Professionisti

Tour de France 2019

05.07.2019 13:59

L'abituale appuntamento con il mese di luglio è, ancora una volta, quello con il Tour de France. Percorso poco dissimile dal recente passato, con molte delle tappe di montagna dal chilometraggio medio-basso. Il primo arrivo in salita è nella prima settimana, con la già vista ascesa di La Planche des Belles Filles, stavolta inserita in un tracciato che mette in risalto i Vosgi. Questo è, forse, l'unico sussulto di una prima metà di corsa comunque meno banale delle abitudini, ma con la pecca della partenza dal Belgio non sfruttata a dovere: ottima idea inserire il Muur e il Bosberg, ma farlo a 150 km dall'arrivo appare quasi una presa in giro. Dopo il primo riposo, sono tre le tappe pirenaiche, con l'arrivo in cima al Tourmalet. Sono tre anche le tappe alpine, dove non mancano le storiche salite, poste però prima dell'arrivo. Conclusione, come d'abitudine, con la passerella parigina.

Sono tanti i presenti e, quest'anno, sono tanti anche gli assenti. Per altri programmi o scelte delle squadre mancano nomi come López, Carapaz, Gilbert, Stybar, Ackermann, Bennett, Démare, Degenkolb e tanti altri ancora. Due assenze, però, spiccano sulle altre, ambedue per infortuni: mancano, infatti, il secondo e il terzo dell'anno scorso, vale a dire Tom Dumoulin e Chris Froome, che marcano visita rispettivamente per gli infortuni patiti al Giro d'Italia e al Critérium du Dauphiné. E non c'è neppure il quarto, vale a dire Primoz Roglic.

Senza il quattro volte vincitore, il Team Ineos vuole comunque prolungare il monopolio: le carte sono due, ossia il vincitore uscente Geraint Thomas, apparso però in ombra quest'anno e per di più uscito ammaccato dal Tour de Suisse, e il talento purissimo Egan Bernal, che invece la gara elvetica l'ha vinta subito al rientro alle corse. Non è comunque da sottovalutare Wout Poels che, pur se storicamente irregolare nel corso delle tre settimane, non può essere escluso a priori dai giochi.

Tra i pretendenti al trono, vi è innanzitutto il nome abituale, quello di Nairo Quintana, forse all'ultimo Tour in maglia Movistar; nel sodalizio navarro si forma il trio extralusso con Mikel Landa, che ha già dichiarato di non partire da Bruxelles come gregario, e il campione del mondo Alejandro Valverde. Il nome che più ha convinto negli ultimi mesi è quello di Jakob Fuglsang: per il danese è finalmente giunta l'ora di sorridere anche alla Grande Boucle? L'Astana Pro Team a sua completa disposizione è sicuramente pronta a supportarlo al meglio.

Chi spera di approfittare di questo vuoto di potere venutosi a creare sono i corridori di casa: Romain Bardet e Thibaut Pinot sono spinti da un paese intero (e supportati rispettivamente dai connazionali Tony Gallopin e David Gaudu), aspetto che di per sé può anche risultare negativo. Soprattutto per il leader della AG2R La Mondiale pare essere venuto il momento della raccolta, nonostante quest'anno sia parso tutto fuorché irresistibile. Altro uomo in ombra negli ultimi mesi è Daniel Martin, in una UAE Team Emirates che schiera anche il rientrante Fabio Aru: è difficile fare ipotesi su quale potrà essere il rendimento del sardo, soprattutto dal punto di vista della resistenza nelle tre settimane.

Ha dichiarato a fine Giro di presentarsi al Tour con l'obiettivo delle vittorie parziali, anticipando un pensierino alla maglia a pois. Ma con le defezioni dei due superfavoriti e con il percorso decisamente favorevole alle sue caratteristiche, non menzionare Vincenzo Nibali tra i possibili uomini di classifica sarebbe sbagliato, lui che ha una Bahrain Merida al suo fianco di ottimo livello, a partire dall'altro possibile capitano Rohan Dennis, atteso a grandi crono e a una buona tenuta nella generale. Potrebbe aspirare nuovamente al podio Rigoberto Urán (EF Education First), volato sotto i radar negli ultimi mesi ma in crescita di condizione. L'anno scorso è giunto quinto, quest'anno Steven Kruijswijk, leader unico del Team Jumbo-Visma, vorrebbe ripetersi e, perché no, migliorare.

Difficile dire cosa potrà fare Richie Porte, ma per l'australiano della Trek-Segafredo questa pare veramente come l'ultima opzione di inseguire il tanto ambito podio finale. Tra gli outsider, inevitabile iniziare dalla coppia della Bora Hansgrohe composta da Emanuel Buchmann e Patrick Konrad, terzi rispettivamente al Critérium du Dauphiné e al Tour de Suisse. Reduce dal terzo posto alla Vuelta, Enric Mas è pronto a debuttare al Tour con la Deceuninck-Quick Step; alla ricerca di un buon risultato è Adam Yates (Mitchelton-Scott), che quest'anno dei gemelli è quello più pimpante - anche Simon Yates sarà al via, ma come gregario di lusso. Potrebbero ambire ad un posto in top ten Warren Barguil (Team Arkéa-Samsic), Wilco Kelderman (Team Sunweb) e Guillaume Martin (Wanty-Gobert).

