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La rivolta dei sindaci stravolge la Sanremo

28.07.2020 17:59

Dai timori per il traffico e la sicurezza della corsa, al nuovo percorso in gran parte piemontese


Per questa particolarissima stagione 2020 ci aspettava una Milano-Sanremo decisamente insolita con lo spostamento della corsa in piena estate e con il grande caldo come nuovo importante fattore da tenere in considerazione, e invece sabato 8 agosto a quanto sembra assisteremo ad una edizione della Classicissima assolutamente inedita, lunga ben 299 chilometri ma di questi solo gli ultimi 35 lungo la costa ligure: non ci sarà il Passo del Turchino (era accaduto nel 2001 e nel 2002 a causa di una frana), e soprattutto per la prima volta in 110 edizioni non verranno affrontati i celebri Capi visto che la corsa rientrerà sul percorso originario solo in quel di Imperia; la novità è il Colle di Nava, mentre sono riusciti a salvarsi sia la Cipressa che il Poggio.

Le ragioni della "rivolta" dei sindaci
Ma come si è arrivati a questo stravolgimento clamoroso, soprattutto se si considera che la settimana scorsa s'era svolta la presentazione ufficiale della Milano-Sanremo ed in tale occasione era stato confermato il percorso classico? Il Covid-19 c'entra, ma solo in parte non per i focolai attuali. Tutto nasce dalla rivolta dei sindaci dei comuni della provincia di Savona interessati dal passaggio della corsa: 13 su 16 (i favorevoli pare fossero Albenga, Albisola Superiore e Albissola Marina) si sono infatti opposti allo svolgimento della corsa per la data prevista di sabato 8 agosto, una giornata indicata come da "bollino nero" per quanto riguarda il traffico ed i disagi ad esso legati. La collocazione estiva, infatti, aveva dato problemi fin dall'inizio: quando la corsa sembrava prevista per Ferragosto era stato proprio il sindaco di Sanremo ad esprimere il proprio malcontento e a minacciare di negare le autorizzazioni, con l'anticipo di una settimana invece il fronte della protesta s'è spostato tra Varazze e Andora, un tratto di Via Aurelia lungo 70 chilometri che non offre semplici alternative.

Diciamo la verità, le ragioni della rivolta dei sindaci erano fondate e assolutamente comprensibili: un qualsiasi fine settimana di agosto, anche in questo periodo di limitazioni dovute al Covid-19, è caratterizzato da un forte afflusso di turisti verso la riviera ligure ed il passaggio di una corsa di ciclismo non aiuta certo la viabilità di una zona che è già estremamente provata. Bisogna considerare, infatti, che ormai da settimane numerosi cantieri e controlli di sicurezza stanno interessando lo snodo autostradale genovese creando disagi, lunghe code e molte frustrazioni su tutta la rete ligure: la chiusura dell'Aurelia, fosse anche stato solo per una ventina di minuti per permettere il passaggio dei corridori, avrebbe potuto creare grossi problemi. Ma il traffico non è stata la ragione principale, anche perché il sabato pomeriggio la maggior parte dei turisti avrebbe già raggiunto la propria destinazione finale e anche chi si appresterebbe a rientrare in direzione opposta lo avrebbe fatto qualche ora dopo.

Ci sono infatti altri due motivi che hanno spinto i sindaci a questa decisione. Il primo è quello dei parcheggi che soprattutto d'estate rappresentano un altro punto critico dei comuni della zona: ce ne sono pochi e quando l'afflusso di gente è notevole allora si sfruttano proprio i posti creati lungo la Via Aurelia ai margini della carreggiata; ma chiudere la strada per il passaggio della corsa, vorrebbe dire anche cancellare buona parte di questi parcheggi e via altri problemi. Infine bisogna considerare le misure di sicurezza attuali per limitare la diffusioni del contagio da coronavirus: i comuni stanno infatti utilizzato molto personale per presidiare e limitare gli accessi alle spiagge per garantire le giuste distante, e queste forze già in campo sarebbero servire per controllare le strade, gli incroci ed i vari attraversamenti pedonali che, ad agosto con più gente a bordo strada, richiedono più attenzione che a marzo. I comuni savonesi avevano chiesto a RCS Sport 660 steward già esperti, ma la domanda è stata ritenuta eccessiva.

