Professionisti

Vincere? C'è moto e moto

08.10.2019 16:29

Con Nibali, Valverde e altri big danneggiati da un errore di percorso, Roglic si prende anche la Tre Valli Varesine con un colpo da finisseur. Sul podio Visconti e Skujins


Andando dritti al punto, dal punto di vista organizzativo è stata una Tre Valli Varesine da dimenticare. Ed è un enorme peccato perché, per quanto concerne l'aspetto sportivo, l'odierna classica italiana ha mostrato ancora una volta grandi, grandissimi campioni non aver paura di animare la gara sin dalla media distanza, in un piacevole leitmotiv di una stagione, quella giunta agli sgoccioli, avvincente come non mai nell'ultimo periodo. Una parte del merito va anche a chi, la Tre Valli, l'ha vinta con un colpo di forza e astuzia degno di un grande campione qual è.

Non si può però negare che, senza il principale misfatto di giornata, tale azione non si sarebbe potuta ammirare. Quando capita in una gara giovanile con poco personale a disposizione, passi, ma deve restare un caso isolato; ma in una delle più importanti gare italiane, non avere un addetto che, in un punto nevralgico come una rotatoria, segnali correttamente quale strada prendere, è inaccettabile. Purtroppo non si è trattato di un caso isolato, dato che per ben due occasioni nei restanti 15 km di gara si sono evidenziate delle pecche (macchine e moto che rischiano di mandare a terra i corridori) che, nel 2019, non possono e non devono accadere. Si parla tanto di professionalità nel mondo del ciclismo, spiace che una gara storica e solitamente puntuale da questo punto di vista abbia conosciuto un grave passaggio a vuoto che, di certo, non fa bene a nessuno.

Sei in fuga, fra di loro quattro italiani
Manca un edizione per toccare la terza cifra ma la Tre Valli Varesine è più viva che mai. La prova conclusiva del Trittico Lombardo da qualche anno vive di luce propria e, con la "cugina" Milano-Torino, si gioca la palma di corsa in linea non appartenente al World Tour con la maggior qualità fra i partenti. Il tracciato è in buona sostanza quello classico; a cambiare, però, è la composizione del circuito finale, con le ascese di Via Montello, Morosolo e di Piazza della Libertà che portano a indurire ulteriormente la prova.

Partenza da Saronno poco prima di mezzogiorno per affrontare i 197.8 km in programma. Il tentativo di fuga inaugurale è quello buono: se ne vanno via in sei, ossia gli italiani Valerio Agnoli (Bahrain Merida), Davide Ballerini (Astana Pro Team), Mattia Frapporti (Androni Giocattoli-Sidermec) e Umberto Marengo (Neri Sottoli-Selle Italia-KTM), l'austriaco Michael Gogl (Trek-Segafredo) e lo spagnolo José Herrada (Cofidis, Solutions Crédits), con il colombiano Alejandro Osorio (Nippo-Vini Fantini-Faizanè) che per poco manca il ricongiungimento.

La Jumbo-Visma tiene sotto controllo l'attacco, Pedersen mette piede a terra
Il gruppo lascia immediatamente spazio, ma non concede di certo un margine rilevante dato che non si va mai oltre la barriera dei 3'10"; merito del Team Jumbo-Visma, che sin da subito prende le redini in testa al plotone, in una prima ora disputata dai battistrada con una andatura superiore ai 44 km/h. La corsa prosegue con questo andazzo sino a metà gara: i sei a collaborare, i gialloneri a tirare il gruppo nell'ordine dei 2' di distacco.

Nel corso del secondo dei cinque giri centrali di 12.8 km ciascuno, però, la situazione muta: davanti sia Agnoli che Frapporti entrano in difficoltà e si staccano, incapaci a tenere il passo dettato principalmente da Ballerini, dietro è invece la Lotto Soudal ad aumentare il passo selezionando fortemente il plotone, interessata oggi a fare la corsa a beneficio di Benoot e Wellens. Tra chi si stacca vi è anche il neocampione del mondo Mads Pedersen: il danese della Trek-Segafredo, come accaduto domenica al Tour de l'Eurométropole, opta per terminare anzitempo la propria corsa.