Sono veramente tanti i velocisti impegnati e, almeno alla vigilia, le indicazioni danno tre sprinter con un minimo vantaggio sulla concorrenza. Sono l'australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal), il neerlandese Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma) e l'italiano Elia Viviani (Deceuninck-Quick Step) i nomi che, complici anche dei treni di prima qualità a disposizione, possono conquistare vittorie multiple. Ovviamente non è da sottovalutare Peter Sagan (Bora Hansgrohe), le cui quotazioni sono in rialzo dopo una primavera per lui deludente.

In un Team Sunweb senza un leader unico, Michael Matthews è il principale elemento per ottenere soddisfazioni. L'australiano non è un velocista puro, fa quindi parte di un club che comprende anche gli italiani Sonny Colbrelli (Bahrain Merida) e Matteo Trentin (Mitchelton-Scott). Tra gli altri sprinter spicca un più volte vincitore come Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), mentre la parabola di André Greipel (Team Arkéa-Samsic) appare ormai in rapida discesa. Tra gli altri sprinter meritano una citazione Christophe Laporte (Cofidis, Solutions Crédits), Andrea Pasqualon (Wanty-Gobert) e Rick Zabel (Team Katusha Alpecin).

Lunghissima, quasi eterna, la lista di chi andrà a caccia di tappe: ad aprire l'elenco, non tanto per l'ordine alfabetico quanto per una questione di merito, è Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), vincitore di due tappe e della maglia a pois nel 2018. La Lotto Soudal risponde con il trio Tiesj Benoot, che verosimilmente curerà anche la classifica, Thomas De Gendt e Tim Wellens mentre per la Bahrain Merida ci sono Matej Mohoric e Dylan Teuns.

Il campione olimpico Greg Van Avermaet e il forzato della fuga Alessandro De Marchi sono le principali armi del CCC Team. Altri nomi buoni sono quelli di Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe), Edvald Boasson Hagen e Roman Kreuziger (Team Dimension Data), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Wout Van Aert (Jumbo-Visma) Alberto Rui Costa (UAE Team Emirates), Michael Woods (EF Education First), Nils Politt e Ilnur Zakarin (Team Katusha Alpecin), Alexey Lutsenko (Astana Pro Team), Niki Terpstra (Total Direct Énergie) e Jesús Herrada (Cofidis, Solutions Crédits).

La startlist ufficiale


[table id=1434 responsive=scroll /]

La corsa in tv


La corsa verrà trasmessa tutti i giorni da Rai Sport, Rai 2 ed Eurosport. Gli orari ed i canali di trasmissione sono rintracciabili nella guida tv di Cicloweb.

Le tappe


(Analisi del percorso a cura di Emiliano Manna)

[mks_accordion]
[mks_accordion_item title="Sabato 6/7 - 1a tappa: Bruxelles - Bruxelles (194.5 km)"]



Partenza: Bruxelles ore 12.25
Arrivo: Bruxelles ore 16.55 circa

Sprint: Les Bons Villers km 125
Gpm: Mur de Grammont (106 m-1.2 km-7.8%-3a cat.) km 40.5, Bosberg (103 m-1 km-6.7%-4a cat.) km 47.5

Analisi del percorso: La Grand Départ sarà, per la quinta volta, tenuta in territorio belga, avvicinando il paese del Manneken Pis al record assoluto detenuto dall'Olanda con sei partenze.
Sarà una tappa per velocisti, come avvenne due anni fa con la Düsseldorf-Liegi, e come due anni fa rimane un piccolo amaro in bocca per aver accuratamente evitato le storiche asperità belghe (due anni fa ardennesi, quest'anno fiamminghe) nelle fasi chiave della corsa: il passaggio sul Muur è infatti troppo lontano dal traguardo (151 km) per poter risultare verosimilmente decisivo nelle sorti di tappa e classifica. Si assisterà comunque alla feroce lotta tra i fuggitivi di giornata, ansiosi di combattere per la conquista di un doppio, prestigioso obiettivo: la conquista del Muur e, automaticamente, quella della prima Maglia a Pois.
La corsa prosegue col Bosberg, come i Fiandre dello scorso decennio, per poi dirigersi verso Charleroi e di nuovo verso Bruxelles, incontrando a metà tappa i 1900 metri in pavé di Thimeon. Gli ultimi 30 km sono sostanzialmente pianeggianti ma non privi di leggere asperità e tortuosità planimetriche, tra le quali spiccano i 500 metri finali che salgono attorno al 5% per una volata in cui bisogna essere, oltre che fortissimi, anche scaltri ed attenti nel posizionamento.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Domenica 7/7 - 2a tappa: Bruxelles - Bruxelles (Cronosquadre - 27.6 km)"]



Partenza prima squadra: Bruxelles ore 14.30
Arrivo ultima squadra: Bruxelles ore 16.45 circa

