmosferiche, è il tedesco Pascal Ackermann che è andato a cogliere la seconda vittoria legittimando le scelte tattiche della Bora-Hansgrohe: oggi Fernando Gaviria ha provato ad anticipare lo sprint partendo lungo, ma il corridore in maglia ciclamino è stato lestissimo a prendersi la ruota (nonostante un rischio contatto con Guarnieri) e lo ha saltato di giustezza negli ultimi metri prima della linea. Ha chiuso invece in terza posizione Arnaud Démare che ha visto partire i due ma si è fatto trovare un poco troppo indietro per riuscire ad agganciarsi alla scia di Ackermann e così, nonostante la buona volata, si è dovuto accontentare del piazzamento. Caleb Ewan si è invece confermato poco dietro ai migliori nelle volate pianeggianti chiudendo in quarto posto, immediatamente davanti a Matteo Moschetti che invece sta prendendo bene le misure con questi sprint di altissimo livello; tra gli altri italiani, settimo Paolo Simion (Bardiani), nono Giovanni Lonardi (Nippo), decimo Manuel Belletti (Androni) e undicesimo Davide Cimolai.
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