Tutti per Roglic nella Jumbo, c'è fermento in gruppo
Mentre in discesa si stacca anche Marengo, il trio di attaccanti entra negli ultimi 90 km con circa 1'15" di vantaggio, per un gap che si mantiene pressoché identico anche al cartello dei meno 60 km; spostatasi la Lotto Soudal, a far capolino in testa al gruppo sono tornate le inconfondibili sagome del Team Jumbo-Visma che, anche in questa occasione, è capitanata da un Primoz Roglic in condizione invidiabile. A testimoniarlo ulteriormente ci pensa il lavoro in prima posizione di un corridore di peso come Laurens De Plus e Steven Kruijswijk, anch'essi a completa disposizione dello sloveno.

Il transito sotto il traguardo di Via Sacco dà il là al primo dei due giri del rinnovato circuito conclusivo di 26 km vede il trio transitare con solo 1'05" dalla loro. Subito dopo la linea bianca inizia la salita di Via Montello e inizia la sofferenza per José Herrada: il più esperto dei due fratelli spagnoli alza bandiera bianca, diversamente da Ballerini e Gogl. C'è fermento anche in gruppo: si muovono fra gli altri Tao Geoghegan Hart (Team Ineos), Iván García Cortina (Bahrain Merida) e Simon Clarke (EF Education First) ma non fanno strada.

Gaudu si muove, tanti big lo inseguono
Sono le formazioni francesi che, fra discesa e tratto pianeggiante, dettano l'andatura assieme alla Androni Giocattoli-Sidermec, lasciando solo 40" ai due attaccanti ai meno 40 km. Purtroppo per loro la strada da affrontare è tanta e, soprattutto, è imminente l'ascesa di Via Morosolo: Gogl non ne ha più e si stacca, Ballerini mette quel che può sulla strada. Ma dietro le micce vengono accese da Tim Wellens, che ai meno 38 km fa esplodere la corsa; lo scatto buono lo piazza David Gaudu (Groupama-FDJ) che va a riprendere il canturino, annullando così l'azione della prima ora.

Al giovane transalpino si accoda prima il solo George Bennett (Team Jumbo-Visma) quindi Wilco Kelderman (Team Sunweb). Il drappello si infoltisce sempre più con il rientro di Daniel Martin e Diego Ulissi (UAE Team Emirates), Davide Formolo (Bora Hansgrohe), Alejandro Valverde (Movistar Team), Michael Woods (EF Education First), Luis León Sánchez (Astana Pro Team), Dylan Teuns (Bahrain Merida), Valentin Madouas e Rudy Molard (Groupama-FDJ), Edward Dunbar (Team Ineos), François Bidard (AG2R La Mondiale).

Sánchez se ne va, Nibali, Mollema e Aranburu ruentrano
Costoro collaborano, andando ad accumulare un margine di una ventina di secondi sul gruppo alle loro spalle dove tira principalmente la Neri Sottoli-Selle Italia-KTM con l'austriaco Sebastian Schönberger, cui si somma in seguito la Trek-Segafredo con il vincitore uscente Toms Skujins. Al suono della campanella il vantaggio degli attaccanti ammonta a 28", dando così estrema incertezza allo sviluppo della giornata.

L'ultimo passaggio su Via Montello vede lo scatto di Luis León Sánchez, che si invola; la Groupama-FDJ, presente in forze nel tentativo, decide di sacrificare come gregario Madouas per tenere sotto controllo l'esperto murciano, che guadagna, fra salita e discesa, una quindicina di secondi. Non c'è tregua neppure dietro, nel tortuoso declivio: prendendo esempio da Alex Aranburu (Caja Rural-Seguros RGA), si muovono due nomi attesi come Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e, già nel falsopiano, anche Vincenzo Nibali (Bahrain Merida). Il trio collabora e ai meno 18.5 km si riporta sul drappello Valverde.

Nibali e soci maldirezionati, la corsa non è più cosa loro. La schiena fa soffrire Sánchez
Quando tutto pareva destinato ad una grande sfida fra la maggior parte dei favoriti della vigilia, ecco quello che non ti aspetti: in una rotatoria, in un punto non segnalato dagli addetti al percorso, il gruppetto Nibali segue le moto che anticipano il loro cammino e sbaglia strada, accorgendosi solo dopo diverse pedalate di essere andato fuori strada. Il tempo di rallentare, fare marcia indietro e tornare sulla via corretta vanifica però il loro sforzo, togliendoli dalla contesa dato che rientrano ben dietro al gruppo principale.