Sprint: Nessuno
Gpm: Nessuno

Analisi del percorso: Un intrigante giallo si dipana ai piedi dell'Atomium, dove professionisti di ogni nazionalità lottano col coltello tra i denti sotto gli sguardi ignari di migliaia di spettatori.
Non è la trama di Expo 58, una delle più recenti fatiche letterarie del fenomenale Jonathan Coe, ma il riassunto romanzato della cronometro a squadre di Bruxelles, che promette di aprire sin da subito pesanti solchi fra gli uomini di classifica, per la gioia di Ineos ed EF.
Prevalentemente pianeggiante e su larghe strade rettilinee il percorso presenta tuttavia un paio di brevi ondulazioni al 4-5%, oltre al rettilineo in leggera ascesa che conclude la prova dando le spalle al celeberrimo monumento belga. Nulla di importante come la Cote de Cadoudal che concluse la cronosquadre di Plumelec nel 2015, ma comunque un elemento che destabilizzerà il cruise control imposto dai passistoni dei vari team.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Lunedì 8/7 - 3a tappa: Binche - Épernay (215 km)"]



Partenza: Binche ore 12.20
Arrivo: Épernay ore 17.25 circa

Sprint: Dizy-le-Gros km 102
Gpm: Côte de la Nanteuil-la-Forêt (256 m-1.1 km-6.8%-4a cat.) km 173, Côte d'Hautvillers (176 m-0.9 km-10.5%-3a cat.) km 185, Côte de Champillon (258 m-1.8 km-6.6%-3a cat.) km 190, Côte de Mutigny (194 m-0.9 km-12.2%-3a cat.-Bonus) km 199

Analisi del percorso: Si parte da Binche, città della birra, per arrivare dopo 215 km ad Epernay, città dello champagne, per una tappa che si preannuncia frizzante anche dal punto di vista non puramente etilico: ciò grazie ad un profilo punteggiato nel finale da sette brevi cotes (quattro delle quali classificate come GPM), l'ultima delle quali posta sul traguardo.
Si tratta perlopiù di asperità brevi ed estremamente puntute, non troppo dissimili dalle salite che hanno caratterizzato il Grand Départ inglese del 2014. Da tener d'occhio in particolar modo la Cote de Mutigny, ultima asperità classificata di giornata, poco meno di un chilometro alla ragguardevole media del 12% situata a 15 km dal traguardo, raggiunto dopo una ulteriore, ben più pedalabile, ascesa (non si raggiunge il 6% di media) e la rampa di 500 metri all'8% che porta al traguardo in cui è possibile assistere ad un colpo di mano solitario o ad una volata ristretta tra corridori esplosivi.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Martedì 9/7 - 4a tappa: Reims - Nancy (213.5 km)"]



Partenza: Reims ore 12.25
Arrivo: Nancy ore 17.20 circa

Sprint: Hochwald km 122.2, 150.5
Gpm: Côte de Rosières (318 m-1 km-7%-4a cat.) km 121, Côte de Maron (392 m-3.2 km-5%-4a cat.) km 198.5

Analisi del percorso: Altra tappa molto lunga (213 km) ma molto più facile della precedente: quasi totalmente piatta fino alla cote di 3 km al 5% posta ad una decina di chilometri dal traguardo: una difficoltà che non spaventa gli agguerritissimi treni dei velocisti ma che costringe le squadre a tener d'occhio la fuga con maggiore attenzione per non forzare troppo sulla salita finale. Il rettilineo finale, lungo un chilometro e mezzo e perfettamente pianeggiante, è ideale per uno scontro tra gli uomini più veloci del lotto.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Mercoledì 10/7 - 5a tappa: Saint Dié des Vosges - Colmar (175.5 km)"]



Partenza: Saint Dié des Vosges ore 13.25
Arrivo: Colmar ore 17.35 circa

Sprint: Heiligenstein km 71
Gpm: Côte de Grendelbruch (543 m-3.4 km-4.9%-3a cat.) km 44, Côte de Haut-Königsbourg (544 m-5.9 km-5.8%-2a cat.) km 109.5, Côte des Trois-Épis (659 m-4.9 km-6.8%-2a cat.) km 140.5, Côte de Cinq Châteaux (558 m-4.6 km-6.1%-3a cat.) km 156

Analisi del percorso: Tappa di avvicinamento ai Vosgi che presenta i primi cols di seconda categoria del Tour, sebbene abbastanza lontani dal traguardo. La Côte des Trois-Épis, salita più dura di giornata con i suoi 4 km al 7% di media, è infatti situata a 35 km dal traguardo e seguita dalla ben più facile Côte des Cinq Chateaux, il cui culmine ai -19 è seguito da un paio di chilometri in falsopiano che potranno rivelarsi decisivi in ottica di successo parziale.
Successo che non dovrebbe scappare dalle golose mani dei fuggitivi di giornata, favoriti dalla collocazione prima dell'atteso arrivo in salita di La Planche des Belles Filles e dal disegno di tappa, caratterizzato da una parte centrale mossa e più di 10 km pianeggianti prima di raggiungere il traguardo di Colmar, bellissima città medievale gemellata con Gyor: una delle località ungheresi che ospiterà la Grande Partenza del prossimo Giro.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Giovedì 11/7 - 6a tappa: Mulhouse - La Planche des Belles Filles (160.5 km)"]



Partenza: Mulhouse ore 13.25
Arrivo: La Planche des Belles Filles ore 17.40 circa

