Professionisti

Caduta terribile in volata al Tour de Pologne, Jakobsen vola oltre le transenne

05.08.2020 18:39

La settantasettesima edizione del Tour de Pologne è iniziata, non poteva essere altrimenti, con il pensiero rivolto a Bjorg Lambrecht, che esattamente un anno fa perdeva la vita sulle strade della corsa. L'appuntamento con l'unica corsa World Tour in programma nell'Europa orientale si è aperto con una frazione pianeggiante di 195.8 km tra Chorzow e Katowice.

La fuga che ha caratterizzato il pomeriggio è partita dopo una manciata di km. Quattro i protagonisti, vale a dire i polacchi Kamil Małecki (CCC Team) e Maciej Paterski (Polonia), il britannico Samuel Brand (Team Novo Nordisk) e il neerlandese Julius van den Berg (EF Pro Cycling). Il margine massimo di 4'30" è stato toccato nella fase iniziale, prima che Bora Hansgrohe, Deceuninck-Quick Step e Team Jumbo-Visma si mettessero in testa al gruppo a lavorare.

La corsa va via senza scossoni, con il gap di 1'50" ai meno 50 km, giusto poco prima di entrare nel circuito finale di 16.3 km da ripetere tre volte. Il gap ai meno 30 km staziona sulla quarantina di secondi quando, nella pancia del plotone, si verifica una caduta: una decina i coinvolti, i più noti sono John Degenkolb (Lotto Soudal), Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) e il "solito" Wilco Kelderman (Team Sunweb), ma tutti si rialzano senza problemi. 5 km più tardi e si verifica un'altra scivolata priva di conseguenze, stavolta protagonisti Geoffrey Bouchard (AG2R La Mondiale) e Ryan Gibbons (NTT Pro Team).

All'inizio dell'ultima tornata il destino degli attaccanti è segnato; il ricongiungimento, infatti, si registra giusto all'altezza dei meno 16 km. Non si finisce però, purtroppo, di cadere: a 7.4 km dall'arrivo Sebastián Molano (UAE Team Emirates) e Michael Schwarzmann (Bora Hansgrohe) entrano in contatto, con il colombiano ad apparire parecchio dolorante. Per effetto di questo imprevisto il gruppo si allunga sotto l'impulso del Team Ineos, che rimane al comando sino ai meno 2 km.

Deceuninck-Quick Step e Team Sunweb entrano in testa all'ultimo km, con Ballerini per i belgi e Pedersen per i tedeschi a lavorare. La volata, in leggera discesa, vede Dylan Groenewegen lanciarsi per primo, con Fabio Jakobsen alla sua ruota, mentre Pascal Ackermann decide di rialzarsi. Il leader della Jumbo-Visma, che viaggia vicino agli 80 km/h data la conformazione del rettilineo, si sposta per due volte a destra, provando a chiudere il rimontante Jakobsen; la seconda mossa da il là ad una carambola incredibile e tremenda.

Jakobsen, infatti, entra in contatto con le barriere - che si sfaldano in maniera sospetta - e le supera, andando a travolgere un addetto e cadendo rovinosamente assieme a lui. Lo spostamento dei cartelloni e della bici dello sfortunato uomo Deceuninck provocano altre cadute: finiscono giù, tra gli altri, Marc Sarreau, Jasper Philipsen, Eduard Prades, Moreno Hofland, Luka Mezgec, Damien Touzé e lo stesso Dylan Groenewegen, che ha varcato per primo il traguardo ma che molto difficilmente manterrà la vittoria: se non fosse squalificato dopo una mossa improvvida come questa si aprirebbe un pericoloso precedente.

In attesa di notizie, dunque, prima posizione per Groenewegen davanti a Marc Sarreau, Luka Mezgec, Jasper Philipsen, Ryan Gibbons, Szymon Sajnok, Damien Touzé, Roger Kluge, Moreno Hofland ed Edward Theuns. Domani si preannuncia una rivincita per i battuti di giornata: la Opole-Zabrze di 151.5 km presenta un gpm nella prima metà e qualche dolce ondulazione nel finale, con la speranza di evitare epiloghi come quello di oggi.

Questo il video dell'incidente


Notizia di esempio
Sprint con vista Sanremo: Démare fa sua la Milano-Torino