E così Luis León Sánchez si trova ad avere 40" di margine all'imbocco della salita di Morosolo e, per giunta, con il gruppo alle sue spalle tutt'altro che organizzato o combattivo, se si esclude un velleitario tentativo da parte di Carlos Verona (Movistar Team) prontamente stoppato da un Jakob Fuglsang in versione perfetto scudiero. Il principale problema del solitario leader viene, però, dal proprio fisico, precisamente dalla schiena indolenzita che lo costringe ad esercizi di stretching per alleviarne il fastidio.

La Ineos lavora, Sánchez ripreso nell'ultimo km. Roglic parte e saluta tutti
Dopo una mossa di Andrea Vendrame (Androni Giocattoli-Sidermec) ai meno 8 km, Tao Geoghegan Hart e Salvatore Puccio trainano la ventina di elementi del gruppo in favore di Gianni Moscon, capitano di giornata del Team Ineos nonché uno dei pochi big rimasti a giocarsi il successo. Il lavoro dei validi gregari, complice anche il dolore di Sánchez, fa ridurre a una decina di secondi il ritardo ai piedi dello strappo finale di 3.5 km. La caparbietà di LuisLe, però, gli consente, assieme all'assenza di formazioni che aiutano la Ineos, di coltivare il sogno, iniziando l'ultimo km con 9" di vantaggio.

Ma è proprio sotto l'arco che si muove Pierre Latour: assieme al capitano dell'AG2R La Mondiale si mettono in azione Gianni Moscon, Jakob Fuglsang e, dopo qualche istante in cui si era fatto sorprendere, anche Primoz Roglic, che vanno a riprendere, sul forcing di Moscon, il povero Sánchez a 650 metri dalla conclusione. Sfruttando l'impasse, in contropiede lo sloveno parte dall'ultima ruota; al posto di dare una trainata per scongiurare il pericolo, Fuglsang decide di rimanere fermo.

Ennesima vittoria di Roglic, sorridono anche Jumbo-Visma e Slovenia
Non poteva chiedere di meglio, l'ex saltatore, che in un battibaleno guadagna quello spazio che lo porta tutto solitario a conquistare la dodicesima vittoria stagionale, la seconda consecutiva dopo il Giro dell'Emilia ottenuto in una maniera ancor più strabiliante rispetto ad oggi. Per il Team Jumbo-Visma questa è l'affermazione numero 50 di un 2019 che rimarrà per sempre impresso nella mente di corridori e staff della compagine neerlandese come un'annata formidabile - non irripetibile, data la qualità che anche nel 2020 sarà a disposizione dei tecnici.

Il primo posto nel ranking UCI individuale è ormai blindato dal ventinovenne Trbovlje e, parimenti, si avvicina sempre più la garanzia per la Slovenia di avere il contingente massimo (cinque unità) nella prova in linea dei Giochi Olimpici di Tokyo, a scapito di una Spagna che, a parte il solito Valverde, ha poco a cui aggrapparsi.

Visconti secondo e contento, domani c'è la MiTo
La volata per il secondo posto a 3" premia un Giovanni Visconti che, oltre a dare punti fondamentali alla sua Neri Sottoli-Selle Italia-KTM in chiave Ciclismo Cup (il distacco dalla Androni è ora di soli 9 punti a due gare dal termine), si porta a casa anche la vittoria nel Trittico Lombardo. Il podio viene completato dal lettone Toms Skujins (Trek-Segafredo), che dimostra ancora una volta come questa sia una corsa per lui portafortuna.

Seguono in top ten Andrea Vendrame (Androni Giocattoli-Sidermec), Sergio Higuita (EF Education First), Tiesj Benoot (Lotto Soudal), Kristian Sbaragli (Israel Cycling Academy), Tao Geoghegan Hart (Team Ineos), Damiano Caruso (Bahrain Merida) e Tim Wellens (Lotto Soudal). Con un ritardo superiore ai 7' tagliano il traguardo molti dei danneggiati, che si lasciano andare ad un comprensibile applauso polemico per quanto accaduto. Non c'è però neppure il tempo di elaborare e già domani si sale in sella per la Milano-Torino, con la Basilica di Superga ad attendere un nuovo campione.
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