Sprint: Linthal km 29
Gpm: Le Markstein (1183 m-10.8 km-5.4%-1a cat.) km 43.5, Le Grand Ballon (1336 m-1.3 km-9%-3a cat.) km 50, Col du Hundsruck (748 m-5.3 km-6.9%-2a cat.) km 74, Ballon d'Alsace (1173 m-11 km-5.8%-1a cat.) km 105, Col des Croix (678 m-3.3 km-6.1%-3a cat.) km 123.5, Col des Chevrères (914 m-3.5 km-9.5%-2a cat.-Bonus) km 141.5, La Planche des Belles Filles (1140 m-7 km-8.7%-1a cat.) km 160.5

Analisi del percorso: La Planche des Belles Filles è un classico moderno della storia del Tour: ha un albo d'oro di qualità eccellente (Froome nel 2012, Nibali nel 2014, Aru -record di scalata- nel 2017) a testimoniare il ruolo di primo, importante test di montagna che la cima alsaziana ha sempre svolto con successo.
Nonostante la lunghezza non estrema (160 km) la tappa prevede ben sette gran premi della montagna di lunghezza e difficoltà variabile (tre di prima categoria) distribuiti equamente su tutta la lunghezza della tappa: gli unici chilometri pianeggianti saranno solamente i primi 20 ed un'altra decina a metà tappa. Gli ultimi 30 chilometri saranno decisivi con la scalata dapprima al Col des Chevreres, salita di 3 chilometri e mezzo quasi costantemente in doppia cifra -con tanto di abbuoni in cima: ciò verrà riproposto su alcune cime in posizione strategica nel corso delle tre settimane- ed infine alla Planche des Belles Filles in una versione indurita rispetto al solito: si arriverà infatti in cima al rilievo affrontando un chilometro in più, attualmente sterrato, con punte di pendenza fino al 24%.
Uno sforzo veramente estremo: basti pensare che Sébastien Reichenbach, un uomo che sa andare forte in salita, ha effettuato la ricognizione della salita zigzagando per tutta la lunghezza del tratto inedito.
La classifica ne uscirà ridisegnata: si pensi che nelle tre precedenti scalate alla Planche la maglia gialla di tappa è arrivata indenne fino a Parigi (Wiggins, Nibali, Froome).
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Venerdì 12/7 - 7a tappa: Belfort - Chalon sur Saône (230 km)"]



Partenza: Belfort ore 11.35
Arrivo: Chalon sur Saône ore 16.55 circa

Sprint: Mervans km 196.5
Gpm: Col de Ferrière (592 m-2.7 km-4.6%-4a cat.) km 37.5, Côte de Chassagne-Saint-Denis (546 m-4.3 km-4.7%-3a cat.) km 95.5, Côte de Nans-sous-Sainte-Anne (565 m-3.5 km-5.7%-4a cat.) km 119.5

Analisi del percorso: Altra tappa lunga (230 km) e quasi completamente pianeggiante, che onora Gustave Courbet nel bicentenario della nascita attraversando la città di Ornans (luogo natio del pittore realista) a metà tappa.
Il principale elemento di interesse non è altimetrico ma planimetrico: la seconda metà di tappa attraverserà lunghi rettilinei che, poste le giuste condizioni meteo, sono assolutamente adatti alla formazione di ventagli.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Sabato 13/7 - 8a tappa: Mâcon - Saint Étienne (200 km)"]



Partenza: Mâcon ore 12.25
Arrivo: Saint Étienne ore 17.15 circa

Sprint: Cercié-en-Beaujolais km 33
Gpm: Col de la Croix Montmain (737 m-6.1 km-7%-2a cat.) km 53.5, Col de la Croix de Thel (650 m-4.1 km-8.1%-2a cat.) km 71, Col de la Croix Paquet (598 m-2.1 km-9.7%-2a cat.) km 84.5, Côte d'Affoux (827 m-8.5 km-4.5%-3a cat.) km 97, Côte de la Croix de Part (738 m-4.9 km-7.9%-2a cat.) km 133, Côte d'Aveize (778 m-5.2 km-6.4%-2a cat.) km 148.5, Côte de la Jallère (689 m-1.9 km-7.6%-3a cat.-Bonus) km 187.5

Analisi del percorso: 200 chilometri, sette asperità classificate, innumerevoli strappi “nascosti” e quasi 4000 metri di dislivello senza mai superare i 1000 metri di altitudine: la tappa del sabato sembra da Giro più che da Tour e ricorda vagamente la Benevento-San Giorgio del Sannio vinta da Tiralongo nel 2015.
Come nella succitata tappa del Giro la vittoria di un fuggitivo della prima ora è lo scenario più probabile dato che le principali difficoltà (Fra le altre: Croix Paquet, 2 km al 10%, e Croix de Part, 5 km all'8%) sono nella fase centrale di tappa.
Molto difficile vedere movimenti da lontano per gli uomini di classifica, che hanno comunque la Côte de la Jaillière (2 km all'8% con secondi bonus in cima) per tentare qualcosa ai -12.
Ultimi 10 km in costante discesa fino allo strappo di 1 km al 5% che termina ai -2, seguito da una discesa di uguale lunghezza ed un ultimo chilometro impercettibilmente in falsopiano (1-2%).
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Domenica 14/7 - 9a tappa: Saint Étienne - Brioude (170.5 km)"]



Partenza: Saint Étienne ore 13.25
Arrivo: Brioude ore 17.30 circa

Sprint: Arlanc km 92
Gpm: Mur d'Aurec-sur-Loire (802 m-3.2 km-11%-1a cat.) km 36.5, Côte de Guillaumanches (1015 m-7.8 km-4.1%-3a cat.) km 106, Côte de Saint-Just (731 m-3.6 km-7.2%-3a cat.-Bonus) km 157.5

Analisi del percorso: La tappa domenicale arriva a Brioude, luogo di nascita di Romain Bardet: è assai probabile che il polivalente francesino attacchi sull'ultima salita di giornata, la Côte de Saint-Just (3,6 km al 7,2% con bonus in cima) per cercare un successo di tappa che manderebbe in visibilio il pubblico di casa. Il terreno è quello adatto perché la salita, culminante ai -13, è seguita da una lunga discesa che termina solamente all'altezza della Flamme Rouge.
La tappa è nel complesso più breve (170 km) e facile della precedente, ma non bisogna dimenticare la prima asperità di giornata: il Mur de Aurec-sur-Loire può vantare nei suoi 3200 metri una pendenza media dell'11%.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Lunedì 15/7 - 10a tappa: Saint Flour - Albi (217.5 km)"]



Partenza: Saint Flour ore 12.25
Arrivo: Albi ore 17.40 circa

Sprint: La Primaube km 128.5
Gpm: Côte de Mallet (907 m-2.2 km-5.2%-4a cat.) km 22, Côte de Chaudes-Aigues (974 m-3 km-6.6%-3a cat.) km 40.5, Côte d'Espailon (603 m-5.2 km-4.9%-3a cat.) km 95.5, Côte de la Malric (492 m-3.6 km-4.7%-3a cat.) km 164.5

Analisi del percorso: Ultima tappa prima del primo riposo, quest'anno collocato di martedì.
Il percorso è sostanzialmente pianeggiante ma la prima parte di tappa presenta un buon numero di brevi ondulazioni che potrebbero rendere più interessante del previsto il braccio di ferro tra la fuga e il gruppo. La seconda metà di tappa è più semplice, pur non essendo completamente pianeggiante: solo gli ultimi 4-5 chilometri sono completamente piatti ad eccezione dell'arrivo in leggera salita, oscillante tra il 3 e il 4% negli ultimi 500 metri.
La situazione tattica dipenderà dal risultato delle precedenti volate: ma è molto probabile, date le non molte occasioni avute finora, che il gruppo lavori sodo per portare il gruppo allo sprint.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Mercoledì 17/7 - 11a tappa: Albi - Toulouse (167 km)"]



Partenza: Albi ore 13.45
Arrivo: Toulouse ore 17.35 circa

Sprint: Gaillac km 87
Gpm: Côte de Tonnac (346 m-3.6 km-4.9%-3a cat.) km 32, Côte de Castelnau-de-Montmiral (266 m-2.5 km-3.8%-4a cat.) km 77

Analisi del percorso: Il gruppo tornerà in corsa en douceur dopo il giorno di riposo con una frazione non troppo lunga (167 km) e pianeggiante a far da preludio alla quattro giorni pirenaica.
Nulla da segnalare se non una serie di dolcissime, brevi ondulazioni nel finale di tappa, in particolare il chilometro al 3-4% culminante ai 4 dall'arrivo al Capitole di Tolosa.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Giovedì 18/7 - 12a tappa: Toulouse - Bagnères de Bigorre (209.5 km)"]



Partenza: Toulouse ore 11.50
Arrivo: Bagnères de Bigorre ore 17.20 circa

Sprint: Bagnèrese-de-Luchon km 130.5
Gpm: Côte de Montoulieu-Saint-Bernard (377 m-1.7 km-5.2%-4a cat.) km 62.5, Col de Peyresourde (1569 m-13.2 km-7%-1a cat.) km 146, Horquette d'Ancizan (1564 m-9.9 km-7.5%-1a cat.-Bonus) km 179

Analisi del percorso: Come lo scorso anno i Pirenei iniziano con una tappa lunga ma non troppo difficile, estremamente adatta agli specialisti delle fughe. I 210 km che separano Tolosa da Bagneres-de-Bigorre sono per due terzi pianeggianti e saranno con buona probabilità caratterizzati da una prolungata lotta per la conquista della fuga di giornata.
Gli ultimi 80 chilometri presentano due cime storiche come il Peyresourde e la Hourquette de Ancizan, dure ma non estremamente selettive a causa della loro regolarità (soprattutto per il Peyresourde: la Hourquette, che assegna abbuoni, è divisa in due, presentando 3 km iniziali al 9% di media e 6 km ben più dolci) e comunque abbastanza lontane dal traguardo, situato 30 km dopo lo scollinamento dall'ultima salita, al termine di una lunghissima, sempre più dolce, discesa.
Tutto ciò rende estremamente esile la speranza di movimenti di classifica importanti, specialmente all'indomani di una prova a cronometro.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Venerdì 19/7 - 13a tappa: Pau - Pau (Cronometro - 27.2 km)"]