Si perde una grande occasione in termini di visibilità
Prendendo in considerazione tutti gli elementi citati sopra, è evidente che una Milano-Sanremo in pieno agosto si portasse dietro grossi problemi di carattere logistico, ma erano questi così insormontabili da rinunciare invece a tutti i possibili vantaggi? Proviamo infatti ad immaginarci una grande classica, una delle gare più importanti al mondo, trasmessa in diretta televisiva in 200 paesi che in una bella giornata di sole mostra il mare e le spiagge liguri piene di turisti: per il territorio sarebbe una promozione turistica fantastica, un segno che la vita sta veramente ritornando alla normalità, un invito alla gente a vincere la paura e soprattutto una dimostrazione di riapertura e vita di una regione che ultimamente è salita agli onori delle cronache per tutt'altri motivi. Insomma, se il coronavirus ha mandato in grandissima crisi un settore come quello turismo che chissà quando si riprenderà, la sensazione è che con un po' più di coraggio e "visione" si potesse fare molto di più prima di rinunciare a tutta questa visibilità sostanzialmente gratuita.



Il capolavoro di Vegni, c'è già un nuovo percorso
Dal punto di vista della Milano-Sanremo, forse gli organizzatori di RCS Sport non hanno preso troppo sul serio le proteste fin da subito e l'aver presentato ufficialmente la corsa senza prima aver risolto questi problemi potrebbe non aver aiutato le eventuali trattative: ma bisogna riconoscere che Mauro Vegni e soci non si sono fatti trovare impreparati e quasi sicuramente stavano già lavorando da tempo ad un Piano B. Ricevere il rifiuto di ben 13 comuni a meno di due settimane dalla corsa poteva essere una mazzata insuperabile il cui risultato più scontato era la cancellazione dell'evento, e invece poche ore dopo ha cominciato subito a circolare la nuova versione del percorso attraverso la fonte non ufficiale più vicina a RCS Sport, ossia la Gazzetta dello Sport.

Quello di Vegni sembra un vero e proprio miracolo perché stiamo parlando di un percorso di 299 chilometri dei quali solo gli ultimi 35 erano già previsti nella versione originaria. In attesa delle conferme ufficiali, infatti, sappiamo che il ritrovo di partenza sarà sempre al Castello Sforzesco di Milano mentre il chilometro 0 dove sarà dato il via ufficiale sarà posizionato nel comune di Trezzano sul Naviglio per rispettare il limite massimo di 300 chilometri imposto dai regolamenti dell'UCI: da lì si punterà verso Vigevano prima e Alessandria poi, quindi si affronteranno un paio di salitelle nelle Langhe fino ad arrivare a Ceva, mentre l'arrivo in Liguria avverrà attraverso la facile ascesa del Colle di Nava, con lo scollinamento posto a 934 metri sul livello del mare e 70 chilometri dal traguardo.

Per certi versi il Colle di Nava può ricordare il Passo del Turchino come caratteristiche tecniche, ma in questo caso siamo molto più vicini all'arrivo ed eventuali frazionamenti in discesa avrebbero un peso molto maggiore; come detto il rientro sul percorso classico avverrà ad Imperia quando mancheranno 35 chilometri dall'arrivo con la Cipressa ed il Poggio a fare da giudici ultimi. Quella di quest'anno sarà quindi una Milano-Sanremo decisamente stravolta nella sua anima e probabilmente anche un po' indurita nel tracciato: a quanto può sembrare a prima vista, però, i velocisti avranno ancora buone possibilità di dire la loro e si presenteranno al via in ottima forma.

Uno strappo che avrà ripercussioni sul futuro?
Tutta la vicenda, però, apre anche degli interrogativi su quale possa essere il futuro della Milano-Sanremo, perché questo strappo dei comuni savonesi ad appena 11 giorni dallo svolgimento della corsa non può certo essere stato apprezzato da RCS Sport e potrebbe tornare in ballo quando si andrà a parlare del percorso del 2021 e degli anni a seguire. Certo, il tracciato classico è probabilmente quello che meglio si presta al mese di marzo soprattutto per le temperature che dovranno affrontare i corridori ed i sindaci passano ma corsa resta, però dopo quanto successo è impossibile non chiedersi se Mauro Vegni si legherà al dito questa rivolta; la Milano-Sanremo così come eravamo abituati a conoscerla è sparita per sempre oggi?
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