Partenza primo atleta: Pau ore 14
Arrivo primo atleta: Pau ore 17.55 circa

Sprint: Nessuno
Gpm: Nessuno

Analisi del percorso: Per l'ennesima volta il Tour visita Pau, ma lo fa sotto forma di prova contro il tempo.
Evento ben più raro per la roccaforte pirenaica, teatro di esercizi contro il tempo solamente nel 1936 e nel 1981, quando a vincere fu un certo Bernard Hinault.
La crono, unica individuale del Tour, è lunga 27 chilometri per circa 35-40 minuti in sella: forse un pochino troppo poco per controbilanciare ed assicurare spettacolo nelle tappe di montagna successive.
Il percorso non è completamente pianeggiante, anzi: dopo un inizio cittadino, planimetricamente insidioso, si incontrano le salite verso Cériset (2,5 km - 6%), Médout (1,5 km circa al 5%) ed Esquillot (1 km al 7%), seguite da 10 km per specialisti ed, in cauda venenum, un breve strappo al 17% nell'ultimo chilometro, poco prima di raggiungere il traguardo in Place Verdun.
Giornata importante per la classifica e per la storia del Tour: si celebrerà infatti il centenario della prima Maglia Gialla.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Sabato 20/7 - 14a tappa: Tarbes - Tourmalet (117.5 km)"]



Partenza: Tarbes ore 13.45
Arrivo: Tourmalet ore 17.10 circa

Sprint: Pierrefitte-Nestalas km 86
Gpm: Côte de Labatmale (472 m-1.4 km-6.7%-4a cat.) km 18, Col du Soulor (1474 m-11.9 km-7.8%-1a cat.) km 60.5, Tourmalet (2115 m-19 km-7.4%-HC) km 117.5

Analisi del percorso: La fascinazione tutta ASO per le brevi tappe di montagna non accenna a diminuire, anzi: sebbene quest'anno non si arrivi all'eccesso toccato la scorsa edizione con la tappa-haiku (65 km) del Col de Portet, ben tre tappe di montagna del Tour 2019 saranno sotto i 130 km.
L'arrivo è quanto di più storico si possa immaginare: il Tourmalet, montagna consacrata a Jacques Goddet, direttore del Tour per mezzo secolo, affrontato dal versante nobile di Luz-Saint-Sauveur.
19 interminabili chilometri al 7.5% di media (gli ultimi spesso e volentieri in doppia cifra), oltre 1400 metri di dislivello ed arrivo a quota 2100: l'appellativo Hors Catégorie, incontrato qui per la prima volta in questa edizione, è più che mai meritato. Come robusto antipasto i corridori incontreranno il Col de Soulor, salita vicina all'Aubisque e tutt'altro che disprezzabile con i suoi 12 km a poco meno dell'8% di pendenza.
Giornata di verdetti pesanti che verosimilmente vedrà gli uomini di classifica lottare anche per il successo di tappa.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Domenica 21/7 - 15a tappa: Limoux - Foix Prat d'Albis (185 km)"]



Partenza: Limoux ore 12.10
Arrivo: Foix Prat d'Albis ore 17.20 circa

Sprint: Tarascon-sur-Ariège km 93.5
Gpm: Col de Montségur (1059 m-6.8 km-6%-2a cat.) km 60.5, Port de Lers (1517 m-11.4 km-7%-1a cat.) km 120.5, Mur de Péguère (1375 m-9.3 km-7.9%-1a cat.-Bonus) km 147, Foix Prat d'Albis (1205 m-11.8 km-6.9%-1a cat.) km 185

Analisi del percorso: La seconda settimana termina con la tappa più impegnativa del blocco pirenaico: 185 km, 4500 metri di dislivello e tre colli di categoria.
I primi 100 km sono i più facili con il solo Col de Montsegur dal lato più facile (5 km al 7,2%) come asperità classificata, ma sono comunque abbastanza vallonati per poter permettere una notevole bagarre per la creazione della fuga di giornata.
Le antenne dei big si drizzeranno negli ultimi 80 chilometri, praticamente senza tratti pianeggianti: ad aprire le danze è il Port de Lers, salita la cui pendenza media (7% nei suoi 11400 metri) è abbassata da un chilometro in falsopiano che “camuffa” le frequenti sezioni oltre il 9% e le punte al 12% di inizio salita.
Ci si dirige senza soluzione di continuità al Mur de Péguère, altro classico moderno francese dalle pendenze fortissime che nelle precedenti apparizioni ha portato una gran dose di drama (le polemiche per i chiodi del 2012 e il Free Landa di due anni fa) ma ben pochi sconvolgimenti di classifica, complici una certa distanza dal traguardo e disegni di tappa tutto sommato leggeri.
Quest'anno il Mur de Péguère (un vero e proprio muro: dopo cinque chilometri pedalabili le medie per chilometro sono rispettivamente 9, 14, 12 e 11, con carreggiata sempre ristretta) assegnerà secondi bonus ma non sarà ultima asperità di giornata, essendo invece seguita dalla salita verso Prat d'Albis, brulla spianata che domina la città di Foix.
Una scalata che non presenta le percentuali impossibili del muro di Peguère ma è lunga quasi 12 chilometri: con tutta probabilità qui si concentreranno gli sforzi dei big di classifica, che potranno approfittare di tre chilometri in doppia cifra tra i -8 e i -5 prima degli ultimi, più facili, chilometri.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Martedì 23/7 - 16a tappa: Nìmes - Nìmes (177 km)"]



Partenza: Nìmes ore 13.30
Arrivo: Nìmes ore 17.40 circa

Sprint: Vallérargues km 65
Gpm: Côte de Saint-Jean-du-Pin (269 m-1.8 km-4.2%-4a cat.) km 96

Analisi del percorso: Giorno di riposo e di trasferimento per il gruppo, che riprende il colpo di pedale con una tappa destinata ai velocisti tutta nei dintorni di Nimes. Lunghi circuiti del genere sono abbastanza rari nei GT moderni, specialmente in terza settimana: verrebbe da pensare che la città occitana svolga il ruolo di rimpiazzo di una sede di partenza andata a saltare poco prima della presentazione ufficiale del percorso.
Il percorso si dirige verso l'entroterra, evitando quindi i pericolosissimi tratti ventosi e paludosi della Camargue, ma non a sufficienza da attraversare le salite delle Cevenne, rilievi selvaggi inseriti fra i Patrimoni dell'Umanità e descritti mirabilmente da Vincent d'Indy nella sua Symphonie Cévenole. Ne esce quindi una tappa paesaggisticamente scenografica (il gruppo attraverserà l'acquedotto romano di Pont-du-Gard) ma altimetricamente molto semplice, in cui l'unico, minuscolo, sussulto altimetrico è il falsopiano di un paio di chilometri al 3% ad una quindicina di chilometri dal traguardo.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Mercoledì 24/7 - 17a tappa: Pont du Gard - Gap (200 km)"]



Partenza: Pont du Gard ore 12.40
Arrivo: Gap ore 17.30 circa

Sprint: Vaison-la-Romaine km 62
Gpm: Côte de la Rochette-du-Bois (756 m-2.3 km-6.2%-4a cat.) km 104.5, Col de la Sentinelle (981 m-5.2 km-5.4%-3a cat.) km 191.5

Analisi del percorso: Non c'è Tour senza Pau ma lo stesso si può dire di Gap, città imprescindibile nell'avvicinamento al massiccio alpino, sebbene con una frequenza leggermente inferiore alla città aquitana.
La lunga giornata di 200 km rinuncia al classico Col de Manse ed alla sua folle discesa per affrontare il ben più facile Col de la Sentinelle, poco più di cinque chilometri ad una pendenza media di poco superiore al 5% con docili “punte” al 7% e scollinamento a 9 chilometri al traguardo, tutti in discesa a gradoni eccettuato l'ultimo chilometro all'1,5%.
Il principale interesse delle tappa potrebbe essere il braccio di ferro tra fuga ed uomini veloci: se da un lato può sembrare il prototipo della classica tappa da fuga, lunga e un po' troppo dura per i velocisti, bisogna d'altro canto tenere conto della lotta per la maglia verde: questa tappa assegnerà 50 punti come ogni tappa pianeggiante, diventando quindi un saporito boccone per le affamate fauci di corridori come Sagan, Matthews, Van Aert e, perché no,
Colbrelli.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Giovedì 25/7 - 18a tappa: Embrun - Valloire (208 km)"]



Partenza: Embrun ore 11.25
Arrivo: Valloire ore 17.30 circa

Sprint: Les Thuiles km 45
Gpm: Côte de Desmoiselles Coiffées (1024 m-3.9 km-5.2%-3a cat.) km 13, Col de Vars (2109 m-9.3 km-7.5%-1a cat.) km 82.5, Col d'Izoard (2360 m-14.1 km-7.3%-HC) km 133, Col du Galibier (2642 m-23 km-5.1%-HC-Bonus) km 189

Analisi del percorso: La tre giorni alpina inizia di giovedì con quella che è, probabilmente, la tappa più impegnativa del Tour per lunghezza e dislivello, sebbene la definizione di regina è forse esagerata per la posizione sacrificata - nei due giorni successivi si avranno due arrivi in salita - e per il molto fondovalle che separa ogni colle dal successivo. Rimane comunque una tappa che supera per tre volte i 2000 metri di altitudine, fatto per nulla comune, e lo fa attraversando tre colossi della storia del ciclismo: il Vars (2109 m), l'Izoard (2360 m, salita più difficile di giornata) e il Galibier (2642 m, con abbuoni) dal suo lato meno nobile, quello meridionale.
È un versante diviso in due: pedalabile e dalla larghissima sede stradale fino al Lautaret, definibile quasi una Montevergine côte 2000, molto stretta e ben più pendente dopo il bivio a sinistra che porta al Galibier, per una volta non classificato come cima più alta del Tour de France. Questi chilometri sono lo spazio in cui gli scalatori devono provare ad aprire solchi da consolidare nei 19 km di discesa che seguono e che portano a Valloire, località ai piedi del Col du Telegraphe.
La tappa presenta un totale di circa 17 chilometri da percorrere oltre 2000 metri: un fattore che può far pendere l'ago della bilancia a favore dei fondisti o dei corridori abituati ad altitudini importanti sin dall'infanzia (vengono subito in mente i colombiani) e ad ingigantire le difficoltà di una tappa che, ridendo e scherzando, prevederà circa 4500 metri di dislivello e sicuramente appesantirà le gambe in vista delle due, decisive, tappe seguenti.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Venerdì 26/7 - 19a tappa: Saint Jean de Maurienne - Tignes (126.5 km)"]



Partenza: Saint Jean de Maurienne ore 13.55
Arrivo: Tignes ore 17.35 circa

Sprint: Bessans km 68.5
Gpm: Côte de Saint-André (1165 m-3.1 km-6.8%-3a cat.) km 25, Montée d'Aussois (1467 m-6.5 km-6.2%-2a cat.) km 38, Col de la Madeleine (1746 m-3.9 km-5.6%-3a cat.) km 63.5, Col de l'Iseran (2770 m-12.9 km-7.5%-HC-Bonus) km 89, Montée de Tignes (2089 m-7.4 km-7%-1a cat.) km 124.5

Analisi del percorso: Altra tappa breve, di 126 km, con arrivo in salita: la recente specialità di Prudhomme, da esperire per ben tre volte in questo Tour, rasenta sicuramente la monomania.
Il contenuto tecnico comunque non manca, ed è rappresentato principalmente dalla scalata al Col de l'Iseran, il colle asfaltato più alto d'Europa con i suoi 2770 metri di altitudine, 13 km al 7,5% che iniziano a quota 1800, rendendo la mancanza d'ossigeno un elemento tecnico di primaria importanza. La salita è sempre dura, attorno all'8%, fatta eccezione per due tratti di falsopiano che abbassano la percentuale media, e raggiunge il climax nel penultimo chilometro al 10%, a 2700 metri di altitudine.
Lo scollinamento, dopo 89 chilometri quasi sempre all'insù per 2200 metri di dislivello, è a 37 chilometri dal traguardo: una distanza che potrebbe - e dovrebbe, si spera - invogliare gli scalatori all'azione, che troveranno abbuoni in cima. Dopo una picchiata di 15 chilometri verso Val d'Isère, seguita da 6-7 km di fondovalle ed un'altra breve discesa, inizia la salita finale verso Tignes, più breve ma comunque over 2000, caratterizzata da tre blocchi di due chilometri e mezzo difficile-facile-difficile.
La salita termina a 2000 metri dal traguardo ed è seguita da un falsopiano che porta all'arrivo costeggiando, con strade ampie e rettilinee, prima il Lago di Tignes poi la località turistica di Val Claret.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Sabato 27/7 - 20a tappa: Albertville - Val Thorens (130 km)"]



Partenza: Albertville ore 13.45
Arrivo: Val Thorens ore 17.45 circa

Sprint: Villard-sur-Doron km 11.5
Gpm: Cormet de Roseland (1968 m-19.9 km-6%-1a cat.) km 36, Côte de Longefoy (1190 m-6.6 km-6.5%-2a cat.) km 75.5, Val Thorens (2365 m-33.4 km-5.5%-HC) km 130

Analisi del percorso: Giunge l'ora del redde rationem, ovviamente sotto forma di tappa breve. 4450 i metri di dislivello nei 130 km di tappa, divisi approssimativamente tra 40 pianeggianti, 60 di salita e 30 di discesa. Dopo 15 km di falsopiano, prevedibilmente corsi a ritmo folle, si affronterà il Cormet de Roselend dalla strada principale, evitando il ben più duro percorso dello scorso anno con Col de Pré e diga. I quasi 20 km di discesa sono invece gli stessi dello scorso anno, tecnicissimi. La Côte de Longefoy è un semplice riempitivo prima del gran finale di tappa e di Tour, la colossale scalata a Val Thorens, oltre 33 km per più di un'ora di salita e 1800 metri di dislivello, di ritorno al Tour dopo un quarto di secolo esatto dal raid che consacrò Nelson Rodriguez sul podio di tappa e Pantani su quello finale.
Val Thorens è una salita a tronconi regolari separati da tre-quattro falsopiani e discese, mai tremenda (massime dell'11% solo nei primi chilometri, poi sempre tra il 6 ed il 7%) ma incredibilmente lunga: può scavare solchi enormi, considerando anche che sarà il terzo arrivo oltre i 2000 metri, evento mai accaduto nella storia del Tour.
[/mks_accordion_item]

[mks_accordion_item title="Domenica 28/7 - 21a tappa: Rambouillet - Paris (128 km)"]



Partenza: Rambouillet ore 18.10
Arrivo: Paris ore 21.30 circa

Sprint: Paris km 89.5
Gpm: Côte de Saint-Rémy-lès-Chevreuse (153 m-1.3 km-6.1%-4a cat.) km 34, Côte de Châteaufort (152 m-0.9 km-4.9%-4a cat.) km 38

Analisi del percorso: Nulla da segnalare nel Gran Gala di Fine Tour, uno dei giorni più attesi dai velocisti, se non che quest'anno gli otto giri sullo storico circuito degli Champs Elysees saranno effettuati nel tardo pomeriggio con l'arrivo previsto in prime time sotto un'inedita luce crepuscolare.
Se i giochi per la maglia gialla sono ormai fatti e finiti e quelli per la maglia a pois quasi sicuramente non scalfibili dai due GPM di quarta categoria, la lotta per la maglia verde dispone ancora di un generoso bottino di punti e può essere uno degli interessi collaterali di giornata.
[/mks_accordion_item]
[/mks_accordion]

Albo d'oro


[table id=1073 responsive=scroll /]
Notizia di esempio
Campionati nazionali, nei Paesi Bassi Annemiek van Vleuten strabiliante